Bambini Assassini
Di ESTHER HERVY
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Info su questo ebook
Il bambino, per tutti noi, simboleggia purezza e innocenza. È indubbiamente per questo motivo che non ci aspettiamo — o ci rifiutiamo — di trovarlo sulle strade che portano al crimine, specialmente quando si traduce in orribili omicidi commessi a sangue freddo. Tuttavia, la notizia ci fornisce esempi ricorrenti di bambini e adolescenti assassini: due ragazzi che rapiscono, torturano e uccidono un terzo, un adolescente uccide i suoi genitori per poter organizzare una festa a casa sua, o anche una bambina che, per vivere il suo amore, elimina i suoi genitori e il suo fratellino... Attraverso queste storie che hanno gettato le famiglie nell'orrore, l'autrice ci porta in questi diversi avvenimenti che hanno riempito i titoli dei giornali del tempo.
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Anteprima del libro
Bambini Assassini - ESTHER HERVY
Bambini Assassini
ESTHER HERVY
––––––––
Traduzione di iperbole10 Rita
Bambini Assassini
Autore ESTHER HERVY
Copyright © 2023 ESTHER HERVY
Tutti i diritti riservati
Distribuito da Babelcube, Inc.
www.babelcube.com
Traduzione di iperbole10 Rita
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e Babelcube
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Titolo originale: Tueurs Nés, Ces enfants qui ont basculé
Traduzione a cura di: iperbole10 Rita
Indice generale
PREFAZIONE................................................5
XLV— EDUCAZIONE........................................7
INTRODUZIONE.............................................9
Capitolo 1...................................................13
ROBERT THOMPSON & JON VENABLES....................13
NOTE AL CAPITOLO 1..................................31
CAPITOLO 2................................................33
MARY BELL.............................................33
NOTE AL CAPITOLO 2..................................40
CAPITOLO 3................................................43
TYLER HADLEY.........................................43
NOTE AL CAPITOLO 3..................................55
CAPITOLO 4................................................57
ALYSSA BUSTAMANTE...................................57
NOTE AL CAPITOLO 4..................................73
CAPITOLO 5................................................75
JASMINE RICHARDSON & JEREMY STEINKE...............75
NOTE AL CAPITOLO 5..................................86
CAPITOLO 6................................................89
ANDY F..................................................89
NOTE AL CAPITOLO 6.................................101
CAPITOLO 7...............................................103
PHILIP CHISM........................................103
NOTE FINALI..............................................115
RINGRAZIAMENTI.........................................118
PREFAZIONE
Questo libro è stato redatto a partire da ritagli di giornale, video, rapporti investigativi e interviste di esperti. Il libro non intende affatto essere una serie di contro indagini e non arriva mai a mettere in discussione le versioni ufficiali rilasciate dalle varie organizzazioni di polizia, gendarmeria o dalla stampa, indipendentemente dai paesi in cui le storie hanno avuto luogo.
Inoltre, e anche se le storie ruotano principalmente attorno a bambini e adolescenti criminali, ci tengo a sottolineare che rievocando questi casi terribili, mi viene data la possibilità di riportare alla superficie dei nostri ricordi i nomi di tutte le persone che sono state martiri di questi poppanti ma assassini. Alcuni di loro sono fuori da questo mondo da decenni, ma spero che con queste poche righe, il loro ricordo contini a vivere da qualche parte nella nostra mente.
A tutte le vittime e alle loro famiglie, ai loro cari, ai loro amici, ai loro colleghi e a tutti coloro che un giorno sono stati con loro, da vicino o da lontano, e ai quali sono profondamente mancati: questo libro è dedicato a voi.
