Capitolo Chiuso
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Capitolo Chiuso - Andrea Tesone
CHIUSO
1
La canottiera era attaccata al petto quasi a formare un secondo strato di pelle. Fabri si passò una mano sulla fronte e poi osservò le gocce di sudore che scorrevano lungo le dita. Abbassò la mano e si guardò rapidamente intorno: la strada era a pochi metri alle sue spalle, davanti a lui si estendeva un immenso campo di spighe di mais. Fabri si trovava su un terreno sterrato, un limbo tra l’asfalto e le spighe. Abbassò lo sguardo sulla canottiera mentre un sorrisetto gli increspava le labbra: era una canottiera grigia, almeno fino all’altezza del petto, poi da lì fino al colletto sembrava il manto di un dalmata visto che c’erano chiazze nerastre formate dal sudore che colava.
Oh oh, altra macchia in arrivo
pensò Fabri mentre sentiva due goccioline di sudore corrergli lungo il mento, agglomerarsi in un’unica grande goccia e poi cadere con un leggero plic
su quella che una volta era una canottiera grigia. Fabri udì uno scalpiccio alle spalle che lo portò a voltarsi: suo fratello Cesare era in piedi, con il fiato corto e un sorriso a 32 denti. Anche lui indossava una canottiera, ugualmente chiazzata, ma di colore giallo. Cesare gonfiò il petto e gridò a squarciagola con tutto il fiato che può avere un bambino di 10 anni Muoviti lumaca!
dopodiché corse via e finì inghiottito dalle spighe.
Fabri si affrettò dietro di lui Cesare aspetta!
.
Le spighe erano alte, molto più alte rispetto a lui con uno spazio molto ristretto per poter correre liberamente. Fabri provò a inseguire il fratello, ma fu subito frenato dalle foglie di granoturco. Appena avanzava di un passo, SBAM! Una foglia lo colpiva in pieno volto oscurandogli la visuale. Avanzava di un altro passo e le foglie gli si strusciavano sotto le ascelle provocandogli un leggero solletico. Fabri si fermò: di Cesare nessuna traccia; sembrava svanito nel nulla. Si guardò in torno, ruotando il collo da sinistra verso destra, ma niente: tutto quello che vedeva erano spighe, spighe, spighe di mais. A un certo punto udì una voce femminile chiamarlo da lontano, alle sue spalle, una voce adulta. Fabri conosceva bene quella voce e sapeva bene che era meglio che il suo nome non venisse chiamato altre due volte. Girò su se stesso e con la velocità che gli consentivano le spighe, scattò verso la sorgente della voce. Vedeva una silhouette alla fine del campo di mais davanti alla strada; man mano che si avvicinava riusciva a federe la figura sempre più nitidamente: una figura longilinea, che a volte stava in piedi, a volte piegava il busto in avanti come a cercare di scorgere qualcosa tra le spighe. Fabri emerse dal campo e tese la manina alla figura che la prese delicatamente nella sua. Fabri fissò la donna: era sudata con i capelli biondi legati da un cerchietto bianco. Anche lei, come Fabri, si passò una mano sulla fronte mentre con lo sguardo passava in rassegna il campo di grano. Fabri notò che si mordicchiava il labbro inferiore.
Che succede mamma?
chiese il bambino.
La donna abbassò lo sguardo su Fabri, fissandolo dritto negli occhi.
Dov’è tuo fratello?
, chiese con la voce che diventava sempre più acuta mano a mano che pronunciava la domanda. Fabri la guardò e si mise a ridere: com’era possibile che non si fosse accorta che Cesare era a pochi metri da loro e che da lì a poco sarebbe comparso al suo fianco, pronto a combattere con lui per contendersi la mano della madre? Cesare si stava nascondendo tra le spighe, tutto qua, poi all’improvviso sarebbe uscito di corsa dal campo di mais tentando di spaventare lui e la madre. Fabri, sorridendo, volse nuovamente lo sguardo verso la mamma e il sorriso gli morì sulle labbra: la donna aveva gli occhi sgranati che sembravano pronti a schizzargli fuori dalle orbite, la pelle del viso era pallida, quasi dello stesso colore del cerchietto, il volto era madido di sudore, la bocca semiaperta con le labbra che tremavano leggermente.
Dov’è tuo fratello?
chiese di novo la madre, con la voce che le tremava.
Il sorriso scomparve dalle labbra di Fabri, mentre avvertiva gli occhi riempirsi di lacrime:
I-io non lo so
piagnucolò, sentendo la mano della madre stringersi intorno alla sua fino a fargli male.
Dov’è tuo fratello, Fabrizio?
la madre iniziò a urlare.
Il diretto interessato iniziò a piangere Io non lo so…
sentiva le lacrime scorrergli lungo le guance, la voce era intervallata da una serie di singhiozzi. Fabri….
, Fabri sveglia!
.
Fabri si riscosse e sbatté le palpebre. Era sul sedile bianco di una limousine con i vetri oscurati. Loris, con i capelli castani affogati nel gel e un’impeccabile camicia bianca, lo guardava da un sedile di fronte al suo. Fabri si stiracchiò sentendo le vertebre emettere un piacevole scricchiolio.
Che è successo?
chiese accorgendosi di avere la bocca leggermente impastata.
Nulla, ti sei appisolato. Siamo quasi arrivati...
Rispose Loris.
Fabri guardò il proprio riflesso nel finestrino: i capelli biondi erano arruffati, provò a dargli una sistemata con la mano, ma non fece altro che peggiorare la situazione: i capelli, invece che appiattirsi erano schizzati in tutte le direzioni. Loris lo richiamò all’attenzione con un colpettino di tosse.
