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Un amore per finta: Fake Billionaire Series
Un amore per finta: Fake Billionaire Series
Un amore per finta: Fake Billionaire Series
E-book192 pagine2 ore

Un amore per finta: Fake Billionaire Series

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Info su questo ebook

Ecco il primo capitolo della Fake Billionaire Series.

Allyson Smith ha cotta per il suo capo da anni, ma non ha mai osato fare la prima mossa. Quando si ritrova senza un accompagnatore per il matrimonio del fratello, racconta alla famiglia una piccola bugia: sta frequentando il suo capo. Sfortunatamente, quest’ultimo scopre la menzogna che ha raccontato e si propone di fingere di essere il suo ragazzo e accompagnarla al matrimonio.

Dane Prescott è un playboy miliardario con una nuova ereditiera sempre al suo fianco, ma non riesce a togliersi dalla testa la sua assistente Allyson. Ha cercato di resisterle finché non si trova coinvolto in una finta relazione per aiutarla.

Allyson Smith comincerà a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto dopo un fine settimana di passione con il suo capo. Innamorarsi di un ricco playboy come Dane è contro le regole, ma se è tutta una finzione, allora che problema c’è?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita6 set 2018
ISBN9781386875178
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    Anteprima del libro

    Un amore per finta - Lexy Timms

    Ringhiò. Era una tortura. Restare bloccato in una stanza con una bellissima donna, era la fantasia di ogni uomo, ma doveva ricordare che si trattava solo di una farsa.

    Allyson Smith ha cotta per il suo capo da anni, ma non ha mai osato fare la prima mossa. Quando si ritrova senza un accompagnatore per il matrimonio del fratello, racconta alla famiglia una piccola bugia: sta frequentando il suo capo. Sfortunatamente, quest’ultimo scopre la menzogna che ha raccontato e si propone di fingere di essere il suo ragazzo e accompagnarla al matrimonio.

    Dane Prescott è un playboy miliardario con una nuova ereditiera sempre al suo fianco, ma non riesce a togliersi dalla testa la sua assistente Allyson. Ha cercato di resisterle finché non si trova coinvolto in una finta relazione per aiutarla.

    Allyson Smith comincerà a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto dopo un fine settimana di passione con il suo capo. Innamorarsi di un ricco playboy come Dane è contro le regole, ma se è tutta una finzione, allora che problema c’è?

    CAPITOLO UNO

    Allyson Smith agitò la mazza da baseball con tutta la forza che riuscì a trovare. Non appena colpì la palla, lo rimpianse immediatamente perché sfrecciò in direzione della testa del suo capo.

    Sgranò gli occhi e provò ad avvertirlo senza alcun successo. Tutto sembrò accadere a rallentatore. La palla si avvicinò sempre di più al viso stupendo di Dane Prescott, lo stesso viso presente su ogni rivista di New York City. Quel volto non doveva avere alcun graffio se sperava di sopravvivere il prossimo infernale fine settimana.

    Il matrimonio di suo fratello era questo weekend. Se voleva che i suoi genitori non la tormentassero, era necessario che lei e Dane sembrassero uniti in almeno una foto. Sarebbe stato complicato se il suo finto ragazzo avesse avuto un naso rotto.

    «Signor Prescott, attenzione!» Corse verso di lui, sentendo i tacchi dei suoi stivaletti sprofondare nel prato bagnato.

    Nel disperato tentativo di scrollarsi di dosso la sua famiglia, si era lasciata scappare che frequentasse il ricco e sensuale Dane Prescott. Ovviamente, non era vero. Date usciva con ereditiere e nobili, non comuni assistenti come lei. La sua famiglia non lo sapeva, così aveva pensato che l’avrebbero lasciata in pace se gli avesse mostrato una foto. Tuttavia, prima doveva salvare il suo viso.

    Dane si abbassò e la palla gli passò sopra la testa, finendo da qualche parte fuori dal campo.

    Lei inciampò e finì su di lui. Entrò nel panico al pensiero che avesse sporcato di fango il suo costoso completo.

    Lui la afferrò dalla vita, impedendole di trascinarlo giù. «Ti ho preso,» le disse.

    Le sue parole la eccitarono.

    Sentire le sue mani grandi che la tenevano le fece perdere la testa. Non erano mai stati così vicini. Le era capitato di sfiorarlo soltanto quando lo aveva aiutato a togliersi la giacca.

    Dane la fissò con i suoi occhi blu magnetici e affascinanti, facendole dimenticare che fossero ancora a lavoro. Era una cosa che le capitava spesso. «Sai, la prima base è da quella parte,» le disse, indicando dietro di lei. Le sorrise e lei si sciolse tra le sue braccia.

    Poteva sentire il calore della mano ancora sulla sua vita penetrare attraverso la camicia. Per Allyson era inevitabile essere travolta dalla presenza di quest’uomo così potente e muscoloso che aveva scolpito il proprio corpo in palestra e giocando a hockey al college. L’amministratore delegato di una compagnia che produceva articoli sportivi doveva essere sempre al meglio, e Dane non faceva eccezione.

