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Delitti e tarocchi: La nuova indagine sanremese del barista-investigatore Mario
Delitti e tarocchi: La nuova indagine sanremese del barista-investigatore Mario
Delitti e tarocchi: La nuova indagine sanremese del barista-investigatore Mario
E-book164 pagine2 ore

Delitti e tarocchi: La nuova indagine sanremese del barista-investigatore Mario

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Info su questo ebook

Una sequenza di decessi accaduti – o evitati in limine vitae – trasforma il Bar Marco da sede investigativa “parallela” di Mario il barista, a scena di delitti veri o presunti. Voci senza volto, telefonate enigmatiche, morti sospette: accadimenti indecifrabili legati dalla casualità? Il tutto punteggiato dagli arcani maggiori e dagli arcani minori dei Tarocchi che sorgono come fuochi fatui e non sai se seguendoli ti ricondurranno al nulla o alla rivelazione di un destino. Mario li osserva, ne interroga la sequenza e i simboli; la sua razionalità nega risolutamente le suggestioni dell’inspiegabile, dell’occultismo e della cartomanzia. Scrive Mircea Eliade che “il simbolo è modalità autonoma di conoscenza”, un dato sensibile che crea connessioni con ciò che sfugge all’abituale esperienza quotidiana. Il Matto, La Luna e L’Asso di Spade condurranno il barista-investigatore a perdersi nel labirinto dei fantasmi della mente o a sollevare il velo dell’apparenza e illuminare il legame che unisce la trama manifesta alla trama nascosta? Perché il XV degli arcani maggiori è Il Diabolus, colui che divide, che separa.

Morena Fellegara, infermiera di professione e scrittrice per passione, è nata a Sanremo il 01/05/1975. Ha esordito nel 2020 per Fratelli Frilli Editori con il noir Un Pastis al Bar Marco, ambientato negli anni ottanta nel bar realmente esistito a Sanremo e gestito dai suoi genitori, romanzo che ha avuto un successo inaspettato. Il suo secondo giallo Il gioco degli specchi, nel 2021, Fratelli Frilli Editori, è stato premiato al concorso Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria con una Menzione della Giuria e ha proseguito la serie dei racconti del Bar Marco, seguito nel 2022 da Terno Secco con morto, Fratelli Frilli Editori, romanzo che descrive la ludopatia negli anni ottanta, tra gioco del lotto, numeri sognati, superstizione e smorfia napoletana. Ha partecipato all’antologia I luoghi del noir con il racconto Aiga ae corde, ambientato nella storica piazza Bresca di Sanremo, dove l’enigma del giallo si intreccia con la storia, all’antologia Odio e Amore in noir con il racconto Una benda sugli occhi interpretando l’odio come assenza d’amore, con Un Maison al Bar Marco alla raccolta Quei sorrisi noir, racconto che esalta la leggerezza della risata di fronte all’inevitabilità della morte e la pesantezza della vita, l’ironia come strumento per affrontare l’incomprensibilità dei drammi, e con Diabolus in Musica all’antologia Note noir (tutte Fratelli Frilli Editori). La sua è una penna che descrive con immediatezza e leggerezza le dinamiche che animano e inquietano il quotidiano di vite semplici, entrando con garbo e acume negli abissi che, a volte, si spalancano dietro le maschere degli stereotipi sociali.
LinguaItaliano
Data di uscita4 dic 2023
ISBN9788869437342
Delitti e tarocchi: La nuova indagine sanremese del barista-investigatore Mario

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    Anteprima del libro

    Delitti e tarocchi - Morena Fellegara

    Capitolo 1

    Il locale è ormai deserto. Le luci sono spente e anche l’insegna per qualche ora resterà buia. Le pulizie sono ancora da fare, ma Mario ci penserà domani mattina.

    Finalmente il tavolo dei Tarocchi è uscito, i perdenti incazzati e i vincitori pieni di adrenalina, felici solo per poco, hanno ancora sete di giocare e non si godono mai nemmeno la fortuna di certe partite. Mario riflette, le carte vanno a bravura ma anche e soprattutto a fortuna. Sono usciti tutti, anche gli ubriachi della notte che si fermano a pisciare per strada e a stento raggiungono le loro case barcollando. Si butteranno in certi letti, tristi e soli, a smaltire la sbornia e nelle poche ore di sonno russeranno disturbando la moglie, per chi ce l’ha, e pervadendo la stanza con la loro alitosi.

    Brutto vizio, pensa mentre ha visto Aldo, detto Aldignolo, che quasi non riusciva a centrare la porta.

    Che mestiere il mio! Ne vedo di tutti i colori.

    Ora che il locale è vuoto, lui si gode il silenzio dopo una giornata di voci, di viavai, di persone di tutti i tipi e soprattutto dopo i giochi proibiti della notte. Ora si rilassa, finalmente la bisca è finita, lui sta per abbassare la saracinesca e fa un ultimo giro nel suo bar.

    Quanta roba è un bar!

