Il sexy club del cioccolato

Di Carole Matthews

Premio Eurochocolate come libro dell'anno

Quando i problemi sentimentali chiamano, il cioccolato risponde. Questo è il segreto di Lucy, Autumn, Nadia e Chantal, un quartetto di amiche londinesi – assillate da uomini di volta in volta goffi, impotenti, viziosi e irascibili – che, come antidoto alle delusioni amorose, si incontrano nella migliore pasticceria della città per mangiare cioccolatini prelibati e trovare le soluzioni alle più disparate questioni di cuore. Nasce così Il sexy club del cioccolato: una società segreta che si riunisce quando una delle sue aderenti invia alle altre un sms con su scritto «emergenza cioccolato» e in cui l’unico uomo ammesso è Clive, splendido pasticcere omosessuale. Forti dell’aiuto reciproco, le amiche vivranno insieme indimenticabili avventure romantiche. Storie in cui si versano lacrime, si soffrono pene d’amore e si mangia cioccolato, finché le ragazze, sms dopo sms, arrivano tutte alla stessa conclusione: gli uomini passano, il cioccolato e l’amicizia restano!

«Leggere questo libro ed entrare nel mondo meraviglioso del cioccolato è un tutt’uno. Un racconto divertente pieno di humour inglese in cui è ben rappresentata la solidarietà femminile.»

Leggere tutti

«Una storia che scalda il cuore.»

Daily Express

Carole Matthews

è autrice di numerosi bestseller tradotti in tutto il mondo, alcuni dei quali destinati a diventare grandi successi hollywoodiani. Col suo travolgente umorismo ha conquistato la critica e milioni di fan, ed è spesso ospite di trasmissioni radio e tv. Quando non scrive romanzi o sceneggiature, può scegliere se fare trekking sull’Himalaya o pattinaggio a Central Park, andare a bere un tè in Cina o schiacciare un pisolino nel suo giardino di Milton Keynes, nel Buckinghamshire. La Newton Compton ha pubblicato con successo i suoi romanzi Il sexy club del cioccolato, Mangio troppa cioccolata e Le donne preferiscono l’amore.

• Lingua: Italiano
• Editore: Newton Compton Editori
• Data di uscita: 21 dic 2010
• ISBN: 9788854128583

Anteprima del libro

CAPITOLO 1

«Dammene ancora», dico.

Lui mi guarda aggrottando le sopracciglia. «Sei sicura?»

«Lo reggo bene».

«Questo può provocare un’overdose», mi avverte. «Anche a te che sei una consumatrice incallita».

«Non mi succederà mai».

Nei momenti di crisi la mia droga è Madagascar di singola piantagione. Non c’è nulla, assolutamente nulla, che non riesca a curare. È il rimedio per qualsiasi cosa, dal cuore spezzato al mal di testa, e io ultimamente ne ho avuti un bel po’ di entrambi, credetemi.

«Portamelo subito, ragazzo», dichiaro solennemente e, mentre il mio fornitore consegna la droga, tiro un sospiro di sollievo. Cioccolato. Mmm. Mmm. Mmm!

Squisito, squisito, cremoso, dolce, delizioso cioccolato. Non ne ho mai abbastanza.

Al primo morso sento il suo sapore caldo, consolatorio farsi strada attraverso il mio dolore. Ci sono volte in cui il cioccolato è veramente la risposta a tutte le preghiere.

«Va meglio?»

«Comincia ad andare», dico con un debole sorriso.

«La combriccola sarà qui a momenti e allora ti sentirai bene».

«Lo so, grazie Clive, sei la mia salvezza».

«Fa parte del servizio, cara». Mi batte un cinque con un modo di fare terribilmente effeminato ma, essendo gay, può permetterselo.

Prendo la mia dose, trovo un divano in un angolo e ci sprofondo.

Le mie stanche membra cominciano a rilassarsi e, inspirando quel forte aroma di vaniglia, anche la mente comincia a snebbiarsi.

Non sono l’unica ad avere questi desideri. Oh no. Faccio parte di una piccola setta, perfettamente formata, che abbiamo battezzato Il Club del cioccolato. La nostra combriccola peccaminosa è formata da soli quattro adepti. Ci riuniamo qui al Paradiso del Cioccolato il più spesso possibile. Questo posto è veramente un paradiso per il cioccolatodipendente, al pari di una fumeria d’oppio. È infilato in una strada secondaria pavimentata, in una zona alla moda di Londra, ma non ho intenzione di rivelare dov’è perché in tal caso il mio segreto sarebbe svelato e orde di donne smaniose, con gli occhi spalancati, calerebbero sul nostro posticino speciale e lo rovinerebbero. È come quando scopri un magnifico luogo di vacanza, chilometri e chilometri di spiagge bianche, piccoli ristoranti e localini esclusivi: poi lo dici a tutti, racconti quanto sia favoloso quel posto e l’anno seguente lo ritrovi inondato di gente che arriva con i voli economici della Easyjet. Sulla spiaggia non riesci più a muoverti per l’invasione di corpi in sovrappeso, con i soliti parei ricamati di perline dei grandi magazzini Matalan e i radioloni col volume a palla. Tutti i ristorantini intimi ora servono wurstel e patatine e i locali notturni offrono drink a metà prezzo e hanno le macchinette per la schiuma. Dunque, per il momento, il Paradiso del Cioccolato resta il covo per pochi eletti, e che possa rimanere tale a lungo.

