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A cena con il conte: Harmony Jolly
A cena con il conte: Harmony Jolly
A cena con il conte: Harmony Jolly
E-book160 pagine2 ore

A cena con il conte: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Chi, almeno una volta, non ha desiderato di essere una principessa e di sposare il proprio principe azzurro? Che il sogno abbia inizio!

"Cercasi governante/cuoca referenziata. Presentarsi al Castello del Conte di Craigenstone." Ecco l'occasione che Holly stava aspettando. Finalmente lei e sua nonna potranno tornare a respirare un po'. Sarà un problema lavorare per Lord Angus McTavish? Holly crede proprio di no, nonostante tutto quello che ha sentito di negativo sui conti di Craigenstone. E, comunque, non siamo più ai tempi di Enrico VIII, non potrà certo rinchiudermi nelle segrete del castello o aggiogarmi come una serva della gleba... O sì?
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2019
ISBN9788858997376
A cena con il conte: Harmony Jolly
Autore

Marion Lennox

Marion Lennox is a country girl, born on an Australian dairy farm. She moved on, because the cows just weren't interested in her stories! Married to a `very special doctor', she has also written under the name Trisha David. She’s now stepped back from her `other’ career teaching statistics. Finally, she’s figured what's important and discovered the joys of baths, romance and chocolate. Preferably all at the same time! Marion is an international award winning author.

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    Anteprima del libro

    A cena con il conte - Marion Lennox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Christmas at the Castle

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2013 Marion Lennox

    Traduzione di Leonora Sioli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-737-6

    1

    «Per favore, signore, ci permetta di venire al castello di Craigie per Natale. È il posto in cui siamo nati e vorremmo rivederlo prima che venga venduto. Ci sono tante stanze. Non daremo fastidio. La prego, signor Conte.»

    Signor Conte. Era un titolo altisonante a cui Angus non era abituato, e a cui non voleva abituarsi, visto che non vedeva l’ora di disfarsi del castello e di tutto ciò che esso rappresentava.

    Quel ragazzino, però, non poteva saperlo nonostante fosse il suo fratellastro.

    Ben e le sue due sorelle, infatti, erano il frutto del secondo disastroso matrimonio del padre di Angus ma, a differenza di lui che era cresciuto a Manhattan e aveva potuto godere delle ricchezze di una madre benestante, i tre ragazzini avevano vissuto nella povertà, in balia dei capricci del vecchio conte.

    «Nostra madre è malata» continuò Ben con decisione, «e non può portarci lì solo per una breve visita. Quando lei ci ha scritto per avvertirci che il castello sarebbe stato venduto, e che se volevamo qualcosa potevamo averla... nostra madre non vuole nulla, ma noi sì. Nostro padre ci ha cacciati all’improvviso. Mary, che ha tredici anni, passava ore sulle colline a giocare con i tassi o gli altri animaletti del bosco. So che può sembrare sciocco ma li adorava e piange ogni volta che ci pensa. Non c’è nulla di simile a Londra e vorrebbe dire addio ai suoi piccoli amici. Polly, che ha dieci anni, vorrebbe tanto giocare ancora nei sotterranei e fare delle fotografie per dimostrare ai suoi amici che ha vissuto davvero in un castello. Quanto a me... I miei amici sono a Craigenstone. Facevo parte di una band. Mi piacerebbe passare un po’ di tempo con loro. Il periodo natalizio sarebbe l’ideale... la mamma sta così male. Sarebbe solo... sarebbe solo...» il ragazzino si bloccò, ma poi si fece forza e continuò. «La prego. Lì c’è la nostra storia. Desideriamo solo dire addio al castello. La prego, signore...»

    Angus Stuart era un determinato finanziere di Manhattan che dirigeva una delle più importanti compagnie di investimenti del mondo. Era abituato ad assumere e licenziare persone senza farsi troppi scrupoli, quindi non era solito lasciarsi impietosire dalle suppliche di qualcuno.

    Quel ragazzino di sedici anni, però, lo stava implorando di permettere a lui e alle sue sorelline di dire addio alla casa in cui erano cresciuti e Angus non riuscì a restare indifferente.

    Non sapeva per quale ragione fossero stati cacciati all’improvviso tre anni prima, ma conoscendo la pessima reputazione di suo padre, poteva immaginare che cosa fosse successo.

