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Segretamente: Identità Segreta
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E-book248 pagine3 ore

Segretamente: Identità Segreta

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Info su questo ebook

Le cose con Conrad non sono andate come previsto, ai Caraibi, e per questo Leslie, dopo essere tornata a New York, resta molto sorpresa nel trovarlo sulla porta di casa a chiederle una possibilità di riconquistarla. 

Nonostante la confusione, lui è lì, davanti a lei, bellissimo, reale e pronto ad amarla.

Presa dall'entusiasmo per la nuova frequentazione e determinata a far conoscere a Conrad la città in cui lei vive e che ha imparato ad amare, Leslie trascura un dettaglio fondamentale della sua vita. 

Più Conrad le dimostra l'amore che prova per lei, più Leslie non sa come confessargli chi è davvero.

Quando scoprirà tutta la verità, lui riuscirà ad accettarla per quella che è realmente?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita6 apr 2019
ISBN9781547580651
Segretamente: Identità Segreta
Autore

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Anteprima del libro

    Segretamente - Lexy Timms

    Capitolo 1

    Volevo parlarti, provare a spiegarti, prima che decidessi di non volermi vedere mai più, le disse Conrad dall’altro lato della porta chiusa.

    Leslie sapeva che lui stava per andarsene. Dopo tutto quello che le era successo, la perdita di Michael, l’amore della sua vita, a causa di un tumore, un anno prima, la vendita della casa di San Francisco in cui avevano vissuto insieme, il trasferimento, per non dire la fuga, dall’altra parte del Paese, tutto l’impegno che aveva messo nel costruire la sua carriera di scrittrice e la sua nuova vita a New York, com’era possibile che si trovasse in quella situazione?

    Soprattutto, com’era possibile che anche Conrad ne facesse parte?

    Se soltanto non avesse deciso di rimettersi in piedi, se non avesse provato ad uscire dal guscio di dolore in cui si era rintanato, se non avesse ricominciato a guardarsi intorno. Se soltanto non avesse permesso ad Amber e Josie di trascinarla in quel locale. Era bastato quell’unico assaggio di vita lontana dal computer e dai doveri per farle desiderare una vacanza. Da quando aveva formulato il pensiero, poi, era stato fin troppo facile contattare il suo agente letterario, Grant, e chiedergli di organizzare una vacanza di due settimane in un resort extra lusso sull’isola privata di lui, ai Caraibi. Convincere Amber e Josie ad accompagnarla era stato anche più semplice. Leslie aveva guadagnato tanti di quei soldi dalla vendita dei suoi gialli (Evelyn Frock, pseudonimo che utilizzava per le sue opere, era una delle autrici più famose al mondo) da potersi permettere di portare in vacanze le due amiche su un’isola molto esclusiva, piena di gente ricca e famosa.

    All’inizio era stato decisamente divertente.

    L’atmosfera, il cibo, le persone, sembrava tutto un sogno divenuto realtà. Poi, una sera, entrambe le amiche avevano trovato dei bei ragazzi mentre Leslie, rimasta sola al tavolo, sentiva terribilmente la mancanza di Michael. In quelle circostanze, il paradiso caraibico era diventato in un incubo pieno di sensi di colpa, solitudine e vuoto.

    Demoralizzata, aveva deciso di fare l’unica cosa che le sembrasse sensata: si era tolta le scarpe con i tacchi alti, era andata al bar ed aveva ordinato un drink. L’uomo stupendo che aveva visto poco prima, passando, era ancora lì e sembrava assolutamente determinato ad annegare tutti i dispiaceri nell’alcool. Leslie lo guardò meglio e si accorse che era una celebrità. Una celebrità per cui aveva una cotta. Era il protagonista di una famosa serie TV in cui combatteva contro i licantropi per proteggere la splendida donna che amava.

    Era Conrad Dane.

    Quell’uomo era il ritratto della perfezione, tra il corpo statuario, che sembrava scolpito nel marmo, l’abbronzatura stupenda e gli addominali da urlo.

    Improvvisamente, Leslie capì perché stesse bevendo tanto. La notizia era su tutti i social. Il matrimonio di lui era finito qualche settimana prima, quando aveva scoperto i tradimenti della moglie.

    Durante la serata, bevendo qualche drink, avevano fatto conversazione e lei aveva avuto modo di scoprire che la personalità di Conrad era decisamente all’altezza dell’aspetto mozzafiato. Era interessante, attento, empatico, tanto che si era ritrovata a parlargli di Michael. Poi, lui le aveva parlato della moglie, di come fosse finita per sempre.

    La connessione, tra di loro, era stata immediata.

    L’attrazione reciproca, innegabile.

