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Oltre nord ovest
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Oltre nord ovest
E-book53 pagine36 minuti

Oltre nord ovest

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Info su questo ebook

Siamo negli anni'90 inoltrati, nelle valli e sulle Alpi lepontine, nel nord-ovest italiano. La montagna è un territorio, dove s'incrociano storie diverse, quella del fiammingo Paul , emigrato dal Belgio con la sua numerosa famiglia ,in una lunga peripezia montana, dai Pirenei alle Alpi orientali,alla ricerca vana di un proprio regno pastorale. Leonardo, il personaggio cardine di questo romanzo, lo incontra e aiuta nei due anni trascorsi nelle valli lepontine, divenendone amico. Così come è il mentore di Massimo, il protagonista dell'altra storia, binaria, quella di giovani alpinisti : una coppia locale, l'altra proveniente da Torino, che s'incrociano e si inseguono in una doppia, tragica impresa, accaduta fra i primi giorni di gennaio e l'estate del '94 sulle cime del Rosa. I fatti narrati sono per lo più reali, con variazioni o aggiunte romanzate. I nomi, mutati, per convenienza.
LinguaItaliano
Data di uscita16 ago 2023
ISBN9788831600989
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    Anteprima del libro

    Oltre nord ovest - Dario Varini

    INTRODUZIONE

    Come mai questo territorio è sfuggito finora alle investigazioni dei viaggiatori? Come penetrarvi? E dove si trova?

    Renè Daumal Il monte analogo

    Nota: si sceglie di non anticipare altro sulla storia, consentendone la sorpresa; ma chi volesse invece scoprire prima i temi, può procedere da subito alla postfazione finale.

    PRIMA PARTE

    Capitolo primo

    L’aurora non s’era ancora dileguata, quando Massimo si alzò, con calma. La colazione riposava sul tavolo, senza la fretta di correre alla fermata del pullman.

    Era invece l’apertura delle vacanze.

    Lo zaino nuovo, compatto, il regalo per la promozione; chiuse la porta, senza far rumore e s’incamminò per le viuzze in selciato, deserte.

    La rugiada dissolveva come una nebbia il sonno dei meli bianchi nei giardini.

    Sarebbe salito per quell’ansa remota della valle; passata la baita blu, s’elevava di colpo il bosco scosceso; avrebbe raggiunto la terrazza dell’alpe, poi la sommità del passo.

    Prendeva la via crucis, lasciando le ultime case. Dalla parte opposta, un vecchio l’attraversava. Portava una gerla di legna secca, sottile, una fascina. Veniva dal bosco ripulito.

    Era sempre più raro trovare gente che raccattava legna...

    -Buongiorno, Costa, a portum l’invern?-

    Il barba rispose a mala pena e continuò, taciturno, la fisionomia avvolta dell’umida condensa. Spesso adirato con tutti, anche per il cattivo vino. Un giorno, con l’accetta protesa aveva rincorso per tutto il paese il figlio Nasone, l’ultimo dei pastori erranti. C’erano queste violenze, che esplodevano da giorni di silenzio, di solitudine.

    Ma a Pasqua il vecchio dal gran barbone faceva il capocoro nelle nenie che ancora si intonavano all’osteria.

    Dopo qualche bicchiere, cominciava a sciogliersi, prendeva a vantarsi, mostrava le mostrine consunte con la stella alpina che portava sulla giacca ruvida e annosa.

    -A un glorioso della Resistenza dovete rispetto! -. S’infervorava, piangeva sulla spalla del Pizzi.

    -Mio caro…Cred’ pò mia che mi a siga ciuc! Ul mè curac al mund u lu cugnus ‘ma ul Signur! vicino al boccale di vino da poco –Em vist la mort in facia, ma sem mia spuventoò! -

    Veniva, il barba, da migrazioni valligiane, la montagna era stata il suo universo.

    * * *

    Massimo, un giovane, sentiva già la vita del paese. Immutabile, ferma. Tutto ammuffito di sudore. A interrompere, di tanto in tanto, il rintocco di una disgrazia; raro, se non unico, qualche arrivo, destinato dalle Istituzioni: il nuovo messo comunale, il maestro, qualche nuovo villeggiante estivo s’aggiungevano agli abituali.

    Il fato incombeva sul piccolo mondo, come sul grande. Arrivava, puntuale, la cattiva notizia; stabilita come il buio che calava la sera.

    Non era ancora primavera, quando il Rino era precipitato con la scavatrice su cui lavorava. Forse il terreno era smottato; o un’ardimentosa evoluzione, più imprudente di quelle che era solito fare, a cavallo, con la divisa napoleonica, la festa della Madonna della Neve. Comandava la milizia... Ma delle macchine c’era meno da fidarsi che delle bestie. Purtroppo Rino aveva creduto il contrario.

    Al cimitero, la sua foto sorridente, con la ragazza, che la sua simpatia aveva conquistato sulla spiaggia di Rimini; l’estate prima non riviveva con lui e la madre

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