Racconti Dalla Galassia Madre
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Info su questo ebook
Un grande guerra apre gli scenari surreali della Galassia Madre. Ma cos'è che controlla realmente i meccanismi dell'Universo? Come mai Zetana fa tante domande strane e non si 'connette' come tutti gli altri? UIGO, il reporter intergalattico che va alla ricerca di realtà, scopre la storia suprema oltre l'infinito. Ma se lui cambia la percezione dell'Universo, ci riusciremo noi? Poi c’e` quel curioso piccolo umanoide grigino, Meba, che svolazza felice sulla sua motomembrana, si immerge spericolato dentro giochi virtuali e pigia pulsanti misteriosi. In che modo quest’anima gentile sfiderà i pericolosi Enti e i saggi Cognocrati che insieme ai Supercalcolatori hanno costruito, distrutto e ricostruito il suo mondo? E infine, quale sarà il sensazionale risultato di un incontro tra due potenti leader dentro la simulazione delle loro stesse memorie?
"Questo libro è una raccolta di cinque racconti. Si tratta di abbozzi, schizzi se vuoi, buttati giù con pochi tratti essenziali e proprio come nei disegni essi fermano immagini, idee che poi trovi ampliate nei miei primi due romanzi. In essi la tecnologia e la scienza sono le forze trainanti dei mondi lontani che descrivo, ma soprattutto ognuno di questi racconti è la celebrazione del trionfo dell'intelligenza, sia naturale che artificiale, che la nostra specie merita." Lavirrealista, 2016
Maria Pellegrini
Maria Pellegrini, writing also under the pen-name Lavirrealista, has been an indie publisher since 2010, exploring the theme of technology and society in the future. “Virrealism” is the underlying concept of her work. Virrealism foundation is the virtual reality of the future. She has now written two books (Real Virtualites 2011, Change of State - First Phase 2016) and six short stories. She has also published essays explaining the rationale behind her books. Trained as a geologist and environmental scientist, she specialised in mapping technology and worked for many years in the industry, later becoming editor in chief of a technical magazine. She continues to work in the IT sector and in other creative fields.Maria Pellegrini, che scrive anche con lo pseudonimo Lavirrealista, nel 2010 ha iniziato la sua nuova attività come Indie Publisher. I suoi lavori esplorano il tema della tecnologia e della società nel futuro. Ha definito lei stessa “Virrealismo” il tema di base dei suoi lavori. Il concetto basilare del Virrealismo è la realtà virtuale del futuro.Ha pubblicato in inglese e in italiano un romanzo breve, “Virtualità Reali”, una collezione di racconti, “Racconti Dalla Galassia Madre” e un racconto lungo, “Guerriera per Caso”. Quest'ultimo fa parte del nuovo romanzo, “Cambiamento di Stato Prima Fase” e ne rappresenta l'antefatto. Ha anche pubblicato saggi che spiegano la logica alla base dei suoi lavori. Laureata in scienze geologiche ha ottenuto un master in scienze ambientali e in seguito ha preso altre specializzazioni tecniche. Ha lavorato per molti anni nel settore, per poi diventare redattrice di una rivista tecnica. Continua a lavorare nel settore informatico e creativo.
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Anteprima del libro
Racconti Dalla Galassia Madre - Maria Pellegrini
RACCONTI DALLA GALASSIA MADRE
Maria Pellegrini
Virrealismo Publishing
CONTENUTO
Riconoscimenti
Della stessa autrice
Introduzione
LA GUERRA DEI PLUTONIDEI
ZETANA LA DISCONNESSA
CERVELLI PRESTATI
PIANETI SOTTO VETRO
TUMÉNG
Nota Biografica
Riconoscimenti
Racconti Dalla Galassia Madre
Maria Pellegrini
ISBN: 9781909078147
Pubblicato da Virrealismo Publishing
© VIRREALISMO PUBLISHING
Tutti i diritti riservati
In copertina: Tech mask,
© Rafael Torres Castaño, Dreamstime.com
Altre immagini:
Two Temples in Valley on Alien World, © Angela Harburn, Dreamstime.com
Alien Woman Surrounded By Plasma Waves, © Linda Bucklin, Dreamstime.com
Power of the mind, © Skypixel, Dreamstime.com
Alien Face Head Portrait, © Madartists, Dreamstime.com
Strange World, © Patricia Fatta, Dreamstime.com
Spaceship approaching a nebula, © Philcold , Dreamstime.com
Gennaio 2013
www.virrealismo.it
EDIZIONI Virrealismo Publishing a Smashwords
***
Smashwords Edizioni, License Notes:
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Della stessa autrice
NARRATIVA
Virtualità Reali
Guerriera per Caso
Cambiamento di Stato Prima Fase
SAGGISTICA: (in inglese)
Robotics and Virtuality – How The Future Will Be Transformed By Robotics And Virtual Reality
Intelligent Technology 2.0 Presages the End of Global Corporations
***
Introduzione
I cinque racconti di questo libro, scritti tra il 2011 e il 2012, continuano con il tema di Virtualità Reali che è quello di immaginare un futuro in cui la tecnologia, la scienza e l’evoluzione mentale sono avanzati a livelli fantastici e il virtuale spesso e volentieri ha soppiantato il reale che è dunque diventato più complesso ma anche infinitamente più interessante.