Abbandono la testa all’indietro e addento un altro divino boccone di cioccolato emettendo di nuovo un profondo respiro.

Mi chiamo Lucy Lombard e sono presumibilmente la socia fondatrice perché ho scoperto per prima il Paradiso del Cioccolato. Oggi abbiamo convocato in fretta e furia una riunione ad hoc del Club del cioccolato. Se una di noi invia alle altre un sms con scritto emergenza cioccolato, molliamo quello che stiamo facendo e ci precipitiamo a raggiungere il nostro santuario. È come chiamare un medico di guardia dicendo che un suo paziente cardiopatico ha l’elettrocardiogramma piatto. Questa volta sono stata io a convocare la riunione. Le care ragazze non crederanno a quello che ho da raccontare. O forse sì.

Autumn è la prima ad arrivare. Irrompe dalla porta proprio mentre sto gustando l’ultimo cioccolatino. «Stai bene?», chiede senza fiato. Autumn Fielding è la classica crocerossina.

«Marcus. Ancora», confesso. Marcus dovrebbe essere il mio ragazzo, ma di questo ne parliamo più tardi.

Lei mi guarda comprensiva.

Parecchi mesi fa, venivo qui da sola e mi infrattavo in un angolo. Veramente non mi piace mangiare davanti agli altri e soprattutto non mi va che mi guardino mentre mangio il cioccolato. Suppongo che i drogati non amino essere osservati mentre sniffano il crack o si iniettano l’eroina. Essere guardati mentre ci si dedica alla propria perversione particolare è piuttosto imbarazzante. (A meno che la perversione non consista nell’esibirsi, immagino). A dire il vero, io non sbavo mangiando, ma mi sento come se lo facessi. E credo che sia molto meglio sbavare in privato.

Ho conosciuto Autumn durante una delle mie visite solitarie. L’unico posto libero era quello vicino a me. Lei ci si è lasciata letteralmente cadere e siamo subito entrate in sintonia. Credo sia impossibile che a qualcuno non piaccia Autumn, a meno che non sopporti le persone che non possono fare a meno di essere sempre simpatiche. Tuttavia una certa prudenza non guasta. Genitori siete avvisati: se avete intenzione di chiamare Autumn vostra figlia, sarà inevitabile che cresca con una chioma di riccioli rossi e che voti per i Verdi, proprio come fa lei.

Autumn è un tipo da cioccolato fondente. Nella complessa psicologia del cioccolato – sono sicura che esiste – ciò può significare che lei tende a nascondere il suo lato oscuro. Autumn mordicchia la sua tavoletta con mille piccoli morsi, il che mi fa pensare che lei in questo modo si senta meno colpevole nei confronti dei poveri. Soffre di un terribile senso di colpa quando soddisfa la sua fame di cioccolato. Tutte noi ci disperiamo per il numero di calorie e per quanto tempo ci vorrà a smaltirle dai fianchi. Autumn si dispera per i bambini affamati che devono sopravvivere ogni giorno con una ciotola di riso e non possono avere il cioccolato, mai. Io non mi preoccupo dei bambini affamati, cerco di non pensarci affatto, sinceramente ho già abbastanza di cui preoccuparmi a casa mia.

«Abbiamo bisogno di tirarci su con una cioccolata calda», dice Autumn togliendosi la sciarpa, senza dubbio confezionata a mano da una povera ragazzina messicana che vive con un misero reddito annuale in una sudicia catapecchia. Per sentirmi meglio devo mangiare ancora del cioccolato.

«Clive», chiamo l’amico e negoziante dietro al banco. «Le altre saranno qui tra poco. Che ne dici di portarci una cioccolata calda nel frattempo?»

«Ve la preparo», risponde dandosi da fare immediatamente.

Arriva Nadia. Ci raggiunge e mi avvolge in un abbraccio, poi mi guarda intensamente. «Lui non fa per te».

«Lo so». Lo sappiamo tutte. Non c’è bisogno che lei mi chieda quale sia la causa della mia crisi. È sempre Marcus. «Ho appena ordinato della cioccolata calda».

«Fantastico».

Quando a noi due si è aggregata Nadia Stone siamo diventate una gang. È arrivata al Paradiso del Cioccolato un mezzogiorno, sembrava stressata e sul punto di piangere. Ha ordinato frettolosamente una serie di leccornie a Tristan, il socio in affari e partner nella vita di Clive, senza badare al buon gusto. Sia io che Autumn abbiamo colto al volo il suo stato d’animo, essendoci passate entrambe milioni di volte. Da allora l’abbiamo accolta sotto la nostra ala protettrice.

Io e Autumn eravamo già scivolate nell’abitudine di incontrarci qui almeno una volta alla settimana, due se i nostri livelli di stress lo richiedevano. Adesso abbiamo una specie di accordo continuativo.

