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Seduzione al alto rischio: Harmony Destiny
Seduzione al alto rischio: Harmony Destiny
Seduzione al alto rischio: Harmony Destiny
E-book176 pagine2 ore

Seduzione al alto rischio: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

La fama di scapolo più ambito di tutta Miami non si ottiene per caso. Bisogna essere attraenti e virili, ma anche così dediti al lavoro da risultare quasi irraggiungibili. E Justin Stern, presidente del Luna Azul, sa di essersi conquistato a pieni voti il primato. Tuttavia, gli basta un solo sguardo alle provocanti sembianze di Selena Gonzalez per decidere che, forse, è pronto per il grande passo.



Avvocato di successo, Selena è tornata a Miami per aiutare la sua famiglia in una delicata trattativa, non per indulgere in una storia di sesso con il nemico. I suoi neuroni, però, si appannano quando c'è di mezzo Justin. E dalla sala riunioni alla camera da letto il passo è fin troppo breve.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2018
ISBN9788858982303
Seduzione al alto rischio: Harmony Destiny
Autore

Katherine Garbera

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Seduzione al alto rischio - Katherine Garbera

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Seducing His Opposition

    Silhouette Desire

    © 2011 Katherine Garbera

    Traduzione di Lara Zandanel

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-230-3

    1

    Justin Stern parcheggiò la sua Porsche 911 di fronte all’ufficio di zona della contea di Miami-Dade. Come rappresentante legale e comproprietario del Luna Azul era sempre impegnato e gli piaceva. A differenza di suo fratello minore Nate, che passava le notti a festeggiare per mantenere alta l’attenzione del pubblico sul locale, Justin preferiva la tranquilla comodità del suo ufficio. Aveva lavorato sodo per fare del Luna Azul ciò che era adesso ed era determinato a vederlo continuare a crescere.

    Era esattamente quello che stava facendo in quel momento, assicurarsi che il futuro del club non dipendesse solo dalla quantità di gente che lo frequentava. Aveva negoziato l’acquisto di un centro commerciale fatiscente, con disperato bisogno di restauri. Dalle ricerche effettuate era emerso che il cambio di proprietà avvenuto dieci anni prima era stato l’inizio del decadimento della struttura.

    Aveva previsto una piazza all’aperto, con ristoranti e negozi che avrebbero contribuito a ridare vita alla zona, portando un nuovo flusso di entrate alla Luna Azul Company.

    Tutto quello che doveva fare era presentare gli ultimi documenti quel giorno, poi avrebbero potuto procedere con i piani di espansione.

    Era una bellissima mattinata di primavera, ma non ci fece caso mentre entrava nell’edificio. Fu felice di notare che c’erano solo altre due persone nella sala d’attesa. Prese il numero dal banco della reception e poi si mise a sedere accanto a una donna sudamericana molto bella.

    I capelli folti e ricci le incorniciavano il viso e le ricadevano sulle spalle in morbide onde. La pelle era perfetta e la carnagione olivastra faceva sembrare i suoi occhi scuri ancora più grandi. Le labbra erano carnose e imbronciate; si rese conto di non riuscire a staccarle gli occhi di dosso, finché lei non sollevò un sopracciglio guardandolo.

    «Non sono un maniaco» disse con un sorriso schivo. «Sei tu che sei bella da togliere il fiato.»

    Lei arrossì e alzò gli occhi al cielo. «Come se dovessi crederci.»

    «Perché no?» chiese, voltando il viso verso di lei.

    «Sono abituata agli uomini compiacenti. Ne riconoscerei uno anche a un chilometro di distanza.»

    «Solo perché ti sto facendo un complimento, non significa che ci stia provando.» Era davvero graziosa e gli piaceva il tono dolce della sua voce. Era ben fatta. Non s’intendeva di stilisti o di moda, ma i suoi vestiti erano belli, femminili. Per la prima volta da molto tempo non gli diede fastidio dover aspettare.

    «Immagino che tu sappia essere molto affascinante quando vuoi» gli disse.

    «Forse» rispose Justin. «In realtà no, di solito vado dritto al punto.»

    «Non mi sembri un tipo schietto.»

    «Lo sono.» Non diceva per dire – era davvero straordinaria. Lo guardava fisso e lo distraeva. «I tuoi occhi sono così grandi, potrei perdermici.»

    «I tuoi sono blu come il mare delle Fiji.»

    Lui rise forte. «Ti sono sembrato così sdolcinato?»

    «Sì» disse lei con un sorriso. «E onestamente, non sono il tipo.»

    Lo era eccome, ma lui non era granché a parlare con le donne. In un consiglio d’amministrazione o a un tavolo di trattative era il migliore, ma quando si trovava faccia a faccia con una donna che gli interessava quello era il meglio che riusciva a fare.