    D’altro canto accettare la richiesta di Ben avrebbe significato... ospitare lui, le sue sorelle e la loro madre malata. Tenere il castello aperto più di quanto non avesse previsto, e passare con loro il Natale.

    Guardandosi intorno, mentre era in piedi nel grande ingresso del castello, Angus pensò che c’erano mille ragioni per rifiutare.

    Eppure...

    Il fatto era che, controllando la corrispondenza di suo padre, aveva letto le lettere disperate che la madre dei ragazzini aveva mandato al conte, parlandogli della propria malattia e chiedendogli un aiuto economico. Aiuto che, stando ai libri contabili, non era mai arrivato. Quei tre ragazzini e la loro madre dovevano avere passato l’inferno.

    «Se riesco a trovare qualcuno che si occupi di voi...» cominciò Angus.

    «Si prenderà cura di noi nostra madre. Onestam...»

    «Mi hai appena detto che vostra madre è malata. Ho la sensazione che nessuno si sia occupato di questo posto da quando ve ne siete andati, tre anni fa. Se riesco a trovare qualcuno che cucini e renda abitabile il castello, allora sì, potrete restare qui per il periodo natalizio. Altrimenti no. Ma ti prometto che farò del mio meglio per riuscirci.»

    E dato che Angus Stuart manteneva sempre le promesse, lo avrebbe fatto per davvero. Anche se, in tutta onestà, non ne aveva alcuna voglia. Il Natale era una festa per le famiglie e Angus McTavish Stuart, ottavo conte di Craigenstone non credeva nella famiglia. C’era stato un periodo in cui aveva sognato di averne una tutta sua, ma quel sogno era svanito.

    Inoltre il castello di Craigie non era mai stato il luogo delle riunioni familiari, e non lo sarebbe mai diventato.

    Per un ragazzino e la sua famiglia, però, si poteva fare un’eccezione.

    Solo per una volta. Solo per Natale.

    Cuoca/Governante cercasi per tre settimane, durante il periodo natalizio. Disponibilità immediata. Presentarsi di persona al castello di Craigie.

    L’annuncio era attaccato alla vetrina del piccolo supermercato di Craigenstone, e spiccava sugli altri poiché era scritto su carta pergamena e aveva il sigillo del Conte di Craigenstone.

    Cuoca/Governante... perché no?

    «Potrei farlo» affermò Holly con aria pensierosa.

    Sua nonna scosse la testa così vigorosamente da far cadere il cappellino. «Al castello? Per il Conte? No!»

    «Per quale ragione? Per caso è un orco?»

    «Più o meno. È il Conte. Conte, orco, sono la stessa cosa!»

    «Credevo mi avessi detto che non conosci l’attuale conte.»

    «Come si dice, tale padre tale figlio» reagì la signora, raccogliendo il cappellino dalla neve per rimetterlo sui riccioli grigi. «Suo padre è stato un meschino tiranno per settant’anni. Prima di lui lo era stato suo padre e anche suo nonno. Questo Conte ha vissuto negli Stati Uniti per trentacinque anni, ma non credo che sia diverso dai suoi predecessori.»

    «Quanti anni ha?»

    «Trentasei.»

    «Quindi ha vissuto negli Stati Uniti da quando aveva un anno?» si sorprese Holly.

    «Sua madre, Helen, era un’ereditiera americana» le spiegò la nonna, Maggie, mantenendo un tono severo. «Si racconta che il vecchio Conte l’abbia sposata proprio per questo, per i soldi. Il denaro era il suo dio. Non si è mai capito come sia riuscito a convincere una ragazza così adorabile a trasferirsi a vivere in quella specie di mausoleo che è il castello di Craigie. Pare l’abbia corteggiata a Londra – sapeva essere irresistibile quando voleva – e che l’abbia portata qui solo dopo averla sposata. Dev’essere rimasta scioccata poverina!» Si voltò verso l’austero castello, che dominava il villaggio. «Resistette due anni» aggiunse, «aveva molta grinta e si dice che fosse perdutamente innamorata di lui. Il suo amore, però, non bastò per far funzionare il loro matrimonio. Il Conte era un uomo meschino, freddo e alla fine lei se ne andò, portando via il loro bambino.»

    «Il Conte non si oppose?»

    «Da quel che si dice, il Conte non se ne accorse nemmeno» le spiegò Maggie. «Aveva il suo erede e questo gli bastava. Anzi il fatto di non doverlo crescere e di non dovere spendere dei soldi per la sua educazione era un vantaggio per lui. Non parlava mai né di suo figlio né della moglie. Rimase solo per qualche anno, e poi mise incinta la governante, Delia. Quella ragazza era il suo zerbino.»

