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Intrigo di anime
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E-book406 pagine5 ore

Intrigo di anime

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Info su questo ebook

RO.DE.MA.PI. “Studium & Operam”, è un’associazione attiva nella formazione professionale, che tenta la scalata al successo: la animano persone ambiziose, legate però da un vincolo prezioso come quello dell’amicizia.
Si sa, per sbarcare il lunario, serve altro: Francesca Malti, donna facoltosa ed amante del senatore Francini, decide di investire nel progetto più importante della RO.DE.MA.PI.“ assumendo un ruolo chiave nella società.
Le cose cambiano quando il senatore s’imbatte in Carla Vanni, donna elegante, bella, intelligente, però moglie di Carlo Lumesi, un personaggio molto influente in città, che protegge il “segreto” di Carla ricattandola quotidianamente.
Francesca, servendosi di un avvocato senza scrupoli, decide di colpire Lumesi, sbarazzarsi della figura ormai ingombrante di Carla, e sferrare l’attacco decisivo alla RO.DE.MA.PI.

Ogni personaggio ha una sua precisa e definita caratterizzazione emotiva, psicologica; ogni angolo più recondito, viene quasi vivisezionato in quegli stati d’animo diversi, a tratti fantastici, altre volte tormentati.
Un’opera prima di Rosanna Vivacqua degna del suo titolo: intrigante, appassionante, da leggere tutta d’un fiato, con la sorpresa di ritrovarci al suo interno, qualcosa che ci riguarda.
LinguaItaliano
Data di uscita21 apr 2016
ISBN9788899333171
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    Anteprima del libro

    Intrigo di anime - Rosanna Vivacqua

    Farm

    Collana

    Rosso H

    Intrigo di anime

    è un romanzo di Rosanna Vivacqua

    Aprile 2016 © Rosanna Vivacqua © www.herkulesbooks.com

    1 edizione

    Tutti i diritti sono riservati.

    A Ilaria. A Michele

    Silenzio.

    Spazio infinito.

    Far parte di materia fondamentale e galleggiare in essa, rimanendo immersi in sostanza fluida.

    Morbida. Avvolgente.

    Muoversi dentro di essa con semplicità.

    Movenze piccole e ridondanti, che lasciano il piacere del contatto continuo, che permettono al corpo di ascoltare tale presenza senza interferenze, che donano a ogni singola parte estrema la percezione del primo contatto.

    Quello più fresco.

    Il mare regala la libertà.

    Il mare affonda nella natura.

    A Iliana piaceva tutto questo.

    L’uomo non può vivere senza una certezza sul proprio destino.

    Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente (Benedetto XVI, Enc. Spe salvi, 2).

    Su quale certezza l’uomo può fondare ragionevolmente la propria esistenza?

    Qual è, in definitiva, la speranza che non delude?

    Sappiamo quindi dove stiamo andando, verso chi siamo diretti e questo orienta tutta l’esistenza?

    La stessa frase risuonava nella sua testa.

    «Sono qui, adesso arrivo.»

    Lavoro

    Già sveglia da un bel po’, ma intrisa ancora del profumo della notte, sotto strisce di cielo sbuca la città. Il suo rumore, ancora sordo, è quello di un giorno come un altro.

    Abiti austeri, cammina fiera a passi svelti. Con le dita tamburella allegramente la borsa a tracolla.

    Il ritmo del passo all’unisono con il suo dondolio.

    Gli occhi sulla strada, nella testa una domanda: Poteva essere la sua volta buona?.

    Il rumore dei tacchi sull’asfalto, l’aria che la investe, bruna, naso aquilino e mani delicate, va sulla strada di quella città di provincia incontro alla sua quotidianità.

    Contemporaneamente, fatiscente nella sua precisa connotazione, soffocata fra ossa, carne e sangue, a vibrare è qualcos’altro. È un delirio esploso in mille sfaccettature e schizzato con intensità tale da spaventare.

    Il suo passo rallenta.

