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Una sfida per due: Harmony Destiny
Una sfida per due: Harmony Destiny
Una sfida per due: Harmony Destiny
E-book176 pagine2 ore

Una sfida per due: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Alexandra Croft non può credere ai propri occhi. Ma chi si crede di essere questo Kit Walker? Certo, lui è il nuovo CEO della compagnia, ma è appena arrivato e i suoi modi arroganti e dittatoriali rischiano di minare l'autorità e l'autonomia di Alexandra. Anche se non ha alcuna intenzione di starsene a guardare senza reagire, lei sa che qualsiasi passo falso potrebbe costarle la carriera. Sono giunti a un punto morto, dunque? Non proprio, data l'innegabile chimica che è nata fra loro...

L'ironia della sorte vuole che entrambi siano alla guida dell'App più popolare in materia di incontri online. Una storia fra loro potrebbe rivelarsi una combinazione perfetta... o il disastro più totale!
LinguaItaliano
Data di uscita19 giu 2020
ISBN9788830516229
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    Anteprima del libro

    Una sfida per due - Katy Evans

    successivo.

    1

    La mia unica regola è molto semplice: mai passare inosservata. Questa mattina, mentre varco la soglia della Cupid's Arrow, caffè in una mano e cartellina nell'altra, il passo determinato dei miei tacchi rosso fuoco sul linoleum del pavimento fa sollevare di scatto diverse teste dalle scrivanie. I miei dipendenti sono consapevoli che in giorni come questi non vedo l'ora di cominciare, e i sorrisi nervosi che mi lanciano dimostrano che sanno bene che le loro posizioni saranno a rischio, se non otterrò esattamente ciò che voglio.

    «Tutti in sala riunioni. Il briefing inizia tra due minuti» li esorto.

    Ben, il capo del dipartimento tecnico che partecipa solo alle riunioni più importanti del team di progettazione, è il primo a muoversi. Mi sta porgendo un caffè, ma si blocca imbarazzato appena realizza che ho già la mia tazza in mano. Il rossore che gli imporpora il viso fa a pugni con il colore paglierino dei suoi capelli.

    «Non ero sicuro che avessi avuto il tempo di prendere il caffè... ma ora ne hai due.»

    Gli sorrido mentre appoggio le mie cose sul tavolo da riunione per accettare la sua offerta. «Cappuccino scremato. Delizioso.»

    «Il tuo preferito» risponde sorridendomi.

    «Be', il caffè non è mai abbastanza. Grazie» rispondo mentre ne bevo un sorso.

    Assaporo con calma il liquido caldo e ricco che mi scivola lungo la gola. Mentre la schiuma mi solletica le labbra, posso percepire chiaramente l'effetto corroborante della caffeina che entra in circolo. Sarà una lunga giornata e ho bisogno di tutta la carica possibile. Oggi non c'è spazio per gli errori, tutto deve andare alla perfezione.

    Mentre gli altri si posizionano, prendo posto alla testa del tavolo e accendo il grande schermo installato sulla parete. L'intero gruppo mi osserva a occhi spalancati.

    «Molto bene. Ora che ci siamo tutti possiamo iniziare. Come già sapete, ci stiamo concentrando sul rinnovamento del marchio. Qualcuno sa dirmi cosa sto cercando nel nuovo design?»

    Nessuno risponde. Tiro un profondo sospiro.

    «Parlami, Ellie, visto che nessun altro lo farà» sottolineo rivolta a Ellie Mason, la mia migliore amica fin dalle scuole medie. Mi ha seguito qui alla Cupid's Arrow quando ho trovato il lavoro dei miei sogni e ho avuto bisogno di formare il nuovo team. Non mi sono pentita neppure per un attimo di averla presa a bordo. Non è solo un'amica fantastica, ma anche una talentuosa designer.

    «Lo schema colore è la chiave su cui lavorare per attirare il pubblico che vogliamo» inizia lei andando dritta al punto. «Cupid's Arrow è prima di tutto un'applicazione di incontri per i giovani. I colori scuri che abbiamo usato in precedenza sulla home page e sulla chat hanno scoraggiato il nostro target. Quello di cui abbiamo bisogno è un'esplosione di colore per attirare l'attenzione.»

    «Esatto, Ellie. Per fortuna qualcuno mi ascolta» commento, provocando un risolino nervoso negli altri membri del team. «Detto ciò, quali sono le vostre proposte?»

    Il silenzio che accoglie la mia domanda è rotto solo dal lieve fruscio dei fogli. Improvvisamente sembrano tutti impegnati a frugare dentro le valigette alla ricerca di documenti che avrebbero già dovuto essere sul tavolo cinque minuti fa.

    «Davvero, ragazzi?» sorrido incredula, scrutandoli uno a uno. Mi aspettavo di meglio da loro.

    Tim, il membro più giovane della squadra, finalmente si fa coraggio e tira fuori un modello di progetto basato sui colori primari. Ne studio con attenzione i dettagli, mordendomi l'interno della guancia. Lo faccio sempre quando sono nervosa e devo concentrarmi.