    «Era di qui?»

    «No, di Londra» le spiegò Maggie. «L’aveva portata qui come cameriera ai tempi del primo matrimonio e fu uno dei pochi membri della servitù che rimase al castello dopo che la signora Helen se ne andò. In molti sono convinti che il vecchio Conte l’abbia sposata solo per non doverla più pagare. Lei, infatti, continuò a lavorare come una schiava e gli diede tre figli, di cui il Conte non si occupò mai. Anzi, li mandò addirittura a vivere nell’ala del castello adibita alla servitù. E quando poi Delia si ammalò di artrite, il Conte continuò a farla lavorare, finché a un certo punto anche lei lasciò il castello e tornò a Londra, con i figli. Da allora nessuno della famiglia venne più a Craigenstone.»

    «Finora» precisò Holly.

    «Già. Tre mesi fa moriva il Conte e due settimane fa è arrivato il suo erede.»

    «Che cosa sai di lui, a parte il fatto che ha vissuto negli Stati Uniti?» Holly aveva i piedi congelati. Anzi era tutta congelata, ma avrebbe camminato fino al castello se fosse servito a farle avere un lavoro.

    «Non molto» replicò Maggie. «La sua famiglia americana è ricca, molto ricca. Gli dedicarono un articolo una quindicina di anni fa, quando la sua fidanzata morì.»

    «Quindici anni fa hai detto?»

    «Sì, più o meno. Qualcuno lesse l’articolo che era comparso su una rivista americana e sparse la voce in paese. Si diceva che era un ragazzo cresciuto nella ricchezza, ma completamente solo, visto che sua madre era diventata una specie di reclusa da quando erano tornati negli Stati Uniti. A sei anni era stato mandato in collegio. Ora è un genio della finanza. A volte lo si vede sui giornali, nella sezione dedicata all’economia. All’epoca, però... pare che frequentasse cattive compagnie. La sua fidanzata, Louise – non ricordo il cognome – era una principessina dell’alta società. Morì ad Aspen la vigilia di Natale, e la sua scomparsa fece scoppiare uno scandalo, perché la ragazza era con un altro, e poi era stata sorpresa con della droga. Il titolo dell’articolo diceva più o meno L’erede di una fortuna tradito... Aveva ventun anni e lei ventitré. Dopo quella vicenda non si sentì più parlare di lui. Non capisco per quale ragione ora stia cercando del personale, visto che è tornato per vendere il castello.» Maggie aveva un tono un po’ troppo collerico, ma forse dipendeva dal freddo. «A ogni modo, stai lontano da lui.»

    «Ma potrebbe offrirmi un lavoro» le fece notare Holly speranzosa. «Non ti piacerebbe ricevere un bel sacco pieno di carbone per Natale? Mmh... in fondo non mi costa nulla tentare, no?»

    «Ma sei qui in vacanza.»

    «Già» affermò Holly. Sospirò e poi ridacchiò, prendendo la nonna sottobraccio. «Comunque, a meno che non vogliamo mangiare carne in scatola per Natale, devo trovare un lavoro.»

    «Non stai parlando seriamente, vero?»

    «Che cosa ho da perdere?»

    «La salute, per cominciare. Quell’uomo ti farà lavorare finché non avrai più l’energia di reggerti in piedi.» Maggie si voltò verso l’annuncio. «Cuoca/Governante. Il castello ha almeno venti stanze.»

    «Non credo che lui le voglia riempire tutte» le fece notare Holly.

    «È il Conte di Craigenstone. Non possiamo sapere che cosa abbia in mente di fare. Sappiamo solo che i suoi predecessori non hanno mai fatto nulla di buono.»

    «Ma si tratta di un lavoro, nonna» insistette Holly. «Entrambe sappiamo che ho bisogno di lavorare. Ho assolutamente bisogno di lavorare.»

    Tra loro calò il silenzio. Holly sapeva che cosa stava pensando sua nonna, perché lo stava pensando anche lei. Avevano a disposizione l’esorbitante somma di cinquanta sterline per sopravvivere, fino all’arrivo della pensione della nonna. Erano rovinate...

    «Bene» affermò Maggie dopo avere riflettuto un attimo. «Abbiamo bisogno di carbone e sarà un Natale

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