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La Profezia Del Mezzosangue: Le Cronache di Aron
La Profezia Del Mezzosangue: Le Cronache di Aron
La Profezia Del Mezzosangue: Le Cronache di Aron
E-book150 pagine1 ora

La Profezia Del Mezzosangue: Le Cronache di Aron

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Info su questo ebook

Sono passati diversi anni dal tradimento di Aron, che ha pagato la propria scelta con l'esilio a vita, lontano dalla propria famiglia. Kros e Kyra, sulle tracce di una misteriosa tavoletta, si imbattono in una creatura dal potere oscuro e aldilà di ogni immaginazione. Le strade dei guerrieri si incroceranno di nuovo, per l'ultima volta, e gli eventi li porteranno a compiere definitivamente il loro destino, in un mondo che vedrà spezzarsi i propri equilibri...
 
LinguaItaliano
Data di uscita5 set 2019
ISBN9788834181065
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    Anteprima del libro

    La Profezia Del Mezzosangue - Roberto Donini

    Roberto Donini

    La Profezia del Mezzosangue

    Le Cronache di Aron

    UUID: 86f94bb2-e60f-11e9-9e43-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    La Profezia

    Ronin

    Neve rosso sangue

    Sabbie mobili

    La forza dell'amore

    Un futuro incerto

    Il risveglio di Eclissi

    Oltre l'immortalità

    Un tempo per eroi

    La Profezia

    La pioggia cadeva copiosa. Le gocce bagnavano la pelle dei due guerrieri, lavando via il sangue dalle ferite. Il fiato ormai era corto, e le energie finite. I due si guardarono, mentre i ricordi tornavano al passato...

    E dal nulla il mezzosangue giungerà nel mondo

    L'oscurità arriverà con lui, e l'equilibrio sarà infranto

    I cieli cadranno, e le terre tremeranno

    Le onde ruggiranno, e il vento spazzerà le rovine

    Gli immortali perderanno il loro nome, e i mortali conosceranno l'eternità

    Gli eroi sorgeranno, e compiranno il loro destino

    Infine, l'equilibrio sarà ristabilito

    La tavoletta in argilla cadde dalle mani di Kros, finendo in frantumi. Alzò lo sguardo e incrociò quello di Kyra, e per la prima volta la ragazza poté scorgere la paura negli occhi di lui.

    Ho visto ciò che hai letto, è solo una tavoletta senza significato..., disse lei, chissà chi l'ha scritta.

    Se fosse stata solo una tavoletta senza significato non avremmo impiegato mesi a trovarla, cercando nei meandri più nascosti di queste grotte, disse lui secco.

    Kyra tacette un attimo, spiazzata dalla risposta di Kros, poi riprese.

    E se anche avesse un qualche senso? Non è detto che parli di te!

    Quanti mezzosangue conosci in grado di devastare il mondo?, domandò lui, stringendo il Bastone Elementale fra le mani.

    Ne conosco solo uno, e so che non farebbe mai nulla di tutto ciò, poiché lo amo..., disse lei, avvicinandosi e baciandolo sulle labbra, Non sei più la creatura malvagia di una volta. L'amore ha trovato posto nel tuo cuore, e non lo abbandonerà mai finché batterà, di questo ne sono certa, continuò, posandogli una mano sul petto.

    Lui la prese con una mano, e con l'altra posò una mano sul grembo di lei.

    Abbiamo sempre affrontato tutto insieme, supereremo anche questa cosa, disse Kros.

    Cos'è stato?, si interruppe improvvisamente, mentre sentirono un rumore provenire dall'entrata della grotta.

    Una figura, delle dimensioni di un uomo, comparve dal nulla. La luce esterna brillava alle sue spalle, e nemmeno i sensi affinati di Kyra riuscivano a mettere a fuoco l'immagine.

    E tu chi sei?, domandò Kros mettendosi davanti alla sua amata.

    Non importa chi sono, importa cosa voglio..., rispose la creatura, con una voce che i due non riuscirono a definire se umana o meno.

