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Scenari scozzesi. Voci pro e contro l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito
Scenari scozzesi. Voci pro e contro l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito
Scenari scozzesi. Voci pro e contro l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito
E-book110 pagine1 ora

Scenari scozzesi. Voci pro e contro l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito

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Il referendum scozzese è una tragedia, scrive l’“Economist”. È una tragedia per i 5 milioni di scozzesi ed è una tragedia per i 59 milioni di abitanti del resto del Regno Unito. Potrebbe essere anche un bel grattacapo per l’Europa, dove c’è bisogno di tutto fuorché di un periodo di instabilità, di turbolenza politica e di costituzioni da riscrivere. Dopo la Scozia ci sarà la Catalogna, poi i Paesi Baschi e quindi le Fiandre e il Sud Tirolo.

Ma, come scrive il “New York Times”, il referendum scozzese è una prova di grandissima vitalità democratica dei popoli dell’Europa occidentale, quando a est gli stessi problemi si affrontano con i missili, le granate, le deportazioni e i cadaveri nei campi di grano. Per non parlare del Medio Oriente. Tragedia o prova decisiva di vitalità democratica?

Questo ebook, che si può leggere nel tempo di un episodio di Sherlock, non risponde a questo quesito ma svolge un servizio importante: raccoglie le testimonianze dirette dei protagonisti – unionisti e separatisti – della vicenda scozzese, offre le riflessioni di due dei maggiori osservatori internazionali delle vicende del nostro pianeta e infine, in una lucida introduzione, traccia un quadro delle possibili conseguenze di un distacco dalla Scozia dal Regno Unito o di una vittoria di misura degli unionisti.

Scenari scozzesi, cioè scenari europei, cioè scenari planetari.
LinguaItaliano
EditoregoWare
Data di uscita18 set 2014
ISBN9788867972357
Scenari scozzesi. Voci pro e contro l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito

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    Scenari scozzesi. Voci pro e contro l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito - Francesco Cancellato

    © goWare

    Settembre 2014, prima edizione digitale

    ISBN 978-88-6797-235-7

    Redazione: Giacomo Fontani

    Traduzioni: Ilaria Amurri e John Akwood

    Copertina: Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

    goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing

    Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it

    Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com

    Made in Florence on a Mac

    L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani riprodotti nel presente volume.

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    Presentazione

    Il referendum scozzese è una tragedia, scrive l’Economist. È una tragedia per i 5 milioni di scozzesi ed è una tragedia per i 59 milioni di abitanti del resto del Regno Unito. Potrebbe essere anche un bel grattacapo per l’Europa, dove c’è bisogno di tutto fuorché di un periodo di instabilità, di turbolenza politica e di costituzioni da riscrivere. Dopo la Scozia ci sarà la Catalogna, poi i Paesi Baschi e quindi le Fiandre e il Sud Tirolo.

    Ma, come scrive il New York Times, il referendum scozzese è una prova di grandissima vitalità democratica dei popoli dell’Europa occidentale, quando a est gli stessi problemi si affrontano con i missili, le granate, le deportazioni e i cadaveri nei campi di grano. Per non parlare del Medio Oriente. Tragedia o prova decisiva di vitalità democratica?

    Questo ebook, che si può leggere nel tempo di un episodio di Sherlock, non risponde a questo quesito ma svolge un servizio importante: raccoglie le testimonianze dirette dei protagonisti – unionisti e separatisti – della vicenda scozzese, offre le riflessioni di due dei maggiori osservatori internazionali delle vicende del nostro pianeta e infine, in una lucida introduzione, traccia un quadro delle possibili conseguenze di un distacco dalla Scozia dal Regno Unito o di una vittoria di misura degli unionisti.

    Scenari scozzesi, cioè scenari europei, cioè scenari planetari.

    * * *

    Francesco Cancellato, 34 anni lodigiano, si è laureato in Economia politica all’Università Cattolica di Milano con una tesi sulle esportazioni cinesi e i loro effetti sull’economia italiana. Lavora come ricercatore socio-economico per il Consorzio Aaster di Milano, dedicandosi a ricerche legate alla cosiddetta economia creativa e ai mutamenti delle forme del competere nei sistemi produttivi locali. Dal 2006 collabora con i periodici locali La Tribuna di Lodi e Il Corriere Artigiano del Lodigiano. Nel febbraio 2011 vince il concorso letterario nazionale Subway Letteratura con il racconto Carrozza 11. Sposato con Angela, è padre di due bimbe, Anna e Teresa, e sta attendendo il terzo figlio. Scrive sul quotidiano online Linkiesta.

    È una testimonianza della vitalità dei valori democratici in Gran Bretagna e Spagna (dove in Catalogna è in programma per novembre un appuntamento analogo) che una questione di tale importanza sia decisa dal popolo pacificamente e tramite un voto liberamente espresso. Questo scenario contrasta brutalmente con la campagna armata promossa dalla Russia per punire e smembrare l’Ucraina che ha cercato di uscire dall’orbita del Cremlino.

    In Scozia non c’è alcun pericolo di rappresaglia, qualunque sia l’esito del voto, e l’unica pressione è la complessità e la portata del semplicissimo quesito posto agli elettori.

    Anche se il sì non raggiunge la maggioranza, il dibattito contribuisce alla formazione della nazione.

    Editoriale del The New York Times

    Introduzione

    Francesco Cancellato

    Semplice il quesito, inimmaginabili le conseguenze

    «La Scozia dovrebbe essere un Paese indipendente?». Questo il quesito del referendum del 18 settembre a cui rispondono i cittadini scozzesi – a differenza di quanto accade normalmente, pure i sedicenni e gli stranieri residenti – che si recheranno alle urne per votare al referendum che, dopo 307 anni, potrebbe separare le due colonne portanti del Regno Unito così come l’abbiamo conosciuto. Fino a poche settimane dal voto, i sondaggi davano al fronte del No una vittoria ampia e scontata. Ma la situazione si velocemente capovolta: una rilevazione effettuata da Yougov.com, la sera del 6 settembre, ha mostrato un clamoroso sorpasso – con i al 51% – che ha fatto venire i brividi lungo la schiena a David Cameron, così come ai leader degli altri due principali partiti britannici, il laburista Ed Miliband e il liberal-democratico Nick Clegg, entrambi contrari all’indipendenza scozzese.

    In attesa di sapere come finirà, abbiamo provato a immaginare come potrebbero cambiare le cose a partire dal 19 settembre se la Scozia si sveglierà indipendente. Un esercizio, questo, che in molti stanno già facendo, oltre Manica. Utile per capire, al netto delle strumentalizzazioni e delle opinioni un tanto al chilo, cosa significhi davvero dar vita concretamente a una secessione tra Stati.

    Quali saranno le bandiere?

    La bandiera del Regno Unito, la celeberrima Union Jack, combina le bandiere dei tre santi patroni di Inghilterra, Irlanda e Scozia: rispettivamente, la croce rossa in campo bianco di San Giorgio e dell’Inghilterra, la croce rossa in campo bianco (a x) di San Patrizio e dell’Irlanda e la croce bianca in campo blu (anch’essa a x) di Sant’Andrea e della Scozia.

    Primo dato: il Galles non ha il privilegio di vedere la bandiera del

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