    Palpitante, gonfia di desideri e di speranze, esiste.Tra le costole, dentro il suo ventre, in mezzo alle spalle, nella sua testa, sotto la pancia, dentro le mani, fra le sue cosce, sotto i suoi piedi, al di là dei suoi occhi, in fondo al cuore, esiste.

    Raggiante.

    Davanti al portone di un edificio del primo dopoguerra, lei svolta.Entra.Le scale di marmo intatto, solo per alcuni tratti, sono poche e alte.

    Bussa. Apre una donna minuta. Il viso scarno, coperto da pesanti occhiali da vista, sorriso sereno.

    «Buongiorno signorina Iliana,» rimanendo con quell’espressione in volto, «di buon’ora come al solito.»

    «Buongiorno, buongiorno.»

    «Un buon caffè caldo?» sembra una ventata d’aria fresca ora la voce di Donna Grazia. «Lo porto subito subito…»

    «Grazie» è un sussurro con il tepore dolce di una bimba «volentieri, sempre gentile Donna Grazia.»

    Iliana continua verso il corridoio con lo stesso passo, fino alla sua stanza.

    Simile a un rito propiziatorio, ogni giorno Donna Grazia accoglie così Iliana Rocci in ufficio. I suoi movimenti lenti, cadenzati, le parole garbate.

    «Signorina Iliana, siete sempre impeccabile, da quando vi conosco non avete mai avuto un contrattempo» la voce di Donna Grazia si perde nel corridoio. Torna poco dopo con un bel caffè caldo tra le mani, mentre i suoi occhi restano sulla donna. Sono benevoli.«Ce ne fossero donne come voi…»

    Iliana sorride. Quel fare al limite di una familiarità che fa sì che sia appellata ‘signorina’ piuttosto che dottoressa; quella gentilezza, quel ribattere educato e tutta quella cortesia velata, lasciano che Donna Grazia possa ostentare la consapevolezza di essere una di loro.

    Scavalcato da poco tempo l’ostacolo di uno scomodo part-time, Donna Grazia lavora in quell’ufficio da quando esso aveva cominciato a esistere.Otto mesi sono passati da quando è stata assunta a tempo pieno.

    «Vado a prendere i miei appunti e sono subito da lei.»

    Le parole di Donna Grazia volano nella stanza e lei è già fuori. Iliana, alla sua scrivania, sta aspettando.

    Ordinaria casualità.

    Appoggiata al gran tavolo delle riunioni col suo caffè, lo sguardo assorto. Beve subito.Un sorso per assaporarlo e due di seguito per finirlo. Forte e bollente come piace a lei.

    «Okay» dice a se stessa, «si comincia…»

    La RO.DE.MA.PI. Studium & Operam nasce dapprima come sportello d’informazione, in seguito, acquisisce maggiore importanza occupandosi della gestione di eventi d’ogni genere a impatto sociale. Una serie di aule a pianterreno dall’altra parte dello stabile la fanno divenire presto una sede efficiente. L’allestimento di una serie di uffici creati di volta in volta fanno il resto. Si rende presto tutto chiaro con la costituzione di un’Associazione, notai e documenti sono per un po’ di tempo all’ordine del giorno. Acquisizioni di beni immobili e strategie vengono messe in atto, così come la stesura di un fornito atto costitutivo tale da rendere possibile spaziare nel migliore dei modi in quel mondo lavorativo. I soci, allora, disegnano presto confini e priorità, mentre accadeva di non dover più cercare opportunità ma poterle finalmente costruire.

    La svolta in un risultato tangibile: navigare a gonfie vele tra richieste di mercato vantaggiose. Tutto in una parola magica: formazione professionale.

    Scrollata da torpore momentaneo di pochi istanti, Iliana si rivolge con voce squillante a colei che a inizio giornata è la sua segretaria personale.

    «Donna Grazia, le spiace portarmi il fascicolo delle progettazioni esecutive?».

    Posa sul tavolo la tazzina ormai vuota.

    «Arriva subito… le occorre anche la bozza degli orari settimanali?»