    Mario alle tre del mattino gironzola tra i tavoli. Ripensa ai clienti, alle loro storie, agli habitué delle colazioni, delle partite a biliardo e a belotta. Al bar la gente si sente a casa. Mario pensa che sia un luogo stupendo, lui ama il suo lavoro e poter osservare e conoscere le anime. Spesso anime in pena. Il bar, riflette mentre si versa un dito di whisky, è luogo di ritrovo, di aggregazione. Microcosmo sociale in cui i problemi si ridimensionano dopo una bevuta e una chiacchierata tra amici. Luogo di perdizione per le anime in balia di vizi ma anche di rinascita per chi vi si reca in cerca di tranquillità e conforto, oppure di distrazione con una partita a biliardo o a carte. Diventa spesso un luogo di rivalsa, tirare una bella bilia è sempre sinonimo di vittoria e di affermazione di sé, dopo magari una giornata pesante al lavoro o l’ennesima litigata e incomprensione con la moglie o fidanzata. Una bella partita a biliardo e poi vede i clienti andare a casa con il cuore più leggero, pronti a far pace o per lo meno a lasciar correre, a ridimensionare i problemi.

    Ai miei tempi lo chiamavano Caffè, riflette e ricorda gli anni della sua gioventù, soltanto dagli anni cinquanta in poi il locale viene chiamato Bar in Italia. In Inghilterra è tuttora definito coffee shop, termine che fa pensare ai locali di Amsterdam, dove oltre al caffè si trova anche l’erba da fumare. In altri paesi è la caffetteria, oppure è il Bistrot nella vicina Francia.

    Bar, tre lettere per descrivere un luogo così pieno di vita e di storie che se sei attento e ti siedi davanti al bancone puoi capire e conoscere le mille sfumature della gente. Chi entra e chi esce, chi si confida e chi si consola. Tra il fumo di sigaretta e le gradazioni alcoliche intravedi personalità variegate e Mario ormai le sa riconoscere. Dopo anni di attività, inquadra il cliente già da come entra. Lui vive la sua vita più quella degli altri. E quanta vita si conosce da dietro il bancone, anzi, ancor meglio se seduti a un tavolino. Da lì osservi chi viene e chi va, emozioni, espressioni, modi di dire e soprattutto esamini gli occhi dei vari avventori. Mario ora controlla i biliardi, sono staccati, ma la macchina del caffè no, lei rimane sempre accesa, pronta per il giorno seguente. Infatti non va spenta, è un po’ come la sua testa che non stacca mai. Arriva a casa a notte fonda, e dopo poche ore, Mario è di nuovo dietro al bancone, senza rilassarsi troppo, a parte le ferie. La macchina del caffè la disattiva solo quando il bar chiude per qualche giorno, lei può così riposarsi, altrimenti va lasciata sempre calda, pronta all’uso. In caso contrario il caffè non viene buono, ma il primo della giornata va comunque sempre buttato e il secondo lo assapora lui che ne verifica la qualità. Pronto a scorgerne qualche difetto: se va regolata la salatura o la pressione dell’acqua, se ci sono i filtri da sostituire oppure se in base all’umidità va aggiustata un po’ la macinatura. Il caffè non è sempre uguale e per farlo buono ci vogliono calma, sensibilità e precisione. Sembra facile fare un buon caffè. E Mario lo sa, eccome. Le bilie sono riposte nell’orologio che le contiene, in attesa di danzare nuovamente su quel bellissimo tappeto verde. Nell’aria l’odore di fumo rimane, trattenuto dalle saracinesche che resteranno abbassate fino al nuovo dì, cioè oggi, dato che sono le tre del mattino e alle ore sei in punto il Bar Marco riapre. L’aria qui non cambia mai e a poco servono gli aspiratori fatti montare per legge in ogni locale per togliere un po’ di nicotina, sarebbe giusto non fumare nei bar, dove respiri il tuo più quello degli altri e oggi si sa che il fumo passivo fa più male.

    Tutto a un tratto una voce interrompe il silenzio del locale.

    Mario, ci sei?.

    Una voce sottile e fioca. Mario si guarda intorno ma non vede nessuno.

    Perdio, ho le allucinazioni?

    Il bar è deserto. L’uomo sale al piano di sopra, non vorrebbe mai chiudere qualcuno dentro, come già è successo una volta con Aldignolo, detto Sborgna, il quale però ne è stato contento; ha trascorso la nottata a bere quel che più gradiva, ossia Campari Soda con un po’ di Gin, ed è poi crollato sul tavolino. Stasera, però, non c’è proprio nessuno, neanche nella toilette, e per sicurezza, Mario controlla pure nello sgabuzzino e dietro al biliardo. Neanche un’anima. Poi chiude la finestra che dà sul cavedio del condominio.

    Forse mi ha chiamato qualcuno dall’interno del palazzo? Mah, meglio andare a casa, è tardi.

    Scende le scale, controlla bene anche il piano di sotto, va davanti al bancone, niente.

    Sarò ben stanco, veh!

