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Glossario teosofico
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E-book628 pagine9 ore

Glossario teosofico

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Più di 18.000 voci su esoterismo, scienze occulte, ermetismo e varie altre manifestazioni filosofiche, organizzate dalla figura più brillante e rappresentativa del rinascimento occulto, avvenute alla fine dell'Ottocento. Il Glossario è una vera guida per coloro che desiderano qualcosa di più della vita ordinaria. Nella danza delle lettere che si susseguono emergono concetti delle più diverse tradizioni dell'umanità. Scintille provenienti da quella Sapienza arcaica, la Teosofia, che permea l'inconscio collettivo dei secoli. Si tratta di un compendio dedicato agli ardenti studiosi di Religioni, ai ricercatori del mondo occulto, agli antropologi e molti altri. Il testo può essere considerato un vero dizionario dell'Occulto. Quest'opera è un'espansione dell'originale pubblicato nel 1892 da H.P. Blavatsky, l'anno dopo la sua morte. Il Glossario ci fornisce informazioni attingendo dal pensiero sanscrito, persiano, tibetano, pali, caldeo, scandinavo, ebraico, greco, latino, cabalistico e gnostico, fornendo al lettore informazioni che è difficile trovare sparse in varie opere, quasi sempre inaccessibili. Questo testo è un must nella biblioteca dello studente serio di Occultismo: si tratta di una vera e propria enciclopedia che saprà chiarire molti dubbi e aprire nuovi percorsi di ricerca.
LinguaItaliano
Data di uscita29 ago 2022
ISBN9788833261362
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    Anteprima del libro

    Glossario teosofico - Helena P. Blavatsky

    cover.jpg

    Helena Petrovna Blavatsky

    Glossario Teosofico

    gli Iniziati

    KKIEN Publishing International

    info@kkienpublishing.it

    www.kkienpublishing.it

    Edizione originale, Theosophical Glossary, 1892

    Traduzione di Bruno Valli

    Prima edizione digitale: 2022

    ISBN 9788833261362

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    Table Of Contents

    Prefazione all’Edizione Originale

     - A -

     - B -

     - C -

    - D -

     - E -

     - F -

     - G -

     - H -

     - I -

     - J -

     - K -

     - L -

     - M -

     - N -

     - O -

     - P -

     - Q -

     - R -

     - S -

     - T -

     - U -

     - V -

     - W -

     - X -

     - Y -

     - Z -

    Prefazione all’Edizione Originale

    Il Glossario Teosofico è un’opera quasi interamente postuma e ciò comporta delle difficoltà intrinseche. Per prima cosa, l’autrice riuscì a vedere le prove di stampa solo delle prime trentadue pagine e sappiamo che era volontà di H. P. B. voler fare aggiunte notevoli all’originale, aumentare il numero delle voci citate nel volume al di là dei limiti attuali, volendo così far luce su alcuni termini oscuri, non inclusi nel presente testo, e, ancora più importante, dandoci uno primo quadro delle biografie e degli insegnamenti dei più famosi Adepti, sia Orientali che Occidentali.

    Il Glossario si propone di dare informazioni sulle principali parole Sanscrite, Pahlavi, Tibetane, Pali, Caldee, Persiane, Scandinave, Ebraiche, Greche, Latine, Cabalistiche e Gnostiche, sui termini occulti generalmente usati nella letteratura Teosofica, e che H. P. B. ha utilizzato in Iside Svelata, Buddismo Esoterico, La Dottrina Segreta, La Chiave della Teosofia, ecc., oltre che nelle riviste mensili The Theosophist, Lucifer, The Path, ecc., nonché in altre pubblicazioni della Società Teosofica.

    Gli articoli segnati con (w.w.w.), i quali spiegano parole che si trovano nella Kabalah, o che illustrano dottrine Ermetiche o Rosacroce, rappresentano il contributo dato, su speciale richiesta di H. P. B., dal Fr. W. W. Westcott, M. B., P. M. e P. Z., Segretario Generale della Società Rosacroce e Praemonstrator di Kabalah nell’ordine Ermetico della G. D.

    H. P. B. desidera esprimere il suo particolare debito, per quanto attiene la cronologia, al Sanskrit-Chinese Dictionary di Eitel, all’Hindu Classical Dictionary di Dowson, al Vishnu Purāna di Wilson, ed alla Royal Masonic Cyclopaedia di Kenneth Mackenzie.

    Poiché il sottoscritto non pretende di avere l’elaborata ed enorme competenza necessaria per l’edizione del multiforme e poliglotta contenuto che rappresenta l’ultimo contributo di H. P. B. alla letteratura Teosofica, si troveranno immancabilmente errori di traslitterazione ed altri ancora che specialisti eruditi non mancheranno di scoprire. Tenuto conto del fatto che ogni orientalista ha il suo sistema, si potranno scusare in quest’opera i diversi tipi di traslitterazione e non porle interamente a carico del Karma dell’editore.

    Londra Gennaio 1892 George Robert Stow MEAD

     - A -

    A - La prima lettera in quasi tutti gli alfabeti del mondo ad eccezione di alcuni, come ad esempio il mongolo, il giapponese, il tibetano, l’etiopico, ecc. È una lettera di grande potere mistico e di magica virtù per coloro che l’hanno adottata, il cui valore numerico è uno. È l’Aleph degli ebrei che ha come simbolo il Bue o Toro; l’Alpha dei greci, l’uno e il primo; l’Az degli slavi, che sta per il pronome Io (riferendosi all’Io sono Quello, io sono). Anche in Astrologia il Taurus (il Bue, il Toro o lo Aleph) è il primo dei segni zodiacali ed i suoi colori corrispondenti sono il bianco e il giallo. Il sacro Aleph assume un significato ancora più sacro per i cabalisti cristiani perché questa lettera simbolizza il concetto della Trinità nell’Unità, dal momento che è costituita da due Yod, uno diretto dall’alto verso il basso e l’altro posto in senso inverso, uniti da una linea diagonale, l’intermediario così - א. Kenneth Mackenzie afferma che la croce di Sant’Andrea è occultamente connessa con essa. Il nome divino, il primo della serie che corrisponde all’Aleph, è AēHēIēH o Ahih, quando è privo di vocale, e questa è una radice sanscrita.

    AAHLA (Egiz.) - Una delle divisioni del Kerneter o regioni degli inferi o Amenti; la parola significa Campo di Pace.

    AANRU (Egiz.) - La seconda divisione dell’Amenti. Il campo celeste di Aanroo è circondato da una muraglia di ferro. Il campo è colmo di grano ed i Defunti sono rappresentati nell’atto di mieterlo per il Maestro dell’Eternità; alcune spighe sono alte tre, cinque o sette cubiti. Coloro che raggiungevano gli ultimi due cubiti entravano in uno stato di beatitudine (che in Teosofia è conosciuto con il nome di Devachan); gli spiriti disincarnati la cui messe è alta solo tre cubiti, andavano nelle regioni inferiori (Kamaloka). Per gli Egiziani il grano è il simbolo della Legge di Retribuzione o Karma. I cubiti sono connessi con i tre, cinque e sette principi umani.

    AARON (Ebr.) - Fratello maggiore di Mosè e primo Iniziato del Dispensatore della Legge. Il nome significa Illuminato o Colui che ha ricevuto la Luce. Aronne è il capostipite della linea, o Gerarchia, degli iniziati Nabim, o Veggenti.

    AB (Ebr.) - L’undicesimo mese del calendario civile ebraico; il quinto del calendario sacro che ha inizio in luglio (w.w.w.).

