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Una finzione pericolosa
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Una finzione pericolosa
E-book157 pagine3 ore

Una finzione pericolosa

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Info su questo ebook

Il finto fidanzamento con il suo migliore amico avrebbe dovuto salvare la famiglia di Caitlin dal tracollo finanziario, non certo portarla a essere coinvolta in una relazione con Dante Cabrera, il più ambito scapolo di Spagna e... suo futuro cognato!
L'obiettivo di Dante è quello di non perdere mai Caitlin di vista finché non avrà scoperto il suo gioco. Ma lottare contro l'intensa chimica che si scatena tra loro ogni volta che sono vicini minaccia di far perdere il controllo anche a uno dei più rinomati playboy del mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2021
ISBN9788830533394
Una finzione pericolosa
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Una finzione pericolosa - Cathy Williams

    1

    Mentre sorseggiava il suo whisky e guardava fuori dalla finestra i giardini illuminati della sua proprietà in Spagna, Dante pensò che ci fosse qualcosa che non gli tornava.

    Dietro di lui, un suono attutito di voci e risate. Tutta quella gente, dignitari e vecchi amici di famiglia, era accorsa per salutare Alejandro, suo fratello maggiore di quattro anni, e la sua fidanzata.

    A quell'evento erano state invitate molte celebrità, che avevano confermato la loro presenza nonostante il breve preavviso. Tale era l'influenza della famiglia Cabrera.

    Una fila di lanterne punteggiava la lunga strada che portava alla sua villa. Dietro di lui, in quella calda sera estiva, le portefinestre erano state spalancate su tutto quel lusso: il personale, attento che i bicchieri non fossero mai vuoti; il luccichio di altre lanterne, posizionate in modo strategico tra gli alberi e che gettavano luce sulla splendida, gigantesca piscina; l'enorme scultura in ghiaccio di una coppia di innamorati, che sua madre aveva insistito per avere. E, ovviamente, l'elegante e costosissimo quartetto d'archi che provvedeva alla musica di sottofondo.

    Lì, in quello scenario, le donne, avvolte nei loro abiti d'alta moda, e gli uomini, vestiti formalmente, sembravano uccelli del paradiso che si muovevano in un ambiente per loro alquanto familiare.

    I suoi genitori non vedevano l'ora d'incontrare una donna che, per quanto riguardava loro, arrivava con almeno cinque anni di ritardo rispetto alle aspettative.

    Alejandro avrebbe dovuto essere già sposato e in procinto di mettere al mondo almeno un paio di eredi.

    L'immensa fortuna dei Cabrera doveva rimanere in famiglia e Roberto e Isabella chiedevano dei nipoti da ormai parecchio tempo.

    Dante era felice tanto quanto i suoi genitori che suo fratello si sistemasse, perché altrimenti tutti quanti se lo sarebbero aspettato da lui, cosa che non intendeva assolutamente fare.

    Così, quando Alejandro aveva telefonato tre settimane prima con la lieta notizia del suo fidanzamento, avevano iniziato a scorrere fiumi di champagne ed era stata organizzata in tutta fretta una festa per l'occasione.

    Ma dove si era cacciata la sua fidanzata?

    La coppietta non sarebbe dovuta arrivare insieme? La loro non era una storia durata anni, culminata nella decisione di sposarsi. No, il fidanzamento era stato annunciato inaspettatamente, un evento uscito come un coniglio da un cilindro, quindi la giovane avrebbe dovuto essere ancora nel vivo dell'innamoramento, entusiasta di accompagnare Alejandro a quell'evento.

    Tranne per il fatto che non sembrava esserlo affatto.

    Dante si chiese se la sposa misteriosa si sarebbe degnata di farsi vedere in orario, o se suo fratello avrebbe dovuto inventare delle scuse mentre gli ospiti iniziavano a mangiare in sua assenza. Di sicuro, Alejandro non sembrava per niente turbato dalla mancanza di educazione della fidanzata. In fondo doveva essere abituato al modo di comportarsi di quelle donne ricche a cui piaceva farsi desiderare. Lui stesso ne aveva conosciute parecchie di quella stessa risma.

    Stava per voltarsi e tornare in soggiorno, dove avrebbe trovato abbondanza di champagne e antipasti, quando qualcosa catturò la sua attenzione. Nella luce del crepuscolo, scorse un movimento sulla stradina privata che portava al cortile di fronte alla casa.

    Si fermò e vide un altro movimento, così raddrizzò la schiena e si avviò in quella direzione.

    Caitlin riusciva a vedere a malapena. Di fronte a lei, un grande prato curato e una villa enorme erano illuminati quasi a giorno. Lì, mentre percorreva la strada che portava alla ricca dimora, il selciato usciva e rientrava nell'ombra. Il suo viaggio lungo quella strada rischiava a ogni passo di diventare sempre più un incubo in cui lei cadeva e si rompeva una caviglia, facendo sì che dovessero trasportarla ignominiosamente in casa su una barella di fortuna.

    Ogni cosa era andata per il verso sbagliato, iniziando da sua madre singhiozzante all'altro capo del telefono proprio quando lei doveva muoversi per raggiungere l'aeroporto, e finiva con un taxi, chiamato da Alejandro per andare a prenderla al terminal e portