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Delos Science Fiction 252
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E-book88 pagine50 minuti

Delos Science Fiction 252

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Fantascienza - rivista (52 pagine) - Sapete cos'è il cosypunk? Scoprite le peculiarità di questo nuovo filone della fantascienza.


In principio era il cyberpunk, poi sono arrivati il postcyberpunk, lo steampunk, il dieselpunk e il nanopunk, ma ora c'è il cosypunk. Che cos'è? Un nuovo filone della fantascienza che possiamo definire in italiano come “accogliente”. Questo termine inglese può essere tradotto, infatti, come: confortevole, caldo, intimo e per l’appunto accogliente. Per estensione, lo si associa alla casa, a una sensazione di sicurezza e conforto, alla routine quotidiana, alle persone care, al cibo che ci piace. Le storie di questo genere della science fiction ci raccontano di persone semplici, non di eroi e superman di turno, pronti a salvare il mondo. E non ci sono neanche cattivi da fermare. Molto spesso quello che tiene in piedi i romanzi e i racconti cosypunk storie basate sul viaggio, sulla scoperta delle piccole gioie della vita ordinaria.

Una delle autrici di punta di questo filone è l’americana Becky Chambers, di cui è uscito a gennaio su Urania il romanzo Un salmo per il robot (A Psalm for the Wild-Built, 2021), vincitore del premio Hugo e a questo romanzo e al cosypunk è dedicato lo speciale del numero 252 di Delos Science Fiction.

I servizi di questo mese sono dedicati a Hunger Games, con un articolo di Alessandro Cosentino, ai rapporti tra fiction e sonno, con un intervento dello scrittore Antonino Fazio e alla saga I Principi Demoni di Jack Vance, con un intervento di Arturo Fabra. Ancora Fabra, firma l’editoriale dedicato al concetto di impero galattico.

Nella sezione rubriche, invece, lo scrittore Andrea Cattaneo ci parla della saga La corazzata spaziale Yamato di Leiji Matsumoto, tra manga e anime, mentre Giuseppe Vatinno ci introduce al film Il mostro del pianeta perduto. Poi, vi presentiamo il nuovo romanzo di Jack McDevitt, uscito sul mercato anglosassone e da questo numero iniziano Le intervisti impossibili, una nuova rubrica in cui ci saranno delle interviste con grandi autori della fantascienza che non sono più di questo mondo, le cui risposte, però, sono vere loro dichiarazioni, così come le domande del curatore di Delos Science Fiction Carmine Treanni, ma com’è ovvio che sia tali chiacchierate sono nel loro complesso “impossibili”. In questo numero ad essere intervistato è Philip K. Dick.

L’anteprima narrativa di questo mese è Il nostro seme inquieto di Giulia Abbate, racconto lungo uscito per Delos Digital nella collana Atlantis e il racconto è, invece, di Armando Staffa e ha per titolo Best seller.


Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.

LinguaItaliano
Data di uscita6 feb 2024
ISBN9788825427912
Delos Science Fiction 252

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    Delos Science Fiction 252 - Carmine Treanni

    Thread

    Sul concetto di Impero galattico

    Articolo di Arturo Fabra

    Isaac Asimov visto da Rowena Morrill.

    Isaac Asimov visto da Rowena Morrill.

    Cosa c’è nell’idea di Impero galattico capace di renderla così ineluttabile per tanti scenari di storie di fantascienza?

    Di sicuro la vastità dello spazio, l’infinita distesa di stelle e pianeti capace di far vacillare la mente per le dimensioni incommensurabili, e di contro il concetto che più una nazione diventa vasta più è difficile governarla democraticamente.

    Ovviamente alla base di tutto questo è sempre il concetto che chi scrive fantascienza è un essere umano contemporaneo e dunque limitato nella sua immaginazione e narrazione da quelle che sono le proprie specifiche categorie di giudizio. Penso sia ormai acclarato che la fantascienza non è previsione del futuro, ma immaginazione spinta verso il futuro per parlare del presente.

