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Magia e tentazione (eLit): eLit
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Magia e tentazione (eLit): eLit
E-book209 pagine2 ore

Magia e tentazione (eLit): eLit

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Info su questo ebook

White Star 6
Sono passati dieci anni da quando Morgan ha giurato amore eterno a suo marito Adam, dieci anni in cui la passione rovente si è affievolita, lasciando il posto a una tiepida routine. Ora è tempo di cambiare, di riportare sesso e scintille nella loro vita, prima che sia troppo tardi. Il ritrovamento di una preziosa scatola nel suo negozio d'antiquariato spinge Morgan a indagare sul manufatto, sicura del suo legame con la White Star e dell'eccitante influsso che potrà avere sui sensi di Adam.
LinguaItaliano
Data di uscita3 ago 2020
ISBN9788830515307
Magia e tentazione (eLit): eLit
Autore

Lori Wilde

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Magia e tentazione (eLit) - Lori Wilde

    Immagine di copertina:

    GizemBDR / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Destiny’s Hand

    Harlequin Blaze

    © 2006 Laurie Vanzura

    Traduzione di Giorgia Lucchi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    eBook ISBN 978-88-3051-530-7

    1

    «Sei assolutamente certa che questo sia il modo giusto per ritrovare la magia?» sussurrò con tono urgente Morgan Shaw, nel sottile cellulare nero.

    Sul marciapiede all’esterno del Grand Duchess, elegante albergo sull’Upper East Side di Manhattan, passeggiava nella brezza gentile della sera settembrina. A suo parere era vestita, per dirla in parole povere, da squillo. Minigonna aderente di pelle, un top di Lycra elasticizzato con una scollatura vertiginosa e stivali alti come quelli di Julia Roberts in Pretty Woman. Si era truccata in modo pesante, indossava troppo poca biancheria intima per i suoi gusti e una parrucca rossa che le irritava il cuoio capelluto.

    Ogni volta che passava di fronte all’ingresso dell’elegante e discreto Grand Duchess, il portiere le scoccava un’occhiataccia della serie fa’-una-mossa-sbagliata-tesoro-e-chiamo-la-polizia.

    Morgan tentò inutilmente di abbassarsi l’orlo della minigonna per farla sembrare più lunga e sentirsi meno mortificata.

    «Ravvivare il desiderio sessuale è il primo passo per ritrovare la magia» rispose sua sorella minore Cass, all’altro capo della linea. «Il sesso incandescente è la chiave di tutto.»

    «Una cosa è il sesso incandescente, ben altra...» Morgan osservò il proprio abbigliamento e scosse il capo. «... andarsene in giro conciata come una squillo.»

    «Ehi!» ribatté Cass risentita. «Quelli erano i miei vestiti preferiti prima di conoscere Sam.»

    «È proprio questo che mi spaventa.»

    «Devo ricordarti, mia cara sorella, che sei stata tu a venirmi a chiedere consiglio?»

    «No, hai ragione. Ce la posso fare» rispose Morgan, nervosa come se le avessero appena iniettato una dose in vena di caffeina pura.

    «Certo che puoi. Sii coraggiosa, audace e sexy.»

    «Facile dirlo per te. Tu sei tutte queste cose.»

    «Potresti esserlo anche tu.»

    «Non ne sono sicura» ribatté Morgan, avvicinandosi al muro del palazzo adiacente, per togliersi dal traffico dei pedoni. «Conciarmi come una modella di Victoria’s Secret mi sembra un po’ eccessivo.»

    «Hai provato con rimedi più tranquilli, ma non hanno ottenuto l’effetto desiderato, ricordi? La rivuoi questa benedetta magia oppure no?»

    «La rivoglio eccome!»

    «E allora, per la miseria, se vuoi attrarre l’attenzione di Adam, dovrai agire in modo plateale.»

    Il concetto sembrava del tutto sensato, formulato da Cass, ma a Morgan pareva l’equivalente di usare un lanciafiamme per accendere una candela.

    «Ma cosa dovrei fare esattamente secondo te?»

    «Usare la fantasia.»

    «Prego?»

    «Cerca di seguirmi. Immagina che Adam sia un mandriano solitario che vorrebbe imparare a leggere e tu la nuova maestrina che gli darà lezioni private per tutta la notte. E intendo proprio tutta la notte.»