    ABADDON (Ebr.) - Un angelo dell’Inferno, corrispondente al Greco Apollyon.

    ABATUR (Gnost.) - L’Antico dei Giorni del sistema Nazareno. Antiquus Altus, il Padre del Demiurgo dell’Universo, è chiamato la Terza Vita o Abatur. Corrisponde al Terzo Logos della Dottrina Segreta. (Vedi Codice Nazareno).

    ABBĀ AMONA (Ebr.) - Significa Padre-Madre; i nomi occulti dei due Sefiroti superiori, Chokmah e Binah della triade più alta, il cui apice è Sephira o Kether. Da questa triade scaturisce il settenario inferiore dell’Albero Sefirotico.

    ABHĀMSI (Sans.) - Un nome mistico per definire i quattro ordini di esseri che sono gli Dei, i Demoni, i Pitri e gli Uomini. In qualche modo gli orientalisti connettono il nome con le acque; la filosofia esoterica, invece, connette il suo simbolismo con Akāsa - le eteriche acque dello spazio, poiché è nella profondità e sui sette piani dello spazio che nascono i quattro ordini di esseri (inferiori), ed i tre Ordini superiori di Esseri Spirituali. (Vedi La Dottrina Segreta, Cosmogenesi pag. 216 e Ambhāmsi).

    ĀBHĀSVARA (Sans.) - I Deva o Dei della Luce e del Suono, la più alta delle tre superiori regioni celesti (piani) del secondo Dhyāna (v.). Una classe di sessantaquattro dei, che rappresenta un certo ciclo ed un numero occulto.

    ABHĀVA (Sans.) - Negazione o non-essere degli oggetti individuali; la sostanza noumenica, o l’oggettività in fase di astrazione.

    ABHAYA (Sans.) - Senza Paura, un figlio del Dharma, ma anche una vita di dovere religioso. Come aggettivo, Intrepido o Abhaya è un attributo dato ad ogni Buddha.

    ABHAYAGIRI (Sans.) - Significa Monte senza Paura nell’isola di Ceylon. Vi si trova un antico Vihāra, o Monastero, in cui il famoso viaggiatore cinese Fahien, nell’anno 400 della nostra Era, trovò cinquemila monaci ed asceti ed una Scuola chiamata Abhayagiri Vāsinah, la Scuola della Foresta Segreta. Questa scuola filosofica fu considerata eretica dato che gli asceti vi studiavano entrambe le dottrine del grande e del piccolo veicolo - cioè i sistemi del Mahāyāna e dell’Hīnayāna, ed il Triyāna o i tre gradi successivi dello Yoga; proprio come fa, in questo periodo, una certa Confraternita al di là dell’Himalaya. Ciò prova come i discepoli di Kātyāyana non erano e non sono settari, proprio come adesso non lo sono i loro umili ammiratori, i Teosofi. (Vedi Sthāvirāh, Scuola). Questa è stata la più mistica di tutte le scuole, famosa per il numero di Arhat che ha prodotto. La Confraternita di Abhayagiri si definì seguace di Kātyāyana, il Chela favorito di Gautama, il Buddha. Secondo la tradizione, a causa di un’intolleranza bigotta e delle persecuzioni, essi dovettero abbandonare Ceylon e passare al di là dell’Himalaya, dove, da allora, sono rimasti.

    ABHIDHARMA (Sans.) - La parte metafisica (la terza) del Tripitaka, un’opera di pura filosofia Buddista composta da Kātyāyana.

    ABHIJÑĀ (Sans.) - I sei doni fenomenali (o soprannaturali) che Sākyamuni Buddha acquistò la notte in cui raggiunse la Buddità. Questa è il quarto grado di Dhyāna (il settimo negli insegnamenti esoterici) che deve essere conseguito da ogni vero Arhat. In Cina, gli asceti buddisti iniziati riconoscono sei di tali poteri, ma a Ceylon ne vengono riconosciuti soltanto cinque. Il primo Abhijñā è Divyachaksus, la visione immediata di qualsiasi cosa si voglia vedere, il secondo è Divyasrōtra, il potere di capire ogni lingua, qualunque essa sia, ecc., ecc.

    ABHIMĀNIM (Sans.) - Il nome di Agni (il fuoco) il più grande dei figli di Brahmā, in altre parole il primo elemento o Forza prodotto nell’universo al momento della sua evoluzione (il fuoco del desiderio creativo). Dalla sua sposa Swāhā, Abhimānim ebbe tre figli (i fuochi) Pāvaka, Pavamāna e Suchi, i quali ebbero quarantacinque figli che, con il figlio originale di Brahmā ed i suoi tre discendenti, costituiscono i quarantanove fuochi" dell’Occultismo.

    ABHIMANYU (Sans.) - Un figlio di Arjuna. Uccise Lakshmana, nel secondo giorno della battaglia del Mahābhārata, ma egli stesso fu ucciso nel tredicesimo giorno.

    ABHÚTARAJASA (Sans.) - Una classe di Dei o Deva, durante il periodo del quinto Manvantara.

    ABIB (Ebr.) - Il primo mese ebraico che inizia in Marzo ed è chiamato anche Nisan.

    ABIEGNUS MONS (Lat.) - Nome mistico di una montagna da cui vengono rilasciati i documenti Rosacroce: Monte Abiegno. C’è un rapporto con il Monte Meru, nonché con altri colli sacri (w.w.w.).

    AB-I-HAYAT (Pers.) - Acqua dell’immortalità. Si ritiene che dia eterna giovinezza e vita sempiterna a chi la beve.

    ABIRI (Gr.) - Vedi Kabiri, scritto anche Kabeiri, i Potenti, i celesti, i figli di Zedec il giusto, un gruppo di divinità adorate in Fenicia; sembra che si possano identificare con i Titani, i Coribanti, i Cureti, i Telchini o Dii Magni di Virgilio (w.w.w.).

    ABITATORE della soglia - Un termine inventato da Bulwer Lytton in Zanoni; ma in Occultismo, la parola Abitatore è un termine occulto usato dagli studenti fin dal più lontano passato, e si riferisce ai Doppi astrali malefici di persone defunte.

    ABLANATHANALBA (Gnost.) - Termine simile ad Abracadabra. Secondo C. W. King significa tu sei un padre per noi; si legge nello stesso modo da entrambe le parti ed era usato in Egitto come incantesimo (Vedi Abracadabra).

    ABRACADABRA (Gnost.) - Troviamo questa parola simbolica per la prima volta in un trattato di medicina in versi di Samonico, che fu scritto sotto il regno dell’imperatore Settimio Severo. Secondo Godfrey Higgins essa deriva da Abra o Abar Dio in Celtico, e cad santo; era usata come incantesimo e veniva incisa sui Cammei a guisa di amuleto (w.w.w.).

    Godfrey Higgins aveva quasi ragione poiché, in effetti, la parola Abracadabra è una corruzione posteriore del termine sacro Gnostico Abrasax e questi è, a sua volta, una precedente corruzione di un’antica e sacra parola Copta o Egiziana: una formula magica il cui significato simbolico è Non nuocermi, indirizzata alla divinità che nei geroglifici significa Padre. Era normalmente appesa ad un amuleto e portata come Tat (v.) sul petto, sotto gli abiti.

