Il concetto di razza: 17 novembre 1938 "Il viaggio verso l'inferno"
Di Pino Donato
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Il male si sminuisce da sé. E questo il cammino mostrato al mio lettore, le cui direzioni intenzionali sono nei fatti, sono ordinati da una visione d’insieme imprendibile.
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Anteprima del libro
Il concetto di razza - Pino Donato
AL CONCETTO DI RAZZA
A CURA DEL PROF. GIUSEPPE CHIOFALO
G
ent.le Signor Pino, vi confesso che con riguardo al vostro libro ormai disposto a pubblicazione, una insistente domanda accompagnava le mie riflessioni: … Sinossi?
Ed ecco le mie osservazioni, provocate dalla presa d’atto della mia iniziale frettolosità nel considerare giustificata la richiesta dell’editore; fa parte integrante di un rituale modale del pubblicare. Ma è giustificazione d’impulso, durata solo qualche secondo, giacché dimentica della mia convinzione, già consolidata da quanto ho letto e riletto, che quanto occorre per leggere e capire l’efficacia del raccontare, ordinare, cesellare, e sottolineare con disgusto, certi infausti avvenimenti storici, nel vostro testo il Concetto di Razza, è rendersi conto del contenuto senza sunti e punti di vista ma nel suo farsi voce della coscienza civile d’essere meditato. E questo basta!"
Infatti il vostro scritto si presenta nella forma di un rapporto diretto con una malattia della storia, insensata sul piano dei valori, zeppa di orrori autogiustificati da un concetto di razza asservito alla volontà di potere (quella che sostiene perfino i delitti in nome di Dio), una vostra presentazione pertanto che non ha bisogno di essere accompagnata, né rinforzata da altro a beneficio del lettore; è una presentazione che nella coerenza e lucidità di parola manifesta da sé e in sé la portata del vostro lavoro; riguarda fatti, eventi e figure, che voi descrivete in forma tale che non ha bisogno di essere sostenuta da integrazioni sostegno di direzioni particolari verso cui dirigere l’attenzione del lettore.
La vostra introduzione efficace, misurata e sentita nel suo intrinseco significato, basta, convince sollecita il saperne di più! A tutto ciò, del resto, vale il Concetto di Razza che la definizione nazista e fascista devia a giustificazione degli orrori: voi ne avete solo accennato caratteri e definizione al Capitolo 4; direi saggiamente perché, non è necessario rimettere il concetto per le vie dell’astratto filosofico o antropologico di cui tuttavia, a proposito o strumentalmente si alimenta per dare ai misfatti un tono destinale di popolo eletto. Intendo dire che un ampliamento dotto del concetto avrebbe distratto il lettore mettendo in lizza giudizi e punti di vista ma non conoscenza di fatti concreti!".
Su cui voi invece date e fissate uno spaccato ricco di riferimenti, tempi, luoghi, soggetti malefici preda del sonno della ragione.
Da quanto dite e circostanziate è lucidamente chiarito che il concetto di razza appartiene alla famiglia umana; il concetto di razza nazista e fascista ha invece una premessa ed un uso di quel linguaggio che serve solo per mentire: intendo dire che se una razza è eletta non vuol dire essere carnefice della storia… Razza eletta per retaggio, non è privilegio ossia superbia del semidio, del superuomo; e ciò si intende già dal titolo del vostro libro che suona, per chi abbia orecchie per ascoltare, deviazione di segno del concetto di razza come chiarezza e problematica della diversità: ma non è maleficio che si legge, nella toccante realtà partecipata al vostro lettore; che non ha bisogno di riassunti che dissolverebbero l’unità del sentimento di fermezza e coerenza dei sani principi e nobili propositi che vostra esposizione di fatti sa allestire e presentare; di fatti i cui soggetti voi delineate con severità ma senza sfarzo di aggettivazioni e senza acredine, ma come si conviene a un lavoro come il vostro che è di osservazione degli affetti dilaganti delle auto-giustificazioni, di rigurgiti di barbarie avanzanti con i segni di forsennata onnipotenza, le parate di liturgia laica corrotta, che spengono come ah spento i tesori della tradizione di un popolo come quello tedesco che il nazismo ha educato secondo modi di perdita della propria identità; di un popolo il cui genio viene trascinato in allucinate esperienze di futuro; di futuro allucinato perché deve cessare di essere operosa costruzione per procedere invece per antitesi violente e logiche della distruzione dell’umano. Quelle logiche che mancano della coscienza del loro fallimento, non hanno necessità di essere riassunte per