La cattedrale di Terracina: La chiesa, il fregio del portico, l’icona dell’Assunta
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Anteprima del libro
La cattedrale di Terracina - Maria Elena Catelli
La Cattedrale di Terracina
La chiesa, il fregio del portico, l’icona dell’Assunta
di Maria Elena Catelli
Fotografie di Nicolò Frasca
Direttore di Redazione: Jason R. Forbus
Progetto grafico e impaginazione di Sara Calmosi
ISBN 9788833468921
Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2021©
Saggistica – Arte
www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com
È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.
Maria Elena Catelli
LA CATTEDRALE DI TERRACINA
La chiesa, il fregio del portico, l’icona dell’Assunta
AliRibelli
Sommario
La chiesa
Il fregio
La tavola dell’Assunta
Prefazione
di Roberto Filippetti
Professore di Iconografia e Iconologia Cristiana
Il grande codice: così s’intitola un fondamentale saggio di Northrop Frye.
Per lo studioso canadese Il grande codice è la Bibbia: l’Antico e il Nuovo Testamento – egli scrive – costituiscono «l’universo entro cui la letteratura e l’arte occidentale hanno operato fino al XVIII secolo e stanno ancora in larga misura operando».
Maria Elena Catelli è un avvocato che alla sua attività professionale ha affiancato, con straordinaria passione, lo studio delle Bibliae pauperum, squadernate sulle pareti affrescate di tante chiese, su lignee predelle, grandi tavole, antichi mosaici, tele rinascimentali e barocche.
Così è accaduto che l’amore per Bellezza Veritatis splendor ha cominciato ad andare a braccetto col rigore del Buono e del Giusto, proprio degli studi giuridici. Esperienza di vita che ha a cuore tutti i trascendentali, dunque!
Quando l’acribìa del suo occhio si è posata sul fregio della Cattedrale di Terracina in modo critico e sistematico, è germogliato questo studio originale, che ho avuto la gioia di condividere in progress quando c’era da discutere per sciogliere qualche nodo particolarmente problematico.
La Cattedrale, nei lontani secoli in cui venne edificata, parlava al popolo fedele guidato dai suoi pastori; oggi induce in chi la osserva magari uno stupore attonito, una curiosità per qualche dettaglio enigmatico, un’impressione di bellezza sentimentalmente percepita ma priva di ragioni.
Questa Cattedrale, al pari di tanta arte sacra cristiana, torna a parlare se c’è qualcuno che ti prende per mano e ti accompagna nell’avventura dell’ammirazione intelligente, perché capace di decodificare quella che Baudelaire chiamerebbe «una foresta di simboli dagli occhi familiari», decriptarne il lessico simbolico, mostrarne la funzione mistagogica.
Questo compito si assume Maria Elena Catelli nel presente volume, che ha il grande pregio di regalarci un’esperienza pedagogicamente paradigmatica: nella fattispecie della Cattedrale di Terracina impariamo a vedere ciò che accomuna tante cattedrali medievali, col loro erbario, col bestiario, le geometrie simboliche, la numerologia, la funzione dei vari spazi e poli liturgici. Assimilando e metabolizzando questo libro, il lettore potrà esercitarsi a leggere
decine di consimili edifici sacri, coglierne l’orientamento quando c’è (o indagarne il motivo quando non c’è), scandagliarne le infinite variazioni sul tema nella tessitura simbolica.
Un altro pregio di questo volume è che l’autrice, dopo la poderosa sintesi della prima parte, non teme di entrare nella meticolosa analisi del fregio che fa della nostra Cattedrale un unicum. Sarà per il lettore – purché nella giovinezza o nella piena maturità egli abbia conservato un cuore evangelicamente bambino – quasi una caccia al tesoro
: non ne svelo dunque alcun segreto…
www.filippetti.eu
https://www.facebook.com/Roberto-Filippetti-1033220810042091
https://www.youtube.com/c/RobertoFilippettiRF/playlists
E l’Abside dice: Io sono il confine della tenebra.
E la Facciata dice: Io sono la muraglia del cielo.
E la Navata Maggiore dice: Io sono la Via Lattea del Signore.
E le Colonne dicono: Noi siamo la selva immobile.
E la Volta sopra l’Altare dice: Io sono l’Arcobaleno eterno.
E la Cripta dice: Io sono la stiva dei corpi che dormono nel Signore.
E l’Altare Maggiore dice: Io sono la Mensa della Vita.
