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Ghiaccio fondente
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E-book195 pagine2 ore

Ghiaccio fondente

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Info su questo ebook

Come può Josie Williams arrivare alla rimpatriata di classe senza un ragazzo al suo fianco? Assumere Callum McCloud per quella serata si rivela la soluzione perfetta. Uno schianto d'uomo sarà suo per il tempo della cena, un ballo e un bacio rigorosamente finto. Poi il ghiaccio tra i due si rompe, anzi si fonde dopo un'appassionata notte di sesso...



Callum l'ha accompagnata soltanto per fare un favore: non è un gigolò, ma u ingegnere globetrotter. Eppure dopo un primo incontro ravvicinato, non può più rifiutare una seconda performance. Soprattutto dopo che lei gli ha mostrato i suoi "progetti" sotto le lenzuola!
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2017
ISBN9788858965597
Ghiaccio fondente
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    Ghiaccio fondente - Miranda Lee

    successivo.

    1

    Gli uomini sono proprio una causa persa, decise Josie Williams, dirigendosi al lavoro quel lunedì mattina.

    «Perlomeno, per quanto mi riguarda» bofonchiò.

    Come aveva fatto a non capire che Angus era troppo bello per essere vero? L'esperienza avrebbe dovuto insegnarle a cercare i difetti nascosti, invece di illudersi di aver finalmente trovato il tesoro ai piedi dell'arcobaleno... parlando di uomini, naturalmente.

    Non sempre ciò che brillava era oro. Angus si era rivelato oro fasullo e lei era stata una vera sciocca. Tanto per cambiare.

    Sospirò con enfasi. Continuando di quel passo, non avrebbe mai trovato ciò che cercava in un uomo. Aveva già ventotto anni e un matrimonio fallito alle spalle, più una serie di ragazzi insignificanti.

    «Sono sfortunata» borbottò, voltando l'auto nella strada periferica dove aveva fissato l'incontro con Kay alle nove e mezzo.

    Un'occhiata all'orologio del cruscotto le ricordò che erano già le nove e quaranta. Sarebbe arrivata in ritardo, colpa di uno strano attacco di lunedite. Di solito, Josie non vedeva l'ora di alzarsi e andare al lavoro, soprattutto adesso che aveva un'attività in proprio.

    Ma quando quella mattina era suonata la sveglia, era rimasta a letto ancora per qualche tempo a pensare al fiasco della sera prima con Angus e a cercare di rassegnarsi alla situazione disastrosa della sua attuale vita privata.

    Era forse colpa sua? Era davvero sfortunata? Op-pure, semplicemente, chiedeva troppo a un uomo?

    Probabile, decise. Non era forse sempre stato così? Ma la verità era che non riusciva ad accontentarsi di meno di quello che aveva sempre sognato, e cioè il vero amore più ciò che lei riteneva indispensabile, ovvero una fantastica vita sessuale.

    Ormai, però, aveva abbandonato ogni speranza riguardo a quell'ultima voce della sua lista dei desideri. Era giunta alla conclusione che la sua nozione di fantastica vita sessuale fosse fuori della norma, perciò teneva segreta la portata dei suoi desideri.

    Non voleva certo che le sue amiche la guardassero allo stesso modo in cui l'aveva guardata il suo ex marito durante la luna di miele, come se lei fosse una specie di furiosa ninfomane. Quando le amiche le chiedevano che cosa volesse da un uomo, rispondeva semplicemente impegno e affetto.

    Nonostante quella lista di desideri già abbreviata, Deb e Lisa sostenevano che lei era alla ricerca di qualcosa che non esisteva. Il che avrebbe anche potuto essere vero. Josie era restia a prendere per buono quello che dicevano le sue coinquiline, sulla trentina e tuttora single.

    Deb, bionda ed elegante ma senza ragazzo ormai da più di un anno, era la più cinica delle due. Pensava che tutti gli uomini australiani fossero egoisti e la loro idea di impegno e affetto fosse quella di ricordarsi il nome della ragazza con cui andavano a letto al momento. Lisa, una rossa tutta curve che si era lasciata di recente con il suo ragazzo dopo averlo trovato a letto con la vicina di casa, stava attraversando una fase di odio totale verso tutti gli uomini.