    «Se è già disponibile prenda anche quella e già che c’è faccia di questo una copia per tutti, sarà utile già da stamattina prenderli in considerazione.»

    Iliana le dà in fretta alcuni fogli presi dal tavolo. Sono gli elenchi dei fornitori idonei ad alcune competenze già individuate in prima fase di progettualità.

    Questa mattina dovranno riunirsi i membri del consiglio d’amministrazione della società. Una serie di eventi a breve devono partire e la società dovrà stabilire le strategie più attendibili da seguire. Donna Grazia, sguardo in allerta oltre gli occhiali, afferra i fogli che la giovane donna le sta porgendo.Frenesia di scadenze, documenti dappertutto, susseguirsi di appuntamenti, tempistica di checklist da gestire. La segretaria sistema la stanghetta sull’orecchio e con l’espressione di chi vuole tenere a mente qualcosa che può sfuggire, esordisce:

    «Bisogna chiedere al dottore cosa dobbiamo fare con le tre aziende che non hanno completato i moduli on the job e poi servono i nulla osta e le convenzioni…»

    «Certo.»

    «Sono pronte le lettere per gli accordi da fare con la Camera di Commercio e Confartigianato, poi…»

    «Ancora?»

    «Ancora e ancora mancano… sì, mancano tutti i grafici dei report sul monitoraggio dell’apprendistato…»

    «Va bene» il tono spicciolo di Iliana la interrompe continuamente.

    «Perché ancora non sono pronti? Dovreste sollecitare» dice Donna Grazia. Preso fiato, continua con lo stesso tono: «e per le sostituzioni… sì… si è già provveduto».

    Poi senza dare spazio alla sua interlocutrice aggiunge:

    «Ah dimenticavo, per i voucher abbiamo ancora problemi… ma qui in ufficio non è arrivata ancora alcuna telefonata né e-mail in merito… solo un paio di richieste di chiarimenti, quelle riguardo RN701-A ed RN401-F».

    Iliana guarda la sua segretaria e non nascondendo stupore esclama: «Non mi dica che ancora non si è conclusa la questione Ciannini e Martinelli!»

    Donna Grazia non perde l’occasione. Per lei è puro divertimento sguazzare in quelle difficoltà inevitabili di burocrazia troppo rigida dove spesso restano impelagati uffici di riferimento, istituzionali o no. Quindi lo sfizio di commentare. "Tante mani, ma nessun occhio perspicace" è spesso la sua sentenza preferita.

    «Proprio così.»

    La sua voce ora, abbandonata la frenesia di dettagli e informazioni, diventa impicciona.

    «Non finiranno mai di stupirci, occorreva che ci facessero riempire risme di moduli per capire quello che era così chiaro a occhio nudo…»

    È la frase tipica con la quale più di una volta Donna Grazia sbotta tra il divertimento generale.Iliana di solito sorride ad affermazioni del genere, ma poi fra sé pensa sempre:"Sì d’accordo, ma non si può trattare l’ufficio come una drogheria!".

    «Mi passi la telefonata in direzione.»

    La voce arriva cogliendo tutti di sorpresa.

    «Buongiorno dottor Masaldi.»

    L’irruenza è grossolana e devastante come quella di un tagliaerba. A entrare nella stanza di fronte è uno dei soci, quello che gioca a fare l’uomo d’affari senza scrupoli e, senza tanti preamboli, compare e scompare portando la maggior parte delle volte fibrillazione e anche un po’ di ansia.

    «Mi spiace, ma non è arrivata nessuna telefonata, dottore…». È Donna Grazia a rispondere e come al solito perdendo tutta la sua sicurezza. Puntualmente ciò accade ogni volta che la donna si trova a respirare, anche solo per pochi minuti, la stessa aria di quell’invadente personaggio.Gravi sintomi di puro disorientamento.

