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Il sentiero del bosco
Il sentiero del bosco
Il sentiero del bosco
E-book61 pagine50 minuti

Il sentiero del bosco

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Info su questo ebook

Un racconto di terra e di spazi aperti, che parla di ecologia e di valori come la generosità e l'altruismo, con i quali si può cercare di ricostruire un mondo migliore. Questo racconto, Claudio Piras Moreno lo ha scritto sulla base di una partita fittizia al gioco omonimo da lui stesso ideato. Sia il gioco, che questo racconto, l'autore spera possano valere da esempio e da stimolo a non arrendersi mai.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2018
ISBN9788827503324
Il sentiero del bosco

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    Il sentiero del bosco - Claudio Piras Moreno

    Il Sentiero del bosco

     Claudio Piras Moreno

    Autore: Claudio Piras Moreno

    Titolo: Il Sentiero del bosco

    Copertina: httpspixabay.comitphotospercorso-boschi-autunno-sentiero-1031114

    © Tutti i diritti sono riservati all’Autore

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    Poesie:

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    Racconti:

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    Libri tradotti:

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    Il Sentiero del bosco

    Uno sciame di scintille sospinto dal vento percorse la valle. Scheletri neri e fumiganti torreggiavano nel buio, illuminati da quel riverbero briciole di stelle. Si udiva il crepitio di rami che cadevano sollevando grigie cortine di cenere; l’eco terribile dei tonfi rimbalzava sulle rocce, pareva provenire da ogni dove. Nell’oscurità il gorgoglio di un fiume riverberava lambendo le colline incatramate. Laddove prima c’erano gli alberi, ora apparivano neri monticcioli informi e sfumati, cumuli di fuliggine e golem anneriti. In lontananza capeggiavano le sagome scure e alte dei monti su cui delle ferite rosse si allargavano colando verso valle, o scivolavano in salita.

    Un gruppetto di animali spaventati si radunò nel piccolo spiazzo all’inizio del sentiero. Il bosco, il loro amato bosco era ormai distrutto. Bruciato.

    Alcuni piangevano come sanno fare solo le bestie, con gemiti che vengono dal profondo del ventre. Altri scalciavano le braci o le ricoprivano di terra con le zampe. Certi con le zanne.

    «Non c’è più niente da fare! Il bosco è ridotto in cenere, dobbiamo trovarcene un altro» disse una volpe stando attenta a non bruciarsi il bel pelo su un cespuglio ancora fumante.

    «E dove andiamo?» replicò un riccio avanzando goffo, «siamo circondati dalle città degli uomini, sono loro che hanno appiccato l’incendio…»

    Una zaffata bollente, unita a cenere e fuliggine frustò il pianoro facendo chiudere gli occhi al gruppo di animali presenti. Qualcuno indietreggiò, altri chinarono il muso, due o tre starnutirono. Poi tutto si quietò e quando ognuno alzò il capo, vide su un faggio dai rami corrosi dal fuoco, neri e pieni di crepe, un enorme barbagianni bianco. Stava appollaiato in silenzio, con le candide piume a sfiorare il tronco, gli occhi spalancati e immobili. Sembrava un fantasma. Ci fu un confuso tramestio. Qualche animale si spaventò per quell’apparizione improvvisa, come per esempio un topolino grigio dal pelo arruffato. Per lui i barbagianni rappresentavano il più temuto dei pericoli dopo quello degli incendi.

    «Non abbiate paura miei cari amici» civettò una voce secca e gracchiante, «sono solo uno spirito, non posso nuocervi in nessun modo, né tantomeno intendo farlo. »

    La voce aveva un ché di gentile, doveva essere una lei.

    «Uno spirito? E cosa ci fai qui?»

    «Sono venuta a mostrarvi una strada, anzi, un sentiero, per riavere il vostro bosco.

    «Il nostro bosco?» borbottarono delle donnole.

    «Sì.»

    «E quale sentiero?» domandò un tasso.

    «Questo!» replicò il barbagianni aprendo le ali.

    Nel vedergli compiere quel gesto, pensando che stesse per gettarsi in picchiata su di loro, il topolino si nascose dietro lo scoiattolo. Se proprio stava per essere divorato qualcuno, meglio quel dispettoso d’uno scoiattolo. Ma di fatto questi si scostò d’improvviso e gli fece uno sgambetto mandandolo sotto un cumulo di cenere. Ne uscì con i baffetti bruciacchiati e attorcigliati, e vari ciuffi di pelo squagliati.

    «Non c’è bisogno che tu ti nasconda.» lo rimproverò il barbagianni. Sono davvero soltanto uno spirito, e non posso farvi del male. Su, fate una prova.»

    Lo scoiattolo non se lo lasciò ripetere due volte, raccolse una pietra da terra e prese la mira. Dovette però scagliarla in tutta fretta, poiché era calda e gli scottò i polpastrelli, tuttavia riuscì a indirizzarla verso l’inquietante sagoma alata. Mentre il sasso le attraversava il becco, il barbagianni femmina rimase impassibile, poi chiuse un attimo gli occhi e li riaprì.

    «Ve l’ho detto, io non sono altro che uno spirito, lo Spirito del bosco.»

    «Ma il bosco non c’è più.» protestò mesto il castoro, a malapena ripresosi dallo stupore.

    «Questo non vuol dire che non potrà rinascere di nuovo dalle sue stesse ceneri.» sentenziò con voce rauca e bassa Lo Spirito del bosco.

    Si sollevò un coro di versi sbalorditi.

    «E come?» domandò un cinghiale sollevando al cielo il grosso muso zannuto.

    «Lo ripianterete

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