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Delos Science Fiction 211
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E-book94 pagine54 minuti

Delos Science Fiction 211

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Fantascienza - rivista (58 pagine) - Il numero 211 di Delos Science Fiction, con uno speciale sull'ultimo film della saga degli Skywalker e articoli sui vincitori dei premi Odissea e Urania


Manca meno di un mese per tornare in uno spazio-tempo preciso, ovvero  «tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…» L'attesa terminerà il prossimo 18 dicembre, quando nelle nostre sale cinematografiche atterrerà Star Wars  L'ascesa di Skywalker, il film di J.J. Abrams che concluderà la saga di Guerre Stellari, o meglio quella degli Skywalker. A questo epico evento Delos Science Fiction ha dedicato uno speciale, nel suo numero 211, curato da Arturo Fabra.

Per questo numero l'editoriale è stato scritto dallo scrittore Giovanni De Matteo e non poteva che essere una riflessione sul fututo allinsegna del Connettivismo.

Nei servizi, troverete un'intervista a  M. Caterina Mortillaro, autrice milanese, che con il romanzo Devaloka. Il pianeta degli dèi (Delos Digital) si è aggiudicata il Premio Odissea  e una recensione di Le ombre di Morjegrad di Francesca Cavallero, vincitore del Premio Urania e pubblicato nel numero di novembre della collana mondadoriana.

Per le rubriche segnaliamo un articolo di futurologia di Roberto Paura e uno di Fabio Lastrucci sul fumetto spagnolo 5 per linfinito.

Il racconto è di Giancarlo Manfredi.


Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2019
ISBN9788825410808
Delos Science Fiction 211

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    Anteprima del libro

    Delos Science Fiction 211 - Carmine Treanni

    fantascientifico.

    Thread

    I futuri possibili sull’orlo del caos

    Articolo di Giovanni De Matteo

    […] per tranquillizzarci, ci siamo illusi che i mutamenti improvvisi avvenissero solo al di fuori del normale ordine delle cose. Consideriamo un mutamento improvviso come un incidente, come uno scontro d’auto. O al di là del nostro controllo, come una malattia mortale. Ma non concepiamo il cambiamento improvviso, radicale, irrazionale come qualcosa che appartiene al tessuto stesso della nostra vita. E invece lo è. E la teoria del caos ci insegna […] che la linearità, che noi diamo per scontata in tutto, dalla fisica alle opere di fantasia, semplicemente non esiste. La linearità è un modo artificiale di vedere il mondo. La vita vera non è una serie di eventi legati tra di loro che si verificano uno dopo l’altro come perline di una collana. Gli eventi della vita sono in realtà una serie di incontri in cui ogni evento può modificare in modo imprevedibile, e talvolta tragico, tutti gli eventi successivi.

    Le parole che in Jurassic Park Michael Crichton mette in bocca a Ian Malcolm riverberano in questi tempi di confusione e incertezza, caratterizzati da una costante difficoltà nel decodificare le dinamiche del presente. Sintetizzano una profonda verità sulla struttura del nostro universo, che diventa ogni giorno più ineludibile anche se, per qualche ragione, insistiamo nel comportarci come se non fosse vero: il mondo in cui viviamo, sempre più interconnesso, formato da molti strati interdipendenti tra di loro, è un sistema complesso, forse il più complesso a cui si sia giunti nella storia della civilizzazione.

    Siamo soliti pensare alla nostra epoca come all’era dell’informazione, ma niente di ciò che associamo al funzionamento di questo congegno universale, questa giostra attiva 24 ore al giorno, sette giorni su sette, che include motori di ricerca, social network, e-commerce, streaming, notizie in tempo reale, mmorpg, archivi, servizi e in fin dei conti anche conoscenza, continuerebbe a funzionare se venisse meno il rifornimento sicuro di energia a buon mercato che è reso possibile dai combustibili fossili, che di fatto trattengono questi stessi anni nell’orizzonte novecentesco dell’era degli idrocarburi. Carbone, petrolio e gas naturale hanno a loro volta reso possibile l’egemonia della civiltà occidentale, che di fatto è isomorfa (mimetica, se non proprio organica) al sistema economico-finanziario del capitalismo globale: un’organizzazione gerarchica, verticistica, funzionale a un controllo centralizzato. Democrazie liberali, economia di mercato, web, combustibili fossili, formano un unico groviglio in cui i diversi strati si compenetrano l’un l’altro, amalgamandosi e rafforzandosi oppure indebolendosi. Laddove le dinamiche generano dei punti deboli vengono a crearsi delle linee di frattura. È lì che si annida tutto il potenziale dei futuri cambiamenti.

    In questi giorni ricorre il trentesimo anniversario di uno dei più grandi cambiamenti del Novecento. È interessante constatare quale fu la catena di eventi che portò a quell’evento di portata incalcolabile che fu la caduta del Muro di Berlino: l’errore di un funzionario della DDR durante una banale conferenza stampa del Politburo innesca uno tsunami in grado di intercettare tutta la domanda di cambiamento che da anni andava montando nella Germania dell’Est, raggiungendo esiti visibili proprio nel mese precedente al 9 novembre 1989 (che tra le altre cose aveva visto il congedo dalla politica di Honecker, il leader in carica dal 1971), e lo proietta verso il confine presidiato dal muro della vergogna, dove le guardie armate, anziché aprire il fuoco, assecondano i manifestanti e ne favoriscono il passaggio a Berlino Ovest (https://www.ilpost.it/2019/11/09/la-caduta-del-muro-di-berlino/). È la fine di un’epoca, che giungerà a compimento due anni più tardi con il collasso dell’URSS, fino a quel momento considerata too big to fail, una costante assoluta nelle equazioni geopolitiche presenti e future, e che invece stava già intonando il suo canto del cigno.

    Insieme all’avvento di internet, ma con qualche ragione in più, il crollo del Muro e la dissoluzione dell’Unione Sovietica sono portati a esempio dei limiti delle facoltà predittive della fantascienza. Quale scrittore aveva previsto un mondo senza comunismo e un’Europa unita intorno a un’unica Germania? La confusione di un burocrate sotto pressione (e ancora prima la scelta dei suoi superiori di mandare in conferenza stampa un funzionario che non aveva nemmeno preso parte ai lavori degli ultimi giorni) aprì la strada a un cambiamento irreversibile, che nessuno era stato in grado di anticipare – perché mai avrebbe dovuto farlo uno scrittore di fantascienza?

    Novembre 2019 alla fine è arrivato ed è uno di quei traguardi con cui l’appassionato di fantascienza non può evitare di misurarsi. Pensiamo a questa data dal giorno in cui il cartello di apertura di Blade Runner ci spalancò la vista sulla Los Angeles del futuro sulle note inconfondibili di Vangelis. Come il

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