    ABRAXAS o ABRASAX (Gnost.) - Parole mistiche che risalgono a Basilide, il Pitagorico di Alessandria, 90 d. C. Egli usava Abraxas quale nome della Divinità, il supremo Sette, poiché possiede 365 virtù. Nella numerazione greca, a =1, b =2, r =100, a =1, x = 60, a =1, s =200, totale 365, cioè i giorni dell’anno, anno solare, un ciclo dell’azione divina. C. W. King, autore di The Gnostics, considera questa parola analoga all’ebraica Shemhamphorasch, parola sacra che è il nome di Dio per esteso. La gemma gnostica Abraxas raffigura generalmente il corpo di un uomo con la testa di gallo, in una mano uno scudo e nell’altra una frusta (w.w.w.). Abraxas è la controparte dell’indù Abhimānim (v.) e Brahmā combinati. È stata questa combinazione e le qualità mistiche che hanno indotto Oliver, la grande autorità Massonica, a collegare il nome di Abraxas con quello di Abramo. Ciò non è giustificabile; le virtù e gli attributi di Abraxas, che sono in numero di 365 avrebbero dovuto mostrargli non solo che la divinità era connessa con il Sole e con la divisione solare dell’anno, ma anche che il Sole è il modello e Abraxas ne è la copia.

    AB-SU (Cal.) - Il nome mistico dello Spazio, che significa la dimora di Ab il Padre, o l’inizio della sorgente delle Acque della Conoscenza. La dimora di quest’ultima è nascosta nell’invisibile spazio o regioni Ākāshiche.

    ACACIA (Gr.) - Innocenza. È anche una pianta considerata in Massoneria simbolo di iniziazione, immortalità e purezza; l’albero forniva il sacro legno Shittim agli Ebrei.

    ACHAMŌTH (Gnost.) - Il nome della seconda Sophia, quella inferiore. Esotericamente, e secondo gli Gnostici, la Sophia più antica era lo Spirito Santo (lo Spirito Santo femminile) o la Shakti dello Sconosciuto, il Divino Spirito; mentre Sophia Achamòth non è altro che la personificazione dell’aspetto femminile della Forza creativa maschile nella natura; è anche la Luce Astrale.

    ACHAR (Ebr.) - Gli Dei sui quali (per gli Ebrei) Jehovah è il Dio.

    ĀCHĀRA (Sans.) - Obblighi personali e sociali (religiosi).

    ĀCHĀRYA (Sans.) - Maestro spirituale, Guru, come Sankar-āchārya, letteralmente, maestro di etica. Nome generalmente dato agli Iniziati ecc., che significa Maestro.

    ACHATH (Ebr.) -Uno, il primo, femminile; il maschile è achad. Una parola Talmudica rivolta a Jehovah. Vale la pena di notare che il termine sanscrito āk significa uno; e che ekata significa unità, Brahmā è anche chiamato āk o eka, l’uno, il primo, da cui deriva la parola Ebraica ed il suo impiego.

    ACHER (Ebr.) - Il nome Talmudico dell’Apostolo Paolo. Il Talmud narra la storia dei quattro Tanaim, che entrarono nel Giardino delle Delizie, o Pardes, ovvero vennero per essere iniziati - di Ben Asai, che guardò e perse la vista; di Ben Zoma, che guardò e perse la ragione; di Acher, che saccheggiò il giardino e fallì; e di Rabbi Akiba, che fu l’unico che ne riuscì. I Cabalisti dicono che Acher è Paolo.

    ACHERONTE (Gr.) - Uno dei fiumi dell’Ade della mitologia Greca.

    ACHIT (Sans.) - Assoluta non-intelligenza, mentre Chit è, al contrario, assoluta intelligenza.

    ACHYUTA (Sans.) - Ciò che non è soggetto a cambiamento o caduta; l’opposto di Chyuta, caduto. Un attributo di Vishnu.

    ACOSMISMO (Gr.) - Il periodo precedente la creazione, quando non c’era il Cosmo ma solo il Caos.

    ACQUA - Il primo principio delle cose secondo Talete ed altri antichi filosofi. Naturalmente qui non s’intende l’acqua sul piano materiale, bensì un senso figurativo per il fluido potenziale contenuto nello spazio infinito. Nell’antico Egitto ciò era simbolizzato da Kneph, il dio non rivelato, rappresentato dal serpente - simbolo dell’eternità - che si attorciglia intorno ad un’anfora di acqua e muove la sua testa sulle acque, che cova con il suo respiro. E lo spirito di Dio si muoveva sulla superficie delle acque (Genesi, I). La rugiada mellata, cibo degli dei e delle api creative dell’Yggdrasil, cade durante la notte sull’albero della vita dalle acque divine, luogo di nascita degli dei. Gli alchimisti sostengono che quando la terra preAdamica è ridotta alla sua prima sostanza da Alkahest, è simile ad acqua cristallina. L’alkahest è "uno ed invisibile, l’acqua è il primo principio nella sua seconda trasformazione".

    ACQUA SANTA - Questo è uno dei più antichi riti praticati in Egitto, passato poi alla Roma pagana. Accompagnava il rito del pane e del vino. L’acqua santa veniva sparsa dal sacerdote egiziano sia sull’immagine degli dei sia sul fedele ed era sia versata che spruzzata. È stato rinvenuto un aspersorio che si suppone fosse usato proprio a tale scopo, così come si fa oggi (Fede Egiziana di Bonwick). Per quanto riguarda il pane, le focacce di Iside… erano poste sopra l’altare. Gliddon scrive che esse erano ‘identiche come forma, alle ostie delle Chiese Romana ed Ortodossa’. Melville asserisce ‘che gli Egiziani segnavano questo pane sacro con la croce di Sant’Andrea ✕. Il pane della Presenza era spezzato prima di essere distribuito al popolo dai sacerdoti, e si pensava che divenisse carne e sangue della Divinità. Il miracolo era provocato dalla mano del sacerdote officiante che benediceva il cibo…’Rougè ci dice "Il pane offerto reca le impronte delle dita, marchio della consacrazione" (ibidem, pag. 418), (Vedi anche Pane e vino).

    AD (Ass.) - Ad, il Padre. In aramaico ad significa uno e ad-ad l’unico.

    ADAH (Ass.) - Preso in prestito dagli Ebrei per il nome del loro Adha, padre di Jubal, ecc. Ma Adha poiché significa il primo, l’uno, è di patrimonio universale. Vi sono ragioni per pensare che Ak-ad significhi il primo-genito, o Figlio di Ad. Adone fu il primo Signore della Siria. (Vedi Iside Svelata, II° pag. 432).

    ADAM (Ebr.) - Nella Cabala Adamo è l’unigenito e significa anche terra rossa (Vedi Adam-Adami nella Dottrina Segreta, VI°, pag. 21). È quasi identico ad Athamas o Thomas ed in Greco è tradotto con la parola Didumos, il gemello - cioè Adamo, il primo, che nel I° Capitolo della Genesi viene considerato come maschio-femmina.

    ADAM KADMON (Ebr.) - L’Uomo Archetipo, l’Umanità. L’Uomo Celeste non caduto ancora in peccato; i Cabalisti lo riferiscono ai Dieci Sefiroti sul piano della percezione umana (w.w.w.).

    Nella Cabala Adam Kadmon è il Logos manifesto che corrisponde al nostro Terzo Logos. L’Immanifesto è il primo paradigmatico Uomo ideale e simbolizza l’Universo in abscondito o nella sua privazione, in senso Aristotelico. Il Primo Logos è la Luce del Mondo, il Secondo ed il Terzo sono i suoi riflessi che gradualmente si oscurano.

    ADAMICA Terra (Alch.) - Chiamata la vera essenza dell’oro o, in Alchìmia, l’elemento primordiale. È separata dal puro elemento omogeneo solo da un passaggio.