    «Come mai sei qui?» chiese, facendo un cenno con la testa. «All’ufficio di zona.»

    «Devo depositare un’ingiunzione.»

    «Per la tua società o per un cliente?» chiese, desiderando saperne di più.

    «I miei nonni credono che una grande società stia tentando di comprare la loro proprietà per trasformarla in un centro commerciale. Così sto verificando a nome loro.»

    «Vivi qui a Miami allora? O solo i tuoi nonni?»

    «Tutta la mia famiglia vive qui. Ma io sto a New York.»

    «Oh, allora la nostra sarà una relazione a distanza.»

    Lei sollevò un sopracciglio. «Questa relazione potrebbe non durare oltre la sala d’attesa.»

    «Non rinuncerò a noi così facilmente.»

    «Bene. Uno di noi dovrà combattere perché funzioni» disse lei, impassibile.

    «Immagino che sarò io» rispose Justin, con un sorriso. Non poté farne a meno. Qualcosa di quella donna lo faceva sorridere.

    Un uomo in abito elegante venne allo sportello. «Numero quindici.»

    Lei guardò il foglietto che teneva in mano. «Sono io.»

    «C’è qualche possibilità che tu mi dia il tuo numero di telefono?»

    Lei si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi frugò nella borsa. «Ecco il mio biglietto. Il mio numero di cellulare è in basso.»

    «Ti chiamerò» disse lui.

    «Lo spero. Come ti chiami?»

    «Justin» disse, alzandosi e prendendo il biglietto da visita senza guardarlo. «Justin Stern. E come dovrei chiamare te, oltre che bellissima?»

    Lo guardò per un attimo e una luce le illuminò gli occhi. «Selena. Selena Gonzalez.»

    Si allontanò mentre lui guardava i suoi fianchi ondeggiare. Poi ripensò al suo nome. Gonzalez era il cognome del potente avvocato e nipote di Tomas. Selena Gonzalez... aspetta un attimo; era attratto dall’avvocato che Tomas Gonzalez aveva fatto venire da New York per bloccare i suoi progetti per il centro commerciale!

    Non era giusto.

    Dannazione, voleva chiamarla. Non capitava spesso di incontrare una donna che capiva il suo strano senso dell’umorismo e stava al gioco. Ma ora...

    E poi, non viveva lì. Era in città solo per poche settimane. Il che la rendeva la donna perfetta per lui.

    Era impazzito? Stava mettendo i bastoni fra le ruote ai progetti a cui aveva lavorato tanto duramente. E se Selena assomigliava solo un po’ a suo nonno, era un tipo testardo che non voleva rendersi conto che il cambiamento era necessario se volevano mantenere il quartiere vivo e vitale.

    Selena Gonzalez lasciò l’ufficio con le informazioni di cui aveva bisogno e un’ingiunzione tra le mani. La chiamata di suo nonno, tre giorni prima, rivelava che una grande società senza scrupoli stava tentando di portare via il mercato dei suoi nonni. Ma dalle informazioni che aveva appena ottenuto non ne era ancora sicura.

    Justin Stern l’aveva intrigata e avrebbe voluto che fosse un uomo qualunque. Tuttavia aveva sentito abbastanza sul ragazzo ricco e condiscendente che stava cercando di imporsi sui suoi nonni, da sapere che Justin non era il Mister Perfezione che le era sembrato.

    Aveva la sensazione che, se la Luna Azul Company fosse riuscita a costruire il centro commerciale, i dintorni sarebbero cambiati. Aveva visto i progetti che erano stati proposti dalla società – mostravano un’area per lo shopping disegnata per attrarre i turisti nella zona. Cosa che non faceva il negozio di generi alimentari latinoamericani dei suoi nonni, ma almeno non era il locale notturno che temevano sarebbe stato costruito.

    Mentre guidava verso casa, si godette gli scorci tropicali e lussureggianti di Miami. La sua famiglia desiderava che tornasse da molto tempo. Tuttavia sapeva che, se non fosse stato per questa emergenza legale, avrebbe continuato a ignorare i loro suggerimenti.

    Quel posto riportava alla luce tutte le cose che non le piacevano di se stessa. Quando era a casa era impulsiva e passionale. Prendeva decisioni stupide, come dare il suo numero di telefono a un affascinante sconosciuto in una sala d’aspetto.

    E dopo tutto quello che era successo con Raul dieci anni prima, aveva paura di tornare a casa. Non voleva affrontare il passato o i ricordi che popolavano la sua vecchia casa e il vicinato. Mentre parcheggiava di fronte alla casa dei nonni, fece un profondo respiro.

    «Hai ottenuto l’ingiunzione?» chiese il nonno.

