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Legata a lui: eLit
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E-book189 pagine2 ore

Legata a lui: eLit

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Info su questo ebook

Sex for beginners 2
Gemma, Zoe e Violet, dopo dieci anni, ricevono ancora sigillata la lettera scritta durante il corso teorico Sesso per principianti... Le loro fantasie erotiche, che ora vedranno una realizzazione!

Un desiderio inespresso, un imminente cambiamento e una vecchia lettera dimenticata.
Zoe Smythe, assistente di volo, è fidanzatissima, ma anche molto curiosa. Ha ricevuto una lettera che ha scritto dieci anni prima sulla sua più intima fantasia sessuale, il bondage. Una curiosità che non ha mai soddisfatto!

Durante il volo verso l'Australia, il super attraente Colin Cannon si dimostra piuttosto disponibile a soddisfare ogni capriccio di Zoe, e anche di più. A lui non dispiacerebbe legarla per un po' di più di tempo, ma basterà del sesso eccezionale per convincere la bella Zoe a mettere sottosopra tutta la sua vita?
LinguaItaliano
Data di uscita30 gen 2015
ISBN9788858933732
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    Anteprima del libro

    Legata a lui - Stephanie Bond

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In A Bind

    Harlequin Blaze

    © 2008 Stephanie Bond, Inc.

    Traduzione di Elisabetta Frattini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-373-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Pensa, questo potrebbe essere il tuo ultimo viaggio da nubile.»

    Zoe Smythe continuò ad annuire accogliendo i passeggeri di prima classe sul volo che da Atlanta li avrebbe portati a Sydney, in Australia, sforzandosi di ignorare il commento della sua amica Erica. «Benvenuto a bordo. Buonasera. Vuole lasciarmi il cappotto?»

    Erica si sporse verso di lei. «Di’ la verità, hai intenzione di fare qualcosa di folle e peccaminoso durante la permanenza a Sydney, dopo che io me ne sarò andata?»

    Zoe rise. «Eccome. Sarò impegnata a risolvere una serie di piccoli problemi, tutti legati all’organizzazione del matrimonio.»

    «Come occupazione non mi sembra tanto divertente» commentò Erica, assestandole una gomitata. «Benvenuta nel mondo delle persone in procinto di o già sposate. Durante i due giorni che trascorreremo insieme, propongo di rilassarci bevendo fiumi di vino e facendoci coccolare alle terme dell’albergo.»

    «Per me va bene» approvò Zoe.

    «E se avremo fortuna, invece di una massaggiatrice svedese, ci vedremo assegnare un bel massaggiatore australiano.»

    «Magari.» Zoe trattenne un sorriso. Il matrimonio di Erica non era completamente soddisfacente dal punto di vista sessuale.

    «A parte gli scherzi, mi mancherai.»

    «Ti ringrazio, ma ho dovuto scegliere di passare alle tratte nazionali per poter essere a casa più spesso.»

    «Vedrai che tra un paio d’anni chiederai di tornare ai voli intercontinentali» commentò Erica in tono asciutto.

    Zoe le rivolse una smorfia prima di tornare a occuparsi dei passeggeri.

    «Benvenuto a bordo. Buonasera. Vuole lasciarmi il cappotto?»

    «Sì, grazie.»

    Il forte accento australiano, attirò l’attenzione di Zoe che, sollevando il capo, si trovò a incrociare lo sguardo più chiaro e limpido che avesse mai visto. Gli occhi verdi dell’uomo che le stava di fronte erano leggermente infossati e orlati da ciglia chiarissime. Il passeggero era alto, portava i capelli biondi cortissimi e sprizzava virilità da tutti i pori. Zoe prese un respiro profondo. Sotto uno spolverino marrone scuro, molto vissuto, il cui colore evocava le terre aride dell’Outback, indossava un completo grigio impeccabile. La cravatta era allentata e il primo bottone della camicia bianca aperto.

    Un mix tra un cowboy e un uomo d’affari? Intrigante. «Ha apprezzato il soggiorno ad Atlanta, signore?» gli chiese afferrando lo spolverino e la giacca.

    «Sì, certo» annuì lui sorridendo. «Ma è sempre bello tornare a casa e poter dormire di nuovo nel proprio letto.»

    Zoe aveva sentito pronunciare quella frase migliaia di volte da altrettanti passeggeri nella sua carriera di hostess, ma qualcosa nel modo e nel tono di voce di quell’uomo evocò in lei immagini peccaminose. Scacciando i pensieri inopportuni, si chiese che cosa le stesse succedendo.

    «Se mi mostra la carta d’imbarco, la accompagnerò al posto che le è stato riservato.»

    L’uomo le consegnò il documento e Zoe si rallegrò nel notare che era stato assegnato alla sezione di cui si sarebbe occupata lei. Prima di riconsegnargli la carta d’imbarco lanciò un’occhiata veloce al nome. Colin Cannon. «Da questa parte, signor Cannon.»

