Magia di un incontro
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Info su questo ebook
Rick Masters torna a Bradford quando il padre decide di trasferire lì l'azienda di famiglia. E non può resistere alla tentazione di far visita a Joanna Prescott, che lo aveva lasciato senza troppe spiegazioni. Ma non fa in tempo ad avvicinarsi alla casa, che la vede andare a fuoco.
Joanna Prescott è intrappolata nell'incendio di casa propria. Fortunatamente Rick ha tutto il tempo di trarla in salvo. Anche se riaprendo gli occhi Joanna crede di essere già in Paradiso, di fronte allo sguardo sexy e irresistibile di Rick Masters, mai dimenticato. Rick, dal canto suo, non si aspettava certo di ricevere il bizzarro benvenuto che lo attende!
Marie Ferrarella
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Magia di un incontro - Marie Ferrarella
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
A Bachelor and a Baby
Silhouette Desire
© 2003 Marie Rydzynski-Ferrarella
Traduzione di Silvia Zucca
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3052-538-2
1
Rick Masters non era il tipo che perdeva tempo a gironzolare in macchina senza meta. E di certo non al crepuscolo.
Non si poteva neanche dire che non avesse niente da fare: sulla sua scrivania c’era una pila di documenti che aspettava di essere letta, un’altra che doveva essere firmata e, in più, un centinaio di persone attendevano con il fiato sospeso di conoscere il proprio destino, dopo lo spostamento del quartiere generale della Masters Enterprises dalla Georgia fino in California.
Perciò quello non era decisamente il momento adatto per andarsene a zonzo, senza meta, per strade deserte.
Be’, non proprio senza meta.
Certo non poteva ammetterlo neppure con se stesso, ma sapeva con esattezza dove stava andando: si era arreso, alla fine, e aveva cercato l’indirizzo tra le pagine dell’elenco telefonico, appena un’ora prima.
Lei viveva ancora lì, nella sua vecchia casa. Quella stessa che lui aveva sognato così tante volte, quando la sua mente lo aveva tormentato.
Come quella sera.
Forse era un errore tornare. Forse era quella la sfida che avrebbe fatto bene a non affrontare.
Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
E, d’altra parte, lasciare quell’interrogativo senza risposta sarebbe stato un po’ come perdere la sfida.
Rick ripeté a se stesso di essere cauto. Non doveva lasciarsi sopraffare dalle emozioni, come quella volta in cui aveva permesso al proprio cuore di avere il sopravvento e si era reso vulnerabile.
Gli sembrava che fosse successo un milione di anni prima.
Ma nello stesso tempo gli sembrava che fosse successo soltanto il giorno prima.
Guardò le strade addormentate e silenziose del posto dove era cresciuto. Era così strano essere tornato. E ancor più strano pensare che lei vivesse ancora lì a Bedford. Da quando se ne era andato, non aveva chiesto sue notizie di proposito. Non aveva mai lasciato che la curiosità prendesse il sopravvento riguardo alla vita che lei aveva intrapreso.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, o almeno così si diceva.
Sorrise debolmente, divertito nel constatare che un piccolo centro commerciale aveva preso il posto del boschetto sull’angolo.
La cittadina di Bedford era cresciuta notevolmente negli ultimi otto anni. E perché no? Anche lui lo aveva fatto.
Ma era veramente stato così? Una parte di lui non si sentiva il vice presidente della Masters Enterprises. Una parte di lui si sentiva ancora il ragazzino testardo e innamorato della persona sbagliata. Tranne che, all’epoca, non aveva creduto che fosse la persona sbagliata.
Ma adesso aveva imparato la lezione.
Aveva imparato molte cose da allora. Come guidare la società di suo padre, per esempio. Aveva raggiunto quella carica perché se l’era guadagnata, non perché era il figlio del capo. Diversamente, non sarebbe riuscito a mantenere le redini dell’azienda, dopo l’attacco di cuore che suo padre aveva avuto l’ottobre scorso.
D’altra parte, per lui, non era esistito altro che il lavoro da quando era stato tradito dall’ultima persona al mondo che avrebbe creduto capace di farlo.
