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L'Oro della Trinacria
L'Oro della Trinacria
L'Oro della Trinacria
E-book81 pagine58 minuti

L'Oro della Trinacria

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Info su questo ebook

La quarta avventura di Paolo Tummino inizia dalle indagini su di un fatto avvenuto durante la seconda guerra mondiale, la scomparsa di oro e preziosi da una banca siciliana. L’ultimo testimone sopravvissuto, svela dopo settanta anni il mistero. Le ricerche risultano difficili per la mancanza di indizi.
LinguaItaliano
Data di uscita5 dic 2019
ISBN9788835342083
L'Oro della Trinacria

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    L'Oro della Trinacria - Cesco Mosca

    riservati.

    INDICE

    Capitolo primo La Guerra

    Capitolo secondo Il Reduce

    Capitolo terzo La Banca

    Capitolo quarto Anna

    Capitolo quinto Le Ricerche

    Capitolo sesto La Piantagione

    Capitolo settimo Il Regno dei morti

    Capitolo ottavo La Recita

    Capitolo nono L’Oro

    Capitolo decimo La Cosca

    Capitolo undicesimo La Svezia

    Note di traduzione in italiano delle frasi in siciliano

    CAPITOLO PRIMO

    La Guerra

    Il 10 giugno 1940 Mussolini annunciò in un discorso a piazza Venezia, in Roma, la consegna della dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna. Mario Campo ascoltò il messaggio alla radio, rimase in silenzio, conosceva lo stato degli armamenti, si delineava una guerra più terribile delle altre combattute in quel secolo. Lavorava al Banco di Trinacria era addetto alla sicurezza delle riserve di oro e preziosi. Durante gli studi aveva fatto parte dei gruppi fascisti universitari, dopo la laurea aveva svolto il servizio di leva come ufficiale di complemento dell’esercito. Proveniva da una famiglia di patrioti, il padre eroe della guerra italo turca in Libia, uno zio decorato nella prima guerra mondiale e ferito in combattimento, un’altro zio ufficiale volontario nei carabinieri decorato nella guerra anglo somala. Aveva un grande senso della patria, questo lo aveva portato a frequentare gli ambienti fascisti che inneggiavano motti come Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo. Non era d’accordo alla limitazione delle libertà ed altri provvedimenti, si manteneva defilato e critico nei confronti del regime. Nel 1941 arrivò il richiamo alle armi, per fortuna fu assegnato alla guarnigione di Palermo, schierato in difesa del porto. Aveva un grande senso del dovere, quando era libero dai turni di servizio si recava in banca a dare una mano ai colleghi, ed incontrare la sua fidanzata che lavorava nello stesso ufficio.

    Il reggimento gli aveva assegnato il comando di una squadra di riservisti, formata per la maggior parte da uomini di mezza età, dal punto di vista militare non erano molto preparati ma s’impegnavano a collaborare. Faceva parte del gruppo un barbiere di nome Lucio soprannominato pipazza per il suo lungo naso, aveva una passione per la pastasciutta, causa della sua grossa pancia, durante i turni di guardia parlava per ore delle salse e degli ingredienti per condire i suoi amati spaghetti. Aveva invitato i commilitoni a tagliarsi i capelli nel suo salone da barba che si trovava vicino al porto. Un giorno Mario vi si recò, l’apertura del locale era protetta da una tenda di anellini metallici che sospinta dal vento produceva un rumore come le fronde degli alberi. La sua funzione era di non fare entrare gli insetti ma in effetti non li faceva uscire. Un altro elemento del gruppo era Peppe un idraulico tuttofare, un tipo silenzioso, la sua voce soffusa si sentiva quando aveva problemi a riparare o montare qualche attrezzatura. Emetteva delle imprecazioni tronche come porc... buttan..., cornut... della miser..., minch..., difficilmente sorrideva, l’unica sua nota allegra era quando si allontanava per suonare uno zufolo che si era costruito. C’era Tano un contadino che proveniva da un paesino della provincia, parlava esclusivamente in dialetto, era basso e tarchiato ma aveva una forza incredibile, era benvoluto perché spesso portava il vino che produceva nella sua vigna.

    Le giornate trascorrevano lentamente tranne le incursioni aeree degli inglesi che venivano contrastate con scarso successo, nonostante il supporto delle truppe tedesche. Gli uomini cercavano di passare il tempo senza pensare, alle macerie dei bombardamenti, ai sacrifici per il razionamento alimentare e le cattive notizie che provenivano dai vari fronti di guerra. Mario era preoccupato per l’oro della banca, due ufficiali tedeschi l’avevano visitata con la scusa di verificare i problemi di sicurezza. Il loro intento era capire se c’era qualcosa da portare via in caso di abbandono dell’isola, dovevano giustificarlo come una precauzione visto che erano alleati dell’Italia. Non potevano razziarlo come avevano fatto nei paesi occupati. Il tre febbraio del 1943 iniziarono a Palermo i bombardamenti delle fortezze volanti degli americani, che provocarono morti e distruzione. L’undici giugno 1943 gli anglo americani occuparono l'isola di Pantelleria, era il triste presagio che la situazione stava precipitando. Mario comprese che l’oro della banca era in pericolo, se scampava alle mire dei tedeschi sarebbe caduto nelle mani degli anglo americani. Aveva pensato di spostarlo e metterlo al sicuro. L’operazione era difficile bisognava penetrare nel caveau, spostare le casse sui mezzi e trovare un posto dove custodirlo, doveva scegliere degli uomini fidati che non svelassero il luogo. Il dieci luglio gli anglo americani sbarcarono in Sicilia e nonostante il sacrificio dei militari italiani male equipaggiati, iniziarono l’avanzata verso la conquista dell’isola. Il venti luglio le truppe italo tedesche arretrarono verso Messina,questo significava che stavano per arrivare a Palermo gli americani. Mario radunò Lucio, Peppe e Tano e disse:

    "Gli americani stanno per entrare a Palermo, non sappiamo cosa accadrà ma ritengo che stiamo perdendo la guerra. Vi ho radunati per chiedervi di partecipare all’ultima missione, salvare

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