I racconti sono legati fra loro da un tema comune: la relazione intima tra la realtà e la virtualità. Le vicende si svolgono in una continua integrazione tra le due, quasi una fusione, e dunque gli scenari virtuali fanno parte della realtà reale e viceversa. I fatti sono spesso narrati con un ordine temporale e spaziale discontinuo, ma i personaggi si muovono senza difficoltà avanti e indietro nel tempo e nello spazio. Le forze trainanti sono la tecnologia e la scienza. Rilevante è tuttavia il contesto tecnologico nel quale si svolgono gli eventi e la descrizione di come la scienza applicata e la conseguente trasformazione della realtà interagiscono con l'individuo, la sua mente e i suoi pensieri.
Le storie sono ambientate in un futuro lontano, le tecnologie sono avanzate e le realtà sociali tendono a essere diverse o perlomeno evolute sebbene alcuni parametri (divertimenti, passatempi, nuclei familiari e così via) anche se leggermente alterati, rimangono uguali. Ogni racconto ha comunque una sua propria identità e riflette temi attuali, tipo il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale, il connettivismo, la conquista dello Spazio e molti altri.
Visioni di mondi popolati da singolari sorgenti di vita risaltano negli scenari futuristici, quasi surreali, della Galassia Madre mentre c’è sempre meno spazio dedicato ai mondi creati da menti tristi, interessate a pervertire o ritardare il progresso per fini personali. Il contrasto quando esiste è duro, a volte ironico o perfino tragico-comico e questo è intenzionale.
I grandi temi della povertà, della violenza, la guerra, la sofferenza così come l'amore e la spiritualità sono alla base della grande letteratura dove le debolezze umane sono lodate come ciò che ci rende umani
e la vita degna di essere vissuta. Tuttavia, di sicuro c'è spazio per immaginare un futuro diverso eppure ugualmente intenso e meraviglioso in cui la Scienza e la Tecnologia, in un abbraccio simbiotico con la Natura, non solo hanno risolto i grandi problemi ma hanno anche creato nuove emozioni e sentimenti e dunque esteso i limiti delle percezioni.
La Guerra dei Plutonidei esamina una grande guerra tra civiltà future dal punto di vista di un lontano osservatore galattico. Ciò che accade in un pianeta, che non è altro che un puntino insignificante nell'Universo, viene messo in prospettiva.
Ambientato nell'incubo di un futuro burocratico dominato dall'assoluto controllo mentale, abbiamo Zetana la Disconnessa, una giovane eroina che sconfigge il Sistema
. L'allusione qui è tanto al potere positivo dell’internet ma anche al pericolo di un connettivismo esagerato. Il racconto illustra come lo spirito umano da ultimo è sempre capace di sconfiggere il dominio di caste assetate di potere. La storia contiene anche una splendida rappresentazione della burocrazia portata agli estremi e prosegue con un efficace reductio ad absurdum delle attività inutili della vita lavorativa moderna.
Nel terzo racconto, Cervelli Prestati, la scienza fantastica ha senz'altro fatto un passo in avanti con l’allettante idea di proiettare la mente in un ospite che si trova a una distanza astronomica irraggiungibile. Prendere in prestito il cervello di un alieno a distanza cosmica e comunicare grazie a particelle fino a quel momento sconosciute è un concetto affascinante che viene esplorato a fondo fino alla sua finale, logica conclusione. Considerato che la realtà scientifica terrà l'umanità molto legata alla Terra o, al massimo, al Sistema Solare ancora per decenni, se non secoli a venire, esplorare i meccanismi di viaggi intra-galattici continuerà ad essere una grande fonte di fantasia creativa per molto tempo. Oltre alla fantascienza fantastica, questa storia esamina la mente del protagonista, UÌGO, il quale diventa simultaneamente parte di due mondi
molto diversi mettendo in discussione il senso della realtà, concetto esplorato meglio negli ultimi due racconti di questa collezione.