    Due dei più famosi imperi della letteratura di fantascienza stanno presentando le proprie vicende al cinema e in streaming, ovviamente fatte salve tutte le infedeltà adattative riguardo le opere alle quali si riferiscono.

    Uno è quello di Fondazione, un Impero Galattico talmente vasto in termini di spazio e tempo che sta inevitabilmente andando verso il collasso e la barbarie. L’alternanza tra l’ordine imposto dall’impero e la barbarie del suo crollo vengono presentati come inevitabili e la storia si dipana grazie alle manovre di Hari Seldon, creatore della psicostoria e della Fondazione, una società scientifica occulta con lo scopo di limitare al minimo il periodo di imbarbarimento e custodire le ricchezze culturali e scientifiche da reimmettere nella società per riportarla più facilmente ad un buon livello civile e sociale.

    Isaac Asimov venne ispirato da un saggio che parlava della caduta dell’impero romano e iniziò a scrivere il suo romanzo sotto forma di racconti lunghi peraltro prediligendo i dialoghi all’azione e, ovviamente, in quanto figlio del suo tempo, scrivendo una storia con protagonisti maschili e poche o nulle presenze femminili.

    Tutto il piano di Seldon, però, vacilla quando compare una incognita, quella del Mule, il mutante capace di affascinare le folle e dirigerle in maniera inaspettata.

    E qui la Fondazione avrà il suo bel da fare, utilizzando strategie, agenti segreti e percorsi intricati per riportare lo sviluppo storico sui binari previsti.

    Appena quattordici anni dopo l’uscita di Fondazione ci troviamo a seguire le vicende di un ordine religioso composto da sole donne: le Bene Gesserit, che da secoli si occupano di selezionare linee genetiche per ottenere la nascita di un essere che sappia vedere nel futuro e guidare l’Impero galattico verso un’epoca aurea di pace e prosperità.

    Stiamo parlando dell’ambientazione di Dune di Frank Herbert, laddove l’enorme impero mostra subito la propria debolezza per la dipendenza totale dei trasporti intergalattici dalla spezia prodotta su un solo pianeta.

    Il romanzo di Herbert è da sempre considerato il primo esempio di world building accurato, tanto da essere presentato corredato dalla sua appendice ecobiologica che spiega passo per passo il ciclo di vita dei vermi di Arrakis, il pianeta anche detto Dune. Anche qui abbiamo una organizzazione che, pur presentandosi apertamente come un ordine religioso, persegue la missione occulta di influenzare gli eventi futuri dell’impero, e anche qui i loro piani vengono sparigliati dalla presenza di Paul Muad’Dib, il figlio maschio non previsto che spingerà l’impero in una nuova era.

    Dunque il migliore sistema per governare una galassia è l’impero? Un oligarca al comando di tutto che tiene sotto controllo ogni sistema, popolazione, etnia con una capillare rete di governatori locali e forze militari? Un solo uomo che impone la propria visione garantendo la prosperità per tutti autolimitando la propria smania di potere?

    Nei romanzi troviamo sempre un impero già fondato, ma su cosa? Come hanno fatto ad aderire all’impero sistemi e pianeti, sono stati conquistati, convinti con trattati mercantili o diplomatici?

    L’esempio di impero che ci viene alla memoria è comunque quello romano, che offriva l’onore di diventare Cittadino di Roma sul filo della daga allo scopo di diffondere uno stile di vita comune, egualitario e pacifico. Un po’ come la narrazione statunitense dell’esportazione della democrazia e della pace mantenendo uno stato di guerra. I due imperi, quello di Fondazione e quello di Dune, tuttavia, sono popolati da esseri umani, magari diversi per il loro adattamento a pianeti alieni, ma sempre e solo esseri umani senza alcuna presenza aliena. E nonostante ciò in questi imperi appare chiaro come già tra soli umani stridono molto le

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