    «Tim, è buono... a parte il fatto che i colori primari attirano solo i bambini. Questa è una app di incontri e non vogliamo che i nostri utenti inizino ad avere appuntamenti mentre sono ancora alle elementari, giusto?»

    Tim ride imbarazzato. Gli sorrido e faccio un breve cenno con la testa, cercando di nascondere la mia esasperazione. Osservo il resto del team in attesa di qualche proposta migliore, sentendo montare il nervosismo ogni minuto che passa. Alastair desidera che lo schema colore sia deciso entro oggi, ma un rapido sguardo alle altre proposte mi conferma che non c'è nulla di interessante.

    Almeno, Ellie ha fatto un buon lavoro. Sorride quando mi passa il suo portfolio guardandomi speranzosa. Desidera che la sua proposta venga selezionata. Devo trattenermi dal sorriderle a mia volta, almeno in ufficio cerco di non fare favoritismi.

    Dopo avere lasciato che ognuno presentasse le proprie idee, dispongo il mio progetto in modo che sia visibile a tutti.

    «Ecco cosa stiamo cercando. Fate bene attenzione alle tonalità di grigio e rosso che ho selezionato» dico loro proiettando l'immagine sullo schermo. «Vogliamo che abbia un impatto audace. Deve affascinare, catturare l'attenzione, richiamare alla passione. Vogliamo un'immagine verso cui tutti si sentano attratti.»

    Il team osserva le slide sullo schermo. Devo mordermi la lingua per non rimarcare che è questo l'approccio corretto che avrebbero dovuto mostrare sin dall'inizio. Ellie intuisce la frustrazione che traspare dal mio viso e, appoggiata alla sedia, sorride per godersi il mio momento di insofferenza.

    La fulmino con lo sguardo.

    Un'intera mattinata sprecata per un lavoro così semplice.

    Fantastico.

    «A questo punto, consideriamo il progetto di Ellie e il mio come base di partenza e perfezioniamo lo schema dei colori. Ognuno di voi ne sceglierà tre entro la fine della giornata, in modo da poterli sintetizzare in un'idea finale. È chiaro?»

    Tutti annuiscono e tornano alle scrivanie per riprendere il lavoro. Faccio una smorfia di disappunto a Ellie; il mio team riesce sempre a farmi perdere tempo proprio nei giorni più importanti. Lei indica il mio caffè.

    «Avanti, nutri il mostro brontolone» mi dice con un ghigno.

    La mia migliore amica sa quanto la caffeina faccia miracoli sul mio stato d'animo.

    Le lancio un'altra occhiataccia e finisco la seconda tazza di caffè. Sono solo le dieci del mattino e mi sento già sfinita. Comunque, è altamente probabile che alla fine il progetto scelto sarà il mio. Anche se suona arrogante, sono consapevole che le mie idee sono sempre le migliori. C'è un motivo per cui la Cupid's Arrow mi ha reclutata quando avevo solo vent'anni. Così come c'è un motivo se sono stata messa a capo del dipartimento dopo soli quattro anni – quattro anni di instancabile entusiasmo, dedizione e duro lavoro. La responsabilità dell'intero team di progettazione è tutta sulle mie spalle e merito che i miei sforzi vengano riconosciuti.

    Ben si avvicina mentre sto raccogliendo le mie cose. «Grazie di essere venuto, Ben. Non è stato ancora deciso nulla, ma ti farò sapere non appena troveremo il nostro progetto vincente, così potrete iniziare a lavorare da soli.»

    «Okay» risponde. «Cosa fai dopo il lavoro stasera?»

    Mi scoccia un po' confessare che ho intenzione di andare a casa e riscaldare il cinese da asporto avanzato ieri. È un peccato che sia sempre stata una pessima cuoca, perché il cibo è uno dei piaceri della mia giornata. «Penso che passerò una serata tranquilla» gli dico, come se di solito uscissi a fare festa piuttosto che infilarmi il pigiama e guardare Grey's Anatomy.

    All'improvviso le porte dell'ufficio si aprono a rivelare Alastair Walker, mio superiore e amministratore delegato di Cupid's Arrow.

    «Come si muove la lumaca stamattina, mia cara Alexandra?» domanda ironicamente con quel suo raffinato accento britannico che non l'ha ancora abbandonato, sebbene viva a Chicago da oltre dieci anni. Mentre gironzola per la stanza, ho modo di osservarlo con attenzione. Nonostante la sua età, e le rughe che gli solcano il viso abbronzato, è ancora bello e l'abito raffinato che indossa lascia intuire un corpo tonico, in forma.

    Alla sua vista, Ben si allontana in fretta.

    «La lumaca si muove... come una lumaca» ammetto, sorridendogli in risposta.

    Quando Alastair fa il suo ingresso, tutti nella stanza si alzano in piedi. Sono contenta che la mia squadra sappia come comportarsi quando arriva il capo, ma il mio sorriso vacilla quando noto l'uomo alto dai capelli scuri che si affianca ad Alastair.