    Zoe percepì il suo sguardo sulla schiena mentre la seguiva e si sentì assurdamente felice di aver indossato l’uniforme che le stava meglio e di aver raccolto i capelli castani in una crocchia sulla nuca. Atteggiando le labbra a una smorfia si rimproverò, ripetendosi che non era quello il comportamento che ci si sarebbe aspettato da una donna che di lì a meno di un mese avrebbe sposato l’uomo dei suoi sogni.

    «Eccoci arrivati, signore. Il suo posto è il 4A. Io mi chiamo Zoe e sarò a sua disposizione durante la prima parte del volo.»

    «Zoe. Che bel nome» commentò lui e arrotolandosi le maniche della camicia rivelò braccia muscolose dalla pelle abbronzata.

    «Grazie. Gradisce un cocktail prima del decollo?»

    «Una vodka con del ghiaccio sarebbe perfetta, grazie.»

    Zoe provò un certo sollievo nell’allontanarsi dalla sua presenza massiccia per preparare il drink. Non riusciva a capire perché il cuore le battesse così forte né come mai si sentisse tanto accaldata.

    «La solita fortunata» le mormorò Erica all’orecchio. «I migliori capitano sempre a te.»

    «Vuoi fare cambio di sezione?» le propose Zoe.

    Erica le indirizzò un’occhiata perplessa. «Perché?»

    «Se proprio vuoi saperlo, il signor 4A emana un certo genere di vibrazioni.»

    Erica si voltò per guardare l’oggetto della loro conversazione.

    Zoe l’afferrò per un braccio. «Non guardare! Capirà che stiamo parlando di lui.»

    Erica rise. «E allora? Che genere di vibrazioni emana? A vederlo così non sembrerebbe un pervertito.»

    «No, non credo che lo sia. Piuttosto...»

    «È sexy.» A quel punto Erica si portò una mano sulla bocca. «Oh, santo cielo, ti piace! Ho indovinato?»

    Zoe si strinse nelle spalle. «È una follia. Mi sposo tra un mese, ricordi?» Sentendosi a disagio, sfiorò il braccio dell’amica. «Fammi questo favore, ti prego.»

    Erica annuì. «Va bene, ma ti avverto, non ti piacerà ascoltare le lamentele dei coniugi 8A e 8B. Sono sull’orlo del divorzio.»

    Zoe prese il bicchiere con il drink che aveva preparato. «Grazie. Gli porto questo, poi vado a occuparmi della coppia ai ferri corti.»

    Con un sospiro di sollievo si avviò lungo il corridoio verso il posto che Colin Cannon riempiva completamente con il suo fisico imponente. Le gambe lunghe occupavano completamente il sedile davanti a lui. Quell’uomo era vasto e incontenibile come il paese da cui proveniva.

    Quando la vide arrivare, Colin sollevò la testa e fece scivolare lo sguardo sulle sue gambe e sul resto del corpo prima di cercare un contatto con gli occhi. Per un istante intorno a loro sembrò crearsi il vuoto. Le orecchie di Zoe si tapparono come se all’improvviso fosse cambiata la pressione. C’era qualcosa in quell’uomo che la confondeva. Con un semplice sguardo riusciva a farla fremere. Sospirando concluse che quella di cambiare sezione era stata una decisione saggia dal momento che non aveva nessuna intenzione di dedicarsi all’esplorazione di sentieri pericolosi.

    Le mani le tremarono leggermente mentre gli porgeva il drink. Quando le loro dita si sfiorarono, una scossa le percorse il braccio e una sensazione di déjà vu le attraversò la mente.

    «Signor Cannon, alla fine pare che non sarò io a occuparmi di questa sezione dell’aereo.»

    «L’ho spaventata?» chiese lui palesemente deluso.

    Zoe deglutì a fatica. «La decisione non ha niente a che vedere con lei, signore.»

    «Allora, alla nostra» brindò lui, sollevando il bicchiere.

    Zoe annuì e salutandolo si allontanò, infastidita dalla sensazione di rimpianto che si era insinuata in lei. Intuiva in qualche modo di aver voltato le spalle a un incontro che avrebbe potuto cambiarle la vita. A qualcosa di meraviglioso e allo stesso tempo di pericoloso. Quando si voltò a lanciare un’ultima occhiata al biondo australiano, notò che la stava ancora guardando con i profondi occhi verdi.

    Sorridendo si diresse verso la coppia in lite che Erica le aveva più che volentieri ceduto. In effetti Jill e Jeremy Osbourne non facevano che beccarsi e lanciarsi frecciatine velenose e quel che era peggio, cercarono di coinvolgere anche lei nella zuffa.

    «Che cosa ne pensa, signorina, di una donna che parte con ventitré paia di scarpe firmate per una vacanza di dieci giorni?» chiese Jeremy Osbourne in tono sarcastico.

    «E di un uomo che parte con il computer portatile per la sua seconda luna di miele?» chiese Jill usando lo stesso tono.

    «È la prima volta che visitate l’Australia?» chiese Zoe in tono allegro nel tentativo di stemperare gli animi.