    Leslie l’aveva portato nella sua stanza dove avevano parlato ancora e si erano scambiati un bacio indimenticabile, prima di cadere in un sonno ubriaco senza essere andati oltre. La mattina dopo avrebbero dovuto sentirsi in imbarazzo, ma non era stato così, sorprendentemente, e l’avevano trascorso insieme, godendosi l’isola che li ospitava.

    Alla fine, erano andati nella suite di lui, avevano ordinato il servizio in camera, guardato vecchi film e, proprio quando Leslie iniziava a sentire meno la mancanza di Michael ed a desiderare Conrad sempre di più, qualcuno aveva bussato alla porta, rovinando tutto.

    Non era il servizio in camera, purtroppo. Si trattava della moglie di Conrad, invece, che, dopo un’occhiata sprezzante, aveva dato a Leslie della puttana.

    Conrad non l’aveva difesa. Aveva lasciato che la donna l’apostrofasse in quel modo orribile e che quell’offesa pesante incombesse su di loro.

    Per questo, se n’era andata.

    L’ultima cosa che aveva sentito era la voce di Conrad che invitava la ex moglie ad entrare.

    Era bastata un’unica telefonata al suo agente e lui le aveva prenotato il primo aereo per tornare immediatamente a casa. Più veloce della luce.

    Era scappata. Proprio come era scappata da San Francisco.

    Aveva trovato conforto, ancora una volta, soltanto nella scrittura e nella palestra dove andava a bruciare fino all’ultima caloria.

    Dopo una settimana di solitudine, qualcuno aveva bussato alla porta, di nuovo, cambiando nuovamente tutto.

    Era Conrad. Si era scusato, le aveva fatto delle promesse, le aveva chiesto un’altra possibilità. Le aveva ripetuto che il matrimonio era finito. Ancora. E ancora.

    Leslie, dammi una possibilità. Voglio che mi mostri le tue ferite più nascoste. Voglio rimettere insieme i pezzi del tuo cuore, le aveva detto Conrad.

    Lei, per tutta risposta, era rimasta in silenzio. Lui stava per andarsene e Leslie stava per lasciare che l’uomo più stupendo, senza alcun aiuto di Photoshop, che avesse mai incontrato uscisse dalla sua vita.

    Un pensiero lontano si fece strada, chiedendole di essere ascoltato. Michael non vorrebbe che vivessi la tua vita così, disse. Vorrebbe che ti dessi una possibilità. Lui ha provato cosa significa essere amato da te, sa quanto possa essere grande il tuo amore. Vorrebbe che tu permettessi a qualcun altro di sentirsi amato quanto si è sentito amato lui.

    Leslie esitò, provando a sostituire quel pensiero con altri. Non era ancora il momento, era passato troppo poco, aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai più provato niente del genere.

    Non si accorse di aver espresso la sua esitazione anche fisicamente finché non sentì la porta vibrare. Vi si era appoggiata e quel rumore, per quanto minimo, le era sembrato assordante.

    Non era sfuggito anche a Conrad, dall’altra parte.

    Leslie?

    Lei fece una smorfia. Le serviva più tempo per fare ordine tra i suoi pensieri contrastanti.

    Apri la porta, per favore.

    No, le disse una parte del suo cervello. È troppo presto.

    Non c’è un tempo stabilito per soffrire, disse un’altra parte.

    I-io...

    Possiamo parlare?

    Hai già avuto il grande amore. Quello perfetto. Non ne avrai un altro.

    Ma, suggerì la parte timida, questo amore potrebbe non essere perfetto. Potrebbe essere imperfetto. Potrebbe essere esattamente ciò di cui hai bisogno per tornare a vivere.

    Vorrei riuscire a guadagnarmi la tua fiducia. Permettimi di farlo. Insistette lui.

    Se fosse andata male, lei avrebbe sofferto. Non so se riuscirei a sopportare altre sofferenze, pensò

    La tua non è sofferenza, è paura.

    Ho paura, confessò da dietro la porta. Appoggiò la guancia sul legno freddo e premette il palmo della mano sullo stipite.

    Anche io, Les. Credi che fossi pronto per tutto questo? Non me lo aspettavo affatto. Sono terrorizzato, ma lo ero di più quando ho saputo che eri partita, che te n’eri andata dall’isola. Ho avuto più paura quando ho pensato di averti persa per sempre.

    Senza sapere come, Leslie aprì la porta, ma lasciò la catena. Quando lo vide, attraverso la fessura, sbatté le palpebre. I capelli scuri si stagliavano contro gli occhi incredibili, lasciandola senza fiato. Le labbra perfette erano strette in una linea sottile, in quel momento, mentre si passava una mano tra i capelli. Che facciamo? Gli chiese in un sussurro.

    Lui si appoggiò alla cornice della porta. Gli occhi pieni di emozioni le fecero capire perché le telecamere lo amassero tanto. Sediamoci. Parliamone. Cerchiamo di capirci qualcosa. Con calma.