    La lasciava sempre senza fiato.

    Non appena gli applausi riecheggiarono, la lasciò andare per unirsi anche lui. Stava battendo le mani. Per lei. I dirigenti inglesi che si erano radunati sul campo per osservare la loro piccola dimostrazione sembrarono approvare.

    Dane stava ancora sorridendo quando avvicinò la mano sulla sua schiena per accompagnarla dai dirigenti.

    «Davvero impressionante, signorina Smith,» esclamò John Handel, il vice presidente della Handel and Company.

    «La ringrazio,» disse lei.

    «Allyson giocava a softball al liceo,» li informò Dane. «Per questo ha un bel lancio.»

    Allyson sorrise. Era bello ricevere complimenti dal proprio capo, soprattutto perché non accadeva spesso. Non perché non la notasse, ma perché era una persona davvero esigente. Di solito non avevano nemmeno il tempo di respirare, figuriamoci ricevere elogi.

    Dane indicò gli addetti al catering che li stavano aspettando con un rinfresco. Mentre i dirigenti attraversavano il campo, Dane la prese a braccetto e abbassò il capo. Significava che stessero per iniziare una conversazione privata. Era la sua occasione.

    Dopo aver lavorato come assistente personale di Dane per tre anni, Allyson conosceva alla perfezioni tutte le sue abitudini. Si avvicinò a lui, inebriandosi del suo profumo fresco e virile di dopobarba ormai familiare.

    «Credo che sia andata bene, no?» Infilò la mano nella tasca del suo abito grigio e italiano di alta sartoria. Per il miliardario Dane Prescott, amministratore delegato di trentatré anni della Prescott Global, era normale spendere un mucchio di soldi per un vestito.

    «Sembrano felici,» mormorò appena. La rendeva nervosa.

    Allungò la mano per scostarle una ciocca di capelli che le era caduta sugli occhi. Allyson tremò non appena la sfiorò. Dane desiderava che fosse sempre tutto impeccabile.

    «E il merito è tutto tuo,» disse con un sorriso che la fece arrossire.

    Abbassò lo sguardo, sperando che non notasse il rossore imporporarle il viso. «Sono certa che avrebbe trovato una soluzione, signor Prescott.»

    «Ne dubito. Sei sempre tu ad avere le idee migliori.»

    La sua idea di portare gli inglesi a visitare il famoso Prescott Park probabilmente era stata grandiosa, ma per lei era difficile ammetterlo. Di solito la compagnia organizzava partite di golf per i clienti più importanti, cene in ristoranti di lusso o visite in una delle fabbriche in un altro stato. Gli inglesi potevano giocare a golf ovunque, ma dove potevano ammirare l’iconico stadio di baseball, il Prescott Park, che la famiglia Prescott possedeva da generazioni se non a New York? Per questo motivo, dopo un giro della città, si erano diretti proprio lì.

    «Forse potremmo scattare una foto,» propose in modo innocente.

    «Ottima idea. Faremo delle foto di gruppo con i dirigenti.»

    Una foto di gruppo era l’ultima cosa di cui avesse bisogno. Dopo aver convinto la sua invadente famiglia che Dane fosse il suo ragazzo, le avevano chiesto di portarlo alle nozze. Di certo non poteva piombare nell’ufficio del suo capo per chiedergli di fingere di essere il suo ragazzo per un fine settimana. L’avrebbe licenziata, e sarebbe stato anche umiliante.

    Per questo motivo, la soluzione migliore era inviargli una foto in cui sembrassero una coppia affiatata. Tuttavia, ogni volta che Allyson aprì bocca per suggerire che Dane e lei scattassero una foto insieme, uno dei dirigenti si avvicinava per posare con il suo capo.

    Trascorse quindici minuti infernali in bilico su dei tacchi davvero pericolosi a posare con un sorriso falso stampato sul volto.

    «Vorreste una foto insieme? Solo voi due?» Handel indicò Allyson e Dane. Se Allyson avesse potuto baciare l’anziano uomo, lo avrebbe fatto. Prese il cellulare dalla tasca della gonna e lo diede a Handel.

    «Mi piacerebbe molto,» disse, sperando di non sembrare troppo disperata.

    Non appena Dane si avvicinò al suo fianco, il suo cuore cominciò a galoppare. Doveva trovare il modo di apparire convincente nella foto per la sua famiglia senza provare a sbaciucchiarlo come un’idiota.

    Dane si avvicinò il più possibile, mentre appoggiò un braccio sulle sue spalle per attirarla contro il suo petto. Allyson provò a sorridere nonostante fosse davvero tesa in quel momento.