    Si mette una mano sulla fronte per controllare se per caso gli fosse salita la febbre e gli cade l’occhio su una carta per terra, proprio davanti al flipper.

    Il Matto.

    Sarà caduta quando ho raccolto le carte, menomale che me ne sono accorto. Più tardi, quando giocano, se ne manca una guai al mondo!

    Al Bar Marco si usano i Tarocchi Marsigliesi, un bel mazzo elegante con gli arcani maggiori ben rappresentati, in questo caso è Il Matto, The Fool, nei Tarocchi inglesi, Il Folle, la carta numero zero. Il barista osserva l’immagine in cui un uomo appare raffigurato con un gatto aggrappato alle gambe; in altri mazzi di Tarocchi, invece, è seguito da un cane. Il giovane rappresentato pare cammini senza una meta, staccato dalla realtà e al rovescio. Nel linguaggio esoterico significa non riuscire a terminare nulla, troppa è la distanza dal piano reale, ma se appare dritta è una buona carta, rappresenta l’essenziale e il minimalismo, significa che per vivere nel mondo terreno bastano poche cose, l’importante è seguire la giusta direzione e saper dove andare. Investire le energie e le idee nel modo giusto, usare la testa. Anche se la strada appare senza logica, il Matto sa dove andare, spesso dove lo porta il cuore.

    La carta sarà caduta dritta o al rovescio? A Mario dei significati della cabala non importa molto, anzi, la raccoglie e la va a riporre nel mazzo, insieme alle sue compagne, gli arcani maggiori, detti anche Trionfi, e ai minori. Osserva il block notes, vi è ancora la pagina con i punti della partita.

    Strano, devo controllare sempre.

    La pagina va eliminata subito alla fine della giocata, perché se arriva un controllo sono dolori.

    Stasera si saranno dimenticati.

    Quattro colonne di punti, numeri scritti in una grafia precisa, 100-80-90-36.

    Giocavano in quattro.

    Capitolo 2

    Giornata uggiosa. Continua a piovere da ore.

    Piove! Governo ladro.

    E menomale!.

    Oggi, finalmente, non devo andare a bagnare.

    Sci, menomale che u ciove, u l’era tutu seccu!.

    Questa mattina gli avventori davanti al bancone discutono sul tempo, la scorsa stagione estiva è stata veramente calda e ha piovuto poco, la terra è secca, ha sete, ha bisogno di queste giornate come una benedizione dal cielo. Sembra che le persone più sono tristi e più diventino aride, chiuse, avare.

    Al bar ve ne sono tanti esempi, glielo leggi in faccia; hanno il volto che diventa sempre più rugoso, la bocca sempre più all’ingiù con le rughe che la incorniciano in un broncio continuo. La pelle risente degli stati d’animo. Le rughe sulla fronte sono quelle del troppo pensare, quelle intorno alle labbra, ma verso il mento denotano tristezza, quelle belle sono invece intorno agli occhi seguite dalla fossetta. Ah, quella sì che è bella!, riflette spesso il barista. È al lato delle labbra, dove iniziano le guanciotte, sì perché questa la puoi avere anche a vent’anni quando ancora le guance sono piene e belle, non come da vecchi che diventano rattrappite. E Mario dice che le donne con quella fossetta sono delle grandi gnocche, sono allegre, ridono e sorridono spesso perché prendono le cose alla leggera in questa vita che è già pesante di per sé e magari bevono al Bar Marco anche un bel bicchiere in compagnia, tanto il vino rosso è ricco di antiossidanti, altro segreto di bellezza eterna.

    "Anvedi che faccia!", esclama Geppo mentre indica con il palmo della mano Lucia, cinquantenne assidua cliente del bar in cui passa il tempo a osservare e spettegolare.

    "’Sta zitella, ma guardate te!".

    Dai Geppo, su, non indicare che se ne accorge.

    Embè! È talmente brutta che se la prende col prossimo e poi che colpa ne hanno le altre se sono più bone?.

    Stai bravo, beviti la birretta e non fare arrabbiare Lucia, che lo è già abbastanza.

    Mario osserva la donna, è sempre incazzosa e pronta a criticare e controllare le ragazze che frequentano il bar.

    Magari si sente sola!, prova a dire Mario giustificando la donna.

    Lo credo che è sola, chi vuoi che se la pigli?, e una risata sarcastica arriva fino alle orecchie della donna che nemmeno si accorge che è rivolta a lei, tanto è concentrata a scrutare Serena, la bella ragazza seduta al tavolino che legge il giornale mentre aspetta il caffè.

    Mario è affascinato da questa giovane così misteriosa, le porta l’espresso con un sorriso smagliante che lei contraccambia con dolcezza.

    Questa ragazza ha uno sguardo così limpido e puro, beato il suo fidanzato!

    Mario fa il giro dietro al bancone e sente Geppo che esclama

    So’ er mejo der bar!.

    È felice per aver battuto il record del flipper, mentre Lucia lo guarda di storto. Forse sarà gelosa anche di lui, è invidiosa di chiunque provi un briciolo di felicità.

    Mario coglie ogni particolare e

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