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L’evocazione
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E-book44 pagine36 minuti

L’evocazione

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Info su questo ebook

In un angolo remoto del regno, una squadra inviata dalla Confederazione Arcana indaga su un’anomalia nelle correnti magiche. Giunti sul posto, i membri della spedizione si trovano di fronte alla scena di un massacro. Qualcuno deve aver evocato un’entità senza essere riuscito a mantenerne il controllo. Qualcosa di letale potrebbe ancora aggirarsi nei paraggi e, nonostante la presenza delle guardie del corpo, la maga Luvie non può far altro che rabbrividire mentre il gruppo si addentra nel bosco...

Marco Garinei è nato a Roma e scrive da quando era dodicenne, sognando di diventare un romanziere di successo. Come autore, sta cominciando a muovere i primi passi nel mondo dell’editoria e dei concorsi letterari. Ha una personalità eclettica: oltre alla letteratura, i suoi innumerevoli interessi vanno dalla cultura giapponese, il cinema e i videogiochi alla filosofia, l’archeologia e le scienze, per citarne alcuni. È sempre stato convinto che a un grande numero di passioni equivalga una maggiore diversità e numero di idee, e che ciò sia un valore aggiunto nella ricerca di spunti per le proprie storie. Questo gli rende anche più facile seguire l’imperativo: “Scrivi ciò che sai”. Tra i suoi autori preferiti, Stephen King, H.P. Lovecraft e Michael Crichton. È possibile contattarlo tramite la sua pagina Facebook: “Marco Garinei Writer Official”.
 
LinguaItaliano
Data di uscita16 feb 2018
ISBN9788827572726
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    L’evocazione - Marco Garinei

    4

    Capitolo 1

    Tracce

    La squadra dovette farsi strada attraverso la lussureggiante vegetazione tenendo i destrieri per le briglie. Il bosco attorno a loro era umido a causa della pioggia della notte precedente; il fiato dei cinque e dei loro cavalli si condensava nel freddo dell’inverno appena cominciato. Il capitano della scorta e i suoi due uomini procedevano in testa, seguiva un giovane vestito nella stessa foggia e la donna chiudeva la fila.

    Il terreno bagnato del sottobosco era sgradevole e scivoloso sotto gli stivali, l’aria gelida li colpiva come una frusta di ghiaccio e ciò cui davano la caccia poteva essere ovunque. In quel momento poteva persino trovarsi appostato nei dintorni, osservandoli in attesa del momento propizio per farli a pezzi. La donna rabbrividì a quel pensiero, rafforzando la presa sul suo bastone e sulle redini mentre avanzava. Se non fosse stato per il verso di qualche sporadico uccello, si sarebbe detto che si trovassero in un luogo privo di vita.

    In ogni caso, non c’era alcun dubbio: il posto era quello, la perturbazione magica non mentiva, ed ora che erano così vicini la maga poteva avvertirla senza neppure doversi concentrare. D’altronde, quando si usava un Incantesimo Proibito era difficile passare inosservati: erano così potenti che era come gettare un masso in un lago del tutto placido, producendo enormi increspature.

    – Ci siamo – avvertì il capitano, riscuotendola dai suoi pensieri. I cinque assicurarono i cavalli a dei rami bassi, poi gli uomini sguainarono le spade e fecero strada. Il gruppo sbucò in un’ampia radura e la prima cosa che la donna notò furono i resti. Non sarebbe stato corretto definirli cadaveri, perché qualcosa li aveva smembrati e resi irriconoscibili. Il sangue era sbiadito e diluito a causa della pioggia, ma ciò non rendeva la scena meno raccapricciante. La maga distolse lo sguardo, notando che anche gli uomini della scorta avevano difficoltà a guardare.

    Il giovane avanzò da solo tra i pezzi dei corpi, osservando ogni cosa con meticolosa attenzione, poi chiese, come per fare semplice conversazione:

    – Questa è la prima volta che hai a che fare con un Primordiale, Skandir?

    La donna si voltò a guardare l’espressione del capitano accanto a lei: non sembrava spaventato, ma di certo era disgustato e forse anche a disagio.

    – Temo di sì, Maestro Lazard. La maga reagì con una smorfia: non sapeva se la nauseasse di più la scena di quel massacro, o il sentir un uomo fatto rivolgersi con tanto rispetto a un moccioso che avrebbe potuto essere suo figlio. L’etichetta, pensò con un moto di irritazione, prima di tornare a concentrarsi sulle tracce della loro preda.

    Il giovane continuò a studiare il terreno, i resti degli evocatori e qualunque altra indicazione utile, mentre la donna focalizzava l’attenzione sulla magia residua nell’area. Chiuse gli occhi e sollevò una mano, concentrandosi. Si sentì come se avesse ricevuto una scarica elettrica attraverso le dita e gemette, ritirando la mano all’istante e aprendo gli occhi. Per lunghi istanti rimase paralizzata, poi si accorse che Lazard si era voltato a guardarla.

    – Tutto

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