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Miss Harriet
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E-book58 pagine47 minuti

Miss Harriet

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Info su questo ebook

Il narratore del romanzo, Léon Chenal, è un anziano pittore. Durante un viaggio su una carrozza insieme a sei altre persone, Léon decide di raccontare ai suoi compagni di viaggio «il più patetico amore della sua vita». Léon rievoca così il suo incontro con Miss Harriet, una matura signora inglese conosciuta in una locanda dove entrambi alloggiavano per l’inverno.
LinguaItaliano
Data di uscita4 dic 2023
ISBN9788892968189
Miss Harriet
Autore

Guy de Maupassant

Guy de Maupassant was a French writer and poet considered to be one of the pioneers of the modern short story whose best-known works include "Boule de Suif," "Mother Sauvage," and "The Necklace." De Maupassant was heavily influenced by his mother, a divorcée who raised her sons on her own, and whose own love of the written word inspired his passion for writing. While studying poetry in Rouen, de Maupassant made the acquaintance of Gustave Flaubert, who became a supporter and life-long influence for the author. De Maupassant died in 1893 after being committed to an asylum in Paris.

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    Anteprima del libro

    Miss Harriet - Guy de Maupassant

    I LEONCINI

    frontespizio

    Guy De Maupassant

    Miss Harriet

    ISBN 978-88-9296-818-9

    © 2016 Leone Editore, Milano

    Traduttori: Luigi Marfè, Anna Giulia Garneri

    www.leoneeditore.it

    A Madame…

    A Madame…

    FRA

    Eravamo sette nella carrozza, quattro donne e tre uomini, di cui uno a cassetta accanto al cocchiere, e salivamo, al passo, l’alta costa lungo cui serpeggiava la strada.

    Partiti da Étretat all’alba, per andare a visitare le rovine di Tancarville, eravamo ancora intorpiditi dal sonno nell’aria fresca del mattino. Soprattutto le signore, poco avvezze a tali levatacce da cacciatori, socchiudevano gli occhi, chinavano il capo e sbadigliavano, insensibili all’emozione del giorno nascente.

    Era autunno. Ai due lati della strada si stendevano campi spogli, biondeggianti per gli steli falciati dell’avena e del grano, che ricoprivano il suolo come una barba mal rasata. La terra pareva fumare brumosa. Le allodole cantavano in volo, altri uccelli pigolavano tra i cespugli.

    Il sole sorse infine davanti a noi, tutto rosso all’orizzonte; e, mentre saliva, la campagna, sempre più luminosa, pareva destarsi, sorridere, scuotersi e, come una ragazza quando esce dal letto, levarsi la sua camicia di vapori bianchi.

    Il conte d’Étraille, dalla cassetta, gridò: «Guardate, una lepre» e, stendendo il braccio, indicò un campo di trifoglio sulla sinistra. L’animale correva, seminascosto nell’erba, mostrando solamente le lunghe orecchie; poi prese per un campo arato, si fermò e ripartì a folle velocità, cambiò direzione, si fermò di nuovo, inquieto, soppesando ogni pericolo, indeciso sulla strada da prendere; poi si rimise a correre balzando sulle zampe posteriori, e disparve in un ampio campo di barbabietole. Tutti gli uomini si svegliarono, seguendo la corsa della bestiola.

    René Lemanoir disse: «Non siamo galanti, questa mattina» e guardando la vicina, la giovane baronessa di Sérennes, che lottava contro il sonno, le disse sottovoce: «Pensate a vostro marito, baronessa. State tranquilla, tornerà sabato. Avete ancora quattro giorni».

    Lei rispose con un sorriso addormentato: «Che sciocco!». Poi, destandosi dal torpore, aggiunse: «Su, diteci qualcosa di divertente. Voi, signor Chenal, che passate per uno che ne ha viste più del duca di Richelieu, raccontateci una delle vostre storie d’amore, quella che vi pare».

    Léon Chenal, un vecchio pittore che era stato molto bello, forte, orgoglioso del suo aspetto e molto amato, si carezzò la lunga barba bianca e sorrise, poi, dopo averci pensato un po’, divenne di colpo serio.

    «Non sarà divertente, signore; vi racconterò l’amore più triste della mia vita. Auguro ai miei amici di non suscitare nulla di simile.»

    I

    FRA

    A quel tempo avevo venticinque anni e giravo le coste della Normandia facendo il pittorucolo.

    Con questo intendo quel girovagare zaino in spalla, di locanda in locanda, con il pretesto di studiare paesaggi naturali. Non conosco niente di meglio di quella vita errante e alla ventura. Si è liberi, senza obblighi di sorta, senza problemi, senza preoccupazioni, senza dover nemmeno pensare al domani. Si imbocca il sentiero che più piace, senza altra guida che la propria fantasia, senza altra ispirazione che il piacere degli occhi. Ci si ferma sedotti da un ruscello, o per il profumo di patate fritte alla porta di un oste. A volte è una fragranza di clematide a determinare la scelta, o lo sguardo ingenuo di una cameriera. Non si devono disprezzare queste rustiche tenerezze. Anche queste ragazze hanno un’anima e delle pulsioni, guance accese e labbra fresche; e i loro baci appassionati hanno il sapore forte di un frutto selvatico. L’amore è sempre prezioso, da qualunque direzione venga. Un cuore che batte all’arrivo, uno sguardo lucido alla partenza sono cose così rare, così dolci, così preziose, che non bisogna mai disprezzarle.

    Mi sono capitati incontri d’amore nei fossi pieni di primule, dietro i fienili dove dormono le mucche, e sulla paglia dei granai, ancora tiepida per il calore del giorno. Ho ricordi di grezza tela grigia su corpi sodi e ruvidi,

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