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Sherlock Holmes e l’avventura americana
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E-book113 pagine1 ora

Sherlock Holmes e l’avventura americana

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Info su questo ebook

ROMANZO BREVE (64 pagine) - GIALLO - Sherlock Holmes in viaggio in America col dottor Joseph Bell

Un racconto sulla giovinezza di Sherlock Holmes, in cui lui e il famoso dottor Joseph Bell si imbarcano su una nave per New York e vengono coinvolti in un complicato omicidio che definisce le cause dei rapporti tra  Holmes e le donne. Il racconto evidenzia la complicata relazione tra il giovane Sherlock, guidato da Bell, e l'esimio dottore e diagnosta. "Pubblicato per la prima volta in" Sherlock Holmes: The American Years "(St. Martins Press, 2010)."

Gary Lovisi è stato finalista agli Edgar Mystery Writers of America nella categoria miglior racconto per il suo apocrifo sherlockiano "The Adventure of The Missing Detective". È un cultore del Canone, collezionista e autore di vari articoli e racconti che hanno come tema le avventure del leggendario detective.  È il direttore editoriale e curatore della rivista "Paperback Parade" e della recente antologia "The Great Detective: His Further Adventures" (Wildside Press). La sua prossima pubblicazione, "The Secret Adventures of Sherlock Holmes: Book 3" (Ramble House), contiene quattro recenti "pastiche", raccolti per la prima volta in un libro.  
LinguaItaliano
Data di uscita17 mag 2016
ISBN9788865307205
Sherlock Holmes e l’avventura americana

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    Anteprima del libro

    Sherlock Holmes e l’avventura americana - Gary Lovisi

    a cura di Luigi Pachì

    Gary Lovisi

    Sherlock Holmes e l’avventura americana

    Romanzo breve

    Traduzione di Francesca Secci

    Prima edizione maggio 2016

    ISBN 9788865307205

    © Originally published in Sherlock Holmes: The American Years (St. Martins Press, 2010), copyright 2010 & 2015 by Gary Lovisi. All Rights Reserved.

    Titolo originale: The American Adventure

    Traduzione: Francesca Secci

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Sherlock Holmes e l’avventura americana

    Prologo

    Parte I: Baker Street

    Parte II: Il dottor Bell, 1876

    Parte III: A bordo dell'Oceanic, 1876

    Parte IV: America, 1876

    Parte V: Baker Street, Ottobre, 1911

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    Sherlock Holmes in viaggio in America col dottor Joseph Bell

    Un racconto sulla giovinezza di Sherlock Holmes, in cui lui e il famoso dottor Joseph Bell si imbarcano su una nave per New York e vengono coinvolti in un complicato omicidio che definisce le cause dei rapporti tra  Holmes e le donne.

    Il racconto evidenzia la complicata relazione tra il giovane Sherlock, guidato da Bell, e l'esimio dottore e diagnosta.

    Pubblicato per la prima volta in Sherlock Holmes: The American Years (St. Martins Press, 2010).

    L'autore

    Gary Lovisi è stato finalista agli Edgar Mystery Writers of America nella categoria miglior racconto per il suo apocrifo sherlockiano The Adventure of The Missing Detective. È un cultore del Canone, collezionista e autore di vari articoli e racconti che hanno come tema le avventure del leggendario detective. 

    È il direttore editoriale e curatore della rivista Paperback Parade e della recente antologia The Great Detective: His Further Adventures (Wildside Press). La sua prossima pubblicazione, The Secret Adventures of Sherlock Holmes: Book 3 (Ramble House), contiene quattro recenti pastiche, raccolti per la prima volta in un libro.

    Prologo

    Nel corso degli anni molti miei corrispondenti e ammiratori dei casi del grande detective Sherlock Holmes mi hanno chiesto di divulgare la verità sul ritiro dall’attività di Consulting Detective del mio amico. A 57 anni, Holmes era in piena forma e vigore, e ancora al culmine delle proprie capacità; era stato a lungo in cura per i suoi problemi con la cocaina e dietro di sé aveva una moltitudine di casi coronati da successo. Perché allora si è ritirato improvvisamente nel 1912?

    Nel tentativo di porre un freno alle congetture talvolta appassionate e alle varie voci che spesso alimentano simili speculazioni incontrollate, ho deciso di scrivere queste rivelazioni come Holmes me le ha raccontate. Contengono risposte sepolte da qualche parte tra i segreti nascosti della sua giovinezza, all’inizio della carriera del grande detective.

