Kreisleriana
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Info su questo ebook
Il saggio di Anna Cicogna, “Robert Schumann, temperamento malinconico” dipinge un ritratto psicologico di un genio sempre in conflitto tra ragione e caos, tra realtà e i romantici voli d’evasione a cui il suo animo anelava.
Giovanni Baldini
Pianista, storico della musica, divulgatore. Dal 2011 è relatore di seminari universitari che intrecciano musica, psicologia e neuroscienze presso l’Università degli studi di Trieste. Ha pubblicato La musica va oltre. La ricerca di Gustav Mahler con OCD e Artur Schnabel interprete delle 32 Sonate di
Beethoven con Mimesis.
Lorenzo Baldini
Pianista, concertista, docente di pianoforte principale al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste. È stato allievo di Carlo Zecchi all’Accademia di S. Cecilia in Roma e ha pubblicato Artur Schnabel interprete delle 32 Sonate di Beethoven
con Mimesis.
Anna Cicogna
Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico lacaniano. Vive e lavora a Trieste.
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Anteprima del libro
Kreisleriana - Baldini Giovanni
Introduzione
Non è certo nostra intenzione fornire notizie biografiche su di un musicista le cui opere e le vicende drammatiche della sua vita sono oramai descritte in decine di ottimi volumi. Nostro obiettivo è invece fornire ai giovani musicisti elementi di riflessione sulla figura artistica di Robert Schumann, sulle particolarità e originalità della sua scrittura, sulla colorita tavolozza sonora ed espressiva, sulle citazioni del sacro padre
Beethoven che - assieme a Bach - saranno i suoi modelli basilari, verso i quali manterrà sempre una stretta parentela e una naturale vicinanza.
Tutta la sua esistenza sarà in perenne conflitto tra ragione e geniale disordine, tra le rigide costrizioni della disciplina teutonica e le vocazioni romantiche che violavano i canoni dell’epoca, tra la quotidianità borghese e l’evasione in mondi favolosi e misteriosi ai quali anelava il suo spirito. Un riferimento emblematico dello strappo con il passato è la Kreisleriana, opera tra le più rappresentative del suo stile compositivo. La spiegazione tecnica e la visione poetica qui suggerite sono rivolte principalmente agli interpreti che intendano approfondire il fantasioso messaggio schumanniano, ma anche ai semplici appassionati di Musica.
L’unico veicolo in grado di esprimere ciò che la parola non potrà mai descrivere pienamente rimane l’interpretazione, magari di qualche Grande, che consigliamo di ascoltare parallelamente alla lettura delle nostre considerazioni. Ci rendiamo conto, inoltre, che possa risultare quantomeno anacronistico parlare di Romanticismo alle nuove generazioni di artisti, in un’epoca di tecnologia imperante (che assorbe e rivela realtà attraenti e respingenti contemporaneamente). Le certezze di contare su evidenti oggettivazioni e quotidiane necessità può allontanare dall’essere umano l’aspirazione ai sentimenti, al senso del mistero, dell’indistinto, del non visibile, del presentimento di un Altrove. Il taglio della nostra analisi è del tutto contrario al trend moderno rivolto quasi esclusivamente alla precisione, all’esattezza della pronuncia, al suonare entro dei limiti
, al mero edonismo sonoro, che crediamo non rispecchi - nemmeno filologicamente - il senso più profondo della Musica.
In questo difficile compito, ci siamo affidati alle illuminanti osservazioni di Cortot, divenute un’eredità scritta grazie a Jeanne Thieffry:
La musica dev’essere contagiosa; pericolosamente, sublimemente contagiosa. Essa presuppone che se voi l’amate tanto da consacrarle la vostra vita, non vi unirete a lei con un matrimonio di convenienza, frutto di mediocri considerazioni, ma le porterete senza tregua e senza riposo un’anima ardente e le risorse di tutta la vostra fantasia e del vostro amore. Da questa comprensione, che diventa ogni giorno più intima, del mistero profondo dell’arte, nascerà, forse, in un dato momento sacro dei vostri studi, quel brivido interiore che fa presagire l’approssimarsi della verità artistica. Quel giorno la vostra tecnica avrà progredito con maggiore efficacia che non dopo mesi di scale senza meta e di esercizi di sterile virtuosismo. Allora voi affiderete alle vostre dite il compito di trasmettere i vostri pensieri. Così diverrete un interprete e non un esecutore.¹
La rilettura psicanalitica della Dott.ssa Anna Cicogna è un profondo complemento alla nostra analisi sulla prassi esecutiva e sull’esegesi della pagina schumanniana: la malattia, i deliri, le sofferenze più intime, i rapporti amorosi e la passione per il suo
Romanticismo, sono - ancora oggi - chiavi di lettura importantissime per avvicinarsi alle sue opere.
1 Cortot A., Corso d’interpretazione, Curci, Milano, 1991, p. 10.
Robert Schumann: amato e incompreso
Il grande critico tedesco Joachim Kaiser ha riassunto, meglio di altri e meglio di quanto potessimo fare noi, il suo pensiero e il suo amore per Schumann in un capitolo del suo Sprechen wir Über Musik, dal titolo Genie und Wahnsinn (che noi citiamo nel sottotitolo a questo volume).
Robert Schumann potrà essere compreso nel ventunesimo secolo?
Dietro questa domanda si nasconde una vecchia diatriba. Prima di appianarla devo confessare che sono un innamorato di Schumann. In un’intervista concessa al Frankfurter Allgemeinen Zeitung non nominai tra i miei grandi compositori preferiti Beethoven, Bach, Mozart o Wagner - tutti eccelsi compositori. Io risposi: Robert Schumann. Perché amo molto di lui lo slancio poetico fanciullesco. Solitamente le opere tarde di questo compositore tedesco sono considerate significative allo stesso modo di quelle giovanili. Io, al contrario, sono dell’idea che queste di Robert Schumann superino le sue ultime. Nell’anno 1840, quand’egli era innamorato e poi sposato, produsse in questo periodo 140 romantici Lied. Essi appartengono alle più