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La seconda prova: Harmony Collezione
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E-book169 pagine2 ore

La seconda prova: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

No, non era possibile!

Era il solito scherzo di quel ficcanaso di nonno Karl, oppure un labirinto dal quale è quasi impossibile uscire? J.T. Watson ha appena ricevuto una notizia da brivido: il matrimonio tra lui e Candice non è mai stato ufficialmente annullato.

Forse lei sta già tramando per...
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2017
ISBN9788858961803
La seconda prova: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La seconda prova - Mary anne Wilson

    successivo.

    Prologo

    Londra, Inghilterra.

    «Mi pare che la didascalia fosse Il cowboy e la sua puledra, ma potrei anche sbagliarmi.»

    J.T. Watson strinse nervosamente il cellulare entrando in fretta nell'ascensore per lasciarsi alle spalle la sala riunioni dell'Hombley Towers, dove erano in corso da ore le trattative per la fusione della sua società con un'altra.

    Ne aveva fin sopra i capelli di manager bugiardi e infidi che non si decidevano a mettere le carte in tavola, così aveva assicurato che si sarebbe fatto sentire, si era alzato in piedi ed era uscito.

    Non aveva fatto in tempo a raggiungere l'atrio che il cellulare aveva cominciato a squillare. Era stato un sollievo sentire la voce di Jack O'Connor, uno dei pochi veri amici che aveva. Quella sensazione, però, era durata solo fino a quando Jack aveva nominato l'articolo apparso sul giornale.

    «E mi chiami qui a Londra solo per raccontarmi quello che qualche paparazzo ha scritto su di me?» fu il suo secco commento.

    «Ehi, non te la prendere! Qui è la notizia del giorno. Tu e quella tua top model dall'aspetto selvaggio, con quello strano nome... Be', vi siete guadagnati la copertina di Life a San Francisco. È fantastica, lascia che te lo dica. E ha classe, molto più di quella pattinatrice dell'anno scorso.»

    «Con la pattinatrice sono uscito solo una volta, e per caso al nostro incontro era presente un giornalista. E, per tua informazione, si chiama Vonja. Von-ja» sillabò ironico. «E sono sicuro che non sarà proprio euforica all'idea di essere chiamata puledra.»

    Jack scoppiò a ridere. «Scommetto che è un incanto anche quando è furiosa! Ma... è alta un metro e novanta?»

    «Ci sei andato vicino. È appena un po' più bassa di me» rispose J.T., scostandosi per far scendere alcune persone.

    «E stavolta non si tratta di un solo appuntamento, eh?»

    «Ci vediamo quando possiamo» ammise, guardando il suo volto riflesso sulla superficie lucida della porta. «Vonja sostiene che farsi vedere insieme a un cowboy non giova alla sua immagine.»

    «Mentre a te non dispiace farti vedere in giro con sua altezza.»

    «Perché, a te spiacerebbe?»

    «No.»

    «Ma non hai niente di meglio da fare che chiamarmi a Londra per sapere con chi esco? Io mica ti perseguito per sapere tutto della tua vita amorosa.»

    «La troveresti monotona, perché sto per sposarmi.»

    J.T. schiacciò il pulsante del garage e l'ascensore cominciò la sua discesa. «Deve esserci un'interferenza. Ho capito bene? Hai detto che ti sposi?»

    «Ci senti ancora benissimo, vecchio mio. Proprio così! E non basta. Mi sposerò per amore. Da non crederci! Prima Dylan e adesso io. Chissà, il prossimo forse potresti essere tu con questa tua modella.»

    Jack, Dylan Montgomery e J.T. erano amici dai tempi del college e in passato erano stati indivisibili.

    «Non sprecare il fiato» lo interruppe soffocando una risata. «Io sono di una pasta diversa, lo sai.»

    Ed era vero. Dylan e Jack provenivano da facoltose famiglie altolocate, J.T. invece... Be', non aveva certo bisogno di gettare uno sguardo ai jeans e agli stivali che indossava anche quel giorno per sapere chi fosse.

    Texano della sesta generazione, era sempre stato senza un soldo fino ai sedici anni quando suo padre, un cowboy appassionato di elettronica, aveva messo a punto un sistema per produrre circuiti a metà prezzo, migliorandone le prestazioni di quattro volte.

    Erano così diventati la colonna portante dell'industria elettronica e J.T., una volta terminato il college, aveva cominciato a occuparsi degli affari del padre, dimostrando a tutti di essere in gamba nelle riunioni almeno quanto a cavallo. Per sua fortuna si divertiva in entrambe le attività.

    In breve il loro patrimonio era diventato davvero ragguardevole, e lui non si era fermato a considerare il passato.

    «Sono successe delle cose davvero strane» stava dicendogli Jack. «Ho trovato il vero amore. E pensa che Patrick è stato il primo ad accorgersene. Quel bambino ha davvero qualcosa di speciale.»

