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Amare non è peccato (eLit): eLit
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E-book147 pagine2 ore

Amare non è peccato (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Tutta colpa della cometa 1
Ogni quindici anni, nel cielo di Endicott è possibile avvistare la Cometa Bob, e secondo la tradizione se al suo passaggio si esprime un desiderio questo si avvererà.
Quindici anni prima Angie Ellison ha chiesto alla cometa di vivere una forte emozione, e ora sta per conoscere Ethan Zorn....
LinguaItaliano
Data di uscita2 mag 2019
ISBN9788830500136
Amare non è peccato (eLit): eLit
Autore

Elizabeth Bevarly

Elizabeth Bevarly é nata e cresciuta a Louisville, nel Kentucky e si é laureata con lode in letteratura inglese all'università di Louisville nel 1983. Nonostante abbia sempre desiderato diventare una scrittrice, prima di riuscire a coronare il suo sogno, ha lavorato con contratti a termine in sale cinematografiche, ristoranti, boutiques e grandi magazzini.

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    Anteprima del libro

    Amare non è peccato (eLit) - Elizabeth Bevarly

    successivo.

    Prologo

    «Mi sembra di vederlo.»

    «Dove?»

    «Lassù. Proprio al di sopra del sicomoro. A circa dieci centimetri a sinistra della luna. Lo vedi?»

    Angie Ellison, quindici anni, puntò lo sguardo sulla zona del cielo notturno che l'amica Rosemary March le stava indicando. Vide solo una grossa macchia nera intorno a una scheggia argentea di luna e una macchiolina di luce bianca solo leggermente diversa dalle altre stelle.

    «Quella cosa piccola è Bob?» chiese, incredula, l'altra amica, Kirby Connaught.

    Rosemary annuì. «Esatto.»

    «Non mi sembra un granché» ribatté Angie in tono disgustato. «Che cos'ha Bob di particolare? È solo una massa gassosa, no?»

    Angie, Rosemary e Kirby erano supine, lo sguardo fisso al cielo, all'estremità del grande giardino di Angie, dove le luci della città non potevano interferire con il luminoso bagliore della cometa. Erano le 3 e 13 di mattina e stavano aspettando di intravedere Bob.

    O meglio la Cometa Bob, che sarebbe dovuta passare vicino alla terra sopra Endicott, nell'Indiana, alle 3 e 17 precise. La cometa ritornava sopra il pianeta, puntuale come un orologio, ogni quindici anni durante la terza settimana di settembre e sempre sopra la cittadina di Endicott.

    Un'anomalia che molti scienziati avevano cercato di capire senza successo, un enigma che li riportava nell'Indiana del Sud ogni quindici anni, per poi ritornarsene a casa grattandosi la testa per lo stupore.

    La notte settembrina era calda e afosa nonostante si fosse già alla fine dell'estate, e quel poco di brezza che c'era serviva solo ad agitare altra aria calda. La scuola era iniziata già da tre settimane, ma, per la comparsa di Bob e la successiva Festa di Bentornato Bob che aveva reso famosa Endicott, aveva chiuso i battenti, così come le fabbriche della zona, in modo che tutti avessero la possibilità di restare alzati fino a tardi e vedere lo spettacolo.

    Ma, quell'anno, Bob sembrava avere altri programmi. Pur essendo in orario, il tempo insolitamente nuvoloso lo aveva reso fino ad allora inaccessibile agli osservatori più casuali. E la notte era in parte coperta, rendendo così ancora più incerta l'identificazione della cometa.

    «Secondo me, qualcuno ha preso un granchio» disse Angie. «Dubito che arriverà stanotte.»

    «Verrà, non temere» disse Kirby. «Sono passati quindici anni. Non è mai mancato all'appuntamento.»

    «Bob è già qui» insistette Rosemary. «Sopra il sicomoro, a circa dieci centimetri a sinistra della luna. Guardate meglio. Ve lo dico io, è Bob.»

    La cometa in realtà aveva un nome più lungo e scientifico, ma nessuno riusciva a pronunciarlo correttamente, così per tutti era Bob. Sempre puntuale, visibile a occhio nudo, e fonte di ricchezza per la cittadina di Endicott ogni quindici anni.