    Ecco cosa le accade ogni volta.Enorme riconoscenza e senso di responsabilità la rendono inossidabile nel contesto di vita convulsa e caotica che pulsa fra quelle mura, a volte con ritmi insostenibili. Ma può accadere che la povera donna traballi sfiorata da qualche fendente a lei sferzato. Per questo, ogni tanto può apparire inadeguata.

    Allora viene spontaneo chiedersi:per caso è una mascotte tenuta lì per superstizione?

    Con quel suo nome che sa di sagrestia, Donna Grazia ha comunque il suo posto lì dentro. Cinquant’anni passati, senza amore e senza impegni, inghiotte le sue giornate, brevi, uguali e precise, ritenendosi salva con un lavoro e delle responsabilità. Ora sola, dapprima accanto alla madre che lentamente invecchiava, Donna Grazia ha trovato il suo più grande stimolo in questo impiego prima di adagiarsi nella propria esistenza piatta.

    Una premonizione, e il telefono comincia a squillare appena l’uomo entra nella stanza. Il suono sordo di passaggio di chiamata l’ha già raggiunto nel suo ufficio.

    «Ti dicevo, dobbiamo trovare una soluzione, non posso aspettare… appunto, ci saranno delle scadenze da coprire, non credo sia del tutto necessario ricorrervi.»

    Dall’altra parte del telefono una voce insistente parla velocemente, interrotta solo perché in attesa di una risposta.

    «Ma perché? È certo, non ci vorrà che il nostro accorgimento, ma sì, sarà interessante…»

    Ancora domande, ulteriori sollecitazioni.

    «Certo, certo…» le richieste non finiscono mai.

    L’uomo sembra abituato a tutto questo.

    Non scomponendosi più di tanto riesce a gestire quella chiacchierata che per chiunque altro poteva essere addirittura massacrante.

    «Va bene, che vuoi che ti dica, va bene, ci aggiorniamo lunedì… va bene, aspetto la tua telefonata… va bene, davvero… ciao a risentirci.»

    La mano posa la cornetta: un respiro e la consapevolezza di chi dice a se stesso: Sono stanco, ma mi piace, uno sguardo intorno con l’occhio di chi sa già tutto e subito il dito sul tasto del PC. L’uomo lascia gli occhi fissi sul monitor e aspetta che sul desktop del PC. prenda forma la parola Windows dall’incontro di due sfere lanciate nel buio della schermata.

    Nel frattempo Iliana entra nella stanza con le braccia occupate da alcuni documenti, una vistosa quantità. Sono i contratti da visionare e siglare nel corso della riunione convocata in mattinata.

    «Buongiorno Enzo.»

    L’uomo non dà cenno di risposta, salutare non gli appartiene.Furtivamente il suo sguardo va ai documenti che la donna porta con sé.

    «Hai visto se sono arrivate le fatture di Furcoli & Arpe?» la voce di Enzo arriva secca e senza prerogative, come suo solito.

    «Dovrebbero completare la documentazione di questo trimestre.»

    Iliana non sembra far caso a quell’atteggiamento che riconosce a lui consueto.Diretto ed essenziale, rimane secondo lei pur sempre scarso nei risultati.

    «Non so niente di questo, devi chiedere a Mimmo, se ne sta occupando lui… vuoi che lo chiami? Posso rintracciarlo subito, dovrebbe avere il cellulare acceso.»

    Dà uno sguardo all’orologio.

    «Sono le otto quasi e venti, provo adesso.»

    Iliana poggia i documenti sulla scrivania per prendere in fretta la rubrica e con l’altra mano il telefono portatile sullo schedario alle sue spalle.

    «Questo telefono deve stare al suo posto, così messo in giro presto non funzionerà più.»

    Il tono dell’uomo continua a essere laconico. Iliana pensa in fretta quanto sia insopportabile.

    «Hai ragione» la donna lo dice subito. «Infatti è scarico, lo chiamo di là.»

    Esce dalla stanza con il telefono in mano in cerca del carica batteria e del suo telefonino.Enzo resta solo con i documenti sulla sua scrivania. Iliana sente sempre un lieve disagio nel fare qualunque cosa alla presenza di Enzo. Lo ritiene goffo e rude allo stesso tempo e pur avendo con lui contatti giornalieri non riesce ad averlo in simpatia.