    Josie era molto contenta di dover badare alla casa dei genitori mentre questi erano in vacanza, perché così non avrebbe rivisto Deb e Lisa fino a mercoledì, per la loro solita serata per sole donne. Quel giorno proprio non ce l'avrebbe fatta a sopportare la loro miscela letale di sarcasmo e solidarietà. Immaginava già i loro commenti sferzanti sugli uomini australiani e i loro difetti.

    Grazie al cielo, Kay era molto diversa, pensò, localizzando la sua collaboratrice che la stava aspettando vicino alla macchina. Kay Harper credeva negli uomini australiani e nella loro capacità di amare una donna. Un punto di vista comprensibile, considerando che era sposata con Colin, un uomo davvero fantastico. Josie avrebbe potuto provare grande invidia per la sua unica dipendente, se non fosse stata una persona simpatica e per bene.

    Infilando la macchina nel posto vuoto dietro quella blu di Kay, le fece segno attraverso il cruscotto. Kay la salutò di rimando, il viso grazioso illuminato da un sorriso.

    Con i suoi lineamenti da folletto, la figura minuta e i capelli biondi con le mèches, Kay dimostrava meno dei suoi trentacinque anni. Non era una bionda naturale come Deb, ma credeva nell'adagio secondo cui se qualcosa del proprio aspetto non piaceva, lo si cambiava. A vent'anni aveva deciso di rifarsi il naso.

    «Scusa per il ritardo» disse Josie, scendendo dall'auto. «Ho dormito più del solito.» Si rese conto tardivamente di averle dato un indizio significativo.

    Kay inarcò le sopracciglia. «Davvero? Si direbbe promettente. Devo dedurne che hai passato una buona notte con Angus?»

    Lei sussultò. Sarebbe stato stupido mentire, ma proprio non aveva voglia di fare un'analisi dettagliata di quello che era successo con Angus, nemmeno con Kay. Meglio farla finita prima possibile. «No. Per la verità, no.»

    «Oh? Com'è andata?»

    «Abbiamo incontrato un ex.»

    «Oh, cara. Dev'essere stato imbarazzante.»

    «Non hai idea. L'ex era un uomo.»

    «Che cosa?» Kay parve scioccata quanto lo era stata Josie al momento della scoperta. «Ma... non sapevo che Angus fosse gay.»

    Avevano entrambe conosciuto Angus un paio di mesi addietro, quando Josie si era rivolta a lui perché risistemasse il sito Web della ditta. E lo avevano giudicato un vero schianto.

    Lo shock di Kay lasciò subito il posto all'indignazione. «Se è gay, allora perché diavolo ti ha chiesto di uscire?»

    «Sostiene di non esserlo. È solo bisessuale. Gli piacciono sia gli uomini che le donne, a volte contemporaneamente, e mi ha proposto un numero a tre.»

    Kay fece una smorfia. «Oh, che schifo.»

    «Appunto.» Per quanto sfrenate fossero le sue fantasie sessuali, si basavano sempre su un solo partner dell'altro sesso. Tuttavia, Josie dovette chiedersi che cosa in lei avesse indotto Angus a pensare che fosse interessata a quel genere di cose. Forse il modo entusiasta in cui lo aveva baciato l'ultima volta che erano usciti insieme. Indipendentemente da tutto, Angus baciava da Dio.

    «Scommetto che sei contenta di aver seguito il tuo motto: mai fare sesso prima del terzo appuntamento» disse Kay, lanciandole un'occhiata allarmata. «Hai seguito quel motto anche con lui, vero?»

    «Sì, per fortuna. Ma ieri era il nostro terzo appuntamento e stavo prendendo in considerazione la possibilità di farlo. Fremo solo all'idea di essere stata sul punto di commettere un errore ancora più grave dei miei soliti. Cioè... in passato, ho avuto qualche bidone, però non ho mai messo a rischio la mia salute!»

    «Meglio prevenire che curare.»

    Josie roteò gli occhi.

    «Dopotutto, non è così grave. Non eri certo innamorata di lui.»

    «Come fai a saperlo?»