Nadia è l’unica madre del gruppo. Ha un bambino di tre anni molto impegnativo. Non sono tutti così? Si chiama Lewis ed è lui la causa principale delle sue lacrime, per tutte le notti senza chiudere occhio che le ha fatto passare, ma ultimamente va un po’ meglio. Ora Lewis dorme abbastanza da permettere a Nadia di funzionare normalmente nel mondo reale.

Nadia non sa distinguere i vari tipi di cioccolato. Dice che è il suo unico conforto, ma dà l’impressione di divorarlo senza assaporarne il gusto. Dal mio punto di vista questo è un vero peccato. Quando si ha una dipendenza, si deve essere capaci almeno di goderla. Nadia mangia cioccolato per consolarsi, come il novantanove per cento della popolazione femminile, immagino. Come me, sta andando verso la taglia quarantaquattro. Dà la colpa al fatto di non essere più riuscita a recuperare la forma che aveva prima della nascita di Lewis. Io darei la colpa al fatto che si ingolla tutto il cioccolato di suo figlio prima che lui riesca a metterci le mani sopra. Ha ammesso di leccare persino i suoi biscotti ai cereali ricoperti di cacao quando lui non la vede.

«Detesto il clima inglese». È arrivata Chantal, l’ultimo membro del quartetto. Scuote via la pioggia dalla chioma lucente e si lascia cadere pesantemente a suo posto.

Originaria della soleggiata California, Chantal Hamilton, è sposata come Nadia. Ha un marito spaventosamente ricco, Ted, un genio della finanza nella City. Chantal è la maggiore di noi, sfiora i quaranta, ma è di gran lunga la più bella ed elegante. È alta, slanciata, sempre in perfetto ordine, attraente e dotata oltre misura. Se fosse un cavallo, sarebbe un purosangue. Ha una capigliatura scura dal taglio impeccabile, realizzato da uno dei parrucchieri più esclusivi di Londra, sempre presente in certi programmi televisivi. Chantal è sempre invitata nella sala dei VIP, dove offrono lo champagne mentre fanno la piega. Così vive l’altra metà del mondo! Lei indossa quel tipo di scarpe che solo a guardarle fanno male ai piedi e frequenta il genere di boutique in cui bisogna prendere l’appuntamento e ci sono dei commessi che farebbero tremare di paura clienti con un normale conto in banca. Sì, Chantal Hamilton ha tutto dalla vita.

Tutto tranne un marito che vuole far sesso con lei.

È così. Fanno l’amore solo una volta all’anno. Due, se lei riesce a farlo ubriacare per Natale con una devastante combinazione a base di vodka e di qualcosa che chiama egg nog. Sembra orribile.

Nonostante il suo modo di fare raffinato e l’immagine d’alta classe, Chantal è una mangiatrice di cioccolato indiscriminata che rifiuta di ammettere la sua dipendenza. La nostra amica americana insiste semplicemente nel dire che ha un debole per i dolci. Per me questo è negare l’evidenza.

«Dunque, come mai siamo qui?», vuole sapere Chantal. «Ho dovuto lasciare a bocca asciutta il fotografo». In genere è lei a non restare a bocca asciutta. Chantal ha altri modi, oltre al cioccolato, per supplire alla mancanza di desiderio che suo marito dimostra nell’esercitare i suoi diritti coniugali.

Clive ci porta un vassoio stracolmo, con quattro tazze di cioccolata calda fumante, coperta di panna montata con scaglie di cioccolato al latte. Lo posa sul tavolino mentre un ricciolo di vapore si alza nell’aria. Sembra proprio quello che ci vuole per scaldare le dita infreddolite e il mio cuore infranto.

«Ho preparato delle feuillantines», dice con aria teatrale, sollevando gli occhi al cielo in segno di totale godimento. «Sono sottili cialde aromatizzate con zenzero, chiodi di garofano, noce moscata e cannella». Noi tubiamo deliziate la nostra approvazione. «Dovete assolutamente provarle».

Possiamo rifiutare un simile invito? «Allora assaggiamo, signore». Mentre distribuisco le tazze sospiriamo tutte in attesa di gustarne il contenuto.

Io e le mie socie sprofondiamo nel caldo abbraccio del divano, centelliniamo all’unisono la cioccolata calda, sospirando di nuovo per il piacere.

«Ebbene?», dice Chantal di punto in bianco.

Autumn ha già i baffi di cioccolato intorno alla bocca e spalanca gli occhi in attesa di sentire quello che ho da raccontare.

Guardo le mie care amiche riunite in cerchio. «Siete sedute comode?». Annuiscono tutte simultaneamente afferrando una feuillantine intinta nella cioccolata. «Allora cominciamo…».

CAPITOLO 2

Chi mangia cioccolato deve fare esercizio fisico: è una delle regole fondamentali dell’universo. Così, tutti i martedì sera frequento una lezione di yoga. Do l’ultimo morso alla mia barretta di Mars e butto la carta nel cestino. Sono le sei in punto. Trascino da sotto la scrivania il borsone da palestra nella speranza di fuggire all’istante.

