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Genitori con Figli LGBTQI+: Manuale per genitori con figli omosessuali, bisessuali, transessuali e transgender: come aiutare i propri figli e sé stessi
Genitori con Figli LGBTQI+: Manuale per genitori con figli omosessuali, bisessuali, transessuali e transgender: come aiutare i propri figli e sé stessi
Genitori con Figli LGBTQI+: Manuale per genitori con figli omosessuali, bisessuali, transessuali e transgender: come aiutare i propri figli e sé stessi
E-book141 pagine1 ora

Genitori con Figli LGBTQI+: Manuale per genitori con figli omosessuali, bisessuali, transessuali e transgender: come aiutare i propri figli e sé stessi

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Info su questo ebook

Fino alla fine degli anni ’60 negli U.S.A. e a metà degli anni ’70 in Italia le persone LGBTQI+ (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali/transgender, queer, intersessuali), erano inesistenti nel senso di invisibili. Il fenomeno di rimozione e negazione sociale è stato così forte da mantenere queste realtà censurate per secoli. Ci sono voluti vari anni perché il fenomeno in Italia si manifestasse; è negli anni ’90 infatti che le persone LGBTQI+ hanno iniziato ad emergere in modo crescente, ma è a partire dal 2000 che il coming out (svelamento della propria condizione da parte di persone LGBTQI+), ha iniziato a diventare un fenomeno molto diffuso.
Le famiglie all’inizio si sono trovate impreparate ad accogliere il coming out dei figli perché culturalmente non era presente l’idea che i figli potessero avere un diverso orientamento sessuale o una diversa identità di genere. I figli potevano essere solo eterosessuali e cisgender, cioè allineati con l’identità di genere assegnata alla nascita.
Oggi le cose sono molto cambiate, tuttavia spesso la scoperta di un figlio LGBTQI+, soprattutto se transessuale/transgender, coglie i genitori impreparati e si trovano a vivere una duplice difficoltà: da un lato desiderare di aiutare i figli e dall’altro aiutare loro stessi poiché disorientati, preoccupati e talvolta turbati.
Questo libro vuole offrire informazioni relative all’ambito LGBTQI+ come il diverso atteggiamento della società nel corso della storia, il linguaggio (parole specifiche come cisgender, asessuale, intersessuale, ecc.), il pregiudizio (come riconoscerlo e come smontarlo), il coming out dal punto di vista dei figli e dei genitori, ecc. Il libro principalmente intende fornire  strumenti utili e pratici per aiutare i genitori nel rapporto con i figli attraverso l’ascolto e la comunicazione inclusiva e soprattutto attraverso una relazione efficace sia durante il coming out dei figli, che dopo.
IL libro fornisce inoltre informazioni su come i genitori possono trovare loro stessi un aiuto. Il libro contiene una vasta filmografia  LGBTQI+ ragionata con note su perché è interessante vedere i film. Stessa cosa per la filmografia.
Il libro può essere utile anche a figure come educatori, counselor, formatori, insegnanti, volontari e altre figure che possono aver bisogno di conoscere l’ambito LGBTQI+ e gli strumenti utili per intervenire in questi contesti.

Ermanno Marogna, Counselor, Mediatore Famigliare, Formatore e Facilitatore di Gruppi, da oltre 25 anni si occupa di dare sostegno e aiuto a persone LGBTQI+ e loro famiglie sia come volontario e sia come libero professionista.
Una parte significativa della sua attività prevede formare counselor, educatori, insegnanti, volontari su temi come la comunicazione efficace, la comunicazione inclusiva, l’ascolto, la gestione delle emozioni e le basi della relazione di aiuto.
LinguaItaliano
Data di uscita12 apr 2024
ISBN9791223029435
Genitori con Figli LGBTQI+: Manuale per genitori con figli omosessuali, bisessuali, transessuali e transgender: come aiutare i propri figli e sé stessi

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    Anteprima del libro

    Genitori con Figli LGBTQI+ - Marogna Ermanno

    Capitolo 1

    Perchè Questo Libro

    1.1 Perchè Questo Libro


    Questo lavoro arriva dopo oltre 25 anni di mia attività in ambito LGBTQI+, inizialmente come volontario operatore del telefono amico, poi come volontario addetto all’accoglienza in associazioni e successivamente come counselor, mediatore familiare e conduttore di gruppi, come volontario e come professionista.

    Durante questi anni di attività, ho avuto modo di entrare in contatto con tante persone omosessuali, bisessuali, transessuali/transgender e con le loro famiglie, e ho potuto osservare le dinamiche che si creano nelle coppie e nelle famiglie. Soprattutto sono venuto in contatto con i vissuti delle persone LGBTQI+ e delle loro famiglie.

