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La Montagna di fronte
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La Montagna di fronte
E-book81 pagine45 minuti

La Montagna di fronte

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Info su questo ebook

C'è una grande differenza tra "essere unici" ed "essere soli".

I primi sono soggetti incredibili: rendono il mondo un luogo stupendo e, questo, li ricambia perché sono persone speciali.

I secondi... Semplicemente, non sanno di esserlo.

Per quanto possiate sentirvi "diversi", sappiate che la vostra unicità non vi renderà mai realmente soli.
LinguaItaliano
Data di uscita22 apr 2015
ISBN9788891186058
La Montagna di fronte

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    La Montagna di fronte - Luisa Del Gelso, Silvia Murgesi

    Luisa Del Gelso & Silvia Murgesi

    La Montagna di fronte

    A nonna R.,

    per essere stata una guida.

    Dal diario di Elisabetta

    Sabato 21 Agosto

    Ieri mattina, le grida di dolore di Nico violarono l’intera valle. Quando lo raggiunsi, sconforto e devastazione riempivano ancora di lacrime i suoi occhi verdi e ambrati: il tetto della sua stalla aveva preso fuoco e le due travi maggiori avevano ceduto, gettando a terra il muro portante e coinvolgendo l’appartamento al piano superiore. La vecchia mucca e lo stallone, all’interno, non resistettero abbastanza a lungo da poter essere salvati.

    Talo, mio padre, si precipitò a prestare soccorso insieme alle altre famiglie della vallata ma, ahimè, la struttura in pietra e legno risultò irrimediabilmente compromessa.

    Dopo ore di pesante lavoro, a cui nemmeno io mi sottrassi, riuscimmo a spegnere definitivamente l’incendio, il cui fumo aveva annerito i volti della gente ed ingrigito il cielo sovrastante.

    Il mio povero Nico aveva perso tutto.

    Ringraziai il Signore solo quando giunse a Valeda un lontano zio che, venuto subito a conoscenza della tragedia e sapendo che il nipote era intenzionato a prender moglie, decise di regalarci la vecchia baita, da tempo inutilizzata a causa del suo trasferimento in città.

    Alle sei di questa mattina, dopo aver ricevuto l’approvazione della mia famiglia, partimmo immediatamente con il trasloco. Pochissime erano le cose che si erano salvate dalle fiamme, nemmeno io mi portai dietro molto, perciò fu semplice e veloce trasferirsi nella nostra nuova casa.

    Tre le finestre per piano, per un totale di sei, di grandi dimensioni, per sfruttare al meglio la luce esterna. L’ingresso è rivolto a sud e la facciata è stata costruita con la pietra locale. Alle estremità del tetto sorgono due comignoli, dovuti alla presenza di altrettanti camini che, durante il gelido inverno, riscalderanno l’abitazione. Di terreno libero ce n’è in abbondanza ed è tenuto ad erba (il che è un bene, così io e Nico potremo lavorarlo e convertirlo a pascolo o coltura, secondo le nostre esigenze).

    Sul retro dell’edificio, una vista sconfinata sui prati in fiore.

    L’intera proprietà è delimitata da una cinta di pietra ed alberi da frutto.

    Salendo al primo ed ultimo piano, la vista si perde e l’orizzonte si sfuma tra la terra ed il cielo.

    Là, dove gli uccelli paiono angeli e, sotto, gli uomini annaspano dentro le immense città.

    Dal diario di Antonia

    Sabato 21 Agosto

    Dopo giorni estenuanti, passati a decidere cosa volessi portare con me e cosa fosse il caso di lasciarmi alle spalle, ieri, mentre il sole calava tra le montagne, in quello che sembrava un bellissimo mare rosso, giunsi finalmente sul Monte Sellino, nel piccolo paesino di Fudris: un luogo che avrei, d’ora in poi, chiamato casa.

    Ero troppo stanca per capire come potessi sentirmi in quel posto, così diverso dal grigiore della periferia cittadina in cui ero cresciuta e a cui ero da sempre abituata.

    Senza neppure aver cenato, né scaricato gli scatoloni, tolto solo il sacco a pelo dallo zaino e chiusa la cigolante porta d'entrata, mi buttai sul polveroso letto matrimoniale al primo piano e, incurante di insetti e ragnatele varie, mi misi a dormire.

    Mi svegliai dopo un sonno profondo e numerosi sogni, in cui, per un po’, tornai bambina.

    Aperti gli occhi per qualche secondo, senza ricordare dove fossi, mi riscoprii immersa nel buio più profondo. Questo, era interrotto da un unico raggio di sole che, come un laser, penetrava la stanza giungendo ai piedi del letto, attraversando una fessura nelle ante che blindavano la finestra al mio fianco.

    Mi sfilai con forza dal sacco a pelo, scesi dal letto e, raggiunta la finestra dai vetri rotti, aprii le ante. Per un momento, venni accecata dall’intenso bagliore

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