Attualmente lavoro alla Targa, una ditta informatica specializzata in recupero dati, qualunque cosa voglia dire. So soltanto che è il posto di lavoro in cui ho svolto regolarmente il mio ruolo di segretaria a tempo determinato, sprecando il mio diploma in Media Studies, un corso di studi a detta di tutti senza senso, ottenuto con grande sacrificio e con buoni risultati. Pare che il lavoro alla Targa causi un endemico livello di stress, di malattie e di abuso delle giornate retribuite di riposo. Credo che molte mie colleghe potrebbero beneficiare più di me delle lezioni di yoga. Ogni volta che qualcuna rimane incinta, in azienda trovano subito un buon motivo per licenziare la povera donna, il che può richiedere tempo e creatività. Così, nel corso degli ultimi anni, mi è toccata una bella dose di sostituzioni di maternità. Qui le leggi che regolano i rapporti di lavoro non hanno alcun valore.

Una delle poche ragioni per cui mi piace lavorare alla Targa è che si trova pericolosamente vicino al Paradiso del Cioccolato e se cammino in fretta posso farci un salto nella pausa pranzo. Una delle mie attuali occupazioni è soddisfare i moltissimi e diversi capricci di sei addetti commerciali assortiti, sotto l’occhio di lince di Aiden Holby, il direttore vendite.

«Ciao Splendore», mi fa Aiden Holby passando accanto alla mia scrivania. «Vai anche stasera a metterti le gambe dietro al collo?».

Targa è anche un’azienda politicamente molto scorretta. Molestie sessuali e abusi in genere tra il personale sono caldeggiati soprattutto perché rappresentano una forma di sollievo contro lo stress. Per essere assunti sono richieste una notevole abilità di flirtare in modo offensivo e un ampio vocabolario di oscenità.

«Sì, lo yoga mi aspetta».

«Non so cosa darei per vederti chinata in una di quelle tutine aderenti di lycra».

«Davvero?»

«Non interrompermi», insiste lui. «Non interrompermi, sto avendo un momento maschio…».

«Continua pure a sognare», dico io infilando la porta.

«Più tardi vado a bere qualcosa con i ragazzi allo Space Bar», incalza lui con un sorriso a trentadue denti. «Vieni con noi».

«Non posso, comunque grazie».

«Ti offro una vodka al cioccolato, so che ne vai pazza».

Mi tenta. C’è solo una cosa che mi attira di più del cioccolato ed è la combinazione cioccolato/alcool. «È meglio che lasci perdere», rispondo cercando di essere virtuosa.

«Speravo che facendoti ubriacare avresti tentato di sedurmi».

«Non puoi permetterti di offrirmi tutta quella vodka».

«Buonanotte Splendore», ridacchia lui, «ci vediamo domani».

Aiden mi chiama Splendore, ma non sono sicura se lo fa perché pensa davvero che io sia uno splendore o se questo è il modo in cui si rivolge indifferentemente a tutte le segretarie a tempo determinato che bazzicano nel suo ufficio. Questo lo salva dalla seccatura di ricordarsi i nomi. Io comunque non lo chiamo Splendore, anche se lui è uno splendore.

Aiden Holby è dotato di un raro fascino. Tutte le donne del personale, soprattutto quelle di una certa età e facilmente impressionabili, pensano che sia fantastico. È alto, moro e mostruosamente bello. Possiede un sorriso irresistibile e uno sguardo malizioso che, devo ammettere, non mi lasciano del tutto indifferente. Qualche volta, al Paradiso del Cioccolato mi capita di parlare come se fossi cotta di Aiden Holby e le ragazze l’hanno soprannominato Schianto. Non che io abbia veramente preso una cotta per il mio capo, assolutamente no. Oltretutto, se Aiden Schianto Holby è decisamente single, io sono una donna impegnata in una relazione a lungo termine. Sono fedele a Marcus nel modo più assoluto, anche se le amiche del Paradiso del Cioccolato molto spesso mi fanno notare che la mia fedeltà è completamente malriposta.

CAPITOLO 3

Mi unisco alla folla che scende nel metrò e mi lascio trasportare verso il Centro Benessere dove si tiene la lezione di yoga. Non è un centro particolarmente salubre, ma rientra nel mio misero budget. Veramente va oltre il mio misero budget, ma non sottilizziamo. Qui non ci sono superfici cromate e vetri satinati. Malgrado ci sia un perenne odore di disinfettante negli spogliatoi, non sono puliti come dovrebbero, infatti non mi fermo a lungo sotto la doccia, e in palestra un leggero olezzo di sudore ristagna sempre. L’impianto di condizionamento non funziona mai adeguatamente anche nei giorni molto caldi, quelli in cui i Toffee Crisp diventano molli e gommosi dentro la borsa. Lo so perché è esattamente quello che mangerò per cena lungo la strada. Non posso venire qui regolarmente a punire il mio corpo, senza riuscire a controllare il consumo delle calorie. Conduco una costante battaglia con me stessa per non lasciare sbocciare le mie rotondità fino al punto di diventare grassa. Sono di piccola statura, bionda naturale, e non ho un fisico da gazzella, considerata la mia dipendenza, tuttavia, in caso dovessi trovarmi per qualche motivo sulle pagine di un giornale scandalistico probabilmente verrei descritta come prosperosa o tutta curve. Formosa Lucy o Succosa Lucy potrebbero essere i miei titoli in copertina. Vorrei evitare di essere la Lardosa Lucy.