L’allegro cinerino
, eroe di Pianeti Sotto Vetro, è una creazione notevole. Di una specie diversa da quella che governa il suo pianeta d’origine, Meba è un Pigiabottoni
così come molti dei nostri compagni terrestri. E come in Zetana la futilità di una vita a pigiare i bottoni
viene di nuovo messa in mostra ma anche e soprattutto è evidenziato il conflitto tra il lato oscuro della tecnologia e una possibile evoluzione positiva di una società altamente tecnologizzata. Quindi affiora un’idea intrigante, su come potrebbe funzionare una futura democrazia con l’aiuto della tecnologia. E la Cognocrazia
è il modello che emerge tra i tanti possibili. Ma non è il primo e non sarà l'ultimo.
Infine seguendo il tema che anela al trionfo di mentalità aperte e attitudini altruiste sulle opposte tendenze, l’ultimo racconto utilizza l'allusione di open source vs il software proprietario quale veicolo per esplorare alcuni dei grandi deficit e le profonde contraddizioni della società umana.
Uno scontro inevitabile e un incontro coinvolgente tra grandi leader, saggi e intelligenti, con un richiamo a una famosa ascesa
allegorica classica, la storia ruota intorno a speculazioni su possibili risultati della ricerca sulle intelligenze artificiali con una conclusione sorprendente.
Le cinque storie raccontano di pianeti e galassie dove le leggi della fisica sono sconvolte, le vicende si sviluppano in realtà molto diverse dalla nostra e i personaggi si muovono tra sensazionali invenzioni tecnologiche che spero nell’insieme stimoleranno la vostra immaginazione e i vostri pensieri.
Maria Pellegrini, Lavirrealista
LA GUERRA DEI PLUTONIDEI
img1.jpgCosì accadde che il caos divenne ordine, il rumore silenzio e la pace... guerra!
I Plutonidei
I Plutonidei erano una specie davvero curiosa. Creature di piccole dimensioni, sempre attivi e attenti a tutto ciò che succedeva intorno. Non si lasciavano sfuggire la benché minima occasione di accaparrarsi quanto era disponibile, gratuito e magari anche scartato da altri. Non sciupavano niente e avevano un forte spirito di adattamento. La Galassia Madre (che era un nome simbolico in quella parte dell’universo e comprendeva un certo numero di galassie e altri oggetti celesti) era piena di sorprese e giacché i Plutonidei provenivano da popolazioni di nomadi intergalattici, di sicuro tali caratteristiche di frugalità non solo erano innate ma indispensabili alla loro sopravvivenza e con il passare del tempo c’è da dire che si erano quanto mai raffinate.
Da molte generazioni oramai, i Plutonidei avevano intrapreso la difficile strada di insediarsi in pianeti nuovi inabitati anziché vivere insieme a specie diverse come era normale per la maggior parte delle popolazioni galattiche, nei più attraenti e famosi mondi, che ce n’erano davvero tanti. Nessuno seppe mai perché presero questa decisione, ma dal momento che nella Galassia Madre gli oggetti celesti che ne facevano parte si moltiplicavano a dismisura nelle più svariate direzioni degli spazi multidimensionali, la cosa era irrilevante e nessuno sembrò interessato a trovarne una ragione.
La loro metodologia di insediamento era abbastanza semplice: popolavano un nuovo astro e poi si riproducevano senza seguire alcuna misura di controllo.
I Plutonidei erano divisi in Dieci Famiglie. Quando le colonie diventavano troppo numerose, una selezione spontanea di membri più giovani provenienti da ciascuna delle Famiglie si preparava ad abbordare pianeti di passaggio disabitati o partire alla ricerca di nuovi. Come regola generale i nuovi corpi celesti colonizzati venivano sempre chiamati Plutonide, che secondo l’illustre parere di certi storici intergalattici doveva essere stato il loro pianeta di origine.
Erano passate molte stagioni oramai da quando una nuova cernita di giovani Plutonidei aveva raggiunto un nuovo mondo. Fu scoperto quasi per caso il giorno del compleanno del figlio primogenito di un ambasciatore appartenente alla Famiglia dei Lucomonidi, ospite per l’occasione nella superba villa estiva dell’aristocratica Famiglia dei Plebiei.
