Omicidio tra gli scaffali: Storia di una giovane madre
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Info su questo ebook
Theresa Gilbert è una giovane madre alla ricerca di un futuro sereno per lei e per sua figlia Isabelle.
Ma i suoi sogni di un radioso avvenire dovranno confrontarsi con la dura realtà della vita di tutti i giorni.
E, come se non bastasse, un misterioso omicidio complicherà ancora di più la sua fragile situazione emotiva.
Theresa dovrà quindi far leva sulle sue infinite risorse per lottare contro le avversità e cercare, fra mille difficoltà, il suo posto
nel mondo.
Un romanzo breve, dedicato alle donne e al loro coraggio.
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Anteprima del libro
Omicidio tra gli scaffali - Adriana Waldenberg
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Capitolo 1
- Congratulazioni! Lei è assunta – proclamò Philip.
Iniziava così la brillante carriera lavorativa di Theresa presso il grande ipermercato Famplus.
Qualifica: assistente di sala. Con ampie prospettive di crescita.
Aveva letto con attenzione l’annuncio. " Ipermercato cerca giovane con esperienza nel settore della vendita e distribuzione, max. ventun’ anni per attività di assistenza alla clientela. Grandi opportunità di carriera ".
Seguiva il nome di un tizio, Wilhelm, ed il numero da contattare.
Dopo aver già cambiato tre lavori, cos'altro aveva da perdere? Compose il numero e chiamò.
- Pronto?
- Salve, mi chiamo Theresa Gilbert, la chiamo per l’annuncio di assistenza alla clientela…
- Come? Ah, giusto, la commessa! Quando vuole iniziare? La settimana prossima?
- Mah…cioè...io veramente…
- Anzi, facciamo così, venga stasera in orario di chiusura, così può iniziare anche domani.
- Volentieri!
- Di sicuro ha presente dove si trova il nostro modesto ipermercato – disse Wilhelm, sghignazzando con fare un tantino pomposo.
- Come no! Chi non viene lì da voi a fare la spesa!
- Bene! Perfetto! A stasera allora, Theresa. La aspetto.
Theresa non fece in tempo a confermare l’appuntamento che il suo interlocutore aveva già riattaccato dall'altro capo del telefono.
Tutta emozionata, si fece una doccia veloce, indossò il tailleur migliore che aveva e si presentò all'appuntamento.
Individuò subito Wilhelm, il responsabile del personale con cui aveva parlato poco prima.
Per la verità, egli le precisò subito di fare le veci del direttore del personale e che lui era in realtà il responsabile del settore ortofrutta.
Era un tizio giovane, arrembante e carismatico.
Chiese subito a Theresa se avesse esperienza nel settore.
- Veramente no, ho lavorato come barista, ma mai in un posto come questo - si limitò a riferire Theresa.
La formula di assunzione prevedeva uno stage di sei mesi con paga al minimo sindacale, come da contratto collettivo nazionale. Il datore di lavoro si riservava al termine di detto periodo la facoltà di assumerla in pianta stabile.
Theresa, pensando alla sua bambina, si decise ad accettare.
Il suo fidanzato, Danny, l’aveva abbandonata senza pudore subito dopo l’annuncio della sua gravidanza.
Pertanto, qualcuno doveva pensare alla piccola Isabelle, sua figlia.
Tornando a casa, le venne nostalgia verso i suoi genitori, morti molti anni prima in un tragico incidente stradale. Se li avesse ancora avuti accanto, forse la sua vita avrebbe preso una piega diversa. Forse non si sarebbe trovata in così grossa difficoltà. Ma si convinse poi che era del tutto inutile piangersi addosso e che sua figlia aveva bisogno di una figura forte, che la proteggesse da tutte le avversità della vita.
E poi, chissà! Magari le sarebbe davvero piaciuto lavorare in un supermercato.
Era una persona solare e amichevole dopotutto, si sarebbe fatta benvolere dai colleghi e dai clienti.
Dopo i sei mesi di prova il Direttore l’avrebbe assunta in pianta stabile, così non avrebbe più dovuto vivere nella provvisorietà e nel timore di perdere il lavoro da un giorno all’altro.
Arrivata a casa si fermò da Ines, la vicina a cui aveva affidato la piccola Isabelle.
Fecero due chiacchiere attorno a un caffè. Le disse di aver ottenuto il lavoro e che avrebbe cominciato l’indomani.
La sua preoccupazione però andava a Isabelle.
Fortunatamente, una cugina di Ines lavorava in un asilo presso il quale Theresa avrebbe iniziato a lasciare Isabelle durante i suoi turni lavorativi.
Le dispiaceva tanto staccarsi dalla propria piccola, ma al contempo doveva portare a casa il pane.
Si congedò quindi da Ines ed entrò nel piccolo appartamento adiacente.
Il freddo della stanza era pungente. Subito accese il piccolo radiatore posto a fianco del portaombrelli ed avvicinò il lettino di Isabelle al tepore del calorifero.
Sfinita, si stese sul divano e puntò la sveglia per l’indomani. In quella posizione, senza nemmeno riuscire a raggiungere il letto, si addormentò. Era dura la vita per una giovane madre ventunenne.
Capitolo 2
La mattina dopo il trillo della sveglia la ridestò alle sei e mezza.
Theresa si preparò in tutta fretta, prese con sé Isabelle e la lasciò a Ines poco prima di uscire da casa. Era fortunata ad avere Ines. Era una buona amica. Si conoscevano ormai da un anno, da quando Theresa si era trasferita nel piccolo appartamento dirimpetto a quello di Ines. Si erano da subito piaciute ed erano diventate intime in poco tempo.
Ines faceva l’infermiera all'Ospedale Centrale. Era una donna sulla trentina, bassa e magrolina ma con una grande energia che sprizzava da tutti i pori. Abitava sola, non era sposata. Quando parlavano di corteggiamenti ed ex fidanzati però, si faceva parecchio seria.
Theresa intuiva che doveva aver passato delle brutte esperienze.
Sapeva solo che era stata a lungo fidanzata, ma era stata poi lasciata all'improvviso per una ragazza molto più giovane, appena maggiorenne.
Dopo quella delusione, Ines non ne voleva più sapere degli uomini.
Perlomeno a suo dire.
Erano anche uscite assieme qualche volta, ma Theresa aveva solo avuto la conferma che approcciare il sesso opposto non le interessava più di tanto.
Quello di cui Ines aveva veramente bisogno, al momento, era piuttosto una buona amica e Theresa si calava perfettamente nel ruolo. Di più, Ines adorava i bambini e si prendeva amorevolmente cura di Isabelle quando la madre era costretta ad assentarsi. Come in quell'occasione, il primo giorno di lavoro.
Theresa era nervosa ma allo stesso tempo determinata a dare il meglio per lasciare subito una buona impressione ai suoi nuovi colleghi.
Appena arrivata al grande magazzino parcheggiò la sua piccola Clio giallo canarino in uno dei posti riservati ai dipendenti ed entrò dal retro dove erano situati gli spogliatoi del personale. Fece appena in tempo a girare la chiave nella toppa che sentì forte una palpata nel sedere. Si voltò e vide un ragazzo giovane,