    «Il mio figlioccio è speciale» lo corresse J.T. con orgoglio. «Come si chiama la fortunata?»

    «Sandi. Ma il fortunato sono io. Senti, ti dovrei chiedere una cosa» disse d'un fiato.

    «Non do consigli sui matrimoni» lo anticipò lui, mentre l'ascensore rallentava la discesa.

    «E io non ne ho bisogno. Ma ti voglio come testimone. Whitney e Steffi saranno i testimoni di Sandi, e tu e Dylan i miei. Le nozze saranno tra due settimane, al tramonto, sulla spiaggia vicino a quel vecchio hotel sulla piazza a Montgomery Beach. Ha un significato speciale per noi, ci siamo conosciuti lì.»

    «Come, come? A Montgomery Beach?» J.T. non credeva alle sue orecchie. Non c'era più stato da otto anni, e l'idea di tornarci non gli sorrideva per niente.

    Gli sovvenne inoltre che il progetto di fusione non gli avrebbe permesso di ritornare in America tanto facilmente.

    «Mi dispiace, Jack, ma mi trovo in un momento terribile. Non credo che mi sarà possibile con questo affare in corso. Non posso delegare tutto il lavoro a qualcun altro, non in così poco tempo» spiegò mentre i suoi passi risuonavano nel garage ormai deserto.

    «Come per il matrimonio di Dylan?»

    J.T. si diresse verso la Jaguar che gli era stata messa a disposizione. «Ehi, mi è spiaciuto moltissimo, credimi. Ma non mi è stato proprio possibile fare diversamente.»

    «Se non riesci a mandare in porto questa fusione in due settimane, vuol dire che tu e la tua compagnia siete messi davvero maluccio.»

    «Non è la prima volta che siamo in alto mare, e non sarà l'ultima.»

    «Ma puoi certamente allontanarti per un giorno, se necessario, o no?»

    «Sono a Londra, nel caso te ne fossi scordato. Non è esattamente dietro l'angolo.»

    «Esiste anche il Concorde. Mai sentito?»

    J.T. abbozzò un sorriso aprendo la portiera della macchina. «Jack, non vorrai...»

    «Certo che voglio» lo interruppe. «E ci riuscirò.»

    «A fare che cosa?» chiese lui interdetto.

    «A sapere finalmente perché stai accampando tutte queste scuse per non tornare qui.»

    J.T. si lasciò cadere sul morbido sedile di pelle della macchina e scostò leggermente dalla fronte lo Stetson, il suo inseparabile cappello da cowboy. «Allora dimmelo tu, visto che io ti ho già spiegato le mie ragioni ma, a quanto pare, tu hai una versione migliore.»

    «Mettiamola in questo modo... Dylan sarà l'unico Montgomery presente alla cerimonia.»

    Lui avvertì una strana tensione che gli irrigidiva le spalle e un'improvvisa fitta alla testa. «E con questo?» replicò brusco.

    «Lei non ci sarà, J.T.» precisò Jack.

    La mano che voleva inserire la chiave nel cruscotto restò ferma a mezz'aria. «Come?»

    «Sua madre è ancora in lutto per la morte del marito e Candice è in crociera non so bene dove, nei Caraibi. Non so nemmeno quando sarà di ritorno.»

    «Grazie dell'aggiornamento» commentò J.T. stancamente, gettando lo Stetson sul sedile del passeggero e passandosi una mano tra i folti capelli castani.

    «Volevo che lo sapessi. Così adesso non hai più motivi per non venire.»

    Lui sospirò, cercando di impedire al viso di Candice di riaffiorare dal passato. Non rivangava mai gli sbagli. Mai. «Tanto per cominciare, non era questa la ragione.»

    «Balle. Tutta quella storia, il modo in cui i suoi genitori ti hanno trattato e come l'hanno influenzata, non ti è mai andata giù.»

    «È acqua passata» disse secco.

    «Allora non ti importerà sapere che si è fidanzata.»

    Quelle parole non sembrarono avere alcun effetto su di lui. Candice era fidanzata. Certo. Aveva sempre saputo che ci sarebbe stato un altro uomo e che si sarebbe sposata, prima o poi. Anzi, era strano che non fosse già accaduto.

    «Ah, si è fidanzata?» chiese con noncuranza.

    «Sì, e subito dopo sono partiti per una crociera.»

    «Suppongo che l'eletto sia degno di lei.»

    «È Mark Forester, un uomo molto rispettabile, ricco sfondato, con una favolosa villa a Palm Beach. Il padre di Candice l'aveva praticamente adottato.»

    Di buona famiglia, ricco, e gradito ai suoi genitori. J.T. ebbe una stretta allo stomaco. Esattamente quello che il vecchio aveva sempre voluto per la sua deliziosa principessa, quello che lui non era.