    Le sembrava una lista ragionevole, sarebbe stato un valido punto di partenza per uno dei suoi romanzi. Va bene.

    Lui annuì. D’accordo.

    Restarono a guardarsi per un tempo indefinito.

    Posso entrare? Le chiese, alla fine, con un sorriso.

    Lei gli sorrise a sua volta. Giusto, certo. 

    Capitolo 2

    Si sedettero sul divano, uno di fronte all’altra. Conrad sembrava fuori di sé, ma era comunque sexy da morire. Molto meglio di quanto si sentisse Leslie in una delle sue giornate migliori. Lei era rivolta verso la porta, dalla posizione in cui era seduta, mentre lui aveva una visuale completa del soggiorno e, girando appena la testa, dell’intero appartamento.

    Quindi tu vivi qui... le disse con un certo nervosismo nella voce. Gli attori sexy come lui si innervosivano?

    Sì.

    Lui annuì, ma non disse una parola.

    Ti aspettavi qualcosa di diverso?

    Conrad la guardò con quel suo sguardo confuso ormai diventato famoso. Non lo so. La tua suite, sull’isola, era più grande della mia, ma mi avevi detto di essere una scrittrice squattrinata quindi non sapevo proprio cosa aspettarmi. Vivi in una bella zona.

    Leslie capì immediatamente che c’era dell’altro. Ma?

    Ma dopo aver visto quell’ascensore, che ho evitato come la peste, ho iniziato ad avere qualche dubbio.

    Giusto.

    E dopo essere entrato nel tuo appartamento, e averti trovato con addosso quei pantaloni da tuta che non ti rendono giustizia, ci credo. Sei davvero una scrittrice squattrinata.

    Leslie abbassò gli occhi sui pantaloni che indossava. Forse ho passato un po’ troppo tempo in palestra, ultimamente.

    Troppo cardio e troppi pochi pesi, direbbe il mio allenatore.

    Hai un personal trainer?

    Lui grugnì. Ti ho appena svelato uno dei miei segreti. Ho dovuto lavorare per diventare così, non ci sono nato. Le disse con un gesto che indicava gli addominali scolpiti nel marmo sotto alla maglietta nera alla moda.

    Lei sorrise. Davvero?

    Già. Se ne occupa Boomer, è il suo lavoro.

    Leslie non riuscì ad evitarlo, rise. Boomer?

    Lui alzò entrambe le mani. Si chiama davvero così, Boomer. I suoi allenamenti, probabilmente, sono vietati dalla convenzione di Ginevra e, tra l’altro, mi assilla con la dieta e l’alimentazione. Le riprese sono finite, per ora, e il fatto che non dovrò vederlo per due mesi è anche migliore della festa che organizzano quando finiamo di registrare. Tu sai com’è, lavorare duramente per tenersi in forma.

    Una strana espressione si dipinse sul volto di lei. Non proprio.

    Che cosa? Non ti alleni anche tu?

    Sì, ma per tonificare. Ho un metabolismo veloce.

    Lui scosse la testa. Ti odio.

    Lei sorrise. Mi dispiace. Se ti fa sentire meglio, però, non avrei il sedere, se non mi allenassi, e anche le mie braccia non sono affatto toniche. I costumi da bagno non mi starebbero bene, se non mi allenassi per scolpire il mio corpo.

    Ti sbagli.

    Su cosa?

    Hai un culo stupendo.

    Lei sorrise anche se non avrebbe voluto. Grazie alla palestra, appunto. Se non lo allenassi, cadrebbe a terra.

    Conrad sospirò. Non sono grasso e non ho mai avuto la pancia, ma per gli addominali, o per comparire sullo schermo a torso nudo, una cosa che succedeva continuamente durante le prime stagioni della serie, devo fare pesi e un milione di addominali al giorno, assumere la giusta quantità di proteine e calorie, ma non troppe calorie. È matematica. E scienza. Uno schifo. Per questo pago Boomer, per farmi urlare contro. Altrimenti, non avrei la motivazione necessaria.

    Oh, poverino. Lo prese in giro lei, con una pacca sulla spalla.

    Ecco perché sono qui, le disse senza tradire alcuna emozione. Per avvisarti che se ti aspetti che sia sempre così, resterai delusa. Non batté ciglio mentre parlava.

    Lei ridacchiò. Doveva ammetterlo, era un grande attore. Penso di poterlo sopportare.

    Lui lanciò un’occhiata alle sue spalle. Boomer sarebbe felice di sapere che ho preso le scale.

    Potresti dirgli di averlo fatto per tenerti in forma.

    E non perché l’ascensore sembra appena uscito da un film horror. L’espressione imperturbabile lasciò spazio ad un sorriso.

    Io non gli dirò niente. Cavolo, era davvero bellissimo.

    Sarà il nostro piccolo segreto.