    ADAMO CELESTE (Ebr.) - La sintesi dell’Albero Sefirotico, di tutte le Forze della Natura e delle loro essenze divine inerenti. Nei diagrammi, il Settimo dei Sefirot inferiori, la Sefira Malkhuth - il Regno dell’Armonia - rappresenta i piedi del Macrocosmo ideale, la cui testa coincide con la prima Testa manifesta. Questo Adamo Celeste è la natura naturans o mondo astratto, mentre l’Adamo di Terra (l’Umanità) è la natura naturata o l’universo materiale. Il primo è la presenza della Divinità nella sua essenza universale, l’altro, la manifestazione dell’intelligenza di quella essenza. Nel vero Zohar - non nella fantastica ed antropomorfica caricatura che spesso troviamo negli scritti Cabalistici dell’Occidente - non c’è traccia della divinità personale che troviamo così preminente nell’oscuro rivestimento della Saggezza Segreta conosciuto come il Pentateuco di Mosè.

    ADBHUTA BRĀHMANA (Sans.) - Il Brāhmana dei miracoli; tratta di cose meravigliose, predizioni e fenomeni vari.

    ADBHUTA DHARMA (Sans.) - La legge delle cose mai udite precedentemente. Una serie di lavori buddisti su eventi miracolosi o fenomenali.

    ADE (Gr.) - O Aide. L’Invisibile, cioè il paese delle ombre, una delle cui regioni era il Tartaro, luogo di completa oscurità come la regione del sonno profondo senza sogni dell’Amenti Egiziano. Giudicando dalla descrizione allegorica delle varie punizioni lì inflitte, il luogo era puramente Karmico. Né l’Ade né l’Amenti erano l’inferno ora predicato da alcuni preti e pastori retrogradi, ma sia rappresentato dai Campi Elisi che dal Tartaro, l’Ade era un luogo di giustizia retributiva, e nient’altro. Poteva essere raggiunto solo attraversando il fiume fino all’altra sponda, cioè il fiume della Morte e nascendo ancora una volta per gioire o soffrire. Come è ben spiegato in Fede Egiziana, "La storia di Caronte, il barcaiolo (dello Stige), non si trova solo in Omero ma anche nella poesia di molte nazioni. Il Fiume deve essere attraversato prima di raggiungere le Isole Fortunate. Il Rituale Egizio parlava di Caronte e della sua barca secoli prima di Omero. Egli è Khu-en-ua, il timoniere dalla testa di falco (Vedi Amenti, Inferno e Campi Felici").

    ADEPTO (Lat.) - Adeptus. (da adipiscor) Colui che ha conseguito. In Occultismo, chi ha raggiunto lo stadio di Iniziato ed è divenuto un Maestro di Filosofia Esoterica.

    ADHARMA (Sans.) - Ingiustizia, vizio, ossia il contrario di Dharma.

    ADHI (Sans.) - Supremo, sommo.

    ADHI-BHAUTIKA DUHKHA (Sans.) - Il secondo dei tre tipi di sofferenza; letteralmente, Il male che nasce da esseri o da cose esterne.

    ADHI-DAIVIKA DUHKHA (Sans.) - Il terzo dei tre tipi di sofferenza. "Il male che procede da cause divine, o una giusta punizione Karmica".

    ADHISHTĀNAM (Sans.) - Fondamento; un principio sul quale si fonda qualche altro principio.

    ADHYĀTMA VIDYĀ (Sans.) - Letteralmente, Conoscenza esoterica. Uno dei Pancha Vidya Sastra, o le Scritture delle Cinque Scienze.

    ADHYĀTMIKA DUHKHA (Sans.) - Il primo dei tre tipi di sofferenza; letteralmente Il male che viene da se stessi, un male indotto o generato dall’Ego, o dall’uomo stesso.

    ĀDI (Sans.) - Il Primo, il Primordiale.

    ĀDI (i Figli di) - Nella filosofia Esoterica i Figli di Ādi sono chiamati i Figli della Bruma di Fuoco. Termine tipico per indicare certi Adepti.

    ĀDI-BHÚTA (Sans.) - Il primo Essere ed elemento primordiale; Adbhuta è un nome di Vishnu, il primo Elemento che contiene tutti gli elementi, l’"inscrutabile divinità".

    ĀDI-BUDDHA (Sans.) - Il Primo e Supremo Buddha - non riconosciuto nella Chiesa Meridionale. L’Eterna Luce.

    ĀDI-BUDHI (Sans.) - Intelligenza primordiale o Sapienza; l’eterno Budhi o Mente Universale. Usato per Ideazione Divina, Mahā-buddhi, che è sinonimo di MAHAT.

    ĀDI-NĀTHA (Sans.) - Il primo Signore - Adi sta per primo (maschile) e nātha per Signore.

    ĀDI-NIDĀNA (Sans.) - Prima o Suprema Causa, da Adi, primo e Nidāna causa principale (o concatenazione di causa ed effetto).

    ĀDI-SANAT (Sans.) - Letteralmente, Primo Antico, Il termine corrisponde al cabalistico Antico dei Giorni; da qui deriva la qualifica di Brahmā - chiamato nello Zohar l’Atteekah Atteekeen, o l’Antico degli Antichi, ecc.

    ĀDI-SHAKTI (Sans.) - Forza primordiale divina. La forza creativa femminile, un aspetto

    di ed in ogni dio maschile. La Shakti nel Pantheon Indiano è sempre la sposa di qualche dio.

    ĀDI VARSHA (Sans.) - La prima terra, il paese primordiale in cui vivevano le prime razze.

    ĀDIKRIT (Sans.) - Letteralmente, il primo prodotto o fatto. La Forza creativa eterna ed increata, che si manifesta periodicamente. Viene attribuito a Vishnu durante il suo stato di inattività sulle acque dello spazio durante il pralaya (v.).

    ĀDITI (Sans.) - Il nome vedico della Mūlaprakriti dei Vedantini. L’aspetto astratto di Parabrahman, malgrado siano entrambi immanifesti ed inconoscibili. Nei Veda Āditi è la DeaMadre ed il suo simbolo terrestre è l’infinito e sconfinato spazio.

    ĀDITI-GEA - Un termine composto, Sanscrito e Latino, che sta per la natura duale - sia spirituale che fisica, poiché Gea è la dea della terra e della natura oggettiva.

    ĀDITYA (Sans.) - Un nome del Sole; quale Mārttānda, egli è Figlio di Āditi.

    ĀDITYAI (Sans.) - I sette figli di Āditi, i sette dei planetari.

    ADONAI (Ebr.) - Ha lo stesso significato di Adone. Comunemente tradotto Signore. Astronomicamente - il Sole. Quando un Ebreo leggendo giungeva al nome IHVH che è pronunciato Jehova, si fermava e lo sostituiva con la parola Adonai (Adni); ma quando era scritto con la punteggiatura di Alhim, lo pronunciava Elohim (w.w.w.).

    ADONIM-ADONAI, ADON - Gli antichi nomi Caldei-Ebraici per gli Elohim, o forze creative terrestri, sintetizzate da Jehovah.

    ADWAITA (Sans.) - Una scuola Vedanta. La scuola non dualistica (Adwaita) della filosofia Vedantina fondata da Sankarāchārya, il più grande saggio Brahmano della storia. Le altre due scuole sono la Dwaita (dualistica) e la Visishtadwaita; tutte e tre si definiscono Vedantine.

    ADWAITIN (Sans.) - Un seguace della scuola Adwaita.