    «Ricordo come ero io quando mi sono innamorata di Colin, e tu non ti comportavi così con Angus.»

    «Così come?»

    «Distratta sul lavoro. Quando sarai davvero innamorata, lo capirai. E lo capirò anch'io, perché avrai sempre la testa altrove. Finora, non è mai accaduto.»

    «No, credo di no» ammise Josie. «E comincio a dubitare che non accadrà mai.»

    «Non temere, verrà anche quel giorno. L'oceano è pieno di pesci.»

    «Non fai che ripetermelo. Però ho la sensazione che tutti i bei ragazzi di Sydney siano gay.»

    «Sciocchezze! Sydney è piena di bei fusti molto virili.»

    «Già. Ma sono già sposati con donne in gamba come te. E, a questo proposito, dovrai essere molto brava con questo nuovo lavoro che ci aspetta.»

    «Oh, sembra una minaccia.»

    «Hai tutta la mia fiducia. Dopo che avrai finito con quella casa, sono sicura che si venderà bene. Andiamo che ti mostro il nostro nuovo progetto.» Josie fece strada a Kay nella palazzina di tre piani in mattoni rossi che ospitava la sede del nuovo progetto della PPP.

    «Qual è il prezzo?» chiese Kay con voce preoccupata un minuto dopo essere entrata nell'appartamento del secondo piano.

    Josie si mordicchiò il labbro inferiore. Doveva ammettere che la casa sembrava in condizioni peggiori di come l'aveva giudicata quando l'aveva vista il sabato precedente. Certo, allora si trovava in uno stato di eccitazione per la serata che l'aspettava. Inoltre, c'era il sole che rallegrava le stanze desolatamente vuote.

    Quel giorno, invece, il cielo era nuvolo e cupo.

    «Josie?» la esortò Kay, aprendo e chiudendo uno dei vecchi armadietti della cucina.

    Lei si scrollò di dosso il pessimismo, determinata a non cadere vittima di un'emozione così autolesionista. Ci era già passata dopo il suo divorzio, e non voleva ripetere l'esperienza.

    Certo, quella mattina era difficile non provare qualche sgomento per la sua vita personale. Non sarebbe stata umana se non si fosse preoccupata di riuscire a trovare un uomo che si avvicinasse minimamente al suo ideale.

    Ma non intendeva permettere al suo pensiero negativo di insinuarsi anche nella vita professionale. Il lavoro era sempre stato fonte di grande soddisfazione, il che era molto di più di quanto le avesse mai dato un uomo.

    Sabato, quel progetto le era parso una buona idea, e lo era tuttora!

    «Quattrocentonovantacinquemila» disse con rinnovata convinzione.

    Kay si voltò a occhi sgranati. «Vorrai forse scherzare? Una cifra così alta per questo tugurio?»

    «Non è un tugurio, per il settore immobiliare» sottolineò Josie in tono deciso. «È un bilocale che si affaccia sulla Manly Beach. La settimana scorsa, un appartamento simile è stato venduto all'asta per cinquecentosettantamila.»

    «Di sicuro, non sarà stato in queste condizioni.»

    «No, naturalmente. Ed è per questo che siamo qui.»

    «Ma hai detto che l'asta sarà fra due settimane, il che non ci lascia molto tempo.»

    «Più che sufficiente» insistette lei. «E abbiamo visto anche di peggio.» La Property Presentation Perfect era specializzata in quel genere di ristrutturazione.

    Ed era quello che lei aveva detto sabato all'agente immobiliare, mostrandogli foto di altri progetti realizzati. Vedendolo ancora dubbioso, Josie gli aveva fatto un'offerta che nessun uomo d'affari avrebbe potuto rifiutare.

    Se non sarà venduto alla prossima asta, non ci sarà nessun guadagno per lei. Al contrario, se sarà venduto, la PPP riceverà cinquemila dollari più il dieci per cento della somma raggiunta.

    Di norma, Josie non avrebbe offerto condizioni così vantaggiose, ma la ditta stava passando un momento critico.

    «Dobbiamo assolutamente venderlo» disse a Kay. «Altrimenti, potresti essere costretta a trovarti un altro posto e io dovrò tornare a lavorare con mio padre.»

