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Sexyball: Le indagini di Cora Ester Milano
Sexyball: Le indagini di Cora Ester Milano
Sexyball: Le indagini di Cora Ester Milano
E-book93 pagine1 ora

Sexyball: Le indagini di Cora Ester Milano

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Info su questo ebook

Sarin Cushi, la giovane albanese che a pieno diritto è diventata l’alter ego di Cora Ester Milano, è stata reclutata, dopo il suo bruciante esordio tra le file dell’Asti, per far parte della nazionale italiana femminile di calcio amatoriale.
Fiera dei risultati raggiunti dall’amica, la bella quarantenne non vedente decide di aggregarsi ai familiari delle giocatrici e accompagna Sarin in questa sua avventura. Il campionato del mondo infatti prevede che si giochi in Europa, ogni turno a eliminazione diretta. Le pressioni sulla squadra sono molte, non solo di natura calcistica. Infatti, una delle attaccanti, Carla Nardin, alla vigilia dei mondiali ha denunciato, nell’ambito dell’entourage della nazionale, un giro di prostituzione mirato a importanti personaggi del mondo politico ed economico.
L’improvvisa morte proprio di Carla Nardin, apparentemente caduta dal balcone dell’hotel in cui alloggia l’intera squadra, innesca un’indagine che deteriora i già fragili rapporti fra le giocatrici.
Il campionato mondiale, tuttavia, non si ferma e, anche grazie all’esuberanza di Sarin, la squadra azzurra miete una vittoria dopo l’altra.
Nel frattempo, in attesa dei risultati dell’indagine, Sarin e Cora scoprono di provare reciproci sentimenti di attrazione.
Romanzo appassionante, Franco Sorba si conferma attento osservatore dell’animo umano.
LinguaItaliano
Data di uscita1 apr 2020
ISBN9788832926576
Sexyball: Le indagini di Cora Ester Milano

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    Anteprima del libro

    Sexyball - Franco Sorba

    Prologo

    Dimmi cosa vedi…

    È bellissimo, Cora. Una montagna in mezzo al mare che diventa una chiesa con una cupola aguzza. Così si dice quando è a punta vero?

    Esatto. È così. Io la ricordo in foto Mont-Saint-Michel. Dimmi se l’acqua è tutta intorno.

    Ricordi che la guida sul pullman diceva che oggi la giornata non prevedeva una forte alta marea, ma solo la metà circa.

    Non sono stata attenta. Ho anche dormito in viaggio. Quindi non c’è l’acqua?

    La navetta non si è ancora fermata, non si vede bene.

    Cora si copre la nuca col cappuccio per proteggere i capelli spazzati dal vento. L’aria non è fredda.

    Si è fermata adesso. Dobbiamo scendere?

    Sì. Ricordati che ci sono due scalini.

    Cora indossa occhiali scuri da sole e nessuno sull’autobus ha compreso che non vede. È diventata abilissima nei movimenti. Basta tenerle la mano, stringendola quando c’è da fare attenzione. Si è abituata al mondo dell’oscurità, come io mi sono abituata all’Italia e a lei e non potrei più fare a meno di nessuno dei due. Penso e ragiono in italiano, magari non sono tanto brava nel parlare e qualche volta mi mancano le parole, ma poco per volta le sto imparando.

    Lontani sono i ricordi dell’Albania. La rimpiango? Non lo so. Mia madre si era ammalata di cancro proprio quando mio marito mi faceva lavorare sulle strade di Torino. Poche volte riuscivo a parlare con lei, tra un cliente e l’altro. Dentro mi sentivo sporca e stordita dagli eventi. Io che avrei voluto una famiglia pulita con dei figli e un uomo solo a cui dare tutta me stessa. Mia madre aveva capito cosa fossi costretta a fare. Lei non voleva che sposassi Agim, non le piaceva. Non le era piaciuto neanche quando era un bambino che giocava sulle strade pietrose del paese. Diceva che era sempre stato falso. Aveva ragione, ma piaceva a mio padre. Loro si intendevano e lui mi vendette a Agim, penso per avere il compito di raccogliere la droga che si produceva nella zona e aggiungerla a quella che arrivava dai Balcani. Agim era diventato potente ed era un partito invidiato dalle mie due sorelle che lo avrebbero sposato volentieri. Quando mi dissero che mia madre era morta, io avevo già testimoniato in tribunale contro Agim e lo avevo fatto arrestare. Loro mi dissero che non dovevo più farmi vedere e che ero stata la vergogna della famiglia.