    Inoltre quella sensazione di imbarazzo in sua presenza la condiziona sempre. Recuperato il suo cellulare, chiama Mimmo.

    «Pronto» fa la voce di una donna.

    «Ciao, sono Iliana, sto cercando Mimmo.»

    La voce femminile è un po’ disorientata. Accenna un semplice sì. «Ah grazie, puoi passarmelo, ciao.» Iliana è abituata anche a questo.

    «Ciao Mimmo, stavi venendo in ufficio?» la risposta dall’altra parte probabilmente era stata ironica. Iliana non vuole farci caso, e continua: «Volevo chiederti di quelle ultime fatture di Furcoli & Arpe… sì dovresti portarle oggi, Enzo sta raccogliendo la documentazione».

    Dall’altra parte un po’ di informazioni dell’ultima ora condite con il solito tono scanzonato. «Okay, va bene, ci vediamo, ciao.»

    Iliana metabolizza le notizie necessarie e rientra nella stanza di Enzo.

    «Le manderà tramite Lara, ho fatto bene a telefonare, lui non potrà esserci stamattina.»

    «A che ora era fissata la riunione?» la voce continua a far sentire quel tono di fastidio.

    «Alle nove», dice telegrafica Iliana.

    «Quanto mai si rispetta un impegno! Non ce la faremo a fare tutte le schede per oggi pomeriggio…» gli occhi tornano sulla schermata del file Excel appena aperto. «Si finirà col fare tutto in fretta, come al solito.»

    Iliana finge di non sentire l’ennesimo rimprovero lanciato allo sbaraglio, e senza commentare nulla, ad alta voce, farfuglia soltanto a se stessa: Forse è proprio questa la nostra forza.

    Enzo la sente lo stesso.

    Iliana se ne accorge, così ridacchia sarcastica uscendo dalla stanza, dopo aver ripreso con sé i documenti. Una volta fuori si sente subito meglio. Sono quasi le nove e otto minuti e la riunione non è iniziata. A mancare ancora in ufficio la dottoressa Francesca Malti e Clara Pilloni.

    La prima, con una telefonata dell’ultimo momento, assicura di arrivare entro le dieci. La dottoressa Pilloni, semplicemente Lara per gli amici, dopo undici minuti è già di fronte al suo PC. Portatile in sala riunioni.

    Dottore commercialista, importante curriculum, master e specializzazioni all’estero, lei riveste il ruolo di direttore generale della società; acuta e determinata, se pur attraente nell’aspetto fisico, colpisce soprattutto per quello che ha nella testa.

    A pochi minuti dalle nove e mezza arriva Gianfranco.

    «Buongiorno a tutti.» Il saluto è giunonico. «Ragazzi, siete in forma stamattina?»

    La sua voce imponente risuona nel corridoio dell’ufficio. Il tono fa presupporre una persona gioviale.

    «Si può scherzare stamattina…» continua poi di colpo quasi sottovoce; rivolgendosi a Donna Grazia che è dietro di lui dice: «Si può scherzare?».

    Lo domanda con fare complice.

    «Dottore, voi volete sempre scherzare!» Donna Grazia sorride.

    Intanto l’uomo ha raggiunto la stanza dove è entrato poco prima Masaldi. Una volta dentro esplode con tutta l’irruenza fino ad allora tenuta solo in agguato:

    «Buongiorno.»

    È un altoparlante che rimbomba nella stanza.«Allora, si inizia? Ci siamo?». Sfregandosi le mani si avvicina all’uomo e senza far attenzione a quello che sta facendo dice a bassa voce: «Ehi, ma che notte hai passato caro mio?». E ancora, stavolta serio: «…hai una faccia!».

    Masaldi alza gli occhi e con lo sguardo che è tutto un programma raccoglie con pazienza lo sfottò dell’amico. Poi, sottomesso, lascia all’altro campo libero.

