Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Solarpunk: il futuro tra speranza e fine del mondo
Solarpunk: il futuro tra speranza e fine del mondo
Solarpunk: il futuro tra speranza e fine del mondo
E-book167 pagine2 ore

Solarpunk: il futuro tra speranza e fine del mondo

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

saggio (142 pagine) - Una tesi di laurea magistrale sul Solarpunk, dalla definizione del genere alle sue forme di espressione, con analisi di testi.

Solarpunk, il futuro tra speranza e fine del mondo, è la tesi di laurea magistrale, con piccole alterazioni di forma, che Gabriele Gatto ha discusso presso l’Università di Roma “La Sapienza” il 20 gennaio 2022. In quanto tesi in Letteratura in inglese, l’analisi dei testi è limitata ad autori e autrici di origine anglofona, lasciando necessariamente sullo sfondo le opere scritte in altre lingue. Contiene una definizione di Solarpunk e un excursus storico sulla sua origine ed evoluzione, un’analisi del rapporto con la narrativa post-apocalittica e il tema della Fine del Mondo, un accurato esame di cinque racconti e cinque poesie solarpunk, e una ricca e esaustiva sezione bibliografica, con sitografia e link di rimandi d’approfondimento. Il suo scopo è stimolare chi voglia avventurarsi nel nuovo genere letterario-artistico, nel movimento estetico e d’opinione che ha lo stesso nome. Queste sono ovviamente solo alcune delle possibili linee di ricerca legate allo studio del Solarpunk, che quindi si configura come un fenomeno sì giovane, ma già incredibilmente fertile.

Gabriele Gatto è nato a Roma il 13 dicembre 1994. Dopo varie esperienze accademiche, si è laureato in Scienze Linguistiche, Letterarie e della Traduzione all’università “La Sapienza” di Roma. Oggi vive in Portogallo, dove è dottorando in Teoria della Letteratura presso l’Università di Lisbona. Si occupa dei rapporti che intercorrono fra rappresentazione letteraria (in particolare non-mimetica) e realtà, e sporadicamente è anche traduttore.
LinguaItaliano
Data di uscita24 ott 2023
ISBN9788825426571
Solarpunk: il futuro tra speranza e fine del mondo

Correlato a Solarpunk

Ebook correlati

Critica letteraria per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Solarpunk

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Solarpunk - Gabriele Gatto

    March!

    Che il tempo

    esploda dietro a noi

    come una selva di proiettili.

    Ai vecchi giorni

    il vento

    riporti

    solo

    un garbuglio di capelli.

    Per l’allegria

    il pianeta nostro

    è poco attrezzato.

    Bisogna strappare

    la gioia

    ai giorni futuri.

    In questa vita

    non è difficile

    morire.

    Vivere

    è di gran lunga più difficile.

    Vladimir Vladimirovič Majakovskij

    Nota dell’autore

    Il lavoro che qui si pubblica costituisce, con piccole alterazioni di forma, la tesi di laurea magistrale che ho discusso presso l’Università di Roma La Sapienza il 20 gennaio 2022. Scritto in piena pandemia da COVID-19, quando le biblioteche erano ancora inaccessibili, il lavoro è andato incontro ad alcune difficoltà nel reperire fonti e materiali, fatto che ha inevitabilmente influito sui suoi contenuti. Oltretutto, essendo una tesi in Letteratura in inglese, l’analisi dei testi si è dovuta limitare ad autori e autrici di origine anglofona, lasciando necessariamente sullo sfondo le opere Solarpunk scritte in altre lingue. Evidenziare questi limiti in una breve nota introduttiva serve a vari scopi: innanzitutto, permette a chi legge di affrontare il testo con qualche informazione in più rispetto alla sua stesura, favorendo un maggior spirito critico nel riconoscerne tanto gli eventuali pregi, quanto i sicuri difetti; in secondo luogo, può fungere da stimolo per chi voglia avventurarsi nella ricerca e porvi rimedio; infine, consente di far emergere la storicità che sottende alla stesura di ogni testo, l’infinito numero di contingenze che limitano, favoriscono o semplicemente contengono tutti i fatti umani. Così i testi, che siano considerati grandi capolavori o, come in questo caso, abbiano ben più umili ambizioni, possono essere pensati non già come punti d’arrivo, come oggetti fatti e finiti le cui potenzialità rimagono cristallizzate nelle parole scelte da chi li ha scritti, ma sempre come punti di partenza, come finestre imperfette e contingenti da cui scorgere altre letture, altri mondi, altre possibilità.