    ADYTUM (Gr.) - Il Santo dei Santi nei templi pagani. È un nome dato al luogo sacro e segreto o alla parte più interna o sotterranea in cui nessun profano poteva entrare; corrisponde al tabernacolo degli altari nelle Chiese Cristiane.

    AEBEL-ZIVO (Gnost.) - Secondo gli Gnostici Nazareni, il Metatron o lo spirito consacrato; identico all’angelo Gabriele.

    AESIR (Scand.) - Simile ad Ases, le Forze creative personificate. Gli dei che hanno creato gli gnomi neri o gli Elfi delle Tenebre in Asgard. I divini Aesir, gli Ases, sono gli Elfi della luce. Un’allegoria che unisce sia le tenebre che nascono dalla luce, sia la materia che nasce dallo spirito.

    AETHER (Gr.) - Secondo gli antichi era la sostanza luminescente divina che pervade l’intero universo, la veste della Divinità Suprema, Zeus o Jupiter. Per i moderni, è l’Etere, il cui significato, sia in fisica che in chimica, lo si può trovare nel Dizionario del Webster. In esoterismo l’Etere è il terzo principio del Settenario Cosmico; la Terra è il più basso, poi la luce Astrale, quindi l’Etere o Akāsa (leggere Ākāsha) che è il più alto.

    AFRITI (Arab.) - Un nome per gli spiriti nativi considerati come diavoli dai Mussulmani. Elementali molto temuti in Egitto.

    AGAPE (Gr.) - Feste d’amore; i primi Cristiani celebravano tali festività quali simboli di simpatia, amore e gentilezza reciproca. Fu necessario abolirle come istituzione, perché degenerarono; Paolo nella sua Ia Lettera ai Corinti si lamenta della cattiva condotta dei Cristiani durante queste feste. (v. feste d’amore)

    AGASTYA (Sans.) - Il nome di un grande Rishi, tenuto in grande considerazione nell’India Meridionale, ritenuto autore degli inni del Rig Veda e grande eroe del Rāmāyana. La letteratura Tamil ritiene che sia stato il primo istruttore dei Dravida nel campo della scienza, della religione e della filosofia. È anche il nome della stella Canopo.

    AGATODEMONE (Gr.) - Lo Spirito buono e benefico contrapposto al cattivo, Kakodemone. Il primo è il Serpente di Bronzo della Bibbia, mentre i serpenti volanti di fuoco, sono aspetti di Kakodemone. Gli Ofiti chiamavano Agatodemone Logos e Saggezza Divina e nei Misteri Bacchici era rappresentato da un serpente eretto su un palo.

    AGATON (Gr.) - La Divinità Suprema di Platone. Letteralmente significa Il Bene. La nostra ALAYA o Anima Universale.

    AGLA (Ebr.) - Questa parola Cabalistica è un talismano composto dalle iniziali di quattro parole Ateh Gibor Leolam Adonai che significano Tu o Signore sei potente per sempre. MacGregor Mathers lo spiega nel modo seguente: A, il primo; A, l’ultimo; G, la trinità nell’unità; L, il completamento della grande opera (w.w.w.).

    AGNEYASTRA (Sans.) - I missili fiammeggianti o le armi usate dagli Dei nei Purāna exoterici e nel Mahābhārata; le armi magiche che si dice siano state prodotte dalla razza adepta (la quarta), gli Atlantidei. Questa arma da fuoco fu data da Bharadwāja ad Agnivesa, il figlio di Agni, e da lui a Drona, sebbene il Vishnu Purāna lo contraddica poiché dice che fu data dal saggio Aurva al Re Sagara, suo chela. Esse sono spesso menzionate nel Mahābhārata e nel Rāmāyana.

    AGNI (Sans.) - Il Dio del Fuoco nei Veda; il più antico ed il più adorato degli Dei in India. Egli è una delle tre grandi divinità: Agni, Vāyu e Sūrya, ed anche tutte e tre; rappresenta il fuoco nel suo triplice aspetto: in cielo, quale Sole; nell’atmosfera o aria (Vayu), quale Fulmine; sulla terra, quale Fuoco ordinario. Agni apparteneva alla prima Trimūrti Vedica, prima che a Vishnu fosse dato un posto d’onore e prima che Brahmā e Shiva fossero inventati.

    AGNI BĀHU (Sans.) - Un asceta figlio di Manu Swāyambhuva, l’Auto-Generato.

    AGNI BHUVAH (Sans.) - Significa nato dal fuoco; il termine viene usato per le quattro tipi di Kshatriya (la seconda casta o dei guerrieri) i cui antenati si dice fossero scaturiti dal fuoco. Agni Bhuvah è il figlio di Agni, Dio del Fuoco; ed Agni Bhuvah è lo stesso che Karttikeya, il Dio della Guerra. (Vedi Dottrina Segreta, vol. VI°, pag. 139).

    AGNI DHĀTU SAMĀDHI (Sans.) - Un tipo di contemplazione nella pratica Yoga, quando kundalini viene portata in alto e l’infinito appare come una coltre di fuoco. Una condizione estatica.

    AGNI HOTRI (Sans.) - I sacerdoti che servivano il Dio del Fuoco nell’antichità Ariana. Il termine Agni Hotri significa offerta.

    AGNI-RATHA (Sans.) - Letteralmente un Veicolo di Fuoco. Un tipo di macchina volante di cui si parla negli antichi lavori di magia, in India e nei poemi epici.

    AGNISHWĀTTA (Sans.) - Una classe di Pitri, i creatori della prima razza eterea di uomini. I nostri antenati solari, che sono contrapposti ai Barhishad, i Pitri o antenati lunari, sebbene ciò sia spiegato in maniera diversa nei Purāna.

    AGNOIA (Gr.) - Privo di ragione, letteralmente irrazionalità, quando ci si riferisce all’Anima animale. Secondo Plutarco, Pitagora e Platone suddividevano l’anima umana in due parti (il manas superiore e quello inferiore), la razionale o noetica e l’irrazionale o agnoia, a volte scritta annoia.

    AGNOSTICO (Gr.) - Una parola la cui invenzione è rivendicata da Mr. Huxley, per indicare colui che crede solamente in ciò che può essere dimostrato dai sensi. Le scuole Agnostiche posteriori danno definizioni più filosofiche del termine.

    AGRA-SANDHĀNĪ (Sans.) - Gli Assessori o Archivisti che, al momento del giudizio di un’Anima disincarnata, leggevano lo svolgersi della sua vita nel cuore di quell’Anima. Corrispondono ai Lipika della Dottrina Segreta (Vedi D. S., vol. I° pag. 144).

    AGRUERUS - Un antichissimo dio fenicio. Simile a Saturno.

    AH-HI (Senzar), AHI (Sans.) - I Serpenti, i Dhyan Chohan. i Saggi Serpenti o Draghi di Saggezza.

    AHAM (Sans.) - Io, cioè la base di Ahamkāra, Egoicità.

    AHAN (Sans.) - Giorno, il Corpo di Brahmā nei Purāna.

    AHAMKĀRA (Sans.) - Il senso dell’io separato, la coscienza di sé stesso o senso di identità; l’Io, il principio egoistico e mayavico nell’uomo, dovuto alla nostra ignoranza che separa il nostro Io dal SÉ-UNICO Universale. La Personalità, l’Egoismo.

    AHEIE (Ebr.) - Esistenza. Colui che esiste; corrispondente a Kether ed al Macroprosopo.

    AHI (Sans.) - Un serpente. Un nome di Vritra, il demone Vedico della siccità.

