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Uno scambio fatale: Harmony Collezione
Uno scambio fatale: Harmony Collezione
Uno scambio fatale: Harmony Collezione
E-book167 pagine2 ore

Uno scambio fatale: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Era un colloquio oppure una trappola? Celana Coulsden l'ha intuito fin dalle prime, subdole domande che non si tratta di un equivoco: lei era venuta lì per un colloquio di lavoro, mentre chi le sta di fronte le propone qualcosa di strano e sicuramente pericoloso. Una specie di scambio di ruoli. In pratica lei dovrebbe partecipare a...
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2017
ISBN9788858960189
Uno scambio fatale: Harmony Collezione
Autore

Margaret Mayo

Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Uno scambio fatale - Margaret Mayo

    successivo.

    1

    Quando Celena entrò nell'ufficio, il suo cuore, per un istante, smise di battere. Non si era fatta un'idea precisa di Luciano Segurini. Si aspettava un uomo dal fisico possente, autoritario e molto sicuro di sé, vista la posizione che occupava, ma non aveva certo immaginato una persona con una carica sessuale così evidente.

    Aveva i capelli neri come l'ebano, pettinati all'indietro, il mento volitivo e le guance affilate, il naso dritto e aquilino e una bocca grande e sensuale. Non rispondeva ai canoni tradizionali di bellezza maschile, ma l'insieme di tutte quelle particolari caratteristiche lo rendeva terribilmente attraente.

    «Signorina Coulsden.» I suoi occhi scuri incontrarono quelli di Celena mentre le stringeva la mano con una presa vigorosa e più lunga del necessario. «La prego, si sieda.»

    Visto il cognome, Celena si aspettava un accento straniero. Invece, parlava un inglese perfetto.

    Si sedette, un po' frastornata. Era andata lì per un colloquio di lavoro e si ritrovava a fare i conti con il fascino erotico di quell'uomo.

    Dopo l'epilogo disastroso del suo fidanzamento con Andrew Holmes, Celena aveva fatto in modo di tenere gli uomini a debita distanza. Diffidava istintivamente del genere maschile e aveva costruito intorno a sé una sorta di muro difensivo, lasciando fuori dalla sua vita chiunque minacciasse di poterne scalfire anche un solo mattone. Chi la conosceva bene diceva che era molto cambiata dopo quella brutta storia.

    E quando entrambi i suoi genitori erano morti in un incidente in montagna un paio d'anni dopo, era stata felice di non averlo sposato. Davina, la sorella minore, studiava in un prestigioso college e Celena voleva a tutti i costi che potesse continuare a frequentarlo. Andrew non avrebbe mai approvato, poiché riteneva che dover pagare per ricevere un'istruzione fosse uno spreco di denaro.

    Ecco perché adesso non riusciva a capacitarsi dell'effetto che quell'uomo stava avendo su di lei. Era quasi un insulto a tutti i suoi sforzi per imparare a restare indifferente al fascino maschile.

    «Grazie» gli rispose.

    Segurini attese che si fosse accomodata prima di prendere posto dietro alla grande scrivania curva che ospitava vari computer e strumenti ad alta tecnologia. Digitò qualcosa su una tastiera e Celena notò che aveva dita lunghe e affusolate, con unghie curate.

    «Mi faccia dare un'occhiata» mormorò, come parlando tra sé. «Celena Coulsden, ventotto anni, nubile, cinque materie con il massimo dei voti, un diploma in disegno e grafica al Brampton College. Ha iniziato a lavorare...»

    «Aspetti un istante.» Celena lo interruppe con un brusco movimento della mano. Non riusciva a crederci. Perché aveva ritenuto necessario indagare sulla sua vita privata? Cos'altro sapeva? Forse la taglia d'abito e il numero di scarpe? O il suo profumo preferito? C'era qualcosa che non andava.

    Per prima cosa, le era stato offerto all'improvviso un lavoro senza che lei lo stesse cercando. In secondo luogo, quell'uomo a dir poco sorprendente aveva già a disposizione un dossier preciso e completo su di lei. Il suo cuore perse un altro colpo, ma questa volta per una ragione ben diversa: aveva un brutto presentimento.

    Luciano Segurini le sorrise, mostrando denti perfetti e bianchissimi. Ma se l'intento era di rassicurarla, ottenne l'effetto contrario perché a lei sembrò il sorriso del lupo che sta per attaccare la sua preda.

    «Se voglio un'informazione so dove trovarla, signorina Coulsden. Non c'è nulla che io non possa fare.»