Ok, sappiamo tutti che sarai tu quest’anno a vincere la webcam d’oro come miglior youtuber europeo, è un po’ il segreto di Pulcinella, però fingi almeno di avere un minimo di tensione.
Fabri scoppiò a ridere.
Loris sorrise di rimando, stringendo leggermente gli occhi verdi.
Hai ragione
disse Fabri, passandosi una mano sul viso mentre Loris lo fissava inclinando leggermente la testa.
A cosa stavi pensando? Sembravi parecchio agitato, non hai neanche sbavato come tuo solito
.
Fabri scosse il capo sbuffando leggermente:
Ma no nulla, stavo pensando a delle idee per il film e mi sono venuti in mente ricordi di quando ero frugoletto. E comunque non sbavo mentre dormo!
.
Loris scoppiò a ridere.
Ma dai! Ma se quando ti addormenti dalla tua bocca escono le cascate del Niagara!
Fabri scosse il capo.
Non è vero
, poi si raddrizzò di scatto sul sedile: un pensiero alquanto inquietante gli era balenato nella testa.
Ma poi scusa: tu mi guardi mentre dormo?
.
Loris allargò le braccia in segno di resa.
Non sono io che ti guardo! Sei tu che ti addormenti ogni 5 minuti!
.
Fabri si strinse nelle spalle.
Può capitare quando ti dedichi giorno e notte a un progetto sai?
.
Loris annuì con l’aria di chi la sa lunga.
Eccome se lo so…se non fosse per me staresti girando un film di quattro ore
.
Fabri sorrise e poi sfilò di tasca il cellulare, fissò il display e si accigliò leggermente. Loris si accorse di quel piccolo cambiamento.
Che succede?
.
Fabri scosse il capo sempre tenendo lo sguardo fisso sul cellulare.
Nulla. E’ che sono le 10.00, siamo in ritardo, avremmo dovuti essere lì mezz’ora fa…
.
Loris si strinse nelle spalle:
E quindi? I veri vip arrivano a festa già iniziata, sai? E comunq...
.
Loris si interruppe: fissò il finestrino oscurato della limousine. Dall’esterno sembrava provenire un brusio che cresceva sempre di più. Loris si voltò verso Fabri con un sorriso a trentadue denti:
Ci siamo
gongolò mentre Fabri inarcava le sopracciglia Dall’entusiasmo che hai, sembri tu la star
.
Loris socchiuse gli occhi e scosse leggermente il capo, mentre un sorrisetto furbetto gli piegava le labbra.
Non lo sono, forse?
. Detto questo aprì la portiera della limousine e si lanciò fuori.
Fabri chinò il busto leggermente in avanti e osservò l’amico mentre percorreva il red carpet con le braccia protese ai lati e le mani che si aprivano e chiudevano a salutare i fan. Fabri sorrise e si sistemò la giacca nera prima di aprire la portiera.
Appoggiò la scarpa per terra e osservò il red carpet: un lungo, rettilineo, sentiero scarlatto che conduceva fino alle porte trasparenti dell’Eden – il palazzo dove si sarebbero tenuti i Web Awards –. Fabri assaporò il momento, inspirò l’aria a pieni polmoni gonfiando il petto. Era leggermente sudato, l’odore iniziava a mischiarsi con quello del profumo e avvertiva le zanzare ronzargli intorno; ma non gli importava. Avanzò di un passo, mentre la bocca gli si piegava in un sorriso a trentadue denti.
Ai lati del red carpet, le transenne bloccavano la marea umana che altrimenti si sarebbe riversata addosso alle star. Con la coda dell’occhio, Fabri gettò uno sguardo a Vince, il suo bodyguard che gli annuì leggermente col capo; poi volse la propria attenzione al pubblico. La folla era schiacciata contro le transenne, le persone erano in estasi, incuranti del caldo. Fabri non sapeva neanche se i presenti accalcati urlassero il suo nome o fossero zitti, sinceramente non gli importava; era lui a decidere quando avrebbero urlato.
E’ il momento di dare spettacolo
pensò sorridendo e così facendo tese il braccio sinistro verso l’esterno e aprì la mano per salutare la folla… e accadde.
Fu come se qualcuno avesse improvvisamente alzato al massimo il volume del televisore, il gesto di Fabri fu accompagnato da un boato dal lato sinistro del red carpet. La web star non si preoccupava di loro, guardava davanti a sé, strizzando gli occhi azzurri ai flash delle macchine fotografiche. Fabri decise che il lato sinistro si era sgolato abbastanza e che ora toccava a quello destro: chiuse la mano sinistra a pugno e il boato cessò e contemporaneamente aprì la mano destra per permettere all’altra folla di sgolarsi. Era un burattinaio che tendeva fili e decideva come e quando muovere i suoi pupazzi. Con un gesto della mano poteva silenziare metà della folla ed esaltarne l’altra metà. Tenendo lo sguardo fissò davanti a sé, guardò il fotografo che lo precedeva camminando all’indietro, inginocchiandosi e scattandogli delle foto. Fabri decise che era il momento di dare ai fan una soddisfazione singola e non corale: solo pochi eletti avrebbero avuto l’onore di scattarsi un selfie con lui. Deviò dal red carpet – alle sue spalle avvertì Vince accelerare il passo – e si avvicinò alla calca. Fabri osservò i fan mentre iniziavano a premere con le mani sulle transenne, aumentando il volume delle loro urla e saltellando come per superare l’ostacolo che li separava. Fabri si avvicinò a un ragazzo biondo, probabilmente – pensò la star – si era ossigenato i capelli per assomigliare a lui.
Bei capelli
gli disse Fabri facendogli l’occhiolino. Gli occhi del ragazzino si illuminarono, la bocca si piegò in un sorriso
Gr…gr..
era talmente emozionato che