    AHTI (Scand.) - Nell’Edda, il Dragone.

    AHU (Scand.) - Uno, il Primo.

    AHUM (Zend) - I primi tre principi nell’uomo settenario, nell’Avesta; l’uomo vivente grossolano e i suoi principi vitali e astrali.

    AHURA (Zend) - Identico ad Asura, il santo, Quello che è simile al Soffio. Ahura Mazda, l’Ormuzd dei Zoroastriani o Parsi, è il Signore che conferisce luce ed intelligenza, il cui simbolo è il Sole (Vedi Ahura Mazda) e di cui Arimane, forma europea di Angra Mainyu (v.) è l’aspetto tenebroso.

    AHURA MAZDA (Zend) - La divinità personificata, il Principio della Luce Universale Divina dei Parsi. Da Ahura o Asura, soffio, spirituale, divino, nei più antichi Rig Veda, poi deformato dai Bramini ortodossi in A-sura, "non dei", così come i Mazdei hanno degradato i Deva Indù (Dei) in Daeva (Diavoli).

    AIDONEUS (Gr.) - Il Dio e Re del Mondo Infernale; Plutone o Dioniso Chthonio (sotterraneo).

    AIJ TAION - La suprema divinità degli Yakuzi, una tribù della Siberia del Nord.

    AIN (Ebr.) - Il non esistente; la divinità in riposo ed assolutamente passiva (w.w.w.).

    AIN AIOR (Cald.) - L’unico Auto-esistente, un nome mistico per la sostanza divina (w.w.w.).

    AIN SOPH (Ebr.) - Il Nulla Sconfinato o l’Illimitato, la Divinità che emana e si estende (w.w.w.).

    Ain Soph è anche scritto En Soph o Ain Suph; nessuno, neanche i Rabbini, sono sicuri delle vocali di questo termine. Nella metafisica religiosa dei filosofi Ebraici, il Principio UNO era un’astrazione come Parabrahman, sebbene dei Cabalisti moderni sono riusciti ora, per forza di puro sofismo e paradossi, a farne un Dio Supremo e nulla di più alto. Ma secondo i primi Cabalisti Caldei, Ain Soph è senza forma e senza essere poiché non ha somiglianza alcuna con nient’altro (A. Frank The Kabbala, pag. 126). Che Ain Soph non sia mai stato considerato come il Creatore è provato perfino da un Ebreo ortodosso come Filone, che chiama il Creatore il Logos che sta presso l’Uno Illimitato e il Secondo Dio. Dice Filone in Quaestiones et Solutiones in Genesis "Il Secondo Dio è la sua Saggezza (quella di Ain Soph)". La Divinità è NESSUNA COSA (No-thing); essa è senza nome perciò è chiamata Ain Soph, dato che la parola Ain significa NULLA.

    AIN SOPH AUR (Ebr.) - La Luce senza Limiti che converge nella Prima e più alta Sephira o Kether, la Corona (w.w.w).

    AINDRĪ (Sans.) - Moglie di Indra.

    AINDRIYA (Sans.) - O Indrāni, Indriya; Shakti. L’aspetto femminile, o Moglie di Indra.

    AIRYAMEN VAĒGO (Zend) - O Airyana Vaēgo; la terra primordiale di beatitudine alla quale ci si riferisce nel Vendidad, ed in cui Ahura Mazda diede le sue leggi a Zoroastro (Spitama Zarathustra).

    AIRYANŌA-ISHEJŌ (Pahlavi) - Il nome di una preghiera al sacro Airyamen, l’aspetto divino di Arimane prima che questi divenisse un potere oscuro di contrapposizione, un Satana. Perché Arimane è della stessa essenza di Ahura Mazda, proprio come Tifone Seth è della stessa essenza di Osiride (v.).

    AISH (Ebr.) - Termine usato nella Genesi per indicare L’Uomo nell’Eden.

    AISVARIKA (Sans.) - Una scuola teistica del Nepal, che presenta Adi Buddha come dio supremo (Isvara), invece di vedere nel nome quello di un principio, un simbolo astratto filosofico.

    AITAREYA (Sans.) - Il nome di un Āranyaka (Brāhmana) e di una Upanishad del Rig Veda. Alcune delle sue parti sono puramente Vedantine.

    AITH-UR (Cald.) - Fuoco Solare, Etere Divino.

    AJA (Sans.) - Non nato, increato; nome di molte divinità primordiali, ma specialmente del primo Logos - una radiazione dell’Assoluto sul piano dell’illusione.

    AJITA (Sans.) - Uno dei nomi Occulti dei dodici grandi dei che si incarnano in ogni Manvantara. Gli Occultisti li identificano con i Kumāra. Sono chiamati Jnāna (o Gnāna) Deva. È anche una forma di Vishnu nel secondo Manvantara. Chiamati anche Jaya.

    AJNĀNA (Sans.) o AGYANA (Bengali) - Non-conoscenza, assenza di conoscenza piuttosto che ignoranza come viene invece generalmente tradotto. Ajnānī significa profano.

    AKAR (Egiz.) - Nome specifico di quella sezione del Ker-neter o regioni infernali, che si può chiamare Inferno (w.w.w.).

    ĀKĀSA (Sans.) - La sottile essenza soprasensibile, spirituale, che pervade tutto lo spazio; la sostanza primordiale erroneamente identificata con l’Etere. Ma essa sta all’Etere come lo Spirito sta alla Materia, o l’Ātma al Kamā-rūpa. È infatti lo Spazio Universale in cui risiede inerente l’eterna Ideazione dell’Universo nei suoi aspetti sempre mutevoli sui piani della materia e dell’oggettività, e da cui irradia il Primo Logos, o pensiero manifesto. È per tale motivo che si dice nei Purāna che Ākāsa ha un unico attributo, cioè il suono, perché il suono non è altro che un altro simbolo per il Logos, cioè la Parola nel suo senso mistico. Nello stesso sacrificio (Jyotishtoma Agnishtoma) viene chiamato il Dio Ākāsa. In questi misteri sacrificali Ākāsa è il Deva onnipotente che tutto regola e che svolge il ruolo di Sadasya, il sovraintendente agli effetti magici nelle cerimonie religiose e, nell’antichità, aveva il proprio Hotri (sacerdote) particolare, che ne assumeva il nome. L’Ākāsa è l’agente indispensabile in ogni Krityā (cerimonia magica) sia religiosa che profana. L’espressione suscitare il Brahmā, significa suscitare il potere che giace latente alla base di ogni operazione magica; infatti i sacrifici Vedici non sono altro che cerimoniali magici. Questo potere è l’Ākāsa, o sotto un altro aspetto Kundalini, ovvero l’elettricità occulta; in un certo senso è l’alkahest degli alchimisti o il solvente universale, la stessa anima mundi sul piano più elevato così come, su quello più basso, è la luce astrale. Al momento del sacrificio il sacerdote è pervaso dallo spirito di Brahmā ed in quel momento è Brahmā stesso (Iside Svelata Vol. I° pag. 41).

    AKBAR - Il grande Imperatore Mogul dell’India, il famoso patrono delle religioni, arti e scienze, il più liberale di tutti i sovrani mussulmani. Mai vi fu un sovrano più tollerante o illuminato dell’Imperatore Akbar, sia in India che in ogni altro paese Maomettano.

    AKIBA (Ebr.) - L’unico dei quattro Tanaim (profeti iniziati) che entrò nel Giardino delle Delizie (delle scienze occulte) il Pardes, e riuscì a diventare un iniziato, mentre tutti gli altri fallirono. (vedi Rabbini Cabalisti e Acher).