E gli aveva fatto bene, aveva imparato cosa succedeva a lasciarsi guidare dal cuore invece che dal cervello. Era stata la prima e ultima volta. E non poteva neppure dire di non essere stato avvisato: entrambi i suoi genitori gli avevano fatto presente che una persona con la sua posizione doveva scegliere con cautela gli amici e la donna cui legarsi.
Bene, aveva imparato a sue spese quanto poteva bruciare il tradimento.
E allora cosa ci faceva in quella parte della città dove lei viveva?
Veramente non lo sapeva.
E non era neppure masochista. Era sempre stato fatalista: del tipo le cose capitano, oppure, affronta il problema e vai avanti. E così aveva fatto: se ne era andato in Georgia, ad Atlanta, dove, fino a un mese prima, era situata la sede centrale della società di suo padre. Ma alcune questioni economiche di una certa importanza, emerse nell’ultimo anno, avevano decretato il ritorno della Masters Enterprises in California. Ripresosi quasi completamente dall’infarto, Howard Masters aveva deciso di spostare gli uffici della compagnia nella California del sud, per essere più vicino alle operazioni che doveva fare.
L’uomo ormai anziano voleva esercitare il controllo sulla società che il suo bisnonno aveva fondato nel retro di un fienile. Rick non poteva dargli torto: controllare ogni cosa voleva dire esorcizzare in qualche modo la propria mortalità e Rick approvava l’idea.
Però all’inizio aveva rifiutato di trasferirsi. Poi aveva sfidato se stesso ad affrontare i propri demoni. Dopotutto era stato innamorato di Joanna molto tempo prima. E ora era abbastanza intelligente da sapere che l’amore non era una buona base su cui costruire la vita.
Se avesse avuto il minimo dubbio, gli sarebbe bastato dare un’occhiata ai suoi genitori: due icone della buona società che erano sembrate perfette sulla carta patinata dei giornali, ma non nella vita reale.
L’amore, quel sentimento selvaggio e misterioso che una volta aveva creduto avrebbe dominato la sua esistenza, non era altro che una parola su cui scrivere delle belle canzoni. Non c’era spazio per l’amore nel mondo reale. E lui faceva parte del mondo reale.
Invece il lavoro sì, ciò che faceva in ufficio, riguardava anche le vite di migliaia di persone.
Avrebbe proprio dovuto girare la macchina e tornarsene a casa. Era tardi e gli rimanevano ancora molte cose da fare.
L’aria di quella sera di aprile era pulita e frizzante, insolitamente calda, anche per il sud della California. Aveva lasciato i finestrini della sua Mustang abbassati. Suo padre gli aveva imposto di guidare una macchina appropriata al suo stato sociale e così Rick aveva comprato una Mercedes per andare al lavoro. Ma aveva rifiutato di disfarsi della Mustang. Gli piaceva quella macchina. Anche se quella era stata la vettura con cui avrebbe dovuto scappare con Joanna quella famosa notte. Anche se vi avevano fatto l’amore tante volte.
O forse proprio per questo.
Rick scosse la testa, mentre riconosceva la via attraverso un intrico di stradine. Ancora un centinaio di metri e sarebbe passato davanti alla casa di lei.
Attento, Rick, cercò di mettersi in guardia. Doveva andarsene. Quei contratti non si sarebbero letti e firmati da soli e non voleva delegare ad altri compiti che spettavano a lui.
Mani. Riusciva ancora ad avvertire la sensazione di calore che avevano percepito le sue mani sulla pelle morbida di lei. Ricordava com’era stato sdraiarsi sull’erba fresca e umida del prato, in primavera, e fare l’amore dietro la casa delle vacanze dei suoi genitori. Allora erano esistiti solo loro due. Loro due contro il mondo intero.
Questo, ovviamente, era successo prima che lui scoprisse come era veramente Joanna.
Rick arricciò il naso. Sentiva un odore acre intorno a lui. Probabilmente era solo qualcuno che stava usando il camino. Alcune persone non si curavano del freddo o del caldo. La primavera era agli inizi, ma un fuoco nel caminetto era sempre molto romantico.