Esther Hervy
XLV— EDUCAZIONE
In fondo, il più sicuro ma più difficile mezzo di prevenire i delitti è di perfezionare l'educazione. (...) Un grande uomo[1], che l'umanità perseguita mentre cerca d'illuminarla, ha mostrato quali sono le massime di un'educazione realmente utile agli uomini; essa consiste non nella vana accumulazione di nozioni che vengono insegnate ma nella scelta e correttezza delle stesse; l'educazione sostituisce l'originale alla copia nello studio dei fenomeni, sia morali che fisici, che il caso o l'abilità propone alla mente nuova di zecca del bambino; essa lo conduce alla virtù per il facile sentiero del sentimento; lo distoglie dal male mostrandogli gli svantaggi che infallibilmente derivano da una cattiva azione e non attraverso i rischiosi mezzi dell'autorità che ottiene solo un'ipocrita e transitoria obbedienza.
Cesare Beccaria, dei delitti e delle pene, 1764
INTRODUZIONE
Il bambino, per tutti noi, simboleggia la purezza e l'innocenza. È indubbiamente per questo motivo che non ci aspettiamo, o ci rifiutiamo, di trovarlo sulle strade del crimine, specialmente quando si traduce in orribili omicidi commessi a sangue freddo.
Tuttavia, l'attualità ci fornisce esempi ricorrenti di bambini e adolescenti responsabili di omicidi. Se si osservano i diversi fatti degli ultimi anni che coinvolgono i minori, si può sperimentare la sensazione che il numero di giovani coinvolti sia in costante crescita. È la nostra facilità di accesso alle informazioni che inganna la nostra impressione, soprattutto con la comparsa di canali in streaming, o i numeri sono davvero esplosi? Secondo il Ministero della Giustizia, nel 2018, su 43.600 condanne pronunciate contro dei giovani, solo
491 sono stati puniti per crimini, ossia l'1%. Di queste 491 condanne, il 67% è stato per stupro[2]. Il che rende il crimine di sangue un atto estremamente raro.
Per l'esattezza, secondo Pascal Wagner-Egger, ricercatore in psicologia sociale "non c'è aumento della delinquenza in senso stretto. La crescente sensazione d'insicurezza può essere legata alla nostra sempre maggiore sensibilità alla violenza in generale, praticamente le persone considerano più facilmente un evento innocuo, una disputa per esempio, come fosse un crimine, presentando di conseguenza denunce più spesso che in passato". Come mostra Steven Pinker nel suo libro Il declino della violenza
[3] stiamo diventando sempre più attenti alla sofferenza dei bambini, delle donne, delle minoranze, con una maggiore sensibilità verso l'altro in generale, animali compresi, con il movimento antispecista che è emerso negli ultimi anni. C'è davvero un effetto lente d'ingrandimento, anche perché la delinquenza, nei media o in rete, fa più presa: si parla molto più di treni che arrivano in ritardo che di quelli che sono in orario, perché questo cattura il nostro cervello e ottiene la nostra attenzione! Questa enfasi sul crimine solletica la nostra mente ingenua e istintiva ricavandone l'impressione che stia guadagnando slancio perché ne parliamo molto
. Inoltre, il libro di Steven Pinker ci mostra anche che, col passare dei secoli, il mondo sta diventando sempre meno pericoloso. Prendendo in considerazione una scala di tempo molto ampia, ci rendiamo conto che, dato l'aumento della popolazione, specialmente nelle grandi città, e con la concentrazione di esseri umani che ciò implica, se il mondo avesse lo stesso livello di violenza di alcuni secoli fa, la nostra vita quotidiana sarebbe costellata da permanenti massacri. Al contrario, e anche se siamo colpiti dalla delinquenza e dalla violenza in generale, essa sta diventando sempre più rara
.
Allora, per quali ragioni un bambino o un adolescente di punto in bianco si trasformano in criminali? Potremmo rilevare segnali premonitori di pericolo nel comportamento di qualsiasi bambino o adolescente, indipendentemente dal suo background sociale o dalla sua istruzione, indicanti il loro probabile cadere, in un batter d'occhio, nell'orrore, senza che nessuno abbia notato nulla? Secondo Michel Fize, sociologo del CNRS "ci sono diverse categorie di giovani assassini: quelli che premeditano il loro gesto, ad esempio gli omicidi di famiglia. Ci sono quelli che diventano criminali per caso
perché inconsapevoli che quando si colpisce qualcuno, lo si può uccidere. (...) Spesso, il teen killer è un giovane killer in un gruppo
diluendo così il senso di responsabilità personale all'interno di quello stesso gruppo e con conseguente maggior violenza dovuta a un rassicurante sentimento d'impunità collettiva".
