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Il Regno Parallelo: Le Cronache di ARon
Il Regno Parallelo: Le Cronache di ARon
Il Regno Parallelo: Le Cronache di ARon
E-book123 pagine1 ora

Il Regno Parallelo: Le Cronache di ARon

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Info su questo ebook

La pace è tornata a regnare nella Valle del Destino. Bhaal è stato cacciato, e di Kros nessuno ha più avuto notizie. Finalmente Aron e Misha possono vivere la loro vita, e il loro amore. Ma dalle tenebre il male torna lentamente a risorgere, e nuove sfide si affacciano all'orizzonte. E' così che Aron verrà a trovarsi di fronte ad una delle scelte più difficili della sua vita, che lo porterà inevitabilmente a perdere ciò che più ama...
 
LinguaItaliano
Data di uscita24 lug 2018
ISBN9788828363071
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    Anteprima del libro

    Il Regno Parallelo - Roberto Donini

    futuro?

    Una nuova vita

    " Dove sei?"

    Aron aprì gli occhi. Sentiva la domanda echeggiare nella sua mente, rimbalzare nel vuoto che lo circondava, perdersi all'infinito. Eppure la risposta era vicina, quasi palpabile.

    Amore, torna a dormire, è presto

    La voce di Misha lo scosse dal dormiveglia in cui era immerso. Lentamente riacquistò sensibilità. Sentiva il peso del suo corpo, il cambio di temperatura dove il lenzuolo terminava, percepiva l'odore inconfondibile di casa, e di sua moglie, coricata al suo fianco, rivolta verso di lui, come a cercare protezione.

    Non ti preoccupare, continua a riposare, io faccio due passi

    Si mise a sedere, ma aspettò un attimo prima di alzarsi del tutto. Non riusciva a scrollarsi di dosso quel senso di vuoto, di non sapere dove si trovava. Chiuse gli occhi e respirò profondamente, poi li riaprì per prendere definitivamente contatto con la realtà. Una fioca luce, segno di un pallido sole appena sorto, filtrava dalla finestra della camera da letto. Si mise in piedi e, come ogni giorno, la prima cosa che controllò fu che la sua spada fosse nel fodero, dove l'aveva lasciata la sera prima. Era una bella spada, pensava. Leggera, una lama di buona fattura, ripiegata e temprata dai migliori fabbri del reame, l'impugnatura divisa dalla lama da un drago dorato, simbolo dell'alleanza con la razza degli immortali, rinnovata dopo gli avvenimenti dell'anno passato, nella Valle del Destino.

    Certo, nonostante tutto era ben misera cosa in confronto alla sua vera katana, ma questo non importava. L'importante era la pace e la sicurezza del popolo. E questo aveva un prezzo da pagare.

    Si diresse in cucina, e come sempre si dedicò alla sua colazione, rigorosamente non salata. Non si poteva mai sapere cosa riservasse la giornata, era sempre meglio iniziarla con qualcosa di dolce. E cosa c'era di più dolce di Misha. Era la sua anima gemella, insieme avevano riscoperto loro stessi e affrontato le tenebre più profonde. Si erano uniti a nozze pochi mesi dopo la cacciata dei demoni, non avevano voluto aspettare. Gli eventi precedenti erano passati su di loro così velocemente, che avevano deciso che la vita era troppo breve per essere vissuta fra dubbi e tentennamenti. In fondo non sapevano cosa avrebbe riservato loro il futuro, anche se un'idea l'avevano ben chiara. Lei era l'altra metà della mela, come si era soliti dire. Eppure sapeva che la domanda che l'aveva svegliato stamane, che risuonava nella sua mente già da mesi, non era rivolta a lei... Proprio mentre stava pensando a questo, Misha si presentò nella stanza.

    Ti ho sentito stanotte... Prima di svegliarti continuavi a ripetere sempre la stessa domanda... Sicuro di stare bene?

    Scusa è che... a volte ho ancora paura di perderti... dopo quello che abbiamo passato...

    Lei si avvicinò e lo abbracciò. Sentiva le sue braccia che lo stringevano con forza, come a volerlo proteggere.

    E' tutto finito, lo sai vero? Ora abbiamo solo la nostra vita davanti... gli incubi del passato non ci devono più riguardare

    Lo so, disse lui sospirando.

    Hai provato a parlarne con Koran? Lui ti saprebbe aiutare meglio di chiunque altro.

    Per quanto lo rispetti, non ne ho voglia di una creatura immortale che spulcia nella mia testa alla ricerca di chissà cosa... Non ho bisogno di nessuno che legga i miei pensieri, so gestirli da solo

    Come vuoi tu...

    Misha si andò a sedere mentre Aron, che aveva terminato la colazione, si avviò verso l'uscio di casa.

    Ci vediamo stasera, disse lui.

    Non mi raggiungi a pranzo?, domandò lei rattristata.

    Oggi c'è l'ispezione alle nuove reclute, mi ci vorrà tutta la giornata. Denor è il Comandante in Capo dell'esercito, ma farne un'unità funzionante è compito mio

    Si hai ragione... a stasera allora... stai attento.

    E che vuoi che mi possa succedere? Incontrarmi un demone lungo la strada?, disse lui aprendo la porta e tentando di accennare un sorriso forzato... Odiava mentirle.

    Lei non rispose e abbassò gli occhi.