    AKSHARA (Sans.) - Divinità Suprema; significa l’indistruttibile, sempre perfetto.

    AKTA (Sans.) - Unto: un nome di Twashtri o Visvakarman, il più alto Creatore e il Logos nel Rig-Veda. È chiamato il Padre degli dei ed il Padre del Fuoco sacro. (Vedi Dottrina Segreta, Vol. IV° pag. 127).

    AKÚPĀRA (Sans.) - La Tartaruga simbolica sulla quale si dice poggi la terra.

    AL o EL (Ebr.) - Questo nome divino è comunemente tradotto Dio e significa potente, supremo. Il plurale è Elohim, tradotto nella Bibbia anch’esso con la parola Dio, al singolare (w.w.w.).

    AL-AIT (Fen.) - Il Dio del Fuoco, nome antico molto mistico dell’Occultismo Copto.

    ALAPARUS (Cald.) - Il secondo Re divino di Babilonia che regnò tre Sari. Come tramanda Beroso, il primo re della Dinastia divina fu Alorus. Fu il pastore assegnato al popolo e regnò dieci Sari (cioè 36.000 anni, poiché un Saros corrisponde a 3.600 anni).

    ALAYA (Sans.) - L’Anima Universale. Il nome appartiene al sistema Tibetano della Scuola contemplativa del Mahāyāna. Identica all’Akāsa nel suo senso mistico ed a Mùlaprakriti nella sua essenza, in quanto è la base o la radice di tutte le cose.

    ALBA PETRA (Lat.) - La pietra bianca dell’Iniziazione, la bianca corniola che è menzionata nell’Apocalisse di San Giovanni.

    ALBERI DELLA VITA - Fin dai tempi più antichi gli alberi erano connessi con gli dei e con le forze mistiche della natura. Ogni nazione aveva il proprio albero sacro, con particolari caratteristiche ed attributi basati, come spiegano gli insegnamenti esoterici, su proprietà naturali e qualche volta anche su proprietà occulte. Così il peepal (fico selvatico) o Ashvattha dell’India, abitazione dei Pitri (in effetti elementali) di ordine inferiore, divenne dappertutto l’albero-Bo o Ficus religiosa dei Buddisti, perché sotto tale albero Gautama Buddha raggiunse la più alta conoscenza ed il Nirvana. Il frassino Ygg-drasil è l’albero del mondo dei norvegesi e degli scandinavi. Il baniàno o banyan (Ficus bengalensis) è il simbolo dello spirito e della materia poiché i suoi rami emettono delle radici verso terra, vi si affondano e poi nuovamente ascendono verso l’alto. Il Palāsa a tre foglie è un simbolo della triplice essenza dell’Universo, cioè Spirito, Anima e Materia. Il cipresso scuro era per i messicani l’albero del mondo, ed ora, secondo i Cristiani e i Maomettani, è l’emblema della morte, della pace e del riposo. Sebbene ora sia quasi scomparso dalla terra delle mummie, l’abete era ritenuto sacro in Egitto e la pigna era portata nelle processioni religiose; erano anche sacri il sicomoro, il tamarisco, la palma e la vite. Il sicomoro in Egitto, ed anche in Assiria, era l’Albero della Vita. Ad Eliopoli era consacrato ad Hathor; ora, nello stesso posto, è consacrato alla Vergine Maria. Il suo succo era prezioso per i suoi poteri occulti, come lo è il Soma per i Brahmani e l’Haoma per i Parsi. Il frutto e la linfa dell’Albero della Vita conferiscono l’immortalità.

    Un intero volume potrebbe essere scritto su questi alberi sacri dell’antichità senza esaurire l’argomento ed il rispetto per alcuni di questi è continuato fino ai nostri giorni.

    AL-CHAZARI (Arab.) - Un Principe-Filosofo ed Occultista (Vedi Libro Al-chazari).

    ALCHÌMIA - In arabo Ul-khemi è, come suggerisce il nome, la chimica della natura. Ulkemi o Al-kīmīa, comunque, è solo una parola arabizzata presa dal greco img2.png img3.png img4.png img5.png img6.png img7.png chemeia da img2.png img8.png img4.png img9.png img10.png , succo, linfa estratta da una pianta. Secondo Wynn Westcott: Il primo uso dell’attuale termine ‘alchìmia’si trova nei lavori di Julius Firmicus Maternus, che visse all’epoca di Costantino il Grande. La Biblioteca Imperiale di Parigi contiene il più antico trattato di alchìmia esistente e conosciuto in Europa; fu scritto in lingua greca da Zosimo il Panopolita nel 400 d. C. ed è seguito, cronologicamente, dal trattato di Enea Gazeo dell’anno 480 d. C.. Esso tratta delle più sottili forze della natura e delle varie condizioni in cui operano. Cercando sotto il velo del linguaggio, più o meno artificioso, per dare al non iniziato un’idea di quel tanto di misterium magnum che si può affidare nelle mani di un mondo egoista senza correre alcun rischio, l’alchimista postula come suo primo principio l’esistenza di un certo Solvente Universale, dal quale tutti i corpi composti sono dissolti nella sostanza omogenea dalla quale essi si erano evoluti; questa sostanza egli la chiama oro puro o summa materia. Questo solvente, chiamato anche menstruum universale, ha il potere di eliminare tutte le cause di malattia dal corpo umano, di ridare la gioventù e di prolungare la vita. Tale è il lapis philosophorum (la pietra filosofale). L’alchìmia fu introdotta per la prima volta in Europa da Geber, il grande saggio e filosofo arabo, nell’ottavo secolo della nostra era, ma era conosciuta e praticata molto tempo prima in Cina ed in Egitto. Sono stati scoperti, e conservati sotto il nome generico di trattati ermetici, molti papiri sull’alchìmia, ed altre prove del fatto che essa fosse lo studio favorito dei re e dei sacerdoti (Vedi Tavola di Smeraldo). L’alchìmia è studiata sotto tre distinti aspetti, che permettono molte interpretazioni differenti: il Cosmico, l’Umano e il Terrestre. Questi tre metodi sono simboleggiati da tre proprietà alchemiche - zolfo, mercurio e sale. Scrittori diversi hanno sostenuto che esistono rispettivamente tre, sette, dieci e dodici processi; ma tutti sono stati concordi nell’affermare che nell’alchìmia esiste un solo scopo, e cioè quello della trasmutazione dei metalli vili in oro puro. Comunque, cosa sia realmente quest’oro, ben poche persone lo comprendono in senso corretto. Non vi è dubbio che in natura esista qualcosa come la trasmutazione dei metalli inferiori nei più nobili, come l’oro. Ma questo è solo un aspetto dell’alchìmia, il terrestre o puramente materiale, poiché si capisce che logicamente lo stesso processo ha luogo nelle viscere della terra. Eppure, oltre ed al di là di questa interpretazione, esiste in alchìmia un significato simbolico, puramente psichico e spirituale. Mentre l’Alchimista-Cabalista ricerca la realizzazione del primo, l’Alchimista-Occultista, invece, sprezzando l’oro delle miniere, pone tutta la sua attenzione e dirige tutti i suoi sforzi solo verso la trasmutazione del quaternario inferiore nella triade superiore divina dell’uomo, i quali, quando finalmente sono fusi, diventano uno. In alchìmia i piani spirituale, mentale, psichico e fisico dell’esistenza umana, sono paragonati ai quattro elementi: fuoco, aria, acqua e terra, ed ognuno è capace di una triplice composizione: fissa, instabile e volatile. Poco o niente è conosciuto dal mondo sull’origine di questo ramo arcaico della filosofia; però è certo che esso sia precedente alla formazione di qualsiasi Zodiaco conosciuto, e poiché si occupa delle forze personificate della natura, probabilmente è anche precedente a tutte le mitologie del mondo; né vi è alcun dubbio che il vero segreto della trasmutazione (sul piano fisico) era conosciuto nei tempi antichi, e che esso fu perduto prima dell’alba del cosiddetto periodo storico. La chimica moderna deve le sue scoperte fondamentali all’alchìmia, ma trascurando l’innegabile verità di quest’ultima, e cioè che esiste un unico elemento nell’universo, la chimica ha messo i metalli nella classe degli elementi e solo ora comincia a scoprire il suo grossolano errore. Perfino alcuni enciclopedisti si sono ora visti costretti a confessare che se la maggior parte dei casi di trasmutazione sono frode o illusione, "tuttavia alcuni di essi sono accompagnati da testimonianze che li rendono probabili… Tramite la batteria galvanica si è scoperto che perfino gli alcali hanno una base metallica. La possibilità di ottenere metalli da altre sostanze che contengono gli ingredienti che li compongono, nonché la trasmutazione di un metallo in un altro deve perciò rimanere imprecisata. Tanto meno devono essere considerati impostori tutti gli alchimisti. Molti hanno lavorato con la convinzione di arrivare al loro obiettivo con pazienza inesauribile e purezza di cuore, cosa vivamente raccomandata dagli alchimisti attendibili come il più importante requisito per il successo della loro opera".