    Quella affermazione di onnipotenza suonava come una minaccia. Celena si sollevò dalla sedia in tutto il suo metro e settantacinque di altezza e buttò indietro i capelli biondo rame lunghi fino alle spalle, mostrando occhi grigi come il colore del cielo in tempesta. «Credo che stiamo entrambi perdendo il nostro tempo, signor Segurini. Non sarei dovuta venire. In effetti, sono assolutamente soddisfatta del mio attuale posto di lavoro, grazie.»

    Il suo vestito era di un rosso acceso, eccitante, un colore che avrebbe dovuto fare a pugni con quello dei capelli, ma che invece le si addiceva alla perfezione. Raccolse in fretta la borsa a tracolla di pelle nera e si diresse verso la porta.

    «Aspetti!» Quell'ordine imperativo la fece fermare a metà della stanza. Celena si girò lentamente e i loro sguardi si incontrarono.

    Adesso il cuore le batteva come un tamburo ma Celena preferì attribuire il suo stato d'animo all'eccezionalità di quella situazione e non all'uomo che aveva di fronte.

    «È forse offesa perché ho preso informazioni su di lei?» L'elegante abito grigio cadeva agevolmente sulle spalle ampie, disegnando la sua bella figura, ed era completato da una cravatta rossa e grigia di Paisley.

    «In effetti, sì» gli rispose lei con voce rauca. Si schiarì la gola e continuò. «Non ho neanche iniziato a lavorare per lei e già possiede un dossier completo sul mio conto. Lo trovo inaccettabile.»

    «Viviamo nell'era informatica, signorina Coulsden. È sorprendente come chiunque possa entrare in possesso di qualsiasi informazione. È probabile che il direttore della sua banca sappia sul suo conto molte più cose di quante lei possa immaginare.»

    «Forse» ammise Celena alzando le spalle. «Ma perché lei?»

    «Ci pensi un attimo. Perché dovrei offrire un lavoro così importante a una persona di cui non so nulla?»

    «Sono d'accordo» ammise Celena, chiedendosi che cosa intendesse per lavoro importante. «Ma, considerando che non ci siamo mai incontrati prima, come fa a sapere tante cose? E perché vuole proprio me per questo lavoro? Ci sono in giro molti copywriter che potrebbero fare al caso suo.»

    Segurini piegò la testa da un lato e increspò le labbra con espressione pensierosa. «Lei si è costruita un'eccellente reputazione. Le campagne di cui si è occupata sono tra quelle di maggior successo per la sua società.»

    Celena, che era sempre molto modesta riguardo al proprio lavoro, rispose scrollando le spalle. «Mi limito a mettere insieme parole d'effetto.»

    «Ma che parole!» esclamò lui, rivolgendole uno sguardo pieno di ammirazione.

    Celena cercò di ignorare la provocazione.

    «Quello che non capisco, però, è perché si sia sempre dedicata solo alla parte redazionale, pur avendo talento anche per la grafica.»

    «Faccio quello che mi piace di più» spiegò lei con semplicità.

    Lui fece un cenno di approvazione con il capo. «Anch'io, di solito. E a me piace averla nel mio staff.» Sorrise. «Non c'è nulla che io non possa ottenere.»

    Le stesse parole di poco prima. La voleva ed era determinato ad averla, che lei fosse d'accordo o no.

    L'offerta ricevuta da Luciano Segurini l'aveva lusingata e sorpresa. Le faceva piacere essere considerata abbastanza in gamba da poter far parte della Luse, una delle più importanti agenzie pubblicitarie d'Inghilterra. Inoltre, le aveva parlato di un'offerta vantaggiosa, e un aumento di stipendio le avrebbe fatto molto comodo.

    Negli ultimi tempi, infatti, era rimasta spesso sveglia durante la notte pensando a come pagare la rata del college. Davina non sapeva che il denaro lasciato dai loro genitori era già finito, ma Celena avrebbe lavorato giorno e notte piuttosto che costringerla a lasciare la scuola.

    Ovviamente Celena si era chiesta in che modo Luciano Segurini fosse venuto a sapere di lei. Ne aveva concluso che le varie agenzie si tengono d'occhio a vicenda e che forse qualche cliente gli aveva parlato di lei.

    In effetti, aveva riscosso parecchio successo e alla Hillier & Jones erano molto orgogliosi di lei. Difficilmente l'avrebbero lasciata andare via.

    Non aveva ritenuto necessario informare i suoi capi di quel colloquio, considerato che lo faceva solo per pura curiosità. Ma ora, un po' per la sua inconsueta reazione davanti a quell'uomo, un po' per il fatto che lui sapeva tante cose sul suo conto, cominciava a pentirsi di essersi presentata.

    «Voglio che lei lavori all'impegno più importante della mia vita.»

    Celena lo guardò con aria interrogativa.