    Parte I: Baker Street

    Era una sera d'autunno dell'ottobre 1911. Sherlock Holmes ed io, come sempre, sedevamo davanti al fuoco vivace nel nostro alloggio di Baker Street in apparente calma e tranquillità. Fuori, la pioggia era stata terribile tutto il giorno; un diluvio torrenziale inframmezzato di tuoni e lampi, ma dentro era caldo e accogliente. C’era anche molto silenzio. Negli ultimi tempi le richieste di consulenza erano state sporadiche e irrilevanti, dopo la felice conclusione del caso Carfax. Non vedevo Holmes da quando era stato chiamato nel nord, ed era appena rientrato. Senza nessun caso in sospeso, ero sicuro che l'attuale inattività avrebbe messo il mio amico di cattivo umore. Sedeva davanti a me immobile, silenzioso, apparentemente immerso in gravi pensieri contemplativi, ma percepivo che qualcosa di più profondo lo disturbava.

    In momenti come quello sapevo che era meglio non chiacchierare o interferire con la sua concentrazione. Quindi stavo seduto in silenzio, con gli occhi che scorrevano i titoli dell'edizione del mattino del Times. Non c'era niente d'interessante finché non individuai un trafiletto che, pensai, avrebbe potuto interessare il mio amico, forse persino scuoterlo dal morale cupo e dalla depressione della sera piovosa.

    – Senta un po’, Holmes, qui c'è una notizia interessante. Riguarda il famoso dottor Bell – dissi rapidamente. – Se lo ricorda? L'illustre chirurgo e diagnosta?

    Holmes alzò lo sguardo piuttosto bruscamente, ma non pronunciò una parola. Di sicuro era di pessimo umore, ma ero determinato a vedere se potessi spezzare quella barricata con poche parole che potessero interessarlo, e magari iniziare assieme una conversazione.

    Scossi la testa: – Qui dice che è deceduto. Pochi giorni fa, il quattro del mese. Purtroppo la moglie e il figlio l'avevano preceduto molti anni prima. – Holmes accolse la notizia in silenzio, senza muoversi.

    Alzai le spalle. Non conoscevo il dottor Bell, ovviamente. Difficilmente mi aggiravo in tali circoli nobili, ma molti nel mio campo conoscevano sia lui che le sue pratiche pioneristiche. Mi sembra persino di ricordare che Holmes l'abbia menzionato brevemente di sfuggita in una o due occasioni per via dei suoi metodi brillanti di analisi e diagnosi che rispecchiavano il talento del mio socio nel regno piuttosto diverso dell'investigazione criminale.

    – Ho detto, Holmes… – iniziai distrattamente, ma il suo silenzio continuato m’indusse a guardarlo, e all’improvviso i miei occhi osservarono la più incredibile delle visioni. Mentre il mio socio sedeva silenzioso e immobile, modello per una statua di stoica imperturbabilità, qualcosa mi sembrò fuori posto. Guardai più da vicino il suo volto e, nella luce tremolante, notai una linea luccicante che gli scorreva sulle guance, riflettendo il chiarore fioco offerto dal camino. Era davvero straordinario. Improvvisamente mi resi conto che ciò che gli vedevo sul volto erano lacrime. Sherlock Holmes… stava piangendo!

    – Mio Dio, Holmes! Cosa c'è? – balbettai, con sorpresa mista ad apprensione crescente, perché non avevo mai visto il mio amico in un tale stato da quando lo conoscevo. Iniziai a preoccuparmi sempre di più; la totale mancanza di risposta era snervante. Feci un profondo respiro, poi chiesi di nuovo, dolcemente: – Holmes?

    – John, non è più a questo mondo – mi disse Sherlock Holmes con una voce bassa che era la tristezza stessa e non sembrava affatto la sua. – È stato l'uomo più grande che abbia mai conosciuto, e il migliore fra gli uomini.

    – Bell? – chiesi con curiosità. – Lei… lo conosceva?

    Holmes annuì lentamente.

    – Non ne avevo idea, Holmes. Io… mi dispiace – dissi, percependo tutta la sua tristezza.

    – Non c'è più – ripeté Holmes con un bisbiglio. Il dolore profondo nella sua voce e il viso triste sembravano riempire il nostro salottino di un drappo di tristezza che era quasi palpabile. – Devo dirle che il mio recente viaggio nel nord è stato a Edimburgo. Con l'intera famiglia di John deceduta da tempo, toccava a me sistemare il funerale e una lapide con un'iscrizione adatta.

    Temo che non sapessi cosa dire per lenire l'afflizione del mio socio, o come reagire a questa informazione, ma poi, con un profondo sospiro, continuò lui stesso la conversazione.

    – Non ho mai parlato di questo a nessuno, John – disse Sherlock Holmes. – Il dottor Bell non è stato solo il mio mentore, ma anche un amico fidato. Sarò in lutto per lui come se fosse mio fratello.

    – Non ne avevo idea, Holmes… che voi due…

    Holmes annuì con

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