Prima avevo qualche ambizione, ma adesso ma non sono più sicura di averne. So soltanto che non voglio passare il resto della vita a sporcare carte e servire caffè a persone che non si preoccupano di conoscermi solo perché non starò a lungo in circolazione. Dopo tutti questi anni non ho ancora estinto i miei debiti da studentessa, ma un giorno smetterò di spendere tutti i miei soldi in calorie inutili e comincerò a risparmiare giudiziosamente. Anche se ho passato i trenta, mi sento a mio agio.

Non sono una single triste, né una moglie appagata. Ho un ragazzo fisso, a volte. Marcus Canning è l’uomo che mi adora e vuole sposarmi. Finalmente. Stiamo insieme da cinque anni e attualmente lui si sta orientando verso un tipo di relazione più impegnata.

Avvicinandomi al centro benessere mi sento crollare il mondo addosso. Faccio yoga per ridurre i miei livelli di stress, ma non sono sicura che funzioni perché quando sono lì, sdraiata con le mani chiuse a pugno per la tensione, penso sempre che sia ora di darsi una mossa, mentre tutti gli altri sembrano giacere beati sul pavimento, ad ascoltare una specie di canto degli uccelli e la voce della nostra insegnante Persephone in sottofondo. Costringo le mie ginocchia a obbedire per mettermi nella posizione massacragambe del loto, e nel tentare quella dell’aratro sono veramente poco ispirata.

Prendermi cura del mio lato spirituale tutti i martedì, significa non vedere Marcus; lo amo così tanto, al punto da non sopportare di non vederlo ogni giorno. Poiché lui detesta le donne troppo appiccicose, devo fare uno sforzo per tenermi occupata con qualcos’altro.

Qualche volta Marcus mi telefona e mi supplica di non dedicarmi alla ricerca del benessere e mi convince ad andare da lui offrendomi una gran quantità di cioccolato e vino rosso. Consideratemi pure debole, ma mi arrendo sempre, anche se a volte tento di resistere alla tentazione. Raramente Marcus investe energie per farmi cambiare idea, sa di tenermi in pugno. E poi un bicchiere di vino fa bene al cuore. Non sono sicura sull’effetto positivo degli altri quattro che mi scolo dopo il primo. Anche due quadretti di cioccolato fondente al giorno fanno bene. Alzano i livelli delle endorfine e degli antiossidanti, quindi sono dei toccasana. Quando mai gli scienziati si sbagliano? Se resto a casa a bere vino e mangiare cioccolato probabilmente mi fa bene, molto più della lezione di yoga, in cui rischio di farmi male. E poi, diciamolo chiaramente, che sia o meno un fatto scientificamente provato, tutti preferiscono bere qualcosa di alcolico e mangiare una scatola di cioccolatini piuttosto che andare a una lezione di hatha yoga, e io non faccio eccezione.

Il mio ragazzo sa che non posso resistere alla tentazione dei cioccolatini ripieni alla menta, e a lui. Ma oggi, nonostante sia rimasta a lungo davanti al telefono in attesa di una sua chiamata, nella speranza che mi risparmiasse la tortura della posizione del Triangolo, Marcus non si è fatto vivo. L’ho chiamato poche volte, più o meno dieci o giù di lì, poi ho pensato di essere troppo ossessiva. E comunque, al suo cellulare rispondeva ogni volta la segreteria telefonica.

Tolgo dalla carta il Toffee Crisp che tengo in borsa per le emergenze e lo divoro. Fare esercizio a stomaco vuoto, anche lo yoga, mi fa sentire debole. Francamente è da poco che mi sono convertita alle delizie del cioccolato puro di piantagione. Adoro il cioccolato in tutte le sue forme, ma la mia passione del momento è quello di alta qualità, prodotto da fave di cacao selezionate, provenienti da singole piantagioni di tutto il mondo: Trinidad, Tobago, Ecuador, Venezuela, Nuova Guinea. Tutti posti esotici. Secondo la mia modesta opinione questi sono in assoluto i cioccolati migliori. I Jimmy Choo nel mondo del cioccolato. Anche se i tartufi sono degli agguerriti rivali. (Per essere precisi i tartufi sono prodotti di pasticceria, diversi dal cioccolato allo stato puro. Scendo in dettagli perché questo mi fa sentire una vera esperta). Per non dare l’impressione di essere una snob del cioccolato consumo anche barrette di Mars, Snickers e Double Deckers, anche se stanno andando fuori moda. Sono cresciuta con una dieta a base di Cadbury e Nestlé. Le Milky Bars e i Curly Wurly erano i miei preferiti, col passare degli anni trovo che si siano considerevolmente rimpiccioliti entrambi, ne sono sicura. Anche i Walnut Whips oggi sono un po’ deludenti. Non sono più come una volta. Questo non mi trattiene dal continuare a mangiarli, naturalmente: mettiamola in termini di una ricerca di mercato sul prodotto.