    Gabriele Gatto

    Premessa

    Nel corso di questo lavoro, all’analizzare il fenomeno politico-culturale del Solarpunk, ci riferiremo spesso alle sue espressioni più squisitamente letterarie con il termine di fantascienza. Sebbene la parola sia familiare ai più, è opportuno, prima di cominciare, chiarire il significato che intendiamo dargli, dato che nel tempo i teorici della fantascienza hanno messo in luce le difficoltà legate a una sua definizione sistematica e hanno proposto più di una teoria al riguardo. Per questo motivo, sono necessarie due premesse, una di ordine teorico e una di ordine storico. Iniziamo dalla seconda.

    Gli studiosi e le studiose di fantascienza hanno cercato più volte di tracciare le origini storiche del genere, vedendole talvolta addirittura in alcune espressioni letterarie dell’Antica Grecia. Tuttavia, essendo l’oggetto di questo studio un sottogenere della fantascienza, ovvero il Solarpunk, le cui origini sono databili ai primi anni duemila, nel cercare di situarlo nella sua cornice storica faremo riferimento soprattutto al XX secolo, e questo per due ragioni. Innanzitutto, sebbene i fenomeni letterari siano comprensibili solo alla luce del loro contesto storico, intendendo con questo sia il momento della loro espressione che le epoche (numerose) che la hanno preceduta, il nostro non è un lavoro di sola ricostruzione storica, ma intendiamo analizzare anche aspetti tematico-formali di specifici racconti e poesie. Dato il ristretto spazio concessoci, soffermarsi approfonditamente sulle origini più antiche del genere significherebbe togliere troppo spazio a suddette analisi. In secondo luogo, la questione delle radici storiche della fantascienza è stata esaminata già in numerose sedi da ben più autorevoli voci, e affrontarla anche in questo lavoro rischierebbe di rivelarsi solamente una sterile ripetizione di ciò che è già stato detto meglio altrove.¹

    Per quanto riguarda la premessa di ordine teorico, abbiamo accennato al fatto che nel tempo sono state proposte numerose teorie legate alla definizione di fantascienza. Adam Roberts comincia la sua storia della fantascienza proprio discutendo alcune di queste, citando le teorizzazioni di Suvin, Broderick e Delany, ma aggiungendo subito dopo che There is amongst all these thinkers no single consensus as to what SF is, beyond agreement that it is a form of cultural discourse (primarily literary, but latterly increasingly cinematic, televisual, comic-book and gaming) that involves a world view differentiated in one way or another from the actual world in which its readers live.² La definizione del genere appare quindi problematica, ma ciò non ci esenta dalla responsabilità di fornire un seppur minimo orientamento riguardo a cosa intenderemo con il termine fantascienza in questo lavoro. Fra le varie teorie proposte ce n’è una che si è dimostrata influente più di altre e che ancora oggi rappresenta un riferimento ineludibile per chi si appresti ad investigare queste problematiche. Stiamo parlando della teoria della fantascienza come letteratura del cognitive estrangement di Darko Suvin.