    Handel scattò qualche foto e poi le ridiede il cellulare. Lo ringraziò e scrisse subito un messaggio al fratello e ai suoi genitori con la foto in allegato. La inviò anche alla sorella maggiore per sicurezza. Ecco fatto! Adesso l’avrebbero lasciata in pace e si sarebbe presentata al matrimonio da sola.

    «Sembri davvero compiaciuta con te stessa,» mormorò Dane.

    Sussultò sentendo la sua voce. «Oh merda, Dane. Mi hai spaventato.»

    Inclinò il capo e un’espressione divertita comparve sul suo viso.

    Allyson ansimò. «Mi dispiace tanto! Volevo dire signor Prescott.» Merda, che aveva combinato?

    Ridacchiò. «Nessun problema. So che siamo a lavoro, ma puoi rilassarti un po’, Allyson.»

    «Certo. È solo che...»

    «Hai parecchio a cui pensare?» concluse la frase per lei. Notò un luccichio malizioso nei suoi luminosi occhi blu, come se l’avesse beccata a fare qualcosa di sbagliato. «Perché oggi sei così nervosa? Non è da te.»

    A Dane non sfuggiva mai niente. Nessuno provava a fregarlo. Apprezzava l’onestà e l’impegno a lavoro, ma quella sera lei lo aveva ingannato. Usato per una menzogna, e il senso di colpo cominciò a tormentarla.

    Si morse il labbro, cercando di trovare una scusa. «Non è niente.»

    «Fa un po’ freddo.» Si tolse la giacca e gliela diede. «Probabilmente starai congelando. Come ho fatto a non accorgermene prima?»

    Aveva ragione, ma era stata così preoccupata a portare avanti il suo piano da non notarlo.

    «Grazie.» Indossò la sua giacca troppo grande per lei e infilò il cellulare in tasca. C’era qualcosa di così pericolosamente intimo nell’indossare i suoi vestiti.  Forse troppo per un’impiegata e il suo capo.

    Allyson lo fissò e si perse di nuovo nei suoi occhi blu. All’inizio, aveva provato a convincersi che qualsiasi ragazza avrebbe sentito le farfalle allo stomaco in presenza di un nuovo capo così affascinante. Chiunque avrebbe notato il modo in cui i suoi occhi blu e i capelli biondi risaltassero sulla sua pelle abbronzata. Tutto di lui le ricordava una giornata in spiaggia. Così calda e sensuale. «Lei non ha freddo, signor Prescott?»

    Dane sollevò le mani. «Allyson, basta così. Non devi pensare a me ogni secondo.» Infilò le mani in tasca. «Piani per il weekend?»

    Fare quattro chiacchiere la rendeva nervosa. Era più facile parlare di lavoro con il suo capo. «Mi aspetta il matrimonio di mio fratello. Sarò la damigella d’onore.»

    «Fantastico. Fagli i miei auguri. È un avvocato, giusto?»

    Annuì. «Sì, i miei genitori sono così fieri di lui.» Fece una smorfia, percependo il rancore nella sua voce. I suoi genitori non smettevano mai di ricordarle quanto suo fratello fosse affermato. James era un avvocato e stava per sposare un neurochirurgo.

    Mentre lei era solo un’assistente. Viveva in un appartamento elegante a New York, ma era ancora single, un particolare difficile da dimenticare grazie alla sua famiglia.

    «E tu non lo sei?» Le parole di Dane la distrassero dai suoi pensieri.

    «No, non è questo. Volevo dire...»

    «A volte i genitori pretendono troppo da noi,» rispose. «Con i miei è così. Ti capisco se non ti va di andare al matrimonio.»

    Prima che potesse rispondergli, uno dei dirigenti chiamò Dane.

    «Credo che sia ora di andare,» disse. «Possiamo passare in ufficio per prendere la nostra roba, e poi ti accompagnerò a casa.»

    «Grazie mille.» Era sempre molto gentile con lei. Il lavoro era faticoso, ma Dane rispettava i suoi dipendenti. Dopo aver salutato i dirigenti, si incamminarono verso l’auto della compagnia. Allyson era nervosa e si sentiva in colpa per avergli mentito.

    Una volta arrivati in ufficio, Allyson tolse la giacca e la ridiede a Dane. Si assicurò che fosse tutto a posto sulla sua scrivania, prese la borsa, le chiavi del suo appartamento e cominciò a cercare con ansia il cellulare.

    «Cerchi questo?»

    Si voltò e vide Dane appoggiato allo stipite della porta mentre teneva il suo cellulare in mano. Aveva la fronte aggrottata, e un’espressione indecifrabile sul viso.

    Ebbe un tuffo al cuore. Oh merda.

    Avrebbe preferito sprofondare quando le chiese: «Quindi sarei il tuo ragazzo?»

    CAPITOLO DUE

    Allyson non era mai a corto di parole.

    Aveva sempre avuto una risposta brillante o di classe, ma mentre Dane la fissava con espressione infastidita, lei si limitò a restare a bocca aperta. Non aveva idea se stesse cercando

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