Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il mondo finisce a Berlino
Il mondo finisce a Berlino
Il mondo finisce a Berlino
E-book58 pagine38 minuti

Il mondo finisce a Berlino

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Spionaggio - racconto lungo (35 pagine) - Torna l’agente Leopardi tra sentimento e politica


Sono passati anni dal suo primo incarico, ma l’agente conosciuto come Leopardi è ancora sul campo. Il mondo dello spionaggio lo ha indurito ma è rimasto un uomo che si pone dei dubbi e prova sentimenti malinconici. Per sopravvivere e sbrogliare una intricata matassa dovrà tirare fuori la grinta perché, a Berlino, lo attendono roventi sorprese.


Enzo Verrengia è pugliese per parte di madre, di padre campano, ciociaro di nascita e pescarese per intervenuto matrimonio. Scrive intrigato dai percorsi possibili (e impossibili) delle trame che attraversano in prevalenza la spy story, con le sue inquietudini geopolitiche, riferimento globale dopo la frantumazione delle vecchie barriere. Ha pubblicato su Segretissimo e traduce per Urania. Ha realizzato sceneggiature a fumetti per Martin Mystère. Interviene su RaiUno per commentare l’attualità.

LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2020
ISBN9788825411607
Il mondo finisce a Berlino

Leggi altro di Enzo Verrengia

Correlato a Il mondo finisce a Berlino

Ebook correlati

Thriller per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Il mondo finisce a Berlino

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il mondo finisce a Berlino - Enzo Verrengia

    9788825410235

    Nell’episodio precedente

    Fine anni ’70. Leopardi è il soprannome, poi divenuto nome in codice, di un venticinquenne laureato in lingue alla Ca’ Foscari di Venezia e reclutato dal non meglio identificato Calisse, dirigente di una branca dei servizi segreti italiani. Ancora in fase di addestramento, viene incaricato di trovare ed eliminare Sylvie, sua ex compagna di liceo, divenuta assassina al soldo di una fazione sovietica decisa a seminare il caos nel mondo. Compiuta la missione, Leopardi, sotto la supervisione di Calisse, incontra a Venezia un certo Maslov, transfuga russo che rivela come a Mosca presto ascenderà al potere un uomo che, pilotato in buona fede dalla fazione sovietica, provocherà un grosso sommovimento geopolitico. Il suo nome è Michail Sergeevič Gorbačëv._

    L’uomo è più facile e proclive a temere che a sperare.

    Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri

    1

    – La libertà è una complicazione.

    L’aveva detto quello che non guidava.

    Continuò: – La libertà impone regole, rispetto degli altri, limiti di comportamento e di scelta.

    L’altro, al volante, stirò le labbra con la rassegnazione di chi è abituato a ricevere un indottrinamento che non ha mai avuto fine. Si permise comunque di eccepire: – Sono parole che starebbero meglio in bocca a quelli dell’altra parte.

    – Ma i problemi stanno da questo lato del Muro.

    Non era paura. Né ansia e nemmeno sconforto. Soltanto la constatazione dei fatti, prima che accadessero.

    Quello che guidava era alto, non troppo, con la pelle ancora levigata dai residui della gioventù che rimangono sul viso nell’intermezzo decisivo di vitalità, fra i trenta e i quarant’anni. La carnagione di un latteo refrattario all’abbronzatura, la pelle diafana, il viso efebico, i capelli castani, per niente compatti, facili a disgregarsi nelle direzioni del vento.

    Leopardi.

    Pupillo, protetto, allievo in apprendistato permanente, anche adesso che era tato promosso operativo sul campo.

    Quello seduto accanto a lui era difficile da richiamare alla mente dopo averlo visto una volta. I riverberi giallastri dell’illuminazione stradale azzeravano le sfumature, riducendo tutto a una fotografia color seppia, e la pioggia scendeva in rivoli lungo i vetri. A ogni passaggio sul parabrezza i tergicristalli cancellavano la sua faccia vista dall’esterno. Tranne la fronte, segnata da rughe che la trasformavano in una corteccia d’albero secolare, staccatasi per fargli da epidermide dalle querce della foresta in cui si era aggirato per una vita. La foresta di specchi.

    Calisse.

    Maestro, mentore, garante, protettore, tattico e stratega, mai confinato fra le pareti asettiche degli uffici direttivi, e sempre deciso a verificare sul campo le operazioni che lui stesso aveva ideato.

    Calisse non si trovava più da tempo nell’intermezzo di vitalità fra i trenta e i quarant’anni, ma era ancora decisivo. Deteneva la fibra del legno arcano che componeva la boscaglia intricata del suo mestiere e lo candidava a durare. Se non quanto gli alberi, almeno a prolungare l’epilogo della vecchiaia. Iniziava a raggrinzirsi in una corporatura che aveva avuto il vigore e la prestanza della landed gentry, la nobiltà terriera, se lui fosse stato inglese, e non lo era, come non lo era di qualsiasi posto che venisse in mente a Leopardi, dopo tanto tempo di indottrinamento perpetuo. Ma Calisse non perdeva luminosità nel ceruleo dei suoi occhi, che

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1