Masticando frettolosamente l’ultimo boccone del mio Toffee Crisp entro speditamente dalla porta, saluto con un allegro Ciao l’addetta alla reception, una giovane acciuga di nome Becky che, per la taglia che indossa, ha tutta l’aria di non essere mai stata sfiorata dalla tentazione del cioccolato.

«Oh, Lucy», mi chiama. «La lezione di yoga stasera è annullata. Persephone ha preso il colpo della strega».

Non è una buona pubblicità per lo yoga, vero? «Accidenti», dico. «E pensare che non vedevo l’ora di sgranchirmi i muscoli rattrappiti». Dite pure che sono un’ipocrita, non me ne importa un fico secco.

«Puoi sempre infilarti nella classe di Fit Ball», suggerisce Becky, «O se preferisci puoi andare in palestra».

In entrambi i casi mi sembra che ci sia da lavorare troppo sodo. Lo yoga mi piace perché si può fingere di impegnarsi, mentre in realtà ci si dà da fare pochissimo. Se si smette di saltare durante la lezione di aerobica, tutti se ne accorgono. Addormentarsi durante lo yoga invece, fa credere a chiunque di essere molto bravi nella meditazione. «Magari per stasera lascio perdere», replico fingendo di essere contrariata. Al diavolo la posizione del Ciabattino, penso invece con soddisfazione. «Speriamo che Persephone stia bene», concludo mostrandomi preoccupata.

«Dovrebbe tornare tra pochi giorni».

Dunque, adesso che cosa faccio? Potrei fare un salto allo Space Bar e raggiungere i ragazzi per un drink. La proposta della vodka al cioccolato è molto allettante. L’idea di socializzare un po’ con Schianto non è nemmeno così malvagia, ma in cambio dovrei subire l’ascolto di un’intera litania di battute sullo yoga da parte sua e dei colleghi. Può darsi che Schianto provi a farmi ubriacare e forse, dico forse, potrei tentare di sedurlo. Non ci posso andare. Alla Targa amano praticare il teambuilding, giochi di squadra al di fuori dell’ambiente di lavoro per socializzare tra colleghi, e qualche volta l’abuso di bevande alcoliche sfocia inevitabilmente in rimproveri, licenziamenti e azioni legali per molestie sessuali. Domani in ufficio dovrei affrontare Schianto, inoltre sono già fidanzata a tempo pieno con un uomo meraviglioso.

L’alternativa è andare da Marcus, che abita non molto lontano da qui. Potrei riprendere la metropolitana e fare una bella improvvisata al mio uomo. Soppesando le due possibilità decido senz’altro di correre tra le braccia calde di Marcus. È la scelta più ragionevole. Il pensiero di vedere in mio beneamato mi mette le ali ai piedi e decido esattamente il da farsi.

CAPITOLO 4

Marcus ha uno splendido appartamento all’ultimo piano di un superbo edificio in stile georgiano, ubicato in una zona di Londra davvero trendy. L’ha comprato solo l’anno scorso, quando l’abitazione che divideva con altri tre ragazzi ha cominciato a stargli stretta. Speravo che mi chiedesse di andare a vivere con lui, ma ha detto di non sentirsi ancora pronto per questo. Sinceramente, ci sono rimasta male, comunque lui mi ha dato le chiavi, e credo che questo rappresenti un notevole atto di fiducia in una relazione. Inoltre, mi ha assicurato che l’appartamento sarebbe un buon investimento per il nostro futuro. Quando vivremo insieme – e sono sicura che avverrà un giorno – Marcus avrà accumulato una quota di capitale in questa proprietà e la potremo utilizzare come deposito per la nostra casa. Marcus è molto bravo nella pianificazione degli investimenti. Come il marito di Chantal, ha un impiego nella City, ha uno stipendio stratosferico ed è completamente drogato di lavoro. Vive per il suo lavoro. E per me, naturalmente. Marcus è bellissimo. È un biondo da paura e io mi ritengo troppo fortunata ad avere un ragazzo come lui. A volte, quando mi sento un po’ insicura, non posso fare a meno di pensare di non essere veramente alla sua altezza. A una ragazza che è cresciuta con il soprannome di Guanciotte sembra sempre strano avere un ragazzo come Marcus. Quando lui entra in una stanza, tutte le donne si girano a guardare nella sua direzione, a volte anche gli uomini. Io ho un aspetto molto più comune, non sono da buttare, ma mettiamola in questo modo: non mi capiterà mai di essere notata per strada da qualcuno della Storm Agency in cerca di modelle più mature e più grasse.

Io e Marcus ci siamo conosciuti in una libreria, il che mi sembra sempre terribilmente romantico. Stavo acquistando una copia di Orgoglio e Pregiudizio per sostituire la mia ormai consumata, e lui stava comprando una copia di Città orribili: i peggiori 50 posti in cui abitare nel Regno Unito. È stato un colpo di fulmine. Be’, almeno per me.