    Non venire al funerale che papà ti ammazza, mi dissero al telefono.

    Non lavoravo più sulla strada. Abitavo in un piccolo alloggio preso in affitto da un cliente che si era affezionato a me e mi aiutava a tirare avanti. Si chiamava Edoardo ed era il marito di Cora. L’ex marito di Cora.

    Sei scesa bene, Cora.

    C’è l’acqua intorno?

    Sì, c’è, ma c’è anche tanto fango. L’alta marea è già scesa e ha lasciato la terra bagnata. C’è un fiume d’acqua che passa sotto il ponte, ma non è come nelle fotografie.

    Ho capito è meno.

    La guida ha alzato il cartello con il numero.

    Ti spiace se non vado, Sarin? Vai tu con loro, io avrei troppi scalini irregolari da fare, mi fermo qua.

    Figurati, Cora. Non vado neanche io. Non mi interessa proprio. Mi hai portato in un posto meraviglioso e ho voglia di stare vicino a te. Vieni, la strada è diritta.

    Voglio bene a Cora. È una donna straordinaria e molto intelligente. È anche molto bella e signorile. Non sarò mai come lei, anche se cerco di imparare i suoi modi e il suo comportamento.

    Le stringo la mano e lei si affida a me. Capisco di avere un compito delicato e importante. È la mia occasione di riscattarmi nella vita, di meritare qualcosa di bello.

    Anche Edoardo, suo marito, era stato buono con me, mi aiutava, ma voleva il mio corpo, come tutti gli altri uomini. Lo voleva solo per lui, ma a me non piacevano né il suo fisico, né il suo carattere incerto e le sue menzogne. Mi aveva raccontato ogni genere di falsità su sua moglie Cora, mi diceva che lo ossessionava e gli rendeva la vita impossibile. Invece lei era ed è una persona gentile e generosa, che ha vissuto un momento difficile quando ha perso la vista in un incidente automobilistico, ma vuole bene a tutti e rispetta le libertà di chiunque.

    Siamo entrati dentro le mura. A sinistra c’è la strada in salita che porta alla chiesa, a destra inizia la via medioevale con i negozi e i ristoranti, come ha detto la guida.

    Andiamo a cercare un posto dove mangiare qualcosa. Qui è la zona dove allevano le ostriche. Le hai già mangiate qualche volta Sarin?

    Non credo, cosa sono?

    Dei molluschi, sono delle grosse conchiglie di cui si mangia il contenuto. Un poco come le cozze.

    Quelle le conosco. Le mangiavamo anche crude a casa.

    Anche queste si mangiano crude con il limone. Ma hanno un sapore inconfondibile.

    Cosa vuol dire inconfondibile?

    Che non si confonde, non è uguale a niente altro, è unico.

    Ho capito.

    Poi dicono che sono un cibo eccitante, che fa venire voglia di far l’amore.

    Allora per noi serve a poco, visto che non abbiamo degli uomini disponibili. E io devo pensare solo alle partite del campionato.

    Che dici… rinunciamo alle ostriche?

    No, no… adesso che mi hai incuriosito, sarei contenta di assaggiarle, Cora.

    Allora portami in un bel ristorante francese. La scelta del posto la lascio a te.

    1

    Le squadre entrano in campo per il secondo tempo. L’Italia è chiaramente in difficoltà contro un’avversaria nettamente superiore. Il risultato di uno a zero a favore della Russia è obiettivamente merito della Simeoni che tra i pali ha parato almeno tre palle gol imparabili. Sono stati tre miracoli che hanno impedito alla squadra azzurra di subire un passivo umiliante. Non so se Valerio condivide la mia opinione, ma credo che per l’Italia il secondo tempo sarà un calvario.

    "Non so cosa potrà estrarre dal cilindro Silvano Ramoino ma credo che la superiorità tecnica espressa dalla Russia sia inequivocabile. Ho paura che questa squadra perda la concentrazione e la testa. Sono ragazze emotive e sono già state messe duramente alla prova dall’indagine in corso della magistratura, il cosiddetto Sexyball. Meglio avrebbe fatto la federazione a ritirare la squadra prima del mondiale. Siamo partiti impreparati e disorientati. Mi sorprende che Ramoino, che considero un tecnico di valore e di grande competenza, abbia preferito continuare nell’avventura mondiale. C’è un’indagine in corso che si sta

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