Il Paese dei Barokki: La scuola è una favola
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Anteprima del libro
Il Paese dei Barokki - Simona Calderone
ESITI
PREFAZIONE
Buongiorno casuale lettore, se per sbaglio sei incappato in queste pagine non me ne volere, colpa o merito della tua curiosità. Questo libercolo dal fare ambizioso contiene una favola- sempre a lieto fine quindi e dai caratteri astorici- in cui la realtà appare non solo distorta ma rovesciata e ripresa da un punto di vista quanto meno inaffidabile. E il motivo che mi ha spinto verso tale, fantastica creazione è stata la noia.
Certamente sì. Io sono stanca dei tanti e famosi testi in circolazione che, per quanto apprezzabili e di successo, raccontano la solita storia: la scuola è bella, la scuola dà soddisfazioni, la scuola riempie perché i ragazzi danno motivo sufficiente e incondizionato per portare avanti la propria passione nell’insegnare. Tutto è uno scambio, un arricchimento, un percorso che gratifica nel suo essere tanto impegnativo, serio ed appagante. Ognuno porta il suo contributo attraverso il proprio carattere, i proprio gesti, mediando con il proprio temperamento, perché mentre si insegna, si impara.
Ma questo, da insegnante, lo so, lo ricordo, pertanto ho voluto immaginare una scuola diversa. Una scuola meno reale, appesa ad un filo d’aria, dove un’umanità troppo esacerbata sconfina nel disumano, dove personaggi gotici, frutto della mia fervida (o malata se preferisci) fantasia, giocano a fare i seriosi, a fare i perfetti e a scadere nell’irreale.
Ergo, qualora dovessi riconoscerti in alcuni di loro, ti prego di prenderne atto e di cominciare a preoccuparti, perché vuol dire che- al pari di loro- tu non esisti. Ma non voglio spaventarti o mettermi in cattedra come una psico-intenditrice da quattro soldi; voglio solo rammentarti che le favole sono illusioni e le marionette con i loro fili anche.
Mi raccomando di leggere con distacco, senza dimenticare l’ironia sottesa, altrimenti sarebbe un guaio. Non so se riuscirai a trovare tutte le funzioni (erano di Propp?) che un tale testo dovrebbe contenere, ma chiedo venia nel caso, perché io non sono una scrittrice e, talvolta mi sorge il dubbio, neppure una docente all’ altezza di ciò che mi si richiede.
RIME BAROKKE
C’era una volta in un Paese strano
Sul mondo di collina, di laghi trasparenti
Una piccola scuola nel tempo lontano
Priva di regole, di ingiustizie e di lamenti.
Ora nel racconto di questo leggerai
Di qualcosa di bello che non esiste giammai
Di qualcosa festoso e felice
Che i filosofi vogliono
Le musiche cantano in re mi fa
In cui logica sia ut des, io do
Così la storia dei Barokki incominciò.
EPISTEMOLOGIA DELL’ ISTRUZIONE BAROKKIANA
TERZA W !
Così la professoressa chiamava i ragazzi raccolti nel cortile, lei che era abituata da studente delle medie-vecchia com’era nei suoi 39 anni- a salire le scale da sola al suono del drin drin senza che nessuno dovesse pregare che in quei cinque minuti qualche piccolo interdetto decidesse di picchiare un compagno o di fare lo sgambetto a qualcuno.
Ma i tempi