    Siamo in un momento storico di grandi cambiamenti e di transizione, stiamo vivendo uno spartiacque tra il nulla che c’era prima, fine anni ‘60 / anni ‘70, verso il progressivo emergere della realtà LGBTQI+, e l’auspicabile completa integrazione dell’omosessualità e della condizione transessuale / transgender nel tessuto sociale.

    Siamo ancora in mezzo al guado, in una situazione in cui la cultura e la società hanno fatto significativi passi in avanti, ma molti altri dovranno essere fatti per un’effettiva integrazione.

    Il cambiamento ha trovato il suo impulso grazie alla nascita del movimento culturale e sociale LGBTQI+, promotore del diritto di esistenza, di riconoscimento e di espressione di ogni realtà.

    L’associazionismo LGBTQI+ e l’impegno delle singole persone che hanno iniziato a dichiararsi in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, e in generale nella società, hanno concretizzato e reso evidente la rottura dei vecchi schemi e modi di pensare.

    Attraverso la testimonianza diretta e personale delle persone LGBTQI+ nei vari contesti, si è mostrato e dimostrato che le persone LGBTQI+ esistono, e sono come tutte le altre.

    L’uscir fuori, il dichiararsi, il rendere pubblico quello che prima è sempre stato taciuto e quindi negato, è stato il fattore scatenante.

    Senza il coming out da parte di tante persone LGBTQI+, non si sarebbe rotto il meccanismo di negazione e di rimozione del fenomeno, che ha funzionato nel suo intento di negare e disconoscere queste realtà, e che ancora funzionerebbe. Per questo parlo di un fenomeno culturale che rappresenta uno spartiacque tra la negazione e l’affermazione.

    L’emersione di queste realtà ha attivato molte reazioni di disapprovazione e di rifiuto a livello sociale: finchè questa realtà era nascosta tutto andava bene, il sistema familista, eteronormato era unico e dominante e tutto procedeva senza scossoni.


    Questo manuale è nato pensando ai tantissimi genitori che ho incontrato in tutti questi anni; genitori che venivano da me spesso molto turbati, preoccupati, arrabbiati, disorientati e alla ricerca di un aiuto.

    Come counselor e come conduttore di gruppi il mio compito principale è accogliere le difficoltà, le fatiche e le emozioni delle persone che si rivolgono a me, e in parte dare delle informazioni utili, così da consentire un migliore orientamento e dare un aiuto anche pratico.

    La maggior parte della fatica dei genitori ad accettare l’omosessualità o una diversa identità di genere di un figlio o di una figlia, deriva principalmente da questi fattori:


    Ignoranza: cioè non conoscere questa realtà, ovvero non sapere cos’è esattamente l’omosessualità e allo stesso modo cos’è la condizione transessuale / transgender e tutte le altre varianti.


    Pregiudizi: quando non ci sono conoscenze corrette su un tema, in questo caso il tema LGBTQI+, quello che si struttura nelle persone sono i pregiudizi. Si tratta di luoghi comuni e credenze, informazioni sbagliate assorbite dal contesto culturale in cui si vive, e ha come conseguenza avere conoscenze non verificate, ma prese in modo acritico: Es. l’omosessualità è una malattia, l’omosessuale è un pedofilo, la donna trans è senz’altro una prostituta; e la lista potrebbe continuare a lungo.


    Concetto rigido di giusto e sbagliato: potremmo anche dire di normale e anormale, e mi riferisco alla credenza diffusa che l’eterosessualità sia giusta e sana, mentre l’omosessualità sia sbagliata ed espressione di un disagio e stessa cosa per la condizione transessuale e transgender.


    Il dolore dei genitori e la mancata serenità nell’accettare la condizioni di omosessuale o transessuale /transgender del figlio o della figlia, derivano da una mancata conoscenza reale del dato di fatto.


    Un testo scritto, un manuale consultabile al bisogno è un modo per dare tutte le informazioni e il supporto necessario alle persone, anche a quelle che non possono essere mie clienti o partecipare ai gruppi che conduco.

    Può essere utile anche a educatori, counselor, insegnanti e altre figure dell’educazione e della relazione di aiuto.

    Il Linguaggio

    Uno dei fattori importanti per chi lavora o ha a che fare con persone omosessuali, bisessuali, transessuali/transgender, è l’uso di un linguaggio appropriato, rispettoso ed inclusivo, ovvero che includa ogni soggettività oltre che riconoscerla e rispettarla.