    Suvin prende in prestito il concetto di ostranenie da Victor Šklovskij e afferma che The approach to the imaginary locality, or localized daydream, practiced by the genre of SF is a supposedly factual one […] Thus SF takes off from a fictional (literary) hypothesis and develops it with extrapolating and totalizing (scientific") rigor […] The effect of such factual reporting of fictions is one of confronting a set normative system –a Ptolemaic-type closed world picture – with a point of view or glance implying a new set of norms; in literary theory, this is known as the attitude of estrangement".³ Poco dopo aggiunge che "In SF, the attitude of estrangement […] has grown into the formal framework of the genre,⁴ ma questo non basta a definire il genere, dato che The use of estrangement both as underlying attitude and dominant formal device is found also in the myth, a ritual and religious approach looking in its own way beneath the empiric surface.⁵ Il mito tuttavia assolutizza le leggi e le relazioni che descrive, mentre la fantascienza sees the norms of any age, including emphatically its own, as unique, changeable, and therefore subject to cognitive glance […] it sees the mythical static identity as an illusion, usually as fraud, in the best case only as a temporary realization of potentially limitless contingencies […] As a literary genre, SF is just opposed to supernatural estrangement as to empiricism,⁶ enfatizzando pertanto il potenziale critico (e politico) del genere. Suvin procede dunque con la sua storica definizione di fantascienza: SF is, then a literary genre whose necessary and sufficient conditions are the presence and interaction of estrangement and cognition, and whose main formal device is an imaginative framework alternative to the author’s empirical environment".⁷ L’ultimo elemento che caratterizza la fantascienza secondo Suvin è il cosiddetto novum,⁸ ovvero ciò che determina la non coincidenza del mondo descritto col mondo empirico del lettore, e che può essere una particolare tecnologia (come la macchina del tempo di H.G. Wells), ma anche un luogo (un pianeta lontano) o un personaggio (un robot o un extraterrestre).

    L’impianto proposto da Suvin è stato ampiamente discusso e criticato, ad esempio perché negherebbe valore cognitivo a generi come il fantasy, e perché parrebbe ignorare il rapporto spesso problematico che la fantascienza intrattiene con la scienza (per esempio l’idea del teletrasporto, allo stato attuale del progresso scientifico, non può certo vantare una maggiore plausibilità di mondi e possibilità esplorati nel fantasy).⁹ Lo stesso Suvin è del resto tornato su alcune sue posizioni.¹⁰

    Tuttavia, da un punto di vista generale, la teoria di Suvin mantiene grande autorevolezza (termini come novum, estrangement e cognition sono ancora oggi al centro del dibattito accademico) e, se liberata da interpretazioni troppo rigide, è in grado di delineare un quadro teorico ancora fertile e di rendere conto delle specificità del genere non lasciandone in secondo piano la vocazione politica. Per queste ragioni, nel presente lavoro il termine fantascienza sarà da intendersi come legato alla definizione suviniana.


    ¹. A tal proposito si vedano JAMESON, Fredric, Archaeologies of the Future: The Desire Called Utopia and Other Science Fictions, Verso, London and New York, 2007; LUCKHURST, Roger, Science Fiction, Polity Press, Cambridge, 2005; ROBERTS, Adam, The History of Science Fiction, Palgrave Macmillan, London, 2016; SUVIN, Darko, Metamorphoses of Science Fiction: On the Poetics and History of a Literary Genre, Yale University Press, New Haven and London, 1979; TYMN, Marshall B., Science Fiction: A Brief History and Review of Criticism, American Studies International 23, no. 1 (1985): 41-66. Accessed March 30, 2021. www.jstor.org/stable/41278745.

    ². ROBERTS, Adam, op. cit., P.2

    ³. SUVIN, Darko, On the Poetics of the Science Fiction Genre, College English 34, no. 3 (1972), P.375

    ⁴. Ivi, P.376

    ⁵. Ibid.

    ⁶. Ibid.

    ⁷. Ibid.