    «Allora questo figlio di papà si chiamerà Montgomery dopo il matrimonio?»

    «Il sarcasmo non ti si addice, J.T.» mormorò Jack.

    «Scusa, non ho potuto farne a meno.»

    «Non ti scusare e vieni al mio matrimonio, ci tengo. Lascia che sia Davis... quel tuo assistente, a occuparsi dei tuoi affari. In un giorno non riuscirà a provocare dei danni irreparabili.»

    Un giorno. Era quanto bastava per sposarsi, amare una donna appassionatamente e poi scoprire di aver commesso uno sbaglio madornale, pensò J.T. con amarezza.

    Tutto quello non aveva senso. I Montgomery non significavano più nulla per lui. Non importava chi di loro sarebbe stato presente al matrimonio, lui ci sarebbe andato e Davis se la sarebbe cavata benissimo per un giorno o due.

    «Hai vinto» disse avviando il motore. «Farò il possibile per esserci.»

    «Fantastico!» esclamò Jack. «Però dovrai indossare lo smoking. So che solo l'idea ti fa star male, ma se ti può consolare sappi che potrai fare a meno delle scarpe.»

    J.T. scoppiò a ridere mentre risaliva la rampa del garage e s'immetteva nelle strade londinesi semideserte. «A piedi nudi e con lo smoking? Certo che siete proprio originali. Comunque, va bene, ti farò sapere quando arrivo.»

    «Di' al tuo sarto di mettersi in contatto con Karl Delaney, che si occuperà di tutti gli abiti per la cerimonia.»

    «Certo» assicurò J.T., fermandosi a un semaforo rosso. «C'è ancora qualcosa che dovrei sapere, per esempio quale regalo di matrimonio devo farti?»

    Jack gli accennò qualcosa a proposito di una lista nozze, ma J.T. non riusciva più a seguirlo. L'immagine di una ragazza bionda e sorridente, dagli occhi blu come il mare, si impadronì senza rimedio dei suoi pensieri. Candice. Il solo ricordo era ancora in grado di togliergli il respiro.

    Arrivando al suo hotel nelle vicinanze di Hanover Square, J.T. fermò la macchina e porse le chiavi al portiere in uniforme rossa perché la parcheggiasse. Si diresse verso il pub mentre Jack gli faceva le ultime raccomandazioni. Non era possibile!, pensò lasciando che il brandy gli bruciasse la gola.

    Dopo otto lunghi anni l'immagine sinuosa e seducente di Candice era intatta nella sua memoria come se l'avesse incontrata il giorno prima. Credeva di aver dato un taglio netto al passato, invece i ricordi erano ancora tutti lì. Era come se li avesse chiusi a chiave in una stanza e adesso, per caso, ne avesse socchiuso la porta. Si sentì a disagio. Ingollò in un sorso il resto del brandy.

    «Ehi, ci sei ancora?» chiese Jack.

    «Sì, certo, ti ascolto.»

    «Chiamami appena saprai quando arrivi. Patrick muore dalla voglia di rivederti.»

    «Confermagli pure che sarò lì tra due settimane.»

    «Che ne diresti di portare anche quella modella?»

    J.T. giocherellò con il bicchiere ancora gelato. «Glielo chiederò» promise.

    «Bene. Ci vediamo quando arrivi. A presto.»

    J.T. spense il cellulare e lo lasciò scivolare nella tasca della giacca. Sì, chiedere a Vonja di accompagnarlo era un'ottima idea. Vederla gli avrebbe fatto bene. Da troppo tempo era solo e forse, col pretesto di partecipare al ricevimento, l'avrebbe convinta a rimandare un paio di incontri di lavoro. Vonja era davvero bellissima, i suoi incantevoli occhi neri erano capaci di scatenare in un uomo le più selvagge fantasie erotiche. Non c'era da meravigliarsi che fosse una delle modelle più richieste. Il sorriso si gelò quando dagli occhi scuri emerse un'accecante luce marina e la pelle abbronzata sbiadì in un colore sempre più dorato e chiaro.

    «Maledizione» mormorò a denti stretti. Candice era il suo passato e tale doveva rimanere. Il suo ritorno a Montgomery Beach non avrebbe cambiato le cose. Era più maturo e razionale ora, e lei non significava più nulla per lui.

    1

    Montgomery Beach, California.

    Due settimane dopo.

    «Doveva essere tutto perfetto! Avevo progettato tutto nei minimi dettagli. E invece all'ultimo minuto va tutto all'aria.» Sandi Galloway, bellissima nel vestito da sposa in raso bianco, andava avanti e indietro senza posa nel guardaroba della sala da ballo del vecchio albergo in stile spagnolo. Il suo viso era teso per la preoccupazione. «Volevo che tutto fosse magnifico! E invece è arrivato quel maledetto uragano!»

    Candice

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