Si trattava di un piccolo pianeta quasi nascosto dalla tenue nebulosa riflessa di Doga, che si trovava all’estrema periferia della costellazione K2-EvE. Una equipe di tecnici statali, subito mobilitati non appena venne diffusa la notizia, inviarono una flotta di sensori satellitari dai quali ricevettero tutti i dati necessari per prendere la decisione finale e prepararono in un baleno la relazione di abitabilità. Le informazioni ricevute erano in accordo con gli standard governativi, con l’esclusione di un paio eccezioni. In particolare gli strumenti rilevarono una forte pressione atmosferica senza dubbio anomala, ma la cosa sembrò non preoccupare troppo. L’altro aspetto non troppo positivo erano le dimensioni del pianeta purtroppo non sufficienti per ospitare le tipiche dieci colonie di insediamento. Fu dunque deciso di mandare soltanto una selezione ridotta di giovani. Questi, contrariamente alle regole, vennero scelti tra i membri di due sole Famiglie: quella dei Lucomonidi, che furono capeggiati dal figlio stesso dell’ambasciatore, e quella dei Plebiei che invece decisero di mandare come capitano un nipote cadetto. La cosa non aveva precedenti e non venne vista tanto di buon occhio da alcuni ma nessuno fu capace di proporre una migliore alternativa e le navicelle partirono.
Per combattere la sola variabile fisica sfavorevole, ovvero la forte pressione atmosferica, i membri delle due neo-colonie furono semplicemente provvisti di un armatura compatta e robusta che li avrebbe protetti dalla forza anomala presente nel pianeta.
C’è da dire che i Plutonidei erano molto flessibili e i loro corpi si adattavano in poco tempo e senza troppi problemi a qualsiasi nuova condizione ambientale grazie anche all’intervento delle avanzatissime ingegnerie biotecnologiche che avevano introdotto nel codice genetico speciali cromosomi di iperadattamento. Tanto è vero che, dopo brevissimo tempo dal loro arrivo su quell’anomalo nuovo pianeta, la loro testa aveva subito una profonda variazione. Era diventata più piccola e si era compressa contro il torace (anche questo cambiato, come si fosse più irrobustito) divenendo così poco mobile… buffo ma erano quasi rimasti senza collo!
Dove il fisico non arrivava ecco che allora intervenivano due altre famose e forse anche un po’ invidiate caratteristiche dei Plutonidei: la fulminea capacità di apprendimento (quasi fenomenale) e la geniale inclinazione allo sviluppo tecnologico. In questo modo riuscivano ad adattarsi e sfruttare al meglio le risorse di qualsiasi pianeta in cui atterravano. Tanto per fare un esempio, giacché erano vegetariani e sul nuovo Plutonide la forte pressione inibiva la crescita vegetativa, avevano trovato il modo di estrarre gli elementi vitali per la sopravvivenza direttamente dal suolo. Sin da quando erano atterrati, le cellule grige di questi super-tecnici intergalattici si erano subito messe all’opera. In un batter d’occhio idearono il marchingegno più curioso che la tecnologia plutonidiana avesse mai inventato. Si trattava di uno strumento speciale che serviva da apparato boccale. Penetrava nella terra e succhiava gli elementi nutritivi dal suolo. Il meccanismo interno, man mano che gli elementi chimici venivano estratti, era capace di ricostruire le complesse strutture organiche delle molecole proteiche necessarie alla sopravvivenza.
Ebbene, la mutazione genetica era intervenuta in brevissimo tempo su questo nuovo astro ad alta pressione e non si era fermata alla parte superiore del corpo. Anche le gambe infatti, così come il torace, si erano irrobustite per rispondere alla difficoltà di movimento e la tecnologia era intervenuta di nuovo, provvedendo i Plutonidei di un apparecchiatura che permetteva agli individui di fare salti di notevole lunghezza. In questo modo si spostavano veloci e senza problemi.
Questa estrema flessibilità di adattamento fisico e l’eccezionale bravura tecnologica, in risposta alle variabili ambientali, avevano forse fatto dei Plutonidei l’unica vera specie pantonauta esistente.
L’accordo per la divisione delle terre, così come l’aggiustamento anatomico, non richiese molto tempo. I Lucomonidi si stabilirono nella parte settentrionale del pianeta mentre alla Famiglia dei Plebiei andarono le terre meridionali. Un’altra inosservanza delle regole dunque, giacché per tradizione le colonie tendevano a mischiarsi in modo abbastanza pacifico nei pianeti che popolavano così da mantenere armonia e omogeneità di