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Disorder
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E-book72 pagine58 minuti

Disorder

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Info su questo ebook

I disordini alimentari divengono mostri, demoni, dando origine ai più tormentati dei caos, ma attraversare il disordine può riportare le cose a posto e aiutarci a comprendere quanto sia preziosa e indispensabile la propria vita.

Io sono sopravvissuta.
LinguaItaliano
Data di uscita7 nov 2016
ISBN9788822862662
Disorder

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    Anteprima del libro

    Disorder - Serena Baldoni

    Anastasi

    Disorder

    DCA

    Serena Baldoni

    Disorder

    Racconti

    Il disordine ha origine dal caos,

    ma attraversarlo può rimettere a posto le cose, può concedere nuovo spazio alla speranza e nuovi orizzonti di sogni.

    Introduzione

    DCA

    I disturbi del comportamento alimentare (denominati, in abbreviazione, Dca) o disturbi alimentari psicogeni, (Dap) coinvolgono tutte quelle problematiche, di pertinenza principalmente psichiatrica, che concernono il rapporto tra gli individui e il cibo.

    I disturbi alimentari vengono trattati anche in endocrinologia, in gastroenterologia ,e altre branche mediche, in quanto comportano, nei soggetti in cui si instaurano, tutta una serie di alterazioni primarie o secondarie che vanno a colpire numerosi organi e apparati.

    I dca vengono generalmente suddivisi in categorie così elencate:

    Anoressia nervosa, AN;

    Bulimia nervosa, BN;

    Disturbo da alimentazione incontrollata BED;

    Obesità;

    Picacismo;

    Ortoressia;

    Fagofobia.

    ANORESSIA NERVOSA

    (AN)

    L'anoressia nervosa è comunemente considerata una malattia del mondo industrializzato, anche se i primi casi accertati e riconosciuti si riferiscono a epoche antecedenti.

    Nel periodo medievale, in cui i valori religiosi erano ben radicati, una condotta simile a quella che in epoca moderna si sarebbe potuta definire come anoressia, era accompagnata da un'ampia accettazione sociale, come un traguardo spirituale da raggiungere; si parlava infatti di digiuni ascetici, e spesso si cercava il perseguimento di virtù spirituali attraverso la mortificazione del corpo. Alcune figure venerate successivamente avrebbero sofferto, secondo alcuni storici, di questo disturbo, come santa Caterina da Siena e beata Angela di Foligno.

    Anche se fu presumibilmente un medico genovese, Simone Porta, il primo a studiare e descrivere nel 1500 il quadro clinico dell'anoressia nervosa, è tradizione diffusa far risalire la scoperta della malattia al 1689, quando fu pubblicato per opera del medico britannico Richard Morton il primo resoconto di due pazienti, un ragazzo minorenne e una ragazza di 18 anni che, in assenza di patologie manifeste, rifiutavano di alimentarsi. Morton definì tale disturbo con il termine: emaciazione nervosa.

    Nel 1860 Louis-Victor Marcé descrisse un disordine dello stomaco con una predominanza nel sesso femminile, concetto che fu ripreso e identificato quasi contemporaneamente nel 1870 da Charles Lasègue che fornì la prima descrizione approfondita del nucleo psicopatologico centrale del disturbo. A Gull e Lasegue si deve quindi il merito di aver posto l'attenzione sull'origine non organica, oltre all'intuizione del ruolo importante svolto dalla famiglia nello sviluppo dell'anoressia.

    Nel corso dell'anno 1903 lo psicologo francese Pierre Marie Félix Janet, nel suo scritto Les Obsessions et la Psychasthénie, descrisse le caratteristiche della malattia dandole un'altra definizione: psicoastenia. Lo psicologo pensava che fosse dovuta a un rifiuto da parte della donna della sua sessualità.

    Nel 1914, il fisiologo Morris Simmonds suggerì l'ipotesi dell'insufficienza pituitaria grave, ossia uno scompenso dell'ipofisi, come base della patologia, impostando così per gli anni successivi un approccio endocrinologico all'anoressia nervosa.

    La categoria diagnostica dell'anoressia nervosa è apparsa nel DSM (Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali) sin dalla sua seconda edizione del 1968; da allora il disturbo è rimasto presente fino all’attuale edizione.

    Sigmund Freud riguardo alla malattia affermò che la nota anoressia nervosa delle giovani donne mi sembra, dopo attenta osservazione, essere una melanconia dove la sessualità non è sviluppata.

    L'anoressia e i disturbi alimentari in generale sono una emergenza sanitaria nei paesi occidentali industrializzati. Altra caratteristica tipica dell'anoressia è quella di essere un disturbo prettamente femminile: circa il 90% dei casi, ma è stato stimato che sul totale degli ammalati risultano essere presenti dal 5% al 10% di casi riguardanti ragazzi adolescenti e maschi adulti.

    Sintomatologia: magrezza estrema, una forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottopeso, una preoccupazione estrema per il peso e l'aspetto fisico, nei pazienti di sesso femminile, un'amenorrea. Una diminuzione della densità minerale ossea che porta all'osteopenia, e alla sua forma più grave, l'osteoporosi, diminuzione del desiderio sessuale, eccesso di cortisolo o sindrome di Cushing, deficit di zinco, cefalea, carie dentaria, diminuzione della capacità di concentrazione sotto stress, ipoglicemia, pancreatite cronica, diminuzione della conta dei leucociti nel sangue.

    Manifestazioni psichiatriche: depressione, ansia, disturbo della personalità, disturbo ossessivo-complusivo.

    Manifestazioni dermatologiche: xerosi cutanea, gengivite, fragilità e conseguente lesione delle unghie, acne, cheilite, segno di Russel.

    Manifestazioni cardiache: bradicardia, alterazioni cardiache.

    È possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa, a seconda che il paziente presenti o meno condotte di eliminazione che esulino dal normale rifiuto di cibo (quali vomito autoindotto, uso esagerato di lassativi, diuretici, o clisteri).

    BULIMIA NERVOSA

    (BN)

    La bulimia o bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare per cui una persona affetta ingurgita una quantità di cibo eccessiva per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, non ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, digiuni e intenso esercizio fisico).

    L'etimologia del termine bulimia deriva dalla parola greca fame vorace, il nome scientifico del disturbo, si traduce in fame nervosa vorace.

    Anche se i criteri diagnostici per la bulimia nervosa non sono stati formulati fino al 1979, l'evidenza suggerisce che l'abbuffata e

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