Fight Flight Freezing Zone
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Info su questo ebook
La comunicazione gestuale si fonda su precise regolamentazioni, questo a testimoniare che l’individuo è un’unità indissolubile di mente e corpo. È necessario mantenere entrambi in salute per raggiungere il giusto equilibrio e sviluppare la forza opportuna per affrontare le cadute fisiche e morali. Forza di volontà, antifragilità e resistenza cooperano nella strutturazione dell’individualità cercando di abbattere barriere ma soprattutto lo stress, imputato principale di tante patologie più o meno invalidanti e responsabile delle tre reazioni che si possono verificare: l’attacco, la fuga, la paralisi e auspicabilmente l’osservazione del fenomeno.
Marco Marsico, in Fight Flight Freezing Zone, dettagliatamente spiega le origini di molti squilibri emotivi, e fornisce una serie di indicazioni molto importanti. Ad esempio imparare tecniche di autodifesa, che all’occorrenza possono salvare la vita, può essere un modo preventivo per la salvaguardia da ogni tipo di aggressione, utile a evitare situazioni di rischio.
Marco Marsico è un preparatore atletico eccellente. Esperto in molte discipline sportive, condivide con il suo pubblico l’esperienza che ha raccolto in molti anni; attraverso l’impegno, la serietà e la consapevolezza che nulla si ottiene senza dedizione, fatica e sacrificio, giunge a noi con un testo bellissimo, tutto da leggere.
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Anteprima del libro
Fight Flight Freezing Zone - Marco Marsico
Marco Marsico
Fight Flight
Freezing Zone
Implicazioni psicofisiche nell’aggressione e allenamento
nella difesa personale
© 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-7395-3
I edizione marzo 2023
Finito di stampare nel mese di febbraio 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Fight Flight Freezing Zone
Implicazioni psicofisiche nell’aggressione
e allenamento nella difesa personale
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Introduzione
"Quando uscirai dalla tempesta non sarai più la stessa persona che ci è entrata. Ed è proprio a questo che serve la tempesta".
(Haruki Murakami¹)
Il presente lavoro costituisce una sintesi che coniuga conoscenze tecniche, psicologiche e quarant’anni di ininterrotta attività nelle Arti marziali e nel settore della difesa personale come atleta, formatore nazionale e tecnico specializzato presso la Scuola dello Sport del coni, iscritto all’albo nazionale dell’Ente di Promozione Sportiva di appartenenza.
Quanto di seguito proposto trae origine da una grande personale passione e propensione per lo sport, da sempre volta anche a comprendere le dinamiche biologiche, fisiche e psicologiche che portano l’essere umano ad assumere comportamenti lesivi per se stesso, per l’ambiente e per coloro con i quali, direttamente o indirettamente, si relaziona.
La complessità insita nella semplicità delle cose costituisce da sempre uno degli argomenti più dibattuti ed analizzati dall’uomo. Gli appassionati di fisica potrebbero paragonare tale complessità all’entropia, quelli più spirituali
potrebbero definirla come il frutto del peccato originale, altri potrebbero sbizzarrirsi in analisi multifattoriali individuandone le caratteristiche esogene ed endogene. Se ci fosse un’area cerebrale assimilabile all’Ufficio complicazioni affari semplici, questa certamente occuperebbe buona parte del cervello umano. è pur vero che, per percorrere una strada, è necessario camminare ponendo un passo dietro l’altro alternando continuamente posizioni di squilibrio e di equilibrio precario, correggendo continuamente il proprio assetto.
Gli errori, le cadute, gli imprevisti, integrati da un’adeguata automotivazione a reagire, possono rappresentare un’occasione di crescita che consente di rialzarsi più forti e determinati scoprendo, spesso con piacevole sorpresa, capacità e doti personali ritenute inesistenti.
1 Haruki Murakami (1949) è uno scrittore, traduttore e accademico giapponese.
capitolo 1
La piramide dei bisogni
"Quando lascio andare quello che sono,
divento quello che potrei essere.
Quando lascio andare quello che ho,
ricevo quello di cui ho bisogno".
