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Lucrezia e il racconto erotico
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E-book143 pagine2 ore

Lucrezia e il racconto erotico

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Info su questo ebook

Una sera LU sul blog lanciò una sfida ”... Che mi dite, facciamo partendo da questa immagine un racconto erotico? Liberate la vs. fantasia, e chi arriva dopo prosegua il racconto, Vediamo cosa ne esce ...”.
Il racconto si sviluppò attraverso i commenti di alcuni blogger, che avevano accettato la sfida lanciata da Lu.
La fotografia da cui si doveva dare origine alla narrazione era una splendida immagine in bianco e nero, come tante altre che comparivano sul suo blog. Rappresentava una bella ragazza vista da tergo con una catenella che scende lungo il suo corpo nudo.
“Un racconto di pura fantasia... dato che non si vede l'immagine... ” disse il primo blogger in tono di sfida.
“Basta avere pazienza e l'immagine si vede... Se permettete inizio io”, proseguì il secondo e avviò il racconto.
Cosa significava quella immagine per il blogger che iniziava la narrazione? Una ragazza incatenata, da possedere e così fece, ma il racconto si era sviluppato in maniera inattesa.
Proviamo a leggerlo tutto di un fiato, forse farà sorridere, qualcuno si incazzerà, altri diranno “Uffa! Che barba! La solita minestra pornografica”.

LinguaItaliano
Data di uscita13 ago 2017
ISBN9781370365944
Lucrezia e il racconto erotico
Autore

Gian Paolo Marcolongo

Un giovane vecchio con la passione di scrivere. Amante delle letture cerca di trasmettere le proprie sensazioni con le parole. Laureato in Ingegneria. In pensione da qualche anno, ha riscoperto, dopo gli anni della gioventù, il gusto di scrivere poesie e racconti.Non ha pubblicato nulla con case editrici ma solo sulla piattaforma digitale di Smashwords e su quella di Lulu.

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    Anteprima del libro

    Lucrezia e il racconto erotico - Gian Paolo Marcolongo

    Introduzione

    Lucrezia nel suo blog mise un’immagine e avanzò la seguente proposta: "… Che mi dite, facciamo partendo da questa immagine un racconto erotico? Liberate la vs. fantasia, e chi arriva dopo prosegua il racconto, Vediamo cosa ne esce …".

    Il racconto si sviluppò attraverso i commenti di alcuni blogger, che avevano accettato la sfida lanciata da Lu.

    La fotografia da cui si doveva dare origine alla narrazione era una splendida immagine in bianco e nero, come tante altre che comparivano sul suo blog. Rappresentava una bella ragazza vista da tergo con una catenella che scende lungo il suo corpo nudo.

    Un racconto di pura fantasia… dato che non si vede l'immagine… " disse il primo blogger in tono di sfida.

    "Basta avere pazienza e l'immagine si vede… Se permettete inizio io", proseguì il secondo e avviò il racconto.

    Cosa significava quella immagine per il blogger che iniziava la narrazione? Una ragazza incatenata, da possedere e così fece, ma il racconto si era sviluppato in maniera inattesa.

    Proviamo a leggerlo tutto di un fiato, forse farà sorridere, qualcuno si incazzerà, altri diranno Uffa! Che barba! La solita minestra pornografica.

    donna con catena

    Foto di Dima Oukhov ©

    Demetra e la mattina in ufficio

    Il vento da nord-est muoveva le foglie dell’acero rosso dinnanzi alla casa di Paolo. Aveva spazzato via i nuvoloni grigi della notte, ripulendo il cielo, che si tingeva di rosa. Il sole, sorgendo, aveva completato l’opera. L’umidità notturna, tipica di fine aprile, e la leggera nebbia, che galleggiava sul terreno, si dissolsero man mano che i raggi diventavano più sicuri e luminosi.

    Mentre i lampioni stradali si zittivano, spegnendosi, le finestre del quartiere si illuminavano. Le persone si alzavano per prepararsi alla nuova giornata lavorativa.

    Paolo aveva ascoltato il suono stridulo della radiosveglia, che lo avvertiva che era tempo di alzarsi senza indugiare nel letto. Si stiracchiò con l’occhio assonnato dopo la notte trascorsa fuori casa come faceva tutti i martedì sera da diversi anni. Le ore del sonno erano state davvero poche ma era il pedaggio da pagare per le sue scelte di vita.

