Tenera la notte

Di Franco Sorba

Un liceo artistico a indirizzo teatrale può rivelarsi un valido trampolino di lancio per giovani ambiziosi che desiderano introdursi nel mondo dello spettacolo. È quanto accade a quattro amici del Giorgio Fracassi, liceo torinese di fama nazionale, che in collaborazione con il Teatro Erminio Neri offre al pubblico uno spettacolo-saggio di fine anno scolastico portando sul palco i migliori allievi.
Al termine dello spettacolo, i quattro protagonisti, sono avvicinati da un regista teatrale e dal suo produttore con la proposta di entrare fin da subito nel cast di un nuovo e ambizioso progetto: un film e una riduzione teatrale dello scandaloso romanzo di Francis Scott Fitzgerald Tenera è la notte. Sembrano dunque, per loro, aprirsi le porte per un successo annunciato. Sarà davvero così?
Franco Sorba, parafrasando il capolavoro dello scrittore americano, tratteggia e ritaglia per ogni personaggio una sua dimensione, tra difficoltà e speranze giovanili. Da annotare il pudore, che nulla toglie alla crudezza dell’esperienza narrata, con cui è affrontato il tema degli snuff movie.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 1 nov 2018
• ISBN: 9788832923582

Anteprima del libro

Franco Sorba

Tenera la notte

777 - Spessosottile

Giovane Holden Edizioni

www.giovaneholden.it

Titolo originale: Tenera la notte

© 2018 Giovane Holden Edizioni Sas - Viareggio (Lu)

I edizione cartacea ottobre 2018

ISBN edizione cartacea: 978-88-3292-280-6

I edizione e-book novembre 2018

ISBN edizione e-book: 978-88-3292-358-2

ISBN: 9788832923582

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Indice dei contenuti

Prologo

I ragazzi, inginocchiati, si stringevano l’uno contro l’altro nel buio, per limitare il più possibile i rumori.

Marco, ho paura. Tanta, bisbigliò la ragazza sottovoce.

Vieni vicino a me, Luna.

Ahi. Il piede…

Scusami Sem.

Marco e Luna si abbracciarono e le loro labbra si unirono strette e gelide per l’ansia. Una curva rovesciò qualcosa che cominciò a rotolare sul linoleum, andando ripetutamente a sbattere contro la porta di metallo. Marco, che era vicino all’apertura della paratia di legno, si staccò dall’abbraccio e, a carponi, si avvicinò al rumore. Con le mani cercò di bloccare l’oggetto. Ancora un paio di volte il cilindro girò su se stesso e colpì la superficie metallica, poi il ragazzo riuscì a fermarlo.

È una bomboletta di vernice spray.

Fanculo.

Zitti. Basta.

Luna.

Sono qua. Zitto ti prego.

Una frenata brusca spostò il corpo dei ragazzi. Qualcuno con la testa colpì il vetro delle finestre oscurate.

Marco, sto male. Mi viene il vomito.

Resisti un po’ Giulia, avevo visto un sacchetto di plastica, quando siamo saliti. Deve essere da questa parte… ecco è qua…

La ragazza ebbe subito dei conati. Poi si sentì l’odore acre del vomito acido. Che schifo. Sto male…

Appena in tempo. Te l’avevo detto di non prendere quella roba.

Avevo troppa paura…

"Bel coraggio t’ha