    Un uomo giovane. E molto sexy.

    Porta un vestito grigio antracite, splendide scarpe firmate e una cravatta rossa annodata con trascuratezza. I capelli sono arruffati e un'ombra di barba tratteggia il bel viso scanzonato.

    I nostri sguardi si incontrano. Improvvisamente mi sento stordita e il cuore mi batte a mille. Cerco di deglutire, ma mi accorgo di avere la bocca riarsa. Non ho mai visto un uomo così attraente senza fare il minimo sforzo per sembrarlo.

    I folti riccioli castano scuro gli ricadono sugli occhi dal colore caldo e dorato dell'ambra liquida, mentre la sua mascella è così quadrata da sembrare opera di uno scultore. Ha un corpo da mozzare il fiato: è molto alto, con il torace possente e le spalle larghe, perfettamente delineate dalla giacca sbottonata.

    Non so cosa ci faccia con Alastair, ma so che è l'uomo più bello che abbia mai visto in vita mia.

    Quando è entrato nella stanza, è come se la gravità fosse cambiata e lui ne fosse diventato il fulcro. Ed è così che mi sento anche io mentre lo guardo: come se avessi perso l'equilibrio e stessi scivolando via.

    «Buongiorno a tutti. Vorrei presentarvi mio figlio minore, la pecora nera della famiglia.» Così dicendo, Alastair dà una pacca sulla schiena dell'uomo le cui labbra si piegano divertite. Noto che nei suoi occhi brilla una luce di sfida.

    Una punta di empatia mi pizzica il petto mentre lo guardo fare un passo avanti e presentarsi. «Kit Walker» dice con voce bassa e profonda. Il suo sguardo si ferma su di me e il mio cuore fa una capriola mentre rimaniamo a osservarci.

    «E questa» continua Alastair mentre invita Kit ad avanzare, «è l'arma segreta di Cupid's Arrow, Alexandra Croft.»

    Quei meravigliosi occhi ambrati mi bloccano.

    Respira, Alex!

    Kit mi tende la mano. «Una pecora nera e un'arma segreta. Sembra una combinazione pericolosa» commenta con tono profondo e intrigante.

    «Entrambi facilmente sottovalutati» aggiungo con un sorriso. Sono orgogliosa del tono fermo della mia voce quando allungo la mano per stringere la sua. La presa è calda, gli occhi scintillano di curiosità e divertimento, ma non solo. Percepisco qualcos'altro nel suo sguardo. Rispetto, credo.

    «È un piacere conoscerti, Kit» dico io.

    «Il piacere è mio.» Ha un accento britannico talmente eccitante che dovrebbe essere messo fuorilegge.

    Mi rendo conto che ci stiamo fissando e ritiro la mano, imbarazzata che i miei impiegati mi abbiano vista vacillare. Ho sentito storie di ogni genere sul figlio più giovane di Alastair Walker e nessuna di queste era particolarmente onorevole. Ora che lo vedo con i miei occhi, comincio a pensare che ci sia più di un fondo di verità nella sua reputazione da incorreggibile playboy.

    «Bene, perché non vi presentate tutti a mio figlio mentre parlo con la signorina Croft?» propone Alastair rivolgendosi al mio team. «Ben, ci vediamo più tardi al dipartimento tecnico.»

    «Sì, signore» risponde immediatamente Ben.

    Ben e Kit si scambiano un cenno di saluto, quindi, mentre mi passa vicino per scendere al suo piano, il mio amico e collega mi stringe lievemente il braccio in un gesto di conforto.

    Kit lo osserva scomparire con un leggero cipiglio di curiosità sul volto, poi lo sguardo ritorna a posarsi sul mio viso. La sua espressione è intrigante. Intensa. Mi scuoto e seguo Alastair.

    Non voltarti, Alexandra. Non hai mai permesso a un uomo di distrarti e certamente non inizierai adesso.

    Ma ciò che non riesco a scrollarmi di dosso è il formicolio che si irradia dalla mia mano destra, quella che Kit Walker ha tenuto stretta nella sua.

    2

    Alastair mi fa strada nel suo ufficio. «Siediti, Alexandra.»

    Mentre entro, mi sistemo la giacca del completo con gesti nervosi. Cosa che non è proprio da me. Sono brava a mantenere il controllo e non ho mai lasciato spazio all'ansia nella mia vita, ma adesso mi sento agitata, è inutile negarlo. Ho paura che il mio lavoro possa essere a rischio.

    Non essere sciocca Alexandra, questo posto andrebbe in malora senza di te.

    Mentre attraversa la stanza per sedersi dietro la sua scrivania, Alastair ride della mia espressione. «Non c'è niente di cui preoccuparsi, Alexandra. Sai bene quanto io apprezzi il tuo contributo. Ora, per favore, siediti.»

    Alastair appoggia le mani sulla scrivania e prende un grande respiro. «Per me è difficile dirlo.

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