    ALCHIMISTI - Da Al e Chemi, fuoco, o il dio e patriarca Kham che è anche il nome dell’Egitto. I Rosacroce del Medioevo, come Robertus de Fluctibus (Robert Fludd), Paracelso, Thomas Vaughan (Eugenio Filalete), Van Helmont ed altri, sono stati degli alchimisti, che cercavano lo spirito celato in ogni materia inorganica. Alcune persone - anzi la grande maggioranza - hanno accusato gli alchimisti di ciarlataneria e di false affermazioni. Sicuramente, uomini come Ruggero Bacone, Agrippa, Henry Khunrath e l’arabo Geber (il primo che introdusse in Europa alcuni segreti della chimica) possono difficilmente essere trattati come impostori e tanto meno come pazzi. Gli scienziati che rinnovano la scienza della fisica sulla base della teoria atomica di Democrito, come fu ribadita da John Dalton dimenticano, perché fa loro comodo, che Democrito di Abdera era un alchimista, ed una mente che fu capace di penetrare così profondamente nelle operazioni segrete della natura, dovette avere valide ragioni per studiare e diventare un filosofo Ermetico. Olao Borrichio dice che la culla della alchìmia dev’essere cercata in tempi molto remoti. (Iside Svelata Vol. I° pag. 42).

    ALCIONE (Gr.) - o Halcyone, figlia di Eolo e sposa di Ceice che morì annegato durante il viaggio per consultare l’oracolo, dopodiché a causa di quell’evento lei stessa si gettò in mare. Per pietà degli dei, entrambi furono trasformati in gabbiani o re-pescatori. Si dice che la femmina deponga le sue uova sul mare e che questo resti calmo nei sette giorni che precedono e seguono il solstizio invernale. Questo ha un significato altamente occulto in ornitomanzia.

    ALECTROMANZIA (Gr.) - Divinazione per mezzo di un gallo o di altro uccello; viene tracciato un cerchio diviso in aree, a ciascuna delle quali viene assegnata una lettera; si sparge del grano sul cerchio e si annotano le lettere corrispondenti alle aree dalle quali l’uccello mangia il grano. (w.w.w.).

    ALETHAE (Fen.) - Adoratori del Fuoco da Al-ait, il Dio del Fuoco. Simile ai Kabiri o ai divini Titani. Come le sette emanazioni di Agruerus (Saturno), sono tutti connessi agli dei del fuoco e agli dei solari e della tempesta - (Maruti).

    ALETHEIA (Gr.) - Verità; anche Alethia, una delle nutrici di Apollo.

    ALHIM (Ebr.) - Vedi Elohim.

    ALKAHEST (Arab.) - In alchìmia, il solvente universale (vedi Alchìmia); ma nel misticismo è il sé Superiore. La fusione con questo solvente fa trasmutare la materia (piombo) in oro e fa ritornare tutte le cose composte, come il corpo umano e i suoi attributi, alla loro essenza primigenia.

    ALLUCINAZIONE - Uno stato prodotto a volte da disturbi di carattere fisiologico, a volte da medianità o da ubriachezza. Ma la causa che produce le visioni deve essere ricercata più in profondo, al di là della fisiologia. Tutte le visioni del genere, in maniera particolare quando sono prodotte tramite medianità, sono precedute da un rilassamento del sistema nervoso, che invariabilmente genera una condizione magnetica anormale che attira sul malato onde di luce astrale. È quest’ultima a procurare le varie allucinazioni. Queste, tuttavia, non sono sempre ciò che i medici vogliono farci credere, sogni vani ed irreali. Nessuno può vedere ciò che non esiste - cioè ciò che non è impresso dentro o sulle onde astrali. Comunque, un Veggente può percepire oggetti e scene (sia passate che presenti o future) che non hanno alcuna relazione con lui stesso e può anche percepire, allo stesso tempo, cose che non hanno nessuna relazione fra loro producendo, così, le combinazioni più grottesche e assurde. Sia l’ubriaco che il Veggente, sia il medium che l’Adepto, vedono le loro rispettive visioni nella Luce Astrale; ma mentre l’ubriaco, il folle e il medium non allenato o chi soffre di febbre cerebrale, vede perché non può farne a meno ed evoca inconsciamente visioni confuse, l’Adepto e il Veggente allenato, invece, possono scegliere o controllare tali visioni. Essi sanno dove fissare il loro sguardo, come stabilizzare le scene che vogliono osservare e come vedere oltre, sopra e dentro gli strati della Luce Astrale. Per i primi, questi sguardi nelle onde sono allucinazioni; per i secondi, sono la riproduzione fedele di ciò che effettivamente fu, è o sarà. Le visioni casuali ed instabili che il medium raccoglie nella luce illusoria sono trasformate, sotto la volontà dominante dell’Adepto e del Veggente in immagini precise, in rappresentazioni fedeli di ciò che egli vuole pervenga entro il punto focale della sua percezione.

    ALMADEL - Il Libro. Un trattato di Teurgia o Magia Bianca di uno sconosciuto autore medioevale Europeo; lo si cita di frequente nei volumi manoscritti chiamati Chiavi di Salomone (w.w.w.).

    ALMEH (Arab.) - Danzatrici; simile alle indiane nautch, danzatrici pubbliche del tempio.

    ALFA POLARIS (Lat.) - Dhruva, stella polare di 31.105 anni fa.

    ALSWIDER (Scand.) - Velocissimo, il nome del cavallo della luna, negli Edda.

    ALTRUISMO (Lat.) - Da alter = altro. Una qualità che si contrappone all’egoismo. Azioni che tendono a fare del bene agli altri senza tener conto di se stessi.

    ALZE, (Liber De Lapide Philosophico). Un trattato alchemico di uno sconosciuto autore tedesco; datato 1677. Una ristampa si trova nel Museo Ermetico; in esso c’è il ben noto disegno di un uomo con le gambe divaricate ed il

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