    Il pallido sole del mattino stava avendo la meglio sulla foschia quando Aron raggiunse le porte della Città Bianca. I raggi si riflettevano sullo splendido marmo che decorava le pareti in solida roccia. Nuove sculture rappresentanti momenti di festa erano state di recente aggiunte, a simboleggiare la felicità che aveva pervaso il cuore degli abitanti dopo lo scampato pericolo. Eppure Aron non si sentiva parte di tutto ciò. Qualcosa era rimasto lì, un segno che nemmeno Misha era riuscita a togliere. Si diresse verso l'armeria per ispezionarla.

    Armature troppo pesanti, fu la prima frase che disse al fabbro appena entrato.

    Buongiorno messer Aron, è un onore per me. Vuole che provvediamo ad alleggerire alcune parti?

    Buongiorno a voi, scusate le cattive maniere ma oggi non mi sento al meglio... No, non occorre, per i fanti e la cavalleria vanno bene, ma voglio rivedere a fondo gli armamenti della guarda d'elite di Oder, su quelli non si può soprassedere. Dovremo dotarli di un equipaggiamento più leggero...

    Scaglie di drago?, azzardò il fabbro.

    I draghi non cedono le loro scaglie tanto facilmente da vivi, e nemmeno quelle dei loro caduti... Dovremo inventarci qualcos'altro, ne parleremo più tardi

    Come volete messere, vi auguro una buona giornata, disse l'uomo congedandosi per tornare ad armeggiare in fucina.

    Amico mio..., proruppe una voce.

    Anche tu qui..., disse Aron voltandosi e riconoscendo immediatamente Denor.

    Strana la tua domanda... sono il Capo dell'Esercito, dove pensavi di trovarmi, alle cucine?

    Sì, scusami Denor, è che oggi non sono proprio in me...

    Se non ricordo male oggi devi ispezionare le reclute, vuoi rimandare? Io non ho urgenza possiamo fare un'altra volta se non te la senti

    No, grazie, non ti preoccupare, non sarà un po' di malessere a fermarmi, ne abbiamo passate di ben peggio..., disse Aron sorridendo.

    E' vero..., accondiscese Denor, e va bene allora, ci vediamo dopo, ora devo andare...

    Ho pensato di alleggerire le armature della guardia d'elite, sono poco mobili e inadatte al loro ruolo, che ne pensi?, lo trattenne Aron.

    Ne penso che la scelta è tua, e mi fido... sei tu il migliore spadaccino del Regno, non io... La guardia d'elite è tua completa competenza, io mi tengo tutto il resto della marmaglia puzzolente, con le loro armature pesanti e i loro scudi...

    A dopo Denor, concluse Aron andandosene.

    " Non puoi esistere..."

    Aron fissò lo sguardo sull'orizzonte, mentre un leggero vento saliva su da terra fino alla cima delle mura, dove si trovava. Forse avrebbe dovuto parlarne con Koran, come diceva Misha. O forse no. In fondo i Draghi erano potenti, ma non erano umani. Cosa potevano saperne loro di certe cose?

    Sapevo di trovarti qui, lo sorprese una voce dal buio.

    Aron attese un attimo prima di rispondere

    Mio signore..., disse Aron accennando un inchino, mentre Oder usciva dalla porta.

    Ancora così formale... Non ti devi inchinare a nessuno, te l'ho già detto una volta...

    Scusatemi maestà, ma sono un guerriero e ho il mio codice da seguire

    Come preferisci tu, continuò Oder che ben conosceva ormai la testardaggine di Aron. Allora, che ci fai qui?, continuò il sovrano, a quest'ora ti immaginavo da tutt'altra parte.

    Stamattina ho ispezionato le nuove reclute, e il lavoro non è ancora terminato, se fossi tornato a casa avrei perso troppo tempo.

    "E hai preferito pasteggiare qui sui torrioni, tutto solo... Lo sai che il mio invito è sempre valido, vero? L'appartamento di fianco a quello reale è tuo e di Misha, se lo volete. Avrei molto piacere nel sapervi qui vicino e al sicuro.

    Grazie maestà, siete gentile come sempre, rispose Aron, ma io e Misha amiamo la nostra casa in campagna... e poi un'ora di camminata la mattina riattiva la circolazione, rende le gambe più scattanti

    Ah se lo dici tu...

    Però se mi volete più vicino per avermi più presente nella guarda reale non avete che da chiedere e sarò al vostro fianco ogni momento

    Assolutamente no, rispose il re, hai già trovato la tua collocazione nei ranghi dell'esercito e la tua casa, non c'è necessità che cambi. Stai facendo bene dove ti trovi, e poi non vedo tutta questa necessità di tante guardie armate... Il peggio, se gli dei vogliono, è passato

    Proprio in quel momento suonò l'allarme, ma era una sequenza di rintocchi particolari, che Aron aveva fatto stabilire venisse usata per un unico scopo ben preciso...

    Mia maestà, rientrate nelle vostre stanze subito, la guardia reale ha istruzioni di raggiungervi come da procedura in caso di allarme

    Non ti sembra di esagerare?, sbottò il re.

    No mio signore, fidatevi, non si può mai sapere, i pericoli possono venire da molte parti, devo andare...

    Aron scese di corsa le scale che portavano all'entrata del castello, guardando di tanto in tanto nel cielo per notare eventuali strane presenze. Mentre si avvicinava sentiva sempre più chiari

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