Marcus mi ha chiesto il numero di telefono ma gli ci è voluto un mese per chiamarmi anche se io desideravo tanto che lo facesse, ogni giorno. Più tardi mi ha confessato di esserci capitato per caso mentre scorreva la rubrica del suo cellulare, e quando l’ha trovato non si ricordava di chi fosse quel numero e l’ha chiamato solo per curiosità. Credo che quello fosse il mio giorno fortunato.

Infilo la chiave nella serratura e chiamo come faccio di solito: «Ciao tesoro, sono a casa!». Ci piace scherzare così.

Mi accoglie un fantastico aroma di spezie. «Mmm». Non mi ero resa conto di avere tanta fame. Oggi non avevo mangiato altro che cioccolato, cioccolato e ancora cioccolato e poi nient’altro. Quando entro in salotto Marcus sbuca dalla cucina. Indossa un grembiule e brandisce un cucchiaio di legno.

«Che cosa ci fai qui?», dice.

«Devo prenderlo come un Ciao, cara ti amo?», rispondo lasciando cadere il borsone da palestra sul pavimento per allungarmi a baciarlo. «Che profumo delizioso». Gli avvolgo le braccia intorno alla vita e lo stringo forte. «Sono molto impressionata. Dovresti farlo più spesso. Che cosa cucini?»

«Oh, niente di speciale», risponde distrattamente.

«Mmm». faccio scorrere un dito sul cucchiaio, raccolgo un po’ di quella salsa deliziosa e mi lecco il dito. «Ce n’è abbastanza per due?»

«Si. Basta appena».

«Ooh, bene».

Lui scosta le mie braccia con la sua mano libera.

«Veramente, aspetto qualcuno». E non sei tu, fa intendere il suo tono di voce.

«Oh?». Cerco di nascondere la mia delusione e seguo Marcus in cucina. È un locale ampio, tutto acciaio inossidabile e vetro satinato, proprio come dovrebbe essere il mio centro benessere. Di gran lunga troppo sofisticato per gli abituali cibi pronti e pasti da asporto di Marcus. La sua dispensa è completamente vuota e possiede un sacco di utensili da cucina e gadget inutili che non ha mai usato. Sono contenta che stia scoprendo la gioia di cucinare. Mentre si dà da fare con la cena, io sbircio nel frigorifero.

«Chi è?»

«Un vecchio compagno di scuola», risponde.

«Mmm. La mia qualità preferita». Vedo due invitanti coppette di mousse al cioccolato fondente. «Hai fatto tutto da solo?» «Be’…». «Sei un uomo dalle doti nascoste», lo stuzzico. «Te ne avanza un po’?»

«Temo di no».

Nel frigo c’è anche dello champagne. Una bella bottiglia. «È qualcuno di speciale?»

«No».

Scuote il capo vigorosamente. «Solo un compagno di scuola. Non lo conosci. Pensavo che il martedì fosse la tua serata dello yoga».

«La lezione è stata rimandata», dico notando una mezza bottiglia di vino rosso sul bancone. «L’insegnante ha mal di schiena».

«Non fa una gran pubblicità allo yoga».

«È esattamente quello che ho detto». Qualche volta io e Marcus siamo così in sintonia, sono sicura che ci leggiamo nel pensiero.

«Non potevi seguire un’altra lezione?».

«Sono troppo stanca. E poi avevo voglia di vederti». Appoggio la testa alla sua spalla mentre lui mescola la salsa. Mi guardo intorno e vedo sul bancone il libro delle ricette aperto. «Pollo con le olive alla marocchina. Wow. E anche la mousse al cioccolato. Hai fatto le cose in grande».

«Pensavo valesse la pena di fare un piccolo sforzo. Mi piace cucinare».

Il libro di ricette è quello che gli ho regalato per Natale due anni fa. Prendi il tuo amore per la gola. È strano che lui non abbia mai provato queste ricette per me.

«Che cos’è?», chiedo sollevando il coperchio di un’altra pentola.

«Purè di patate allo zafferano», risponde di

Recensioni su Il sexy club del cioccolato

[marlene9nl · Valutazione: 4 su 5 stelle]

Finished this afternoon. Well I thought I was addictive to chocolate. I need chocolate very day, but boy compared to these women in the book, I am a baby.I for one would never drink chocolate and eat it at the same time, plus at the most I will eat one bar. Sometimes it made me sick reading of so much chocolate eating. It was a bit too much in my eyes.It took me a bit to get into the story. I liked to read about some of the women but not all. Autumns story was boring and annoying. Not enough depth. I also thought Chantal's story I did enjoy reading about her, how her husband treated her and especially the reason which he told her why, very unbelievable and a bit stupid.But all in all I did enjoy myself and I am glad that I can go on and read the sequel The Chocolate Lover's Diet. Maybe we get to know the other women more.

[foreigncircus · Valutazione: 3 su 5 stelle]

This book sounded like the perfect light read for my vacation- a tight group of friends bonding over exotic chocolates and tales of woe should be an automatic chick-lit home run. Unfortunately, this book was more a swing and a miss to me because the main protagonist Lucy was clearly more caricature than character.I would like to believe that no self-respecting young woman would truly be so proud of her ability to stick with a serial cheater of a boyfriend. I would like to believe no self-respecting young woman would be so proud of her absolute inability to perform any of the basic functions of her employment. I would like to believe no self-respecting young woman wants to read and sympathize with so vapid and annoying a main character.It was a real shame to me that Lucy was so stereotypical and idiotic a character, because the problems faced by the other women in the book rang true and could have elevated this book above the fray if they hadn't been constantly undermined by clumsy babbling irritating Lucy.A disappointing 2.5 stars.