    «Eh?»

    «Okay, questa è una delle mie fantasie. Scegline una tua. Pirata e prigioniera. Rude motociclista e ragazza viziata dell’alta società. Stalliere e contessa. Qualunque cosa ti faccia bollire il sangue nelle vene.»

    Cosa le faceva bollire il sangue? Domanda fondamentale, alla quale Morgan al momento non era in grado di rispondere. Non ci aveva mai pensato molto; era una donna razionale, non un’appassionata delle fantasie irreali e lo disse a Cass.

    «Per questo si chiamano fantasie, proprio perché sono irreali. Morgan, non sei proprio capace di lasciarti andare e divertirti?»

    «Ma se devo arrivare a questo punto per catturare l’attenzione di mio marito, non significa forse che non è più attratto da me? E se fossero solo parrucca e stivali ad accendere la sua scintilla? O, peggio ancora, se si arrabbiasse con me per aver tentato di sedurlo?» Il pensiero indusse Morgan a mordersi il labbro inferiore, dipinto di rossetto lucido Serious Scarlet.

    «Gli uomini sono creature semplici. Da’ loro sesso incandescente, birra gelata e sport in televisione e li farai felici. Adesso va’ e fa’ saltare in aria il cervello del tuo uomo» disse Cass, prima di riagganciare.

    La situazione era desolante, se Morgan era costretta a chiedere alla sorella minore, nubile, consigli per ravvivare la sua vita sessuale.

    Aveva le palme delle mani talmente sudate per la tensione nervosa che rischiò di lasciar cadere il cellulare, prima di riuscire ad aprire la borsetta vintage di perline. Si passò le mani sui fianchi nel tentativo di asciugarle.

    Poco più di un anno prima era stata esattamente come Adam, anche lei aveva lavorato sessanta ore la settimana, cercando di concretizzare le sue aspirazioni economiche per poter acquistare la casa dei loro sogni e creare una famiglia. Morgan e Adam erano stati un team, tanto presi dalla scalata al successo lavorativo da non accorgersi dei sacrifici personali che stavano compiendo per raggiungere i loro obiettivi.

    Poi erano successe due cose.

    Primo, Morgan era passata di fronte a un adorabile negozio di antiquariato nel Connecticut, dove lei e Adam stavano cercando casa, e aveva scorto l’insegna In vendita nella vetrina. Un’eccitazione nuova e inattesa le aveva sussurrato: Compralo.

    Morgan aveva ignorato la voce e soffocato l’eccitazione; diventare la proprietaria di un negozio di antiquariato non rientrava nei loro piani. Eppure non era riuscita a dimenticare la gioia provata al pensiero; lei aveva sempre avuto una profonda affinità con la storia e gli oggetti d’arte e nella sua mente si baloccava con il pensiero di trovare i pezzi perfetti per i suoi clienti, che avrebbe chiamato per nome. Avrebbe reso il negozio confortevole e invitante, tè e caffè sarebbero stati disponibili per i suoi ospiti in qualunque momento della giornata. Le piaceva l’idea di fare parte di una piccola comunità, di essere legata al passato in modo tanto tangibile.

    Il secondo evento che aveva indotto Morgan a riconsiderare la sua vita era lo scandalo seguito all’investigazione federale che aveva coinvolto la società per la quale lei gestiva fondi da milioni di dollari. Morgan non era stata coinvolta direttamente, ma molti suoi colleghi avevano perso il posto per negligenza.

    Lo scandalo l’aveva turbata più di quanto lei avesse creduto possibile. Aveva cominciato a non riuscire a dormire e a trascorrere ore meditando sulla sua morale. Come poteva, in tutta coscienza, continuare a lavorare per una società che non serviva i suoi clienti con la diligenza che meritavano?

    Aveva parlato delle proprie inquietudini ad Adam, poi gli aveva accennato l’idea di acquistare il negozio di antiquariato. L’aveva rincuorata sapere che lui l’avrebbe sostenuta al cento per cento; il suo appoggio le aveva dato il coraggio di firmare le dimissioni, acquistare il negozio e perseguire il suo sogno.