E il Tabernacolo dice: Io sono l’arca del silenzio.
E un capitello dice: Io sono un nido di Angeli.
E un altro Capitello dice: Io sono un fascio di palme […]
E un Arco romanico dice: Io sono la rotondità della terra.
E un Arco gotico dice: Io sono la verticalità del Verbo…
Archi, Capitelli, colonne, Voi non siete che forme dello spirito, la sintesi.
Egli si è fatto in noi di carne, Noi ci siamo fatti in Voi di pietra
per essere tutti insieme l’Unità […]
E quando forse gli uomini non parleranno più di Lui,
continuate a parlare Voi, o Pietre!
Davide Maria Turoldo
La chiesa
Un’architettura sacra, così come ogni altra opera di arte sacra, è in grado di parlare ai suoi fedeli, ma anche a tutti coloro che vogliano mettersi in ascolto per comprendere.
Lo scopo di questa pubblicazione è di venire in aiuto al visitatore della Cattedrale di Terracina per comprendere il linguaggio che essa parla. Un linguaggio universale, comune a tutti gli edifici di culto cattolico, soprattutto medievali che, attraverso la loro architettura, i loro arredi liturgici e le loro decorazioni (siano esse, pittoriche, scultoree o musive) svolgevano più che una funzione estetica, essenzialmente una funzione liturgica, didattica e catechetica.
La storia che ogni edificio sacro cristiano narra è una lunga storia che parla del cammino che ogni credente è chiamato a fare. Un cammino ben definito, che ha un suo inizio ed ha una sua mèta precisa. Un cammino che si può a ragione definire orientato.
Val la pena chiedersi, a questo punto, cosa significhi fare un cammino orientato.
Sotto un profilo prettamente linguistico, significa procedere verso Oriente, quindi verso Est, ovvero verso il punto cardinale in cui il sole sorge, fatto che, per il cristiano, ha un profondo valore simbolico, essendo immediatamente evocativo della figura di Cristo, considerato «il vero Sole del mondo, sorto per illuminare le genti».
In estrema sintesi, per il credente cristiano, Cristo è la vera luce del mondo.
Per questo, molto spesso, in arte sacra, quando viene raffigurato il Cristo Pantocratore, nel libro nella sua mano sinistra, si trova scritta la frase: Ego sum lux mundi. Proprio questa locuzione compare, peraltro, anche nella Icona della Madonna Assunta, conservata in questa cattedrale di Terracina, e precisamente nel libro tenuto in mano dal Salvator Mundi (raffigurato sul retro della tavola, di cui si tratta più ampiamente nella terza parte di questo volume, cui si rimanda).
Il punto cardinale Est, inoltre, in ambito cattolico, ha grande importanza in quanto, secondo le Sacre scritture, Cristo è venuto da Oriente e tornerà da Oriente, alla fine dei tempi.
Per tale ragione, celebrare rivolti ad oriente, per i cristiani significa non solo fare memoria della prima venuta di Cristo, ma ha anche un valore escatologico, in quanto espressione dell’attesa del Suo ritorno nella Gloria.
Ecco così spiegato il motivo per cui tutte le chiese, in passato, quando possibile, venivano costruite con l’abside rivolta ad Oriente ed ecco la ragione per cui, nel caso in cui si costruisse su un preesistente edificio (anche pagano), l’orientamento ad est, se esistente, veniva mantenuto.¹ Nel caso poi di un preesistente diverso orientamento, ove lo stato dei luoghi lo consentiva, si cercava di modificare l’edificio per orientarne l’abside e poter celebrare conversi ad Dominum (cioè rivolti verso il Signore).
La concattedrale di Terracina, eretta su un preesistente tempio romano, prospiciente sul Foro Emiliano, non presenta l’abside rivolta ad est, in quanto incastonata nel tessuto urbano, in una posizione che non consentiva alcuna modifica dell’orientamento.²
In ogni caso, come vedremo, l’assenza dell’abside orientata determina il venir meno soltanto di un elemento simbolico, lasciando intatto tutto il restante simbolismo dell’edificio di culto che comunque, riesce in modo efficace a parlare al fedele.
Va qui rilevato, inoltre, che la comprensione del linguaggio parlato dall’architettura di una chiesa cattolica non può prescindere dalla conoscenza della Liturgia, ovvero dei riti che all’interno dell’edificio vengono celebrati. Ciò in quanto ogni elemento di una chiesa è funzionalmente collegato alla liturgia stessa e