    «Ti ammali, caro mio…» De Sanctis si diverte e continua: «E che resta a ’ste condizioni…».

    Di colpo una pausa forzata e la voce diventa un sibilo.È un’allusione volgare a uscire dalla sua bocca.

    Masaldi, scazzato come al solito, la ignora non dandogli soddisfazione. Presidente della società in questione, con carica istituzionale dismessa o confermata dal consiglio d’amministrazione in base a qualche mal di pancia interno, oppure preziosa opportunità esterna, Gianfranco è un ottimista, sempre al limite di una seria considerazione professionale.

    Affronta difficoltà sempre e comunque e ciò lo rende contemporaneamente un decisionista e un immaturo semplicista. L’uomo lascia perdere Masaldi e continua il suo giro nelle altre stanze. L’obiettivo di fare un po’ da rompicoglioni a effetto continua. Entra nella sala riunioni e si mette a scherzare con Iliana e Lara. Qualche battuta viene scambiata come prima di un’importante partita dove a mettersi in gioco sono i loro destini e la loro sagacia.Il clima è quello d’attesa prima di mettersi in azione.

    Poco più di venticinque minuti e la riunione ha inizio.Tutto procede come stabilito con l’unica interruzione dovuta all’arrivo della dottoressa Malti.

    L’ufficio dappertutto è un rollio di attività convulsa.Parole, squilli di telefoni, cellulari che vibrano, tutto si sovrappone al rumore delle idee, mentre i loro pensieri scompaiono e tutto viene buttato fuori con energia e animosità per avanzare opportunità.Carte sparpagliate dappertutto fanno decantare responsabilità, scadenze, impegni, mentre il ritmo di ognuno calza il suo tempo con efficiente tempismo.

    Alle 15.30 si sono già compilate le schede riguardanti docenze nelle composizioni delle aule, distribuzione delle attrezzature per lo svolgimento dei corsi, fatta la bozza di calendario e cronogramma; si sono previsti i costi di gestione, i fornitori da contattare, le opportunità da sfruttare e i tempi da rispettare. Tutte procedure, inanellate in un vademecum gestionale attento e diretto, affrontate con spirito costruttivo e definite per tutte le aree coinvolte dell’ufficio. Tutti i documenti sono stati visionati, ora devono essere semplicemente siglati.

    «Tempistica perfetta come sempre» De Sanctis guarda l’orologio, e continua compiaciuto: «Sono le tre e mezzo ed è stato chiuso tutto».

    Il tono ottimista non è stato abbandonato per un solo attimo da Gianfranco. «Ragazzi siete tutti promossi. Potete andare a casa.»

    Adesso Enzo appare più rilassato, anche lui è diventato allegro, seppur sempre caramellato nella sua ironia.

    «Ho fame, tanta fame» dice Lara.

    Il calo di tensione, anche per lei, è visibile e liberatorio. Finisce di sistemare i documenti che si trova davanti, completando le ultime firme sui moduli che le vengono passati da Iliana. L’ultimo scarabocchio e Lara ha finito.Il suo atteggiamento, quando si tratta di chiudere un fascicolo, è sempre concentrato e allo stesso tempo guardingo. Capelli lunghi, sguardi complici, voce ferma. Fa scivolare l’ultima serie di fogli che ha appena firmato e sta per alzarsi.

    «Ma qui c’è un errore» sbotta. «Cosa c’entra la PRO. Service s.r.l.?» le parole arrivano stizzite. «Perché stiamo facendo un contratto con loro?» lo urla con rancore, mentre la sua attenzione è attirata dalla carta intestata che sbuca dagli allegati di un contratto ancora sul tavolo. «Non l’avevamo escluso dall’elenco dei nostri fornitori con l’ultima edizione di corso?»

    Iliana sembra cadere dalle nuvole, guarda la donna e prende i documenti in questione dal tavolo. I suoi occhi scorrono sugli allegati velocemente. Lara ha ragione.Ha compilato lei stessa quei moduli, poteva essere stata così distratta?