breviari e sentieri capaci di meta significativa: quando un concetto, idea o rappresentazione si presenta da sé, va conosciuto nel suo farsi, nei suoi percorsi, eccidi e decimazioni, distruzioni di massa. Ed allora, poiché sinossi significa tutt’altro e cioè riassunto che aiuta lo sguardo (del lettore) a volgersi sulle cose principali di cui si parla affinché l’uomo, da ciò che accaduto, possa comprendere che potrebbe ancora accadere, la sinossi, dicevo, è un compito del lettore nel corso della sua lettura; sinossi come stato d’animo, presa di coscienza, conoscenza. Altrimenti sfuggono di mano quei valori che profilano i caratteri dell’essere nel mondo, le relazioni sane tra gli esseri nel mondo. Sfugge la centralità dell’uomo come le relazioni di civiltà nel valore, che è capacità di orientarsi verso il futuro. Tutto ciò nella impostazione del vostro lavoro è esplicito; è provato dalla scelta di due contrafforti più che pietre miliari di siffatti valori: Se questo è un uomo e la alternativa Se comprendere è impossibile/conoscere è necessario. Sono questi formativi di vincoli morali che non hanno bisogno di richiami o rielaborazioni per darne migliore o maggiore completezza al vostro lettore; semmai occorre che il lettore sia disposto, o meglio, sia abituato a porsi domande sulle crisi che affliggono gli umani cammini di una storia allorché distorto sia il segno e il senso del mondo e delle umane relazioni, e i modi del conoscere le conseguenze delle proprie azioni. A tali conseguenze, voi assecondate intenti e prospettive, evidenziando che oltre le bestie, strateghi del male, apostoli delle tenebre; oltre le deportazioni e gli eccidi, vi sono tanti milioni di persone accumunate tutte dallo stesso destino di inumani sofferenze
. E c’è un angelo che dice di sé per noi. Oltre il puro sperare, non siamo insomma senza riferimenti: il presentare, immaginare, pensare, conoscere la differenza tra il bene e il male. Il che non esclude il momento riflessivo e teorico. Ma esso ha un posto e occasioni e forme espansive e riflessive che non facciano delle nostre costruzioni concettuali un contro altare del male: il male si sminuisce da sé. È questo il cammino che voi mostrate al vostro lettore, le cui direzioni internazionali sono nei fatti, sono ordinati da una visione d’insieme tale da essere imprendibile in un sunto o sinossi che sia. E se l’incontro col lettore deve esserci, il luogo è quello di una conferenza valida a sviluppare il Concetto di Razza che a partire dal vostro impianto apra un percorso per condurre il concetto di razza alla visione della struttura originaria della diversità. Come dire: alla convivenza e alla costruzione delle relative condizioni. Il che, senza sconfinare in ingannevoli utopie, trova, a mio parere, più di una occasione del «conoscere necessario» nella lettura attenta del vostro libro.
15.11.2022
Giuseppe Chiofalo
PREFAZIONE
A CURA DELL’AUTORE
A
nziché pretendere di stringere in poche pagine il mondo delle leggi razziali e gli anni dell’Emancipazione e il Fascismo degli anni Venti in Italia che caratterizzarono in modo assai negativo il concetto della Razza e della vita ebraica, e magari di tutto quello che fu l’Olocausto, preferisco dire pienamente in che cosa consista, nei suoi punti essenziali, quel tanto di peculiare che questo mio libro apporti alle vicende razziali dal 1938 al 1945, e senza la quale probabilmente esso sarebbe inutile!. Naturalmente, non ho mai preteso di prendere risolutamente posizione rispetto ai singoli problemi, quali, Occupazione, deportazione, e clandestinità degli ebrei italiani o avanzando pretesa di fare cosa discutibile rispetto ad altri che in questo campo mi hanno ben preceduto, infatti, quello che mi auguro che le mie descrizioni a proposito così come apportati appaiono degne di seria considerazione; quanto alla struttura generale di porre fatti e misfatti spero di non aver fatto cosa diversa; solo che le mie non vogliono essere una semplice presentazione di cose già scritte e riscritte dell’Olocausto, ma esaurirne, per quanto mi è più possibile la visione generale, venendo così a costituire una convincente lettura ai più indicibili crimini razziali del nazifascismo, soprattutto ai temi trattati, che mi sembrano necessaria integrazione di quella che fu la più impressionante distruzione di massa e, non per essere di un solo lettore ma per dare concreta visione a largo raggio ad una terribile storia non solo di un popolo, ma dell’intera umanità!
.
Quindi, ha, se non altro, il pregio dell’omogeneità dei fatti descritti in sintesi così come effettivamente avvenuti!".