    Paolo era un uomo che da poco aveva superato i trent’anni. Non era una persona insignificante, né passava inosservata. Due occhi scuri spiccavano sul volto, perfettamente rasato. La capigliatura curata in ogni dettaglio: i capelli, né lunghi né corti avevano un taglio impeccabile. Sembrava più alto di quello che era in realtà per il portamento eretto e la snellezza del fisico. Possedeva un’innata eleganza nel comportamento. Mai un gesto fuori posto o uno sbuffo di collera. Sulle labbra stava sempre un sorriso pulito. Affabile e dalla battuta pronta, senza mai travalicare le buone maniere. Per questo non mancavano le conquiste femminili.

    Dopo un paio d’impieghi non soddisfacenti da cinque anni era stato assunto in un’azienda multinazionale, che gli aveva affidato di curare una clientela selezionata di una porzione della Lombardia. Era riuscito con i suoi successi a mettere da parte il denaro per comprare la casa dove abitava. Abile e preciso gestiva i clienti dell’area assegnatagli con ottimi esiti, che venivamo ricompensati con generose gratifiche in denaro. Godeva la fiducia della direzione generale. Aveva alle sue dipendenze una giovane segretaria per sbrigare le pratiche amministrative e curare l’ufficio. Proprio in quei giorni la società aveva deciso di affidargli la responsabilità di gestire un’altra persona che l’avrebbe aiutato nei contatti con l’obiettivo di allargare il giro d’affari. Condivideva con la collega, che si occupava del resto della regione, un elegante posto nel centro di Milano.

    Paolo per raggiungerlo arrivava col treno, perché trovare un parcheggio nelle vicinanze era come vincere al superenalotto.

    Single per scelta, non si sentiva pronto per una relazione stabile. Più probabilmente non aveva incontrato una donna che sapesse donare qualcosa di più di un rapporto sessuale. Di sera amava frequentare club privati molto esclusivi, dove faceva conquiste occasionali, che con regolarità dimenticava il mattino dopo. Il martedì sera era per Paolo un appuntamento irrinunciabile da diversi anni. Con la nebbia o la pioggia, col sereno o la neve doveva frequentare il privè più esclusivo di Milano e non tornava a casa mai prima delle quattro.

    Paolo aveva appena finito la doccia e stava indossando l'accappatoio, quando sentì la musica dei Bee Gees, mentre si illuminava lo schermo del telefono. Guardò il display alla ricerca dello scocciatore mattutino: era Demetra. Rimase sorpreso e indugiò un attimo a riflettere se rispondere oppure no.

    Guardò stupito il visore, mentre il telefono continuava la litania musicale che annunciava la chiamata entrante. Aspettò qualche secondo prima di avviare la conversazione.

    Buon giorno disse Demetra con voce calda.

    Ciao. Tutto a posto per stasera vero? fece Paolo, sistemandosi l’accappatoio sul corpo.

    Certo, sono già pronta replicò la ragazza.

    Bene. Aspettami davanti alla porta disse Paolo, socchiudendo gli occhi. Sai che non scherzo vero?

    Certamente.

    L’aveva conosciuto la sera precedente assieme al marito a una festa nel club privè di Milano, che frequentava al martedì. Loro erano una coppia complessa, forse sarebbe il caso di dire complicata. Lui non amava fare sesso con lei ma con le sue amiche, mentre lei assecondava il suo desiderio con incontri occasionali e poco stimolanti.

    Sentendosi trascurata, andava alla ricerca di un maschio che doveva renderla felice, appropriarsi del suo corpo, della sua testa e della sua anima in modo deciso e coinvolgente. Era giovane, determinata e trasgressiva, sapeva di avere un corpo splendido da usare come arma di seduzione.

    Demetra gli era piaciuta fin dal primo istante, che l’aveva vista, e lei aveva ricambiato.

    Abbandonato il marito al suo destino, passarono insieme una serata splendida. Seguendo la danza della seduzione fatta di sguardi, ammiccamenti e di mezze frasi, finirono nella sala col letto comune. Fecero sesso, mentre mani e lingue degli altri toccavano i loro corpi, amplificando il piacere degli amplessi.

    Si erano scambiati i numeri del telefono promettendo di risentirsi il giorno dopo.

    Al risveglio questa mattina si era sentito stanco e allo stesso tempo appagato per aver trascorso con lei una serata coinvolgente ed eccitante. Pensò che non avrebbe mai chiamato per proseguire la storia, come era già avvenuto con altre in passato.

    Quindi era rimasto sorpreso, quando aveva confermato per la sera a casa sua.