    «Sì» risposero entrambi all’unisono.

    «Io volevo andare alle Hawaii» specificò la donna in tono d’accusa.

    «Ho pensato che visitare l’Australia sarebbe stato più avventuroso» replicò lui.

    «E ti aspetti che io creda che questo viaggio non abbia niente a che vedere con il fatto che il tuo cliente più importante si trova a Sydney?» berciò la moglie.

    «Non scordarti che è grazie al mio lavoro che ti sei potuta comperare tutte quelle scarpe!»

    «Sydney è una scelta molto romantica per una seconda luna di miele» intervenne Zoe.

    «Lei è sposata?» volle sapere Jill Osbourne.

    «Mi sposerò tra un mese.»

    «È ancora in tempo a ripensarci.»

    «Non tutti hanno la stessa opinione sul matrimonio» sentenziò suo marito scuotendo il giornale.

    La tensione era palpabile. Era chiaro che i due conoscevano fin troppo bene i punti deboli l’uno dell’altro e che non perdevano occasione per dar voce al rancore che li soffocava. Zoe si morse la lingua chiedendosi perché continuassero a rimanere sposati se non andavano più d’accordo. Se lei e Kevin avessero mai litigato in quel modo...

    Scuotendo la testa si disse che lei e il suo Kevin non sarebbero mai finiti in quel modo. O almeno se lo augurava.

    Stavano insieme da sei anni ormai ed erano fidanzati da tre. Si conoscevano bene, tanto che a volte le sembrava di essere già sposata con lui. Era confortante sentirsi completamente a proprio agio con un’altra persona. Non riusciva a immaginarsi mentre litigava con lui come facevano quei due, condizionando tutti quelli che stavano loro intorno.

    Istillando dubbi.

    Che sciocca che era! Il matrimonio perfetto non esisteva. Lei conosceva bene le idiosincrasie di Kevin e lui le sue. Era una buona cosa che prima che amanti fossero stati amici e che non fossero sempre d’accordo su tutto. In fondo il matrimonio si basava sui compromessi. Lei e Kevin erano troppo intelligenti per finire come quei due o come i suoi genitori o quelli di Kevin...

    L’ansia che i due passeggeri le avevano trasmesso fu intensificata dallo sguardo dell’affascinante australiano che sentiva costantemente su di sé.

    Quando, durante lo scalo a San Francisco, la maggior parte dei passeggeri scese, lui si alzò dal sedile per sgranchirsi le gambe. Era così imponente che Zoe si chiese se per caso non fosse un atleta professionista. Nonostante l’abito formale, non dava l’impressione di essere un uomo abituato a trascorrere intere giornate dietro a una scrivania.

    Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, Zoe provava un fremito. Percepiva la sua presenza come piacevolmente incombente e quando lo guardava era come se il resto dei passeggeri non esistesse. Com’era possibile sentirsi legata così profondamente a una persona con cui aveva scambiato solo poche parole?

    Distogliendo lo sguardo decise che si trattava di un’illusione provocata dall’aria rarefatta, dalla stanchezza e dalla tensione per gli interminabili preparativi per il matrimonio. Per tutta la durata della seconda e più lunga parte del volo si impose di non badare alla presenza di Colin Cannon e di concentrarsi esclusivamente sugli altri passeggeri, Osbourne inclusi.

    Quando il suo turno di lavoro fu giunto al termine mentre si trovavano da qualche parte sopra l’oceano Pacifico, fortunatamente gli Osbourne si addormentarono come quasi tutti gli altri passeggeri. La cabina era immersa nell’oscurità eccetto che per un’unica luce di lettura che illuminava l’uomo seduto al posto 4A, la testa su un faldone, le mani che di tanto in tanto si muovevano per segnare una pagina.

    Zoe avrebbe voluto chiedergli di che cosa si occupava o se aveva bisogno di una coperta, qualsiasi cosa pur di sentire la sua voce dall’accento piacevole. Il suo corpo si accese nonostante fossero distanti parecchie file di posti. Era una sensazione insolita. Non era abituata a flirtare con i passeggeri né ad approfittare delle innumerevoli occasioni che il suo lavoro le forniva di conoscere interessanti uomini sia single, sia impegnati. Era sempre stata fedele a Kevin e non aveva mai preso in considerazione l’idea di cacciarsi in una situazione che potesse sfuggirle di mano.

    Fino a quel momento almeno. C’era qualcosa di irresistibile in quell’uomo. Zoe si pentì di aver cambiato sezione con Erica. Se non lo avesse fatto, durante il viaggio avrebbe potuto sapere qualcosa in più su di lui che magari l’avrebbe reso meno interessante ai suoi occhi. Forse era sposato, probabilmente aveva dei figli, o magari era un faccendiere, un maschio sciovinista o peggio.

    Come se avesse percepito le sue attenzioni, Colin Cannon si voltò e le sorrise, poi le fece cenno di raggiungerlo.

    Zoe lo assecondò. Il cuore le batteva forte. Si fermò accanto al suo sedile e

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