    Non era un uomo particolarmente alto, probabilmente nemmeno un metro e sessanta. La vita era stata generosa con Tomas Gonzalez e il suo successo era testimoniato dalla pancia leggermente arrotondata. Sapeva essere determinato nel lavoro, ma aveva sempre un sorriso per la sua famiglia e un abbraccio e un bacio per lei. Selena, che era una dei quindici nipoti che vivevano nel raggio di tre isolati, si era sempre sentita amata in quella casa. Soprattutto dopo la morte dei suoi genitori undici anni prima. Un autista ubriaco glieli aveva portati via entrambi in un incidente, lasciando lei e il suo fratellino soli al mondo. Erano intervenuti i suoi nonni, ma non era stata la stessa cosa.

    «Sì, abuelito» disse. «E domani andrò agli uffici della Luna Azul Company per parlare delle nostre condizioni.»

    Si sedette al grande tavolo di legno in cucina. La nonna era nell’altra sala a guadare la televisione.

    «Molto bene, tata. Te l’ho detto che avevamo bisogno di te.» Tata era il suo soprannome, un dolce vezzeggiativo che la faceva sentire amata ogni volta che veniva usato. «Quei fratelli Stern credono di poter arrivare e comprare la nostra proprietà, ma non sono parte della comunità.»

    «Abuelito, la Luna Azul Company fa parte della comunità da dieci anni. Da quanto mi hanno detto all’ufficio di zona, hanno fatto molto per questo quartiere.»

    Il nonno agitò le mani in aria. «Niente, tata, ecco cos’hanno fatto per noi.»

    Lei rise. Era abituata alle sue reazioni passionali, persino melodrammatiche riguardo a Little Havana. Suo nonno apparteneva alla Cuba precomunista, un ambiente creativo e pieno di energia, che aveva ricostruito a Miami dopo l’esilio. Ricordava ancora l’isola con passione. Era una Cuba che non esisteva più, ma le sue storie erano sempre piacevoli.

    «Di che cosa ridete?» chiese la nonna, entrando per riempire di nuovo la sua tazza di caffè.

    «Dei fratelli Stern» disse il nonno. «Credo che Selena sia proprio la persona giusta per rimetterli al loro posto.»

    La nonna si sedette vicino a lei. Odorava di caffè e di gardenia, il profumo che aveva sempre usato. Circondò le spalle di Selena con un braccio. «Hai promesso di restare fino all’estate, tata. Riuscirai a sistemare le cose per allora?»

    Selena abbracciò a sua volta la nonna. «Certamente. Voglio assicurarmi che otteniate il massimo da questi sviluppi.»

    «Bene. Vogliamo tornare a essere i proprietari del mercato come prima» disse il nonno.

    Selena sentì una fitta al cuore quando si rese conto che la ragione per cui non possedevano più il loro negozio era lei. Erano semplici affittuari del mercato che gli Stern progettavano di ristrutturare, ma un tempo ne erano stati i proprietari.

    Finché Selena non aveva rovinato tutto.

    Doveva sistemare le cose per loro. «Ho incontrato Justin Stern all’ufficio di zona. Organizzerò un incontro con lui» assicurò Selena ai nonni.

    «Bene» disse la nonna. «Torno al mio programma. Rimarrai a casa tua?»

    «Non ho ancora deciso.» Possedeva ancora una casa lì. Non era sicura di volerci tornare, ma rimanere dai nonni non era una soluzione; dopo aver vissuto da sola così a lungo, aveva bisogno dei suoi spazi.

    Scrollò le spalle. «A cosa serve avere una casa se non la si usa mai?»

    «Manderò Maria ad assicurarsi che tutto sia a posto e pronto per il tuo arrivo.»

    «Non è necessario» disse Selena. I nonni si occupavano della vecchia casa mentre lei era a New York. Era lì che aveva vissuto con Raul mentre frequentavano l’università. C’erano molti ricordi in quel posto. «Posso pulire io, se serve.»

    «No. Sistemeremo tutto. Tu concentrati sulla Luna Azul Company e su Justin Stern» disse il nonno.

    Scosse la testa. «È un uomo molto affascinante, abuelita. L’hai incontrato?»

    «No, ma il nonno sì, molte volte. Lo trovi astuto, vero?» disse la nonna, voltandosi verso il marito.

    «Sì. Molto astuto: ti studia e ti fa un’offerta che è proprio perfetta per te. È come il diavolo.»

    Selena rise, pensando quanto l’osservazione del nonno fosse esatta. «È molto persuasivo.»

    «Sì. Stai attenta, tata. Non vorrai prenderti una cotta per un altro uomo del genere.»

    Lei si cinse la vita con un braccio mentre la nonna si alzava e sgridava il nonno in spagnolo, dicendogli di non rivangare il passato. Selena lasciò in

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