    E’ importante non dare per scontato o presumere l’orientamento sessuale o il genere di una persona in base al nome e all’aspetto. Una parte cospicua di questo lavoro è dunque centrata sulla comunicazione inclusiva, che consente di non discriminare gli interlocutori e non adotta gli stereotipi.


    In questo scritto userò spesso la forma inclusiva nominando il maschile, il femminile e il neutro (*), come ad esempio quando un figlio o una figlia o un figli*, altre volte invece, per non appesantire la lettura, farò degli esempi usando solo il maschile o il femminile per un fatto di praticità e scorrevolezza nella lettura.


    Userò spesso l’acronimo LGBTQI+ che rappresenta le parole Lesbica, Gay, Bisessuale, Transessuale/Transgender, Queer, Intersessuale e il segno + che viene aggiunto per includere una varietà di altre identità di genere e orientamenti sessuali non rappresentati in queste sei lettere.


    Le parole Transessuale e Transgender hanno significati leggermente diversi, spiegati al punto 3.1 del 3° capitolo. Per praticità e anche per correttezza, userò l’espressione persona trans che le comprende entrambe.

    Un'altra espressione che userò spesso è coming out che letteralmente significa uscir fuori. Nel nostro ambito indica lo svelamento agli altri della propria omosessualità o dell’essere persona trans.

    Quindi quando si dice che un ragazzo gay ha fatto coming out significa che ha rivelato la propria omosessualità.


    Altre espressioni che si usano spesso in ambito LGBTQI+ e che userò nel corso di questo lavoro, sono le parole omofobia e omofobia interiorizzata:


    Omofobia: Insieme di atteggiamenti pregiudizievoli e discriminatori verso l’omosessualità e le persone omosessuali. Il significato della parola non è fobia, ovvero paura, bensì rifiuto, negazione, condanna e disapprovazione. Quindi omofobia vuol dire negazione, condanna e disapprovazione dell’omosessualità e delle persone omosessuali.


    Omofobia interiorizzata : Insieme di significati negativi riguardo all’omosessualità e alle persone omosessuali interiorizzati dalle stesse persone omosessuali. E’ una delle principali cause di malessere in queste persone. In sostanza significa che la persona ha introdotto dentro di sé il giudizio negativo e il rifiuto di sé; ha introdotto il nemico, ovvero una parte ostile che non accetta il proprio diverso orientamento sessuale.

    Analogamente esistono le parole transfobia e transfobia interiorizzata che hanno gli stessi significati rispetto a quanto indicato in omofobia e omofobia interiorizzata, ma riferiti alla transessualità/transgenderismo e alle persone trans.


    La relazione

    L’altra parte importante del lavoro sarà relazionale, riguarderà cioè il tipo di relazione che si instaura tra genitori e figli, in particolare su come fornire un sostegno al figlio o alla figlia durante e dopo il coming out.


    Informazioni e conoscenze

    Un terzo aspetto importante che questo testo intende assolvere è dare informazioni utili e fornire conoscenze relative all’ambito LGBTQI+.

    Il fattore che ci permette di comprendere meglio una nuova situazione che ci si presenta, è quello di conoscerla per quella che realmente è e non per quello che dicono luoghi comuni, pregiudizi, stereotipi, credenze e informazioni inesatte.

    Tuttora alcune di queste credenze sono diffuse.

    Prendiamo ad esempio un ‘Signor X’ che non è mai entrato in contatto con persone LGBTQI+ e non ha mai studiato l’argomento, se si trova a parlarne lo fa con ogni probabilità usando i luoghi comuni sopra citati.

    Usa questa modalità perché non ne conosce altre, perché non ha approfondito l’argomento e perché ha preso le informazioni sentite da altri tramite battute, commenti e giudizi. Dunque per scostarci dal modo di ragionare e di porsi del ‘Signor X’, dobbiamo conoscere l’argomento e, per poterlo fare, oltre a iniziare a frequentare persone LGBTQI+, è buona cosa informarsi per conoscere esattamente di cosa si sta parlando.


    1.2 Al coraggio dei genitori che cercano di informarsi e che vogliono sostenere i propri figli


    Ho usato la parola coraggio per sottolineare la fatica, lo sforzo e talvolta anche il dolore di fronte alla scoperta dell’omosessualità o della condizione trans del figlio o della figlia. L’accettazione della diversità nei figli, non è automatica né scontata, o indolore. Talvolta passa attraverso un lungo percorso di sofferenza e di fatica che implica conoscere il fenomeno, riconoscere i propri pregiudizi e arrivare poi ad una serena accettazione del figlio o della figlia.


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