(Lao Tzu²)
Negli anni ’50, Abraham Maslow³ sviluppò il concetto di gerarchia dei bisogni
, sintetizzato in una piramide in cui vengono rappresentate in ordine gerarchico le necessità dell’individuo.
Secondo tale teoria, l’essere umano si realizza passando attraverso vari stadi costituiti da bisogni, che devono essere soddisfatti in modo progressivo:
bisogni fisiologici (es. respiro, sonno, fame, sete, sesso);
bisogni di sicurezza (es. sicurezza fisica, salute, protezione);
bisogni di appartenenza (es. affetto, identificazione con un gruppo sociale);
bisogni di stima (es. autocontrollo, successo, rispetto reciproco);
bisogni di autorealizzazione (es. moralità, creatività, spontaneità, assenza di pregiudizi).
I bisogni fisiologici, seguiti da quelli di sicurezza, si pongono alla base della piramide costituendo l’elemento portante della stessa. La soddisfazione di tali bisogni primari consente di accedere a quelli di livello superiore. Un individuo che si trovi in uno stato di precarietà nel soddisfare i propri bisogni fisiologici e di sicurezza, molto difficilmente potrà accedere ai vertici della piramide.
Per quanto sopra esposto, una persona potrebbe sentirsi legittimata ad adottare comportamenti lesivi nei confronti di terzi al fine di soddisfare, ad esempio, il proprio bisogno di nutrizione o i propri impulsi sessuali. Di contro, i potenziali destinatari di comportamenti lesivi avranno la necessità di soddisfare i propri bisogni di sicurezza per sentirsi adeguatamente protetti da eventuali aggressioni.
Il soddisfacimento del bisogno di sicurezza costituisce un elemento imprescindibile per garantire all’individuo, sin dai suoi primi anni di vita, uno sviluppo equilibrato. La scelta della piramide utilizzata per la rappresentazione gerarchica dei bisogni non è casuale. Tale figura geometrica è costituita da una base avente una superficie ampia – significativa di una buona stabilità, in cui trovano la loro fondamentale collocazione anche i bisogni di sicurezza e che va progressivamente a ridursi fino ad annullarsi in un punto alla sua sommità. Immaginare una piramide capovolta, che poggia sul proprio vertice, rende perfettamente l’idea della precarietà e dell’instabilità della stessa.
Quando si parla di aggressione nella più ampia accezione del termine, gli esseri umani si possono metaforicamente suddividere in tre categorie: i lupi, i cani da pastore e le pecore.
I lupi sono i cosiddetti predatori che, senza alcuno scrupolo, impiegando tutte le strategie e risorse disponibili (e indisponibili), perseguono solo ed unicamente i propri scopi. A tale categoria spesso appartengono anche individui apparentemente distinti – le cosiddette persone con la cravatta
. La piramide del branco dei lupi è costruita su una solida base e si sviluppa con precisione millimetrica fino al vertice della stessa.
I cani da pastore sono coloro che, pur vivendo pacificamente assieme alle pecore condividendone gli spazi, attivano processi cognitivi che li portano a riconoscere, discriminare e reagire agli eventi insoliti o ritenuti tali. A tale categoria spesso appartengono anche individui apparentemente poco distinti – le cosiddette persone con i tatuaggi
. La solidità della piramide dei cani da pastore, viene continuamente messa alla prova da elementi endogeni (risorse proprie) ed esogeni (lupi e pecore).
Le pecore sono coloro che si identificano nella massa
e che accettano supinamente, talvolta con mesta rassegnazione, il loro destino. Il più delle volte si limitano a protestare (belare), ma tendenzialmente evitano, forse solo per non disperdere inutilmente
le proprie energie ("è sempre stato così, le cose non possono cambiare ma solo peggiorare"…), di attivare le proprie capacità intellettive, delegando tutto ciò che riguarda la loro esistenza al Sistema
di cui i mass media costituiscono il maggior portavoce. Tale categoria raggruppa ogni sorta di persona appartenente ad ogni ceto e categoria sociale. La piramide delle pecore spesso appare capovolta o semplicemente un precario castello di carta.
Alcune religioni