    Kay ansimò. «Signore, no! Ma non sarà certo facile» aggiunse in tono ironico. «È una struttura vecchia. Le piastrelle del bagno sono rosa e grigie, ti rendi conto? Quanto alla cucina...» Fece un gesto di scoraggiamento. «È tutta roba di scarto.»

    «Non lo sarà più dopo che tu ci avrai messo mano» la incoraggiò Josie. I risultati che Kay riusciva a ottenere con un pennello erano incredibili. «Con un nuovo progetto cromatico e gli arredi giusti, questo posto sembrerà valere un milione di dollari.»

    «Non sarai troppo ottimista?» replicò Kay, ridendo.

    Lei scrollò le spalle. «Perché non esserlo? Smettila di essere così negativa!»

    «Ricorda, però, che abbiamo solo due settimane per compiere questo miracolo, il che significa che non possiamo rivolgerci ai nostri soliti artigiani. Sono prenotati con settimane di anticipo.»

    «Non preoccuparti. In quest'occasione, non potremmo comunque permettercene molti. Dovremo fare quasi tutto il lavoro noi stesse. Il nostro budget ci garantisce soltanto un elettricista e un idraulico, e l'agente ha detto che potevamo rivolgerci ai suoi. Per il resto, ci siamo solo tu e io, piccola» disse Josie, prendendola a braccetto.

    Kay guardò la sua datrice di lavoro, molto più alta di lei, e sorrise. «Non mi sono sbagliata, non eri assolutamente innamorata di Angus. Ma, parlando del diavolo, che cosa hai deciso di fare sabato prossimo? Cioè... adesso non hai nessuno che ti porti alla rimpatriata della tua classe, vero?»

    Vedendo l'immediato sgomento che apparve sul viso di Josie, Kay si rese conto che doveva essersene completamente dimenticata. E ciò dimostrava che, sotto l'apparente rassegnazione di quella mattina, lei era davvero sconvolta.

    Le si strinse il cuore. Sapeva quanto Josie ci avesse tenuto a farsi accompagnare da Angus a quella riunione, e ne conosceva anche la ragione.

    L'ultima, nonché unica volta in cui Josie aveva partecipato a una rimpatriata era stato cinque anni addietro, poco dopo la fine del suo matrimonio.

    Aveva confidato a Kay come si fosse sentita male quella sera, a confronto con le altre compagne di classe apparentemente felici e appagate, e una in particolare, Amber, che si era presentata alla festa al braccio del suo fidanzato, un magnate delle telecomunicazioni.

    Ai tempi della scuola, quella Amber, una bionda ricca e sprezzante, era stata la nemesi di Josie e non perdeva occasione di farla sentire di una razza inferiore. Visto che quell'anno la festa si sarebbe tenuta proprio a casa di quella Amber, situata nella zona del porto - si era poi sposata con il suddetto magnate - Kay poteva capire benissimo l'angoscia di Josie.

    «Non potresti andarci da sola?» suggerì, pur ritenendolo improbabile. Ma Josie non doveva considerarsi una fallita, solo perché non aveva un accompagnatore. In fondo, gestiva con un certo successo un'attività in proprio.

    Josie mostrò raccapriccio a una tale ipotesi. «Preferirei darmi in pasto ai leoni, perché sarebbe esattamente la stessa cosa. Sì, sarà come trovarsi nella fossa dei leoni. O, per essere più precise, nella fossa delle leonesse.»

    «Alludi ad Amber, immagino, la padrona di casa che organizza questo masochistico evento. Sai, un tempo lavoravo per una come lei. Mi odiava a morte, perché come arredatrice ero più brava di lei. Oserei dire che, anche in questo caso, a scuola la tua dama dell'alta società si sentiva minacciata da te. Eri tu a farla sentire inferiore, non viceversa. Ti vedeva come una rivale.»

    «Chi, io? Non capisco come. Credimi quando ti dico che Amber Sinclair non aveva rivali a scuola. Oltre a essere la più carina e la più popolare della classe, era anche in gamba. La ragazza ha un cervello, Kay, non è solo bella. L'unica materia in cui la battevo era

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