    Ovviamente, erano nate delle leggende. Chiunque fosse stato presente a più di una sua comparsa sapeva bene che era responsabile di un sacco di guai. Alcuni sostenevano che le perturbazioni cosmiche da lui provocate inducevano gli abitanti della zona a comportarsi in modo molto strano. Altri che Bob riportasse davanti agli occhi della gente i fantasmi del loro passato. Poi c'erano quelli sicuri che favorisse rapporti amorosi fra persone che di norma non si sopportavano.

    E, naturalmente, c'erano i desideri.

    Gli abitanti di Endicott erano convinti che tutti coloro che fossero nati l'anno della cometa e avessero espresso un desiderio l'anno del ritorno di Bob avrebbero visto avverare il loro desiderio alla successiva comparsa della cometa. Angie non credeva molto a quella leggenda, ma chiaramente Kirby era a quello che stava pensando.

    «Ehi, credete alla leggenda dei desideri?» domandò alle amiche.

    «Quella secondo la quale il desiderio dovrebbe avverarsi se uno è nato l'anno della cometa?» chiese Angie. «No. I desideri non si avverano. Nemmeno con mezzi cosmici.»

    Rosemary concordò. «Già, non credo che a qualcuno si sia mai avverato il suo.»

    «Quello della signora Max sì» ribatté Kirby.

    Angie e Rosemary si voltarono verso l'amica, interessate a saperne di più.

    «Che desiderio aveva espresso?» domandò Rosemary.

    Kirby guardò prima un'amica poi l'altra e alla fine confessò: «Non ha voluto dirmelo».

    Angie annuì. «Tipico da parte sua.»

    «Ma ha giurato che si è avverato.»

    «Come no» replicò Rosemary, indignata.

    «Davvero» insistette Kirby. Ma, non ottenendo altri commenti, rivolse lo sguardo al cielo in un ulteriore sforzo di localizzare la cometa.

    Lo fece anche Angie, notando che il cielo era più nero che mai. Lontano dalla civiltà come erano loro in quel momento, potevano a malapena vedere al di là dei loro visi e i miliardi di stelle sopra di loro sembravano davvero lontane. Angie si concentrò alla ricerca di Bob.

    E di nuovo pensò ai desideri.

    «Allora, noi siamo nate tutte l'anno della cometa, giusto?» esordì riprendendo il discorso lasciato in sospeso da Kirby. «Perciò, se tu esprimessi un desiderio e pensassi che potrebbe avverarsi fra quindici anni, che cosa chiederesti?»

    Seguì un momento di silenzio, finché Rosemary, sempre la più loquace, disse: «Io desidero che un giorno quello stupido di Willis Random abbia quel che si merita».

    Willis era il compagno di chimica di Rosemary, il fenomeno tredicenne il cui maggior interesse nella vita sembrava essere quello di renderle la vita difficile.

    Rosemary non era mai stata portata per le materie scientifiche e Willis aveva dato il via a una specie di campagna per sminuirla e tenerla in dispregio per la sua ignoranza.

    Angie annuì. La richiesta le parve appropriata. «E tu, Kirby?» chiese all'altra amica.

    Kirby emise solo un lungo sospiro nostalgico e fissò il cielo. «Io desidero...» iniziò a bassa voce. «Io desidero il vero amore. Quello che dura per sempre. Come si legge nei libri e si vede nei vecchi film.»

    L'intera vita di Kirby consisteva nell'andare a scuola e badare alla madre invalida e non le restava praticamente tempo per attività sociali. E la maggior parte dei ragazzi di Endicott pensava che fosse una ragazza troppo brava per chiederle di uscire. Perciò il suo desiderio di una vita più romantica non fu certo una sorpresa.

    «Il genere di amore che non esiste» le disse Rosemary.

    «Sì, invece» obiettò Kirby.

    «No. Non esiste.»

    Sapendo che le due avrebbero continuato a litigare tutta la notte se ne avessero avuto la possibilità - in quei giorni, grazie a Bob, tutti si comportavano in modo strano - Angie le interruppe. «Forse lo scopriremo fra quindici anni.»

    «Ne dubito» borbottò Rosemary.

    «E tu, Angie?» domandò Kirby. «Che cosa ti piacerebbe chiedere?»

    «Io?» fece Angie, pensosa. «Non lo so, forse che prima o poi qualcosa di eccitante o qualcuno capiti in questa stupida città.»