    Leslie lo guardò ed il suo sorriso scomparve. Dimmi di tua moglie.

    A quelle parole, anche il sorriso di lui svanì. Giusto. Ti devo una spiegazione. Mi dispiace, Leslie. Non sapevo cosa fare, quando si è presentata lì. Come ti ho già detto, stavamo insieme dai tempi del liceo, avevamo progetti, sogni. Pensavo che il mio futuro sarebbe stato insieme a lei. Per questo mi sono sentito perso quando è finita. Arrabbiato, anche, ma soprattutto smarrito. Avevo sempre potuto contare soltanto su di lei e, quando ho scoperto che mi aveva tradito per tutto il tempo, mi sono sentito come se tutta la mia vita fosse stata un’enorme bugia. Una recita.

    Mi avevi anche detto che era finita.

    Sì. Lo era.

    Lei si accigliò. E adesso? Lo è ancora?

    Sì. Ero sconvolto, quando me la sono ritrovata davanti. Non ero neanche sicuro di aver capito bene cosa stesse dicendo, ma poi mi ha chiesto di parlare e una parte di me avrebbe voluto tornare indietro nel tempo a qualche settimana prima, quando ancora non sapevo dei tradimenti. Scosse la testa. Mi dispiace. Avrei dovuto difenderti. Non avrei dovuto permettere che la confusione del momento offuscasse la mia capacità di giudizio. Non avrei dovuto lasciarle dire quelle cose. Mi dispiace tanto.

    Non ci sono scuse. Leslie si sentiva ancora profondamente ferita. Una vocina, dentro di lei, insinuò il dubbio che quel dolore non dipendesse da ciò che era appena successo, ma, piuttosto, dalla morte di Michael. Non riusciva a distinguere tra le due cose, in quel momento.

    Lo so. Posso dirti soltanto che... Conrad si guardò intorno, cercando disperatamente le parole giuste da dire. Sembrava quasi che gli mancasse un copione che gli suggerisse le battute.

    Leslie aspettò.

    Ti ricordi quando ti sei innamorata di tuo marito?

    Sì, certo. Una serie di immagini le attraversò la mente. Il pessimo cibo messicano ad ore improbabili della notte, le lunghe passeggiate nel campus, le ore trascorse a studiare insieme per gli esami finali.

    Eri ancora innamorata di lui, prima che morisse?

    Sì e anche dopo.

    Lui si morse il labbro. Sei ancora innamorata di lui?

    Lei lo fissò sorpresa. Era ancora innamorata di un uomo che non c’era più? Non direi che ne sono ancora innamorata, anche se lo amo ancora. Ha senso?

    Lui annuì. È stato un grande amore. Non puoi smettere di provare qualcosa come se ci fosse un interruttore. Rimasero seduti in silenzio, entrambi, per un momento, assorti nei ricordi del passato e spaventati per il futuro. Poi, Conrad si schiarì la gola e giocherellò con un filo dei jeans blu scuro. Il giorno in cui ho scoperto che Kyra mi tradiva è cambiato tutto. Il mio cuore ha smesso di fare le capriole ogni volta che la vedo. La magia, la scintilla, tutto scomparso. Anche io, però, non ho semplicemente potuto premere un interruttore. Non dopo averla amata per così tanto tempo. La amo ancora, per questo l’ho lasciata entrare nella mia stanza e per questo voglio che sia felice, ma quello che c’era tra di noi è finito. Per sempre. La sua ultima visita ne è stata una conferma. Ora sento che quel sentimento mi sta lentamente abbandonando.

    Leslie annuì. Ci metterà parecchio tempo per scomparire del tutto.

    Perché non aspettiamo insieme che scompaia del tutto, allora? Viviamo e vediamo che succede. Le disse lui, fissandole le labbra.

    Leslie sentì un fremito quando lo vide socchiudere gli occhi. Schiuse le labbra, perché sapeva che avrebbe dovuto rispondergli, ma in quel momento non riusciva neanche a ricordare che cosa le avesse chiesto. Lui usò la mano, ed il braccio, che aveva appoggiato sullo schienale del divano per spostarsi accanto a lei in un unico movimento. Quel gesto sensuale, insieme alla presa decisa, la colpì, facendole chiudere gli occhi. Non era sicura di poterlo guardare ancora senza trasformarsi in una delle sue fan adoranti.

    Conrad sapeva come sfruttare un momento propizio, decisamente. Con la mano destra, la prese per il mento e le fece sollevare la testa per darle il bacio più lento e sexy che Leslie avesse mai ricevuto in tutta la vita. Una parte di lei stava pensando, Non ha soltanto un bel faccino, ma l’altra la mise a tacere e la incoraggiò a baciarlo con la stessa passione che ci stava mettendo lui.

    Il bacio fu meraviglioso e

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