    Era necessario adesso che si sbrigasse e pensasse meno a Demetra, perché il treno non l’avrebbe di certo aspettato. Fece colazione in un attimo con il latte freddo, che non era il massimo, si infilò i vestiti e via di corsa alla stazione.

    Il treno come sempre era in ritardo. Si unì a centinaia di persone senza sorriso nella attesa di un passaggio. Con un po' di fatica salì. Due fermate ed era arrivato. La gente cominciò a scendere.

    ‘Ma quella laggiù chi è?’ si disse Paolo, stringendo gli occhi per mettere a fuoco una figura di donna. ‘Mi sembra… ma si è lei! Demetra!’

    Immediatamente la fantasia aveva cominciato a galoppare. Le immagini dapprima erano confuse, poi sempre più chiare. Cosa vedeva? Lei, sempre lei! Era ipnotizzato dalla sua bellezza e dai ricordi della sera prima!

    Qualcuno dietro disse irosamente: Scendi oppure scansati!, spintonandolo di malagrazia.

    Si riscosse e scese con lo sguardo fisso su di lei. Si avviò con passo deciso verso quella visione. Ecco che qualcosa la fece, come per magia, svanire nel nulla.

    La serata trascorsa gli aveva lasciato un sacco di emozioni sulla pelle ma adesso non era il momento giusto per pensarci. Quindi le avrebbe detto stasera quello che provava.

    Aspettava in ufficio un nuovo collaboratore che avrebbe avuto alle dipendenze da domani. Era stato scelto dalla direzione senza che fosse coinvolto nella selezione. Questo non gli era piaciuto, poiché doveva operare, seguendo le sue istruzioni. Si domandò se fosse stata operata la scelta giusta, perché non poteva permettersi il lusso di perdere nemmeno un cliente. Gli avevano annunciato che avrebbe dovuto incrementare gli affari.

    Con questi dubbi che frullavano in testa, chiese ad Anna, la segretaria, se era arrivato la persona che aspettava.

    Certo! La signorina è appena arrivata! gli rispose sorridente e maliziosa.

    Signorina? Falla pure accomodare. Ma non si chiamava Vittorio? disse sorpreso e seccato di dover gestire una donna. Alzò le spalle mentre scuoteva la testa per il disappunto. La giornata sembrava incominciare col piede sbagliato.

    Posata la borsa sul tavolo, scorse velocemente i titoli dei giornali. Tutte le mattine Anna li disponeva sul ripiano vicino alla finestra.

    Seduto alla scrivania vide aprire la porta e affacciarsi una figura femminile. Si diresse verso di lui senza distogliere lo sguardo. Gli porse la mano.

    Demetra Di Vittorio, spero di non deluderla… disse cordiale con tono deciso.

    Dottoressa Di Vittorio? rispose Paolo stupito, alzando gli occhi. Demetra che piacere rivederti.

    Di giorno era ancora più provocante, non rinunciava alla sua sensualità, che esprimeva con raffinata intelligenza. In un attimo mille pensieri e immagini avevano riempito la sua mente, mentre osservava quella figura elegante e slanciata che si avvicinava alla scrivania. Quando fu di fronte, riacquistò l’atteggiamento professionale, che lo contraddistingueva.

    Bene dottoressa, come ti è stato detto, da domani sarai a mia completa disposizione. Non ci saranno orari fissi. Pretendo molto dai miei collaboratori. Non ti darà fastidio se ti do del tu vero?

    Paolo le fece con la mano un cenno di sedersi sulla poltrona davanti alla scrivania.

    Assolutamente no rispose calma e sorridente, accomodandosi con eleganza.

    Paolo leggeva nei suoi occhi paura ed eccitazione. Nella sua testa aveva chiaro cosa Demetra sarebbe divenuta nei prossimi giorni.

    Demetra chiudi la porta le ordinò secco.

    Mentre si alzava sinuosa ed sensuale, Paolo la scrutò senza tradire l’intimo tumulto che la visione gli suscitava. Demetra con misurata lentezza si girò per tornare alla scrivania.

    Ora fermati le intimò Paolo.

    Si.

    Demetra rimase immobile nel centro della stanza. Si domandò quale richiesta le avrebbe fatto con un misto di ansia e desiderio.

    La serata precedente era stata straordinaria, perché per la prima volta Demetra aveva percepito di non essere un oggetto da portare a letto. Aveva sentito che Paolo era diverso: deciso, calmo, gentile e delicato e allo stesso tempo attento a donarle il massimo del piacere.

    Era rimasta sorpresa, perché con quelle qualità

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