[mjmbecky · Valutazione: 2 su 5 stelle]

I really wanted to like this novel. Who doesn't like the idea of chocolate. In reality, as should be, the chocolate wasn't the star of the novel. The story centered around the lives of four women, and the complicated relationships they had with their husbands, boyfriends, or family. The two married women had seriously flawed relationships with their husbands. I think that these were realistic situations, but overblown in the case of the couple not having sex, which drove the wife to illicit sexual encounters. The one single woman was mainly dealing with a brother on drugs, and the main female protagonist of the story had a flaky, cheating boyfriend and trouble holding down a job. In all, the story was engaging. Please understand when I say that I was totally engaged in the story; however, I did wish that I could have just dealt with the main character, for instance, rather than bouncing from character to character. I realize this is a popular technique right now, but I really wanted to understand more about each individual story. With a bit more understanding, I might have not felt that it was being overdramatic. In the end, I started to feel like I was reading a soap opera on paper. The elements were there for an amazing story, but maybe just needed a bit more depth added to certain individuals so that you could relate to them more?

[michelle_bcf · Valutazione: 5 su 5 stelle]

This is the heartwarming story of four friends, brought together by a love of chocolate, but bonded together by their friendship.Carole introduces fours different characters, all very different, and all with different problems. Yet despite their different backgrounds, they all manage to help and support each other.. often with hilarious outcomes.As a reader, it's a joy to find that they're all likeable.. their situations are believeable, and you care about what happens to them. It's almost like having them as your friends too.Although the ending does wrap up nicely, it's also left open for the sequel, which is out later this year. I'm very much looking forward to it.This is one of the best 'chick lit' books I've read for some time, with an interesting mix of characters, and believeable situations. It's both touching and funny, and is highly recommended!

[lkerr_29 · Valutazione: 3 su 5 stelle]

Classic 4 friend set up, all living different situations. Autumn is a rich, do gooder with hippy tendencies and a drug addicted brother. Nadia is a mom with a husband that is gambling away all their money. Chantal is beautiful, rich, and successful with a husband that wont' have sex with her anymore. Lucy is trying to break out of a toxic long term relationship with Marcus the cheater while trying to find a career. During crisis, they meet at Chocolate Heaven to soothe their souls with chocolate and chatting.

[labelleaurore · Valutazione: 1 su 5 stelle]

I did not like this one, too tacky for me. A bunch of best women friends getting together once in a while and eating chocolate while breathing hard on their complicated life. The book started well, the story was developping well but all of a sudden, it did not go anywhere. Too many pages for nothing basically.

[ksjurset · Valutazione: 4 su 5 stelle]

This book may not go down in history as the greatest piece of writing, but it is definitely a fun and entertaining read. I read this book during my Mexico beach vacation. It was the perfect setting for a light-hearted story. It was a cross between Sex in the City and Bridgette Jone's Diary heavily laced with chocolate and more chocolate. Being a chocolate lover, I was impressed and at times shocked by the massive amounts of chocolate digested. The main character, Lucy, does make unhealthy life decisions which frustrated me as a reader. However, we all make some unhealthy decisions in life, which I'm sure frustrate our own observers. This flaw is what makes the story progress and challenges the reader to reflect on one's own past relationships--good and bad. I may not compare this book to a Jane Austin novel, but it was definitely worth my time. I even found myself laughing out loud several times. This story would translate very well onto the big screen.

[nicole_30 · Valutazione: 4 su 5 stelle]

Ah, Lucy. How I just wanted to knock some sense into you. At least your friends had fairly good reasons for staying with their dysfunctional relationships: Nadia, for example, has a child with her gambling addict husband. But what keeps you with Marcus? Despite wanting to strangle Lucy on multiple occasions for maintaining a relationship with Marcus when Aiden (AKA Crush) was clearly the one for her, I did enjoy the book (the jewelry heist is particularly good) and the women’s obsession with chocolate. Lucy even has the same philosophy about going to the gym as I do! Now if only I could find my own Chocolate Heaven.

[meags222_1 · Valutazione: 3 su 5 stelle]

I decided to review both books together as I read them one after another and I also believe them to just be one continuing story. They were at best okay. I found the main character Lucy to be quite irritating. A woman who never really finds herself and relies on her happiness and success to derive from men. That being said, none of the women in this book are that inspiring. The closest would be Autumn but for most of the books she spends her time being a doormat for her drug addicted brother. Chantal decides she is not getting enough sex from her husband so of course decides to hire a gigolo. Who does this??? Nadia I find to be a strong character. She is forced to pick up and leave when her husband racks up their debt again with a gambling addiction. I won't say I completely hated the books. They were funny and entertaining and after reading the first book I did want to read more. I just think that some of the messages in the book may not be that good. I give these books 2 and half stars out of five.