    «Non capisco» Iliana è disorientata.

    Nel frattempo nella stanza cala un imbarazzante silenzio.

    I documenti sono stati controllati da lei la mattina stessa, prima che iniziasse la riunione e solo Donna Grazia aveva avuto accesso alle carte dopo di lei.Per la RO.DE.MA.PI. Studium & Operam è fondamentale muovere i passi giusti nella giungla della politica più consona, non affondare in burocrazia inutile strizzando l’occhio alla disponibilità, non scivolare nel compromesso. Eppure quel nome non deve essere fra quelle carte con quegli incarichi.Enzo, che si era appena alzato e allontanato dal tavolo riunioni, torna subito al suo posto. È un modo per affermare ulteriormente la sua presenza. Un gruppo di persone, amici divenuti soci.Appassionati diventati competenti.Il fulcro intorno al quale ruota tutto.Enzo Masaldi è parte di loro. Non potrebbe mai andare contro.

    «Si tratta d’interessi in comune…» lo dice come se nulla fosse. «Dobbiamo capire…» la frase è interrotta da un gesto che somiglia a qualcosa di religioso.

    L’indice puntato verso il cielo e lo sguardo complice che lui lancia sono inequivocabili. Vuole essere simpatico e affrontare in modo scanzonato qualcosa di serio.

    Non è perfettamente il suo stile.

    È comunque goffo e poco credibile. Le persone a cui sta parlando sono forti di esperienza imbastita a impegno sempre più ossessivo e tenace, che lasciano alla follia dell’entusiasmo la forza di un gran desiderio della loro affermazione personale. Enzo Masaldi è quello a essere più ingordo. Ma non potrebbe mai andare contro.

    Impeccabile nell’abbigliamento e nella gestualità, vuole sempre trasmettere attraverso la sua personalità impostata problemi e difficoltà. Ma la RO.DE.MA.PI. Studium & Operam lavora, lavora e tutto sembra facile tanto da somigliare a fortuna sfacciata.

    Gianfranco De Sanctis cambia atteggiamento, diventa serio, si avvicina a Lara, chiede a Iliana il documento in questione. Gli occhi di tutti ora sono su di lui.

    Francesca Malti, l’unica per la quale concludere un buon affare a tutti i costi è l’unico scopo, contrariata per un intoppo che le fa solo perdere tempo, rimane passivamente in attesa. La sua disapprovazione si manifesta nell’ostentato distacco che esprime continuamente con il suo sorriso forzato. Giocherellando con la sua Montblanc fra le dita cariche di anelli, non dice nulla, assiste.

    Posizione sociale, soldi, potere, credibilità e autorità, facevano della RO.DE.MA.PI. Studium & Operam un titolo in borsa. Il suo fiuto per gli affari e il consiglio del suo fidato amico avvocato avevano fatto scattare in lei un audace capriccio a ridosso della sua enorme tracotanza per cui si era convinta a rischiare in un campo che non era il suo. Il suo introito è liquido amniotico per una creatura come quella piccola società che vuole crescere.

    La signora è solo tediata da riunioni come quelle, che per lei rappresentano una irrimediabile e noiosa perdita di tempo. Intanto le occhiate di complicità e gli atteggiamenti di compulsa preoccupazione continuano.

    «D’accordo» interviene Lara, «lasciamo a voi questi splendidi giochetti e andiamo avanti.»

    Prende alcuni fogli accanto al portatile e li chiude in una cartella gialla che ha nella borsa alle sue spalle.

    Il movimento, nel girarsi, porta in evidenza un corpo agile e tonico che certamente sottopone a ore di palestra e attenzione nell’alimentazione.Lara capisce alla perfezione quello che sta accadendo nella stanza e sa altrettanto bene quali problemi ha comportato quella società a suo tempo.

    Enzo Masaldi torna alla serietà di chi fa molta attenzione a ciò che accade. Intorno al tavolo presenti punti di vista e obiettivi diametralmente opposti.