    Non era stato facile lasciare il posto di lavoro occupato per nove anni; Morgan si era sentita spaventata e insicura, soprattutto all’inizio, quando aveva visto una gran quantità di denaro uscire dal conto in banca, ma ben poco rientrarvi, ma alla fine il cambiamento era valso ampiamente la pena. Lei era cresciuta in modi che non avrebbe mai immaginato possibili, e aveva imparato ad apprezzare il tempo libero che la sua nuova attività le offriva.

    Ma, benché il suo lavoro fosse finalmente in attivo e la nuova casa nel Connecticut fosse tutto ciò che aveva sempre desiderato, la relazione con Adam zoppicava. Non erano più una squadra; lui continuava la sua arrampicata, su, sempre più su, alla ricerca dell’elusivo e chimerico abbastanza, che Morgan aveva trovato rinunciando all’inseguimento.

    Lei avrebbe voluto disperatamente condividere con il marito il senso di libertà e di pace interiore appena scoperti, ma per quanto cercasse di comunicargli i suoi sentimenti, lui non sembrava capire. Morgan era dispiaciuta per se stessa, perché sentiva di aver perso il suo compagno di squadra, ma lo era ancor di più per Adam, perché lui insisteva nel voler correre una gara che non poteva essere vinta.

    Si stavano allontanando sempre più l’uno dall’altro e lei aveva nostalgia dei primi tempi trascorsi insieme; le mancava l’allegro cameratismo delle pigre domeniche mattina trascorse passeggiando oziosamente mano nella mano in Central Park, o standosene allungati sul divano, le gambe intrecciate, mentre riempivano il cruciverba del New York Times e sbocconcellavano frutta fresca.

    Morgan sospirò; doveva colmare la voragine che li stava dividendo, prima che fosse troppo tardi.

    A tal fine aveva progettato una vacanza romantica di due settimane nella valle della Loira, in Francia, in occasione del loro decimo anniversario di matrimonio, per tornare nella nazione dove avevano trascorso la luna di miele. Aveva perfino cominciato a studiare il francese di nascosto per sorprendere Adam, sempre affascinato dalla sua curiosità e dalla sua sete di conoscenza.

    Ma quando lui le aveva telefonato quel pomeriggio per avvertirla che sarebbe rimasto a Manhattan per un incontro di lavoro alle otto al Grand Duchess, Morgan aveva capito di non poter aspettare il viaggio per tentare di riaccendere la loro vita amorosa. Era la seconda volta in quella settimana, e la dodicesima del mese, che Adam si fermava in città per la notte.

    Inutile sperare che la situazione migliorasse da sola o che Adam godesse di una rivelazione, com’era successo a lei. Doveva agire.

    Subito.

    Ecco perché si trovava là, vestita come una passeggiatrice, intenta a camminare avanti e indietro lungo l’Ottantunesima strada, rosa dai dubbi.

    Controllò l’orologio.

    Le sette e tre quarti; non aveva molto tempo, ma d’altronde le bastavano pochi minuti. Voleva solo che Adam vedesse cosa lo avrebbe aspettato nella sua camera al termine della riunione di lavoro.

    «Ciao, bellezza» la apostrofò un bell’uomo con un costoso completo scuro. «Cerchi compagnia?»

    Morgan lo fulminò con un’occhiata gelida e lui si allontanò scusandosi, le mani alzate.

    A testa alta, lei oltrepassò il portiere, che continuava a osservarla sospettoso, ed entrò attraverso la porta girevole nella lobby del Grand Duchess. Purtroppo rovinò tutto inciampando con gli stivali dal tacco a spillo di Cass.

    Decisa a non mostrare le sue insicurezze, si scostò sulle spalle i falsi capelli rossi e attraversò l’ingresso.

    I tacchi ticchettavano rumorosamente sul pavimento di marmo.

    Il significato della mossa che stava per compiere gravava sul suo cuore.

    E se il piano fosse fallito?

    Morgan, lascia stare il can che dorme, le suggerì la voce della prudenza. Torna a casa prima che lui ti veda. In fondo, le cose non vanno poi così male. Adam è un brav’uomo. Ti ama e tu lo ami. Dimentica l’assurdo desiderio di qualcosa di più, qualcosa di magico. È un mito, una fiaba. Cresci, per la miseria, e affronta la realtà.

    Sarebbe stato più facile se lei fosse potuta fuggire, ma aveva il sospetto che, se si fosse voltata e se ne fosse andata in quel momento, qualcosa dentro di lei sarebbe morto per sempre.