    «Come no» disse Rosemary. «Qualcosa o qualcuno di eccitante. Nessun problema.» Si appoggiò a un gomito e si voltò a guardare l'amica con l'espressione di chi la sa lunga. «Angie» iniziò in tono paziente, «qui siamo a Endicott. Qui non succede mai niente di eccitante. Nemmeno Bob può fare miracoli.»

    «Be', questo è il mio desiderio» ribadì Angie.

    «Bene. Hai sentito, Bob?» gridò Rosemary al cielo. «La mia amica, Angie Ellison, vuole che a Endicott succeda qualcosa di eccitante la prossima volta che passerai da queste parti. Prendi nota e non dimenticartene.»

    E in alto nel cielo notturno sopra Endicott, Indiana, Bob ammiccò passando direttamente sopra di loro. Poi cominciò ad allontanarsi dalla terra per dirigersi verso il sole. Dopotutto, sarebbe tornato.

    Esattamente quindici anni dopo.

    1

    Angie Ellison non riusciva a credere a quello che stava per fare. Era pericoloso, immorale e illegale. Ma era la sua unica possibilità di salvare l'azienda del padre, e forse anche la vita stessa.

    Si accovacciò dietro un grosso mirto in fiore e alzò lo sguardo sulla finestra della camera da letto di Ethan Zorn. O per lo meno si augurava che lo fosse. Era stata in quella casa solo in due occasioni, l'ultima delle quali una settimana prima, ma non era mai salita al piano superiore.

    Si rialzò senza fare rumore e iniziò a fare il giro della grande casa in mattoni rossi. Un po' in ritardo, pensò che forse c'era un sistema di allarme innescato, ma poi decise che a Endicott la gente non si prendeva neanche la briga di chiudere la porta a chiave, perché tanto non succedeva mai niente.

    Mentre si avvicinava a una finestra aperta, udì della musica provenire dall'interno. Uno dei concerti Brandeburghesi di Bach. Avendo studiato musica come materia complementare, avrebbe riconosciuto quella composizione ovunque. Certo, quegli studi non l'avevano aiutata ad avanzare nella carriera giornalistica. Dopotutto, era sempre alle dipendenze dell'Endicott Examiner e non si era ancora conquistata il nome in prima pagina. Non che occuparsi di cronaca nera le dispiacesse. Solo che avrebbe voluto che ci fossero più crimini, così il lavoro sarebbe stato più interessante.

    Sperò ancora una volta che quella sua avventura notturna, oltre ad aiutare la sua famiglia, potesse costituire materia per un buon articolo. E allora il direttore dell'Examiner, Marlene, avrebbe dovuto ricompensare la sua onestà professionale e il suo coraggio. Forse il servizio sarebbe stato diffuso dalle agenzie di stampa. Già vedeva il suo nome sulla prima pagina del New York Times.

    Certo, in tal modo i criminali di tutto il paese avrebbero saputo dove trovarla. Si accigliò all'idea, chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta. Poi la musica cessò di colpo e lei non ebbe più tempo di pensare. Si appiattì contro il muro, imponendosi di non cedere al panico... Ethan Zorn era ancora fuori città. Di quello era certa, perché aveva chiamato la sua amica Rosemary che aveva un'agenzia di viaggio, e le doveva più favori di quanti avrebbe mai potuto ripagarle, per sapere il suo itinerario. Perciò doveva essere stata la governante a mettere la musica.

    Angie si azzardò a sbirciare dalla finestra e vide che era proprio la signora MacNamara che stava armeggiando con l'impianto stereo. E continuò a farlo per tre buoni minuti, finché trovò la stazione radio gestita dal corso di comunicazione del liceo locale. Solo allora, spostò una poltrona vicino al pianoforte e raccolse il suo lavoro a maglia.

    È colpa di quella dannata cometa, pensò Angie scuotendo la testa. Sarebbe passata direttamente sopra Endicott fra una settimana e mezzo ed era noto che faceva fare strane cose alla gente.

    Come introdursi furtivamente in casa d'altri, pensò poi mettendosi carponi per strisciare sotto la porta aperta. Come sfidare la collera di un assassino come Ethan Zorn per il bene della famiglia.

    Per la verità, non era sicura che Zorn avesse ucciso qualcuno, lo

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