    Lara si passa una mano nei capelli, come per trovare una certezza in qualcosa che le appartiene e, dopo averli accarezzati più volte con fare maniacale, si accende una sigaretta. Quindi, in atteggiamento di sfida, rimane in attesa.

    Quello che lei non riesce a capire è come quella candidatura sia potuta passare inosservata fino a quel momento. Per la propria dignità non condivide.

    Masaldi intanto, alzatosi dalla sua sedia e portando avanti le braccia dritte così da mandare i polsini della camicia fuori dalla giacca in un gesto liberatorio, sospira.

    «Signori troviamo una soluzione, dobbiamo chiudere oggi a tutti i costi altrimenti le tempistiche saltano.»

    Il tono della voce vuole essere risolutivo, ma resta accartocciato su uno stile poco disinvolto. Si rivolge alla dottoressa Malti e aggiunge, cercando un minimo sostegno:

    «Dottoressa lei è d’accordo a soprassedere a questa cosa? Possiamo ridurre in seguito l’incarico… per noi che gestiamo poi alla fine resta facile».

    Guarda tutti gli altri e continua ancora:

    «Alla fine se per il nostro socio non costituisce un grosso problema…».

    Chiude la frase allargando appena le braccia in segno di rassegnazione.

    «Quindi tu dici scavalchiamo il problema e lo risolviamo a tempo debito?» Lara sta cercando un’alternativa pratica.

    «Guardate, a me interessa che le attività si avviino presto e nel migliore dei modi… d’altronde io non entro in merito alla vostra gestione… questo è il vostro lavoro…» Francesca Malti non ha voglia di discutere.

    «Allora mi sembra che tutto si possa facilmente risolvere!». Enzo vuole essere risolutivo e chiudere la faccenda in una posizione privilegiata.

    «Questa è fatta. Iliana puoi concludere, prendi il resto dei documenti e andiamo avanti con le altre schede da firmare.»

    I suoi occhi hanno un guizzo di soddisfazione. Qualcosa gli torna bene, altrimenti perché tutta quella felicità?

    La società in questione proposta a suo tempo da amici d’affari, in seguito aveva condiviso alcuni interessi con lo stesso Masaldi. È evidente che ha approfittato della situazione e al momento non vuole rompere i rapporti. Frattanto De Sanctis, dal canto suo, pur non essendo d’accordo lascerebbe anche correre, ma stavolta la posta in gioco è alta. Non può permettere che ciò avvenga.L’aspetto tecnico operativo, la parte squisitamente amministrativa, vale solo per alcuni fra loro e tanto meno la trasparenza di meccanismi più o meno ufficiali.

    Si preferisce andare al sodo.Iliana, che nel frattempo ha appuntato ogni singola variazione avvenuta durante tutta la riunione e con puntualità ne ha tratto in alcuni moduli già predisposti segni, crocette e nominativi necessari, ora, raccogliendo tutto in un fascicolo, lo sta ricontrollando. Lo passerà poi ai presenti e farà controfirmare nei punti già indicati da lei a matita. In altre occasioni Gianfranco De Sanctis avrebbe riso per quella situazione che significava tutto o niente. Adesso lo fa sentire responsabile e la tentazione di guardare da un’altra parte è subito svanita.

    «Signori, dobbiamo fare di necessità virtù, non occorre nasconderci dietro un dito!». Gianfranco De Sanctis è passato ad analizzare l’accaduto con più precisione e la sua voce è divenuta più forte. «Mi sembra ovvio il fatto che ci sia qualcosa da preservare e ve lo dico io prima che lo scopriate per conto vostro.». Sul suo viso passa per un istante l’insofferenza di chi si vede insegnare il proprio mestiere, quindi aggiunge: «Ma il fatto che sia in questo elenco, con tutti i responsabili del cazzo che ci sono, resta un mistero!». La sua voce diviene tagliente. «O sbaglio? È imperdonabile…»

    «Sono d’accordo» dice Masaldi sistemandosi il nodo della cravatta

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