    ⁸. Il termine fu usato inizialmente dal filosofo Ernst Bloch. Per una più puntuale analisi del concetto ad esso associato e del suo rapporto con la fantascienza, si veda Science Fiction and Utopia: a Historico-Philosophical Overview di Carl Freedman, contenuto in PARRINDER, Patrick (a cura di), Learning from Other Worlds: Estrangement, Cognition, and the Politics of Science Fiction and Utopia, Duke University Press, Durham, 2001

    ⁹. Per approfondire le critiche all’impianto suviniano, si vedano, fra gli altri, Before the Novum di Edward James e Revisiting Suvin’s Poetics of Science Fiction di Patrick Parrinder, entrambi in PARRINDER, op.cit.

    ¹⁰. Si veda il suo saggio Afterword: With Sober, Estranged Eyes, in PARRINDER, op.cit.

    Introduzione

    Quando all’inizio del 2020 è scoppiata la pandemia di COVID-19, la grande maggioranza della popolazione mondiale è stata colta alla sprovvista. Nonostante scienziati e scienziate avessero cercato per anni di portare all’attenzione dell’opinione pubblica la concreta possibilità di un evento di tale portata e avessero individuato nell’insostenibile rapporto che gli esseri umani intrattengono con l’ambiente un fortissimo fattore di rischio,¹¹ le questioni ecologiche e di tutela delle risorse naturali sono rimaste sostanzialmente ai margini dell’agenda politica a livello globale; per non parlare della possibilità di ridiscutere collettivamente un sistema economico che, con la sua enfasi sulla crescita costante e una visione puramente strumentale delle risorse naturali, spinge continuamente gli equilibri ambientali del pianeta (e gli eventi dell’ultimo anno e mezzo lo confermano) oltre i propri limiti. Tuttavia, se la politica mondiale ha faticato a prendere coscienza della portata e dell’urgenza del problema, le preoccupazioni per gli equilibri ecologici hanno trovato un’importante valvola di espressione nella letteratura speculativa e fantascientifica. Non che questi generi siano nuovi a queste tematiche. Tuttavia, gli ultimi vent’anni hanno visto un’enorme crescita dei lavori dedicati a problematiche ecologiche, tanto da far nascere l’etichetta di cli-fi (climate fiction). Nell’alveo di questi cambiamenti si inserisce anche il Solarpunk, oggetto di questa tesi.

    Il Solarpunk infatti è stato in grado di costruire una propria specifica estetica partendo da uno spirito dichiaratamente ecologista e ponendosi in sostanziale contrapposizione con alcune comuni narrazioni fantascientifiche di stampo distopico, su tutte il Cyberpunk. Questo in un percorso che può vantare (ottimisticamente) soli tredici anni di vita, ma che nonostante ciò, come vedremo, è già andato incontro a numerose evoluzioni e si è confrontato con fertili contraddizioni interne. Per analizzare il fenomeno in maniera adeguata, il presente lavoro sarà diviso in quattro capitoli.

    Nel primo, ci concentreremo sul Solarpunk in termini più generali. Cercheremo di individuarne le origini storiche e i rapporti con altri sottogeneri della fantascienza e teorie critiche; dopodiché procederemo a definirne le principali caratteristiche estetiche.

    Nel secondo, andremo a problematizzare una di queste caratteristiche, l’ottimismo. Ne evidenzieremo le contraddizioni e argomenteremo come il concetto di speranza critica elaborato da Paulo Freire sia più adatto a descrivere quanto si legge nelle opere Solarpunk. Anche in virtù di ciò, procederemo a descrivere quello che emerge a nostro parere come il vero tema centrale del genere, la rifondazione del mondo a partire da un mondo danneggiato. Ne evidenzieremo inoltre le concrete modalità di espressione, classificabili in categorie semantiche contrastive organizzate nei sotto-temi della partenza/ritorno, separazione/ricongiungimento, malattia/guarigione, e nel sotto-tema del passaggio di testimone generazionale.

    Nel terzo capitolo invece analizzeremo più da vicino poesie e racconti Solarpunk

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1