    «Lei è la persona che stavo cercando. Ha esattamente i requisiti necessari per questo lavoro.»

    «Credevo che, visti i successi ottenuti dalla sua agenzia, lei avesse già a disposizione un team altamente qualificato» ribatté Celena.

    «È sempre possibile fare di meglio.»

    «Nuova linfa, intende dire? Qualcuno le ha dato una delusione, o è a corto di personale?»

    Un sorriso amaro comparve sulle sue labbra. «In effetti sì, ho ricevuto una brutta delusione. Capita. Allora accetterà il lavoro, Celena?»

    Si accorse appena che l'aveva chiamata per nome. I suoi occhi erano fissi sulla sua bocca carnosa e sensuale e si chiese che sensazione le avrebbe dato ricevere un bacio da quell'uomo.

    Quando si accorse che era in attesa di una risposta ritornò in sé. «Cosa ha detto, scusi?»

    «Le offro il doppio del suo attuale stipendio, qualunque sia.»

    «Dia un'occhiata al suo video, signor Segurini. Sono certa che le dirà esattamente qual è.»

    «Infatti, è così. E mi dice anche che lei, al momento, non ha un fidanzato. Come mai? È una donna molto attraente, Celena...»

    «La mia vita privata non ha nulla a che fare con il mio lavoro. E lei non ha alcun diritto di farmi domande in merito.» Chissà se sapeva anche di sua sorella, delle sue difficoltà economiche e di quanto forte fosse la tentazione di accettare quell'offerta di lavoro.

    «Era una semplice supposizione, ma, a giudicare dalla sua reazione, deduco di avere ragione. Ed è meglio così, perché mi aspetto che lei lavori sodo, e un fidanzato che le ronza intorno non è ciò di cui abbiamo bisogno.»

    «Non le ho ancora detto che accetterò» ribatté Celena, indispettita dal fatto che lo desse già per scontato.

    «Sarebbe folle se non lo facesse. Ha l'opportunità di sistemarsi per la vita.»

    «Ma ho un contratto che...»

    «Che può rescindere senza problemi. Inoltre, sono venuto a sapere che alla Hillier & Jones hanno passato un brutto momento e sono in esubero di personale. Persino lei potrebbe trovarsi presto senza un lavoro.»

    Celena gli lanciò uno sguardo pieno di diffidenza. «Tutto questo mi giunge nuovo.» Per un attimo ebbe il sospetto che lui stesse bluffando.

    «Ma è la verità» assicurò lui facendosi improvvisamente serio. «Allora, che cosa mi dice?»

    «Non le posso rispondere, ora. Non posso prendere una decisione così importante senza riflettere. Ci sono molti aspetti da considerare. Per esempio, lavorerei direttamente alle sue dipendenze?»

    «Siamo una squadra, Celena. Si lavora insieme.»

    Non era una risposta alla sua domanda.

    «Si sieda, la prego. La mia segretaria le porterà del caffè. Nel frattempo devo vedere una persona. Sarò di nuovo qui tra dieci minuti.»

    Dieci minuti! Era tutto il tempo che le concedeva? E se avesse risposto di no? Le avrebbe offerto altro denaro? Lo stipendio che le proponeva era già al di là di ogni aspettativa. In effetti, un'offerta simile poteva rivelarsi d'importanza vitale, specie se la Hillier & Jones era davvero in difficoltà.

    Ma il problema di fondo restava sempre lui, Luciano Segurini o, quantomeno, la reazione che quell'uomo provocava in lei. Sapeva che rappresentava un pericolo e che avrebbe potuto farle abbassare la guardia senza che lei nemmeno se ne accorgesse.

    Ma forse si stava preoccupando troppo. In fin dei conti, non aveva mai avuto molto a che fare con Howard Hillier, il capo dell'agenzia per cui lavorava attualmente. Sarebbe stato stupido rifiutare una simile offerta solo perché temeva il potere carismatico di Segurini. Tuttavia, era convinta che ci fosse sotto qualcos'altro, un motivo diverso dalla semplice necessità di avere una nuova copywriter. Qualcosa che, evidentemente, non aveva intenzione di rivelarle.

    Dieci minuti non erano mai passati così in fretta. L'ufficio, scarsamente arredato ma funzionale, aveva assunto un aspetto più confortevole da quando lui era uscito; ma al suo rientro l'aria sembrò caricarsi di un'elettricità scoppiettante e Celena non aveva ancora preso la sua decisione...

    «Allora, Celena?»

    L'aveva chiamata di nuovo per nome e non era sicura di gradire quella confidenza. Inoltre, di solito tutti la chiamavano Lena, il suo diminutivo.

    Segurini non riprese il suo posto dietro la scrivania, ma si sedette sul

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