    Morgan entrò nel bar dell’albergo e si fermò sull’ingresso, dando ai suoi occhi il tempo di adattarsi alla penombra e cercare suo marito.

    Lo individuò in un tavolino d’angolo, il capo chino, la fronte pensosa mentre scorreva dei documenti sparsi di fronte a sé.

    Il suo cuore sobbalzò, scosso dalla paura e dalla consapevolezza di ciò che sarebbe potuto essere.

    Era così bello, con i capelli scuri tagliati corti, ma non troppo, sbarbato, zigomi affilati, occhi azzurri e intelligenti, mento forte, naso assolutamente perfetto.

    Aveva giocato a football al liceo, come quarterback, naturalmente; era riuscito a mantenere la vita sottile e i pettorali scolpiti, a costo di corse mattutine e fine settimana in palestra fin dal primo mattino, rinunciando a restare a letto con Morgan. A ogni modo, Adam era convinto che i risultati valessero quei sacrifici.

    Lei si augurava che i loro futuri bambini gli assomigliassero, ammesso che fossero riusciti ad avere figli, visto come stavano andando le cose. Morgan non si era mai considerata sufficientemente bella per Adam; nella sua scala di valori, lui meritava un nove pieno, lei a malapena un sei.

    Era magra, seno piccolo, bacino stretto, i capelli rossicci e fini erano lisci e resistevano a ogni tentativo di metterli in piega. Lei considerava gli occhi castano chiaro il suo punto forte. Intendiamoci, niente di speciale, solo un bel paio d’occhi.

    Adam guardò verso l’ingresso, cercando il suo cliente; il suo sguardo si posò brevemente su Morgan, senza riconoscerla.

    Le sue pulsazioni accelerarono, la tensione crebbe e divenne vertigine. Era stato un errore andare là.

    Fu tentata di voltarsi e correre via.

    Ma il pensiero di tornare nella grande casa vuota nel Connecticut la fermò; era stanca di sentirsi sola, rivoleva suo marito nella propria squadra, voleva che i loro cuori e le loro menti si fondessero a un livello superiore, voleva la promessa del per-sempre-felici-e-contenti e la voleva subito.

    Incoraggiata dalla consapevolezza di poter avere ciò che desiderava, Morgan attraversò il locale dirigendosi verso di lui, ancheggiando deliberatamente in modo seduttivo.

    Il cuore accelerò le pulsazioni a mano a mano che lei si avvicinava al tavolino dove sedeva Adam.

    Sta’ tranquilla. Non dare al risultato di quest’esperimento più importanza di quella che merita. È solo un passo.

    Già, ma in quale direzione?

    Verso una riunificazione?

    Oppure il divorzio?

    Morgan espirò bruscamente, atterrita all’idea di aver lasciato l’immonda parola che iniziava per la D emergere nella sua mente anche solo per una frazione di secondo.

    Adam era tornato a concentrarsi sui documenti; nella mano destra stringeva la costosa penna a sfera che Morgan gli aveva regalato due Natali prima, l’abito di seta su misura gli accarezzava le spalle e lui si era allentato un poco il nodo della cravatta.

    Morgan si sedette di fronte a lui.

    «Mi offri da bere?» chiese con la voce più sensuale che riuscì a modulare, chinandosi in avanti per mettere in evidenza la scollatura ottenuta grazie al nuovo push-up.

    «Eh?» Adam alzo il capo, sorpreso, e la fissò come se fosse una sconosciuta.

    Morgan si sentì stringere il petto per l’espressione sorpresa che apparve negli occhi di lui; una vampata di calore le risalì lungo il collo, tingendole le guance.

    «Morgan

    «Sorpresa.» Gli sorrise titubante, spaventata come un bambino al suo primo giro sulle montagne russe.

    Lo studiò attentamente, cercando qualche traccia di interesse sessuale, di eccitazione, di attrazione maschile. Non scorse niente al di là della sua faccia da consulente finanziario, nulla che le dicesse che la vedeva come una donna sexy e desiderabile.

    Cosa ti aspettavi? Che ti ribaltasse sul tavolo e ti saltasse addosso qui dentro? Sai meglio di chiunque altro quanto sia stressato, è capitato anche a te. Dagli un po’ di

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