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I silenzi della neve
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I silenzi della neve
E-book84 pagine1 ora

I silenzi della neve

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Info su questo ebook

Nella continua ricerca del senso pieno della vita, l’amore si manifesta nelle più svariate forme e arriva a confinare con l’egoismo. Consapevolezza, ricerca e conoscenza dell’io portano a conflitti esistenziali e a vivere sempre al limite, quasi come un equilibrista sul suo filo. L’analisi complessa degli stati d’animo, ma anche delle reazioni fisiche, porta al coinvolgimento emotivo del lettore. Alla fine “Il colore della follia” si trasforma in una luce che squarcia le tenebre.
LinguaItaliano
Data di uscita13 gen 2014
ISBN9788865379455
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    I silenzi della neve - Sergio Sormani

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    Prologo

    L’ aria di dicembre gioca col fumo candido delle parole. Calore umano e gelo d’inverno s’incontrano, improvvisando amori fugaci. Povere frasi, destinate a dissolversi nella trasparenza dell’etere come certi gesti, tesi a creare momentaneo scompiglio per poi scivolare nello spazio infinito dell’oblio.

    Tutto sembra perso, cancellato, svanito nel nulla…

    Eppure, di alcune voci rimane un’eco lontana e tenace, di alcune azioni le tracce sottili, ma indelebili. Che prima o poi riaffiorano, scuotono, graffiano di nuovo.

    Fino a farti tornare vivo.

    1. Un mondo per due

    F a un freddo terribile! esordì Alessio sbattendo dietro sé la porta d’ingresso.

    Alcune borse della spesa sfuggirono al gelo delle sue mani e si accasciarono rumorosamente sul pavimento del soggiorno.

    È dicembre… Che altro ci si può aspettare?

    La voce di Dario arrivava da un’altra stanza, lontana e un po’ svogliata, come sopraffatta da altri pensieri.

    Non dirmi che stai ancora lavorando! – riprese Alessio. – Sono le otto passate… non pensi che ormai sia ora di cena?

    Si tolse in fretta il giaccone e andò verso Dario che era seduto alla solita scrivania, immerso in un mare di fogli, gli occhi puntati sul monitor di un computer acceso.

    Questo autore fa di tutto per esprimersi in maniera incomprensibile! – si lamentò Dario. – Ci ho messo quasi due ore a tradurre mezza pagina… E devo assolutamente finire tutto per lunedì!

    Lo capisco… Ma almeno il tempo per salutarmi ce l’hai? gli chiese Alessio interponendo il proprio viso fra quello di Dario e lo schermo.

    Certo… Scusami, amore.

    Un piccolo bacio sulle labbra, poi Dario guardò finalmente il suo compagno e gli chiese: Com’è andata oggi la tua giornata? Vedo che hai fatto tardi anche stasera…

    Sì, sono uscito dall’ufficio che erano quasi le sette e sono andato a fare un po’ di spesa… Mancano ancora tre settimane a Natale ma la gente sembra già impazzita: è come se tutti avessero il timore di restare senza provviste o temessero che qualcun altro si porti via il regalo che hanno appena visto in vetrina!

    Dario gli fece un sorriso: Mentre ti fai una doccia, io preparo da mangiare.

    E alzandosi dalla scrivania aggiunse: Ho bisogno anch’io di staccare un po’ da questi maledetti fogli!

    Poi, incrociando Alessio che si stava già spogliando, passò dolcemente una mano sul suo volto stanco, senza dire nulla. Lo lasciò continuare e si diresse verso la cucina.

    Erano quasi cinque anni che i due stavano insieme. Dario, di poco più grande di Alessio, portava con fierezza i suoi 37 anni e appariva a tutti come un tipo sicuro, dall’aspetto serio, compunto, per certi versi tenebroso; eppure a tratti il suo viso era capace di assecondare improvvisi slanci di entusiasmo, sprigionando sorrisi che inondavano quei lineamenti da finto burbero. Alessio conosceva e amava quei guizzi, che sapevano manifestarsi le volte che Dario non era rapito dal suo lavoro di interprete e traduttore. Un impegno che rosicchiava troppe ore alla sua giornata. Alessio amava le occasioni in cui i minuti smettevano di correre, si dilatavano per dare spazio a loro due, per regalare istanti che fossero soltanto suoi e di Dario, ritagliati a fatica nelle frenesie del quotidiano. Avvertiva un bisogno immenso di percepire la presenza del proprio compagno, quasi soffrisse di una sorta di fobia dell’abbandono. No, non che temesse razionalmente che Dario lo lasciasse così, da un giorno all’altro; la sua ansietà consisteva piuttosto nel timore che il loro rapporto potesse sfilacciarsi per effetto dello scorrere dei giorni. Aveva una dannata paura che l’abitudine si insinuasse fra loro e appiattisse i gesti, svuotasse gli sguardi dell’uno verso l’altro. Era terrorizzato all’idea che il tempo potesse rendere il loro stare insieme qualcosa di incolore, stemperando la voglia di ridere insieme, quel semplice chiamarsi per nome che invade gli occhi di una luce speciale.

    A volte non ce ne accorgiamo neppure. È sufficiente non fare nulla, lasciarsi galleggiare nel liquido mellifluo dell’immobilità, ed ecco che la convivenza con chi amiamo può assumere l’aspetto di una ciclicità soffocante, può ospitare anche i lati peggiori del proprio modo di essere. Permeando quella nostra casa di insopportabili rituali di noia, di gesti che non sanno più scuotere l’aria, fino a rendere labile il confine fra l’idea di volare e l’incubo di una prigionia.

    Alessio pensava che il modo per evitare tutto questo dovesse essere lì, a portata di mano. Bisognava continuare a vederlo.

    Si erano ripromessi di andare via per quell’ultimo scorcio dell’anno, lui e Dario, fuggire imitando due amanti in cerca di una nuova alcova, magari attraversando l’oceano e approdando in uno di quei paesi dove l’aria è tiepida e si può dimenticare che altrove manca perfino la luce del sole… Lasciarsi alle spalle tutto, con la voglia di raggiungere un posto abbastanza sconosciuto da indurli a riconoscere se stessi.

    Ma nonostante le intenzioni, come spesso succedeva, il loro desiderio aveva trovato ostacolo nella semplice realtà: l’azienda di marketing dove Alessio lavorava e le traduzioni ancora incomplete di Dario non avrebbero concesso neppure quell’anno giorni a sufficienza per attuare il progetto e per vivere un momento di assoluta libertà.

    I due avrebbero dovuto quindi rassegnarsi a restare a casa, votati a sopportare l’allegria un po’ forzata e ipocrita dei giorni seguenti, il chiasso disturbante dei vicini con i loro parenti venuti da ogni dove; e poi le strade semideserte dell’ultima ora, quel clima di bisboccia generale che avrebbe alla fine rinchiuso ogni singolo branco nella tana prescelta…

    Certo, la loro visione di quelle feste all’insegna della coralità era piuttosto severa e negativa, ma la vita di Alessio e Dario scorreva per certi versi parallela a quella degli altri, almeno dei più. Aver imparato presto che non tutte le verità si trovano nell’involucro rassicurante delle abitudini o delle regole li aveva portati a sviluppare un approccio meno convenzionale nei confronti del quotidiano, un modo differente di guardare le cose. Loro due, avvezzi com’erano a camminare a lato delle consuetudini, a non prendere per buono ciò che si usa fare semplicemente perché lo fanno tutti, dovevano poi essere pronti ad affrontare le inevitabili conseguenze

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