Pensò ancora di girare la macchina, sommerso di nuovo dai ricordi. Sapeva che non avrebbe neanche dovuto avvicinarsi a lei così tanto. Si guardò intorno cercando un posto dove fare inversione e quindi tornarsene da dove era venuto.
Ma quell’odore pungente non se ne voleva andare.
Si intensificava. Non era sicuro della ragione che lo spingeva a proseguire invece di girare la macchina, però continuava ad andare avanti.
Come ipnotizzato, spinse il piede sull’acceleratore continuando a salire sulla collinetta verso l’odore.
E poi lo vide.
Il cielo era coperto di fumo nero.
Joanna si rigirava nel letto inquieta.
Quell’incubo la stava perseguitando ancora. Quello dove tutto e tutti venivano inghiottiti dall’oscurità. Quello dove lei correva a piedi nudi, e in camicia da notte, in un campo mentre la nebbia e l’oscurità la avvolgevano.
Questa volta, però, non c’era nebbia, ma fumo ad avvolgersi intorno alle sue gambe e a inghiottire il suo corpo.
Non aveva importanza, l’effetto era lo stesso.
Era perduta, perduta. E poi iniziò a correre sempre più velocemente, cercando disperatamente una via di fuga. Cercando qualcuno che l’aiutasse.
Ma non c’era nessuno.
Joanna era sola.
Era un sogno, era solo un sogno, continuava a ripetere a se stessa, ancora e ancora mentre correva. Il cuore le si stringeva nel petto per la dolorosa solitudine in cui si trovava.
Si sarebbe sentita meglio se solo fosse riuscita ad aprire gli occhi e a tornare nel mondo reale. Più e più volte ripeté a se stessa di svegliarsi.
Con uno sforzo praticamente sovrumano aprì gli occhi. Ma subito questi cominciarono a bruciare.
Joanna prese a tossire. I polmoni erano pieni di fumo e le facevano male nel petto. Era mai possibile che il suo incubo fosse sconfinato nella realtà? Con fatica si mise a sedere. La sua corporatura non le permetteva di muoversi in maniera fluida. Le sembrava di essere incinta da una vita, invece che da quasi nove mesi.
Te la sei voluta tu.
I suoi occhi lacrimavano abbondantemente ora. No, quello non era affatto un sogno. Poteva sentire il fumo e il calore anche se sapeva di aver chiuso il gas prima di essere andata a dormire. Quindi realizzò quello che stava succedendo: la sua casa stava andando in fiamme.
Il cuore iniziò a batterle precipitosamente nel petto mentre scendeva dal letto e afferrava la vestaglia vicino a lei.
A piedi nudi, Joanna attraversò la soglia della camera, solo per vedere che il soggiorno era immerso nel fumo, mentre una linea di fuoco le danzava di fronte, lanciando bagliori rossastri sui suoi indumenti. Poi il fuoco aumentò, con una specie di scoppio proprio al suo fianco. Joanna urlò, mentre le fiamme lambivano l’orlo della sua camicia da notte. Si affrettò a spegnerle prima che raggiungessero il suo corpo.
Guidando velocemente, Rick svoltò all’angolo successivo e aumentò la velocità della Mustang. Tirò fuori il cellulare dalla tasca della sua giacca e compose il numero di soccorso.
Nello stesso istante in cui qualcuno si metteva in comunicazione dall’altro capo, urlò: «Due case stanno andando a fuoco, una è già bruciata quasi del tutto».
Mentre la donna che aveva risposto gli chiedeva di ripetere ciò che aveva appena detto, Rick sentì qualcuno urlare dalla casa di Joanna. Gettò il telefono sul sedile del passeggero. Fermò la macchina e uscì di corsa ricordandosi a stento di spegnere il motore.
Quell’urlo gli riecheggiava nel cervello.
Era Joanna che stava urlando.
Era lì dentro, in quell’inferno di fiamme. E lui doveva portarla fuori.
La casa di fianco era stata quasi completamente inghiottita dal fuoco. Sembrava che l’incendio si fosse propagato da lì e avesse raggiunto la casa di Joanna solo in un secondo tempo. Soltanto una porzione dell’abitazione di Joanna stava andando a fuoco, infatti. Però era la parte dove si