    E cosa vorresti dunque?, domandò Kros iniziando ad alzare il bastone.

    Quel bastone, e la tua vita... Di lei non mi interessa, può andare, rispose la creatura.

    Non credo proprio, disse Kyra, mentre il verde dei suoi occhi iniziava a brillare nella semioscurità e le sue vesti cominciavano ad agitarsi.

    Povero illuso!, gridò Kros, caricando con il bastone.

    Attento, farai crollare la caverna!, lo avvertì Kyra.

    Vi fu un boato tremendo che rimbombò lungo le gallerie, mentre il potere del Bastone Elementale impattava su quella creatura giunta dal nulla.

    Kros sbarrò gli occhi. Quell'essere aveva chiuso le braccia a croce, e aveva fermato il suo colpo. Non riusciva a crederci. Come poteva avere una simile velocità e potenza? Il guerriero non demorse, e continuò a insistere, senza arretrare.

    Illuso io? Tu non hai mai affrontato nessuno come me, mezzosangue!, gridò l'essere.

    Kros continuava a insistere, e le pareti cominciarono a tremare. Kyra osservava incredula. Nemmeno Bhaal, quasi al massimo della sua potenza, era riuscito a resistere al Bastone Elementale.

    Chi mai era costui in grado di fermarlo senza nemmeno avere un'arma?

    Kros sentiva che stava per cedere, l'energia che gli si opponeva sembrava insormontabile.

    No!!, gridò dalla disperazione, dando fondo a tutte le energie che aveva in corpo.

    Vi fu un ruggito sovrannaturale provenire dalla creatura, mentre un'onda d'urto terrificante si propagò da essa. Le pareti della galleria crollarono, e le rocce vennero scaraventate ovunque.

    Kros era a terra, e aveva perduto per un attimo i sensi. Il Bastone Elementale era ancora nelle sue mani. La creatura era sempre davanti a lui, immobile. Anche ora che erano alla luce del giorno non riusciva ad inquadrarne i lineamenti. Un qualche sortilegio ne impediva la vista nitida. Si ricordò di Kyra, e si girò, temendo di non vederla. La ragazza era in ginocchio, ma sembrava stare bene. La sua tempra di drago l'aveva salvata dal crollo. Il guerriero si appoggiò al bastone, e si rialzò.

    Pensi che mi arrenda?, disse rivolgendosi al suo misterioso avversario in tono di sfida.

    Mi deluderesti se lo facessi, rispose l'altro.

    Kros ripartì all'attacco, roteando il bastone. Arrivato a distanza di ingaggio si spostò ruotando il proprio asse per andare a colpire lateralmente, sperando di sorprendere il suo nemico.

    Anche questa volta non ebbe successo. L'essere afferrò il bastone con una mano.

    Kros tentò di ritirarlo, ma era inutile, la presa del suo avversario era troppo forte, e non riusciva a muovere l'arma. La creatura sollevò l'altra mano libera, e iniziò a chiudere le dita, creando una specie di campo di forza.

    Venite a me..., disse, mentre le gemme del Tempo e dello Spazio incastonate nelle due punte del bastone cominciavano a muoversi.

    Cosa vuoi fare, maledetto?, gridò Kros.

    Te l'ho già detto, voglio il potere della tua arma, rispose la figura misteriosa

    Kyra fece per avvicinarsi, ma era ancora frastornata dal crollo.

    Vi fu un lampo di luce, mentre le due pietre si staccavano e finivano nelle mani della creatura.

    L'essere poi emanò una nuova onda d'urto, facendo volare all'indietro Kros e il Bastone Elementale, ormai privato di gran parte del suo potere.

    Il guerriero tentò di rialzarsi, ma non vi riuscì. Lui era stremato, mentre il suo avversario non aveva accusato i colpi ricevuti. Chi e cosa poteva mai essere per avere un tale potere? Lo vide avvicinarsi, mentre nel gioco di luce che emanava riuscì a distinguere chiaramente dei lunghi artigli spuntargli dalla mano.