Gli studi neuroscientifici ci mostrano anche un possibile legame tra aggressività e lesioni del lobo frontale, la struttura cerebrale più importante nell'apprendimento, nella regolazione dei comportamenti e nell'adattamento della personalità. Inoltre, quando ci sono anomalie della crescita o postumi di traumi, il lobo frontale è all'origine di disfunzioni più o meno importanti, che vanno dai disturbi discognitivi, come l'iperattività, a quelli più gravi come la schizofrenia.[4]
Purtroppo a volte gli esperti non sono in grado di fornire alcuna spiegazione alle derive omicide di alcuni minori. Nessuna malattia mentale. Una famiglia amorevole. Una vita sociale ricca e appagante. Cosa è potuto accadere allora affinché si verificasse una tale esplosione di violenza? Questo ci porta a una constatazione insopportabile di fallimento e d'impotenza nei confronti di questi bambini e adolescenti, che dovrebbero garantire il futuro della nostra società? Erano destinati a prendere la strada di un destino omicida da cui sarà difficile per loro tornare indietro, o addirittura impossibile per alcuni di loro?
Dato per assodato di non riuscire a capire tutto, lasciamoci trasportare nel vortice di alcune di queste storie fuori dal comune...
Esther Hervy
Capitolo 1
ROBERT THOMPSON & JON VENABLES
1993. LIVERPOOL. Jon Venables e Robert Thomson, due bambini di 10 anni, rapiscono, torturano e uccidono James Bulger, di 2 anni, vicino a una ferrovia in disuso.
––––––––
Sono circa le 15:30 di quel venerdì 12 febbraio, quando Denise arriva allo Strand shopping center, in un quartiere di Liverpool, in Inghilterra. È un giorno come tanti per la madre del piccolo James Bulger di soli due anni. Come suo solito, Denise ha portato il figlio con sé per andare a fare la spesa prima del fine settimana. Saggiamente il piccolo le tiene la mano mentre osserva tutto intorno a lui la vita frenetica dell'enorme negozio. Sua madre deve andare in macelleria quel giorno. Ha pianificato di comprare carne di maiale per il pranzo del giorno successivo. James è felice. Ama guardare le persone correre in tutte le direzioni, come piccole formichine ognuna impegnata nel proprio compito, ognuna persa nei propri pensieri quotidiani. Quella situazione gli ricorda il piccolo criceto visto nel negozio di animali qualche giorno prima. Anche se in effetti non ne capisce esattamente il motivo. È troppo piccolo. Istintivamente però, sa che tutte quelle persone grandi che si agitano all'interno dell'edificio stanno anche girando da qualche parte nella ruota panoramica della loro vita di adulti. Un sorriso si disegna sul suo piccolo viso d'angelo. Il bimbo, né nessun altro, sospetta ancora nulla, ma quella vita adulta, lui non avrà mai l'opportunità di viverla.
Nel negozio, il macellaio serve Denise. Ha preso tre belle costolette di maiale e il negoziante le porge la borsa che contiene la carne. La prende e, per tirar fuori il portafoglio dalla borsa e pagare i suoi acquisti, lascia andare meccanicamente la mano di suo figlio. Per quanto incredibile possa sembrare, questi pochi secondi, nove esattamente, saranno sufficienti a James per allontanarsi da sua madre e oltrepassare le porte del negozio.
Denise si rende immediatamente conto che il piccolo se l'è squagliata e totalmente sconvolta si precipita fuori a sua volta, ma il tesorino si è già confuso tra la folla del centro commerciale! Corre ad avvertire le guardie e tutto il personale di sicurezza