Infatti, credo che la scansione ai crimini del nazifascismo nei confronti del popolo Ebraico è un fatto pregiudizioso d’intimità dell’essenza della natura di persone e alla distruzione di esso come obbiettivo finale nazista!".
Non mancano le vicende oscure, per farci idea alle atrocità subite. Ma ciò non giustifica il pregiudizio, così diffuso da parte del nazifascismo da poter giustificare le loro false informazioni. Infatti è, che ciascun misfatto abbia necessariamente una propria unità, come atrocità disumane da rintracciare ed elencare ad ogni costo per non dimenticare anche a prezzo di sacrificio personale, s’è necessario; alcuni misfatti hanno dell’incredibile, eppure come andiamo a vedere coincidono abbondantemente con la misura del terrificante e disumano!. Se in qualche caso, una fase del racconto o un aspetto dei crimini nazisti nei vari campi di sterminio appaiono di una crudeltà assoluta, è anche un problema di dottrina e di vita che coincidono appunto con la misura dello sterminio ben determinato contro il popolo ebraico e (non solo!). Quindi, i crimini straripano da un campo di concentramento all’altro,
milioni i morti e, quindi è qui che preme di richiamare l’attenzione; bensì sul fatto che, individuata la costanza, nella diversità della
razza delle situazioni e dei personaggi che si macchiarono di orrendi misfatti, di alcuni motivi di pensiero e del sentimento del popolo ebraico!
. Inseguiti e perseguitati per tutto il periodo del ventennio nazifascista e non solo! contribuendo così anche per questa via, con la consapevolezza delle notazioni e non mai con l’astrattezza aprioristica della polemica, a definire l’orrendo misfatto detto: (Olocausto!). I problemi degli uomini son pur scritti dagli uomini; in tutti questi anni di dominio nazifascista in Europa si è indagato sulla componente che caratterizzarono assai in negativo i massacri del popolo ebreo, infatti, molto si è scritto e molto c’è da scrivere ancora, molte pagine dell’Olocausto non ha ancora malgrado tutto raggiunto dopo 80 anni l’apice per descrivere le malvagità e la determinazione che fu la scelta finale scellerata di uomini decisi e determinati da un sistema che nulla a che vedere con l’essere umano!. Ci sono condizioni disumani, quelle in cui è difficile ancora oggi dare spiegazioni, infatti, è raccontare le vicende nelle sue ben definite e coordinate azioni squadriste che annullarono la dignità umana contro affetti e tradizioni di un intero popolo, dolori e pensieri connessi a precisi eventi della vita furono catastrofici, sono molti gli episodi che insanguinarono l’umanità, oltre i noti e ovvi assassini, quali i capi famigerati nazisti tedeschi come Adolf Hitler, Eichmann Joseph Mengel, fu il dottore della morte, l’angelo nero di Auschwitz, la primula rossa del nazional-socialismo, Laszlo Csatary accusato come criminale di guerra più ricercato e di aver contribuito allo sterminio di 15.700 ebrei ad Auschwitz; Heinrich Himmler, fu considerato il numero due della Germania nazista assieme a Hermann Göring, essi erano gli ufficiali unici e ineguagliabili per la loro ferocia contro il popolo ebreo!
.
Alcuni degli uomini del Duce
Che, di seguito faccio una cronistoria più approfondita Fascisti e assassini, come in molti di essi si macchiarono di orrendi misfatti!".
Esempio:
Roberto Farinacci, Guido Buffarini Alessandro Pavolini; ecc. per non elencare gli squadristi che in Italia a migliaia furono oggetto di morte e torture. Tutta la storia dell’Italia fascista, argomento principe del concetto di razza
si intreccia in maniera indissolubile con le vicende personale del despota Benito Mussolini. Persino i concetti razziali, che appaiono qui e là con ferocia determinazione formano l’ossatura del Regime – molti dei quali riconducibili al problema principe di questa mattanza, ma c’è all’orizzonte ultimo quella della giustizia di Dio!".
Infatti, questi criminali hanno una radice profonda e ben definita: a mio avviso, corrispondono per la massima parte a quelli che avevano avuta tanta importanza nel traviamento del popolo Ebraico dei quali questo fu vittima innocente anche nei secoli passati, ebbene, anche se la storia ci insegna, il popolo ebraico fu infine liberato con un atto di giustizia universale riconoscendo in esso l’importanza di un vero grande popolo!".
E infatti la soluzione finale decisa dal nazifascismo a tutti gli ebrei tedeschi ebbe inizio in Germania con la Notte dei Cristalli
. Infatti, fu proprio ott’anni fa in territorio del Terzo Reich si scatenarono i pogrom antiebraici. Vennero colpite sinagoghe, case e botteghe!".
Fu il