Alla ricerca dell'Isola Galleggiante: Odissea nel futuro 7

Di Piero Schiavo Campo

ROMANZO BREVE (59 pagine) - FANTASCIENZA - Mentre il mondo di Phil Scarlatti è sull'orlo dell'abisso e della distruzione, resta solo una vaga speranza di poter capovolgere le cose: un essere leggendario appartenente al passato

"Téleios", dal greco "perfetto, completo in tutte le sue parti". È il nome di una leggendaria intelligenza artificiale costruita secoli prima, antecedente ai bioautomi e successivamente abbandonata. Ed è anche l'ultima, flebile speranza per Phil Scarlatti di trovare un modo per bloccare l'avanzata della truppe dell'Impero Centrale e salvare la vita agli ultimi uomini liberi francesi, tra i quali la sua amata Margot. Dovrà trovare una misteriosa isola galleggiante per cercare un dio biomeccanico di cui non è certa l'esistenza, come non è certo che, dopo averlo trovato, possa effettivamente essere d'aiuto. Ma di opzioni, ormai, non sembra essercene altre.

Nato a Palermo ma residente a Milano, Piero Schiavo Campo, laureato in astrofisica, insegna teoria e tecnica dei nuovi media all'Università di Milano Bicocca. Nel 2013 è stato pubblicato su Urania il suo romanzo "L'uomo a un grado kelvin", vincitore del premio Urania. Collabora con Robot e ha un blog personale, "The Twittering Machine", dove pubblica racconti e brevi saggi scientifici.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 24 mag 2016
• ISBN: 9788865307267

Anteprima del libro

STAGIONE 1   VOLUME 7

Piero Schiavo Campo

Alla ricerca dell'Isola Galleggiante

Romanzo breve

Prima edizione maggio 2016

ISBN 9788865307267

© 2016 Piero Schiavo Campo

Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

Versione: 1.0

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Indice

Il libro

L'autore

Alla ricerca dell'Isola Galleggiante

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

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Il libro

Mentre il mondo di Phil Scarlatti è sull'orlo dell'abisso e della distruzione, resta solo una vaga speranza di poter capovolgere le cose: un essere leggendario appartenente al passato

Téleios, dal greco perfetto, completo in tutte le sue parti. È il nome di una leggendaria intelligenza artificiale costruita secoli prima, antecedente ai bioautomi e successivamente abbandonata. Ed è anche l'ultima, flebile speranza per Phil Scarlatti di trovare un modo per bloccare l'avanzata della truppe dell'Impero Centrale e salvare la vita agli ultimi uomini liberi francesi, tra i quali la sua amata Margot. Dovrà trovare una misteriosa isola galleggiante per cercare un dio biomeccanico di cui non è certa l'esistenza, come non è certo che, dopo averlo trovato, possa effettivamente essere d'aiuto. Ma di opzioni, ormai, non sembra essercene altre.

L'autore

Nato a Palermo ma residente a Milano, Piero Schiavo Campo, laureato in astrofisica, insegna teoria e tecnica dei nuovi media all'Università di Milano Bicocca. Nel 2013 è stato pubblicato su Urania il suo romanzo L'uomo a un grado kelvin, vincitore del premio Urania. Collabora con Robot e ha un blog personale, The Twittering Machine, dove pubblica racconti e brevi saggi scientifici.

Dello stesso autore

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1.

Uscii sul ponte soltanto quando fui sicuro che la costa francese non fosse più in vista. Era metà pomeriggio, il cielo era grigio come il mare, e la superficie dell’acqua era agitata. Soffiava un vento teso, e avevo l’impressione che fosse in arrivo una tempesta. Fissai per diversi minuti l’orizzonte, respirando profondamente l’aria salmastra, poi mi misi a esplorare il bastimento. La nave trasportava un enorme numero di casse, accatastate su tutto il ponte superiore. Erano tenute ferme da funi, e due robot se ne stavano in ozio a controllare che il rollio non le facesse scivolare. Mi avvicinai a uno degli alberi; ero stupito che una nave del ventiseiesimo secolo navigasse a vela. L’albero era di legno, e sembrava corroso dalla salsedine. C’era qualcosa che non capivo. Allungai una mano per toccarlo, e mi accorsi che non esisteva! Era solo un ologramma, così come festoni colorati che vi erano appesi; anche la prua e la poppa che svettavano verso il cielo non erano che illusioni, e la nave era solo una chiatta dalla forma allungata.

– Nel regno di Napoli sono molto scenografici. Amano i colori, le feste, la musica. Per assicurarci le commesse di trasporto, siamo costretti ad adornare i traghetti in modo da renderli piacevoli alla vista…

Il capitano era dietro di me, e mi osservava con un sorriso un po’ ironico. Indossava una specie di tuta blu, protetta da una cerata di plastica spessa e lucida.

– Quindi stiamo navigando a motore, non a vela? – Gli chiesi.

– Motore? Non sei un marinaio, vero? Vieni, ti faccio vedere.

Si mosse verso la prua, e io lo seguii docilmente. C’era un pennone di legno, sotto cui era montata una polena che raffigurava un leone con la testa di donna. Non ebbi bisogno di toccare nulla per rendermi conto che anche quello era un ologramma.

– Guarda.

Il capitano puntò un braccio verso il pennone. C’erano quattro cavi d’acciaio tesi allo spasimo che s’immergevano nell’acqua; a una trentina di metri di distanza si vedeva una strana agitazione, come se qualcosa ribollisse sotto la superficie del mare. Improvvisamente, davanti alla prua vidi saltare una balena color grigio ferro, con la pancia bianca e le pinne natatorie larghe e piatte.

– Le megattere sono gli animali più adatti per trainare una nave. Ne bastano due per assicurare una velocità di crociera regolare di quindici nodi, e sono capaci di tenerla per un’intera giornata, poi bisogna farle riposare. Allora le sganciamo in modo che possano immergersi, fare le loro bolle, catturare i pesci di cui si nutrono e giocare un poco.

– Come le convincete a farsi riagganciare?

L’uomo m’indicò un lungo tubo di metallo, rizzato sul ponte, alla cui estremità c’era una piccola feritoia.

– Basta un richiamo. Qualche volta sono un po’ riottose.

Ero ammirato da quell’idea semplice ed ecologica: non c’era dubbio che la manipolazione genetica degli animali avesse i suoi vantaggi.

– Però non capisco come fate a spiegare loro quale rotta devono tenere…

Il capitano estrasse da una tasca del grembiule un oggetto di metallo nero di forma circolare, su cui trovavano posto un piccolo display e cinque pulsanti disposti a croce.

– È un controllo elementare ma efficace. Il pulsante al centro serve per catturare l’IP dell’animale verso cui è puntato. Una volta fatto questo, è sufficiente agire sui pulsanti laterali per cambiarne la direzione. Da dove vieni? Il tuo italiano è buono, ma molto strano. Sei francese?

– Sì – mentii. – Sono nato in Provenza, ma con i miei genitori parlavo italiano.

– Buffo. Laggiù