    Ed ora che ho ciò che cercavo, mi libererò di te, disse il suo nemico, ormai a tiro per finirlo.

    Kros alzò lo sguardo, mentre un piccolo sorriso gli comparve sul volto.

    Un enorme masso cadde addosso alla creatura, prendendola di sorpresa. Kyra scese in picchiata, e i suoi potenti artigli afferrarono Kros, mentre le ali di drago li portavano via verso la salvezza.

    Ronin

    Il pavimento era macchiato di sangue. Aron l'osservava mentre, seduto in seiza, attendeva l'ingresso del suo avversario. Le macchie erano state lavate via diverse volte ma, a forza di cadere, la linfa vitale era penetrata nelle pietre, e aveva lasciato tracce indelebili. E poco importava, pensava, tanto per un luogo come quello il pavimento era anche troppo pulito. Sentiva gli schiamazzi della gente venuta ad assistere al duello. Sporchi scommettitori di frodo, curiosi, padri di famiglia che spendevano i pochi denari che gli avanzavano per un bottiglia in più e un po' di violenza gratuita. Già, violenza gratuita. La violenza avrebbe dovuto essere sempre l'ultima soluzione, lo sapeva bene. Ogni tanto il suo codice d'onore ancora si faceva sentire, ma poi se ne ritornava nei meandri della mente, insieme ai ricordi di una vita passata. Finalmente il suo avversario era entrato. Appena lo vide lo colse un attimo di tristezza. L'armatura tirata a lucido, lo sguardo fiero, il desiderio di diventare qualcuno che contava. Era giovane, troppo giovane per morire. Chissà cosa l'aveva portato ad intraprendere la strata del ronin, il cane sciolto, il guerriero senza padrone, che si vendeva al miglior offerente. E a quanto pare quel giorno il miglior offerente era stata la gentaglia che organizzava quei combattimenti clandestini. Clandestini fino a un certo punto, visto che quel luogo era ciò che di più lontano ci potesse essere da un paese dove vigeva la legge. Ad ogni modo decise che quei pensieri non lo avrebbero turbato oltre. O lui, o l'altro. Non vi era alternativa. E l'altro aveva almeno dieci anni in meno di lui, più energie e sicuramente più motivazione. Chissà che futuro si immaginava, l'altro. Aron invece il suo futuro non riusciva proprio a vederlo, o meglio lo vedeva come un susseguirsi di combattimenti, fino a quando a terra ci sarebbe finito lui, una volta per tutte. Ma il giorno non sarebbe stato quello. I due si avvicinarono e, come da rito, prima di iniziare il duello, fecero un saluto alla folla. Il ragazzo estrasse le spade, la lunga katana ed il corto wakizashi, e le incrociò sopra la testa. Incastonato nell'armatura restava il tanto, il pugnale per il seppuku, il suicidio rituale. Gli applausi che ricevette furono modesti. In fondo, per quanto sicuramente armato di tutto rispetto, era comunque uno nuovo, che si confrontava con il beniamino della folla. Aron, i neri calzoni ormai consumati e sbiaditi, e sopra un'armatura leggera di cuoio, alzò la sua katana, e ricevette le urla di incoraggiamento di praticamente tutto il pubblico. Chissà se sapevano che in fondo li detestava, o forse li compativa, per quello che si erano ridotti a guardare. I due si prepararono al duello. Con la coda dell'occhio Aron vide che non era stata alzata la bandiera rossa, che serviva per indicare un duello all'ultimo sangue. Meglio così, penso fra sé e sé, forse quel giorno avrebbero portato a casa entrambi la pelle. Il suo avversario si avvicinò, spada alta sopra la testa. Era davvero maestoso e inquietante. Aron mantenne la lama bassa, appena nascosta dietro la gamba. I due si fissavano, nessuno osava entrare nella guardia dell'altro.

    Dunque, pensi di restare così per molto?, domandò Aron.

    Quello che serve, rispose l'altro.

    Già, quello che serve... E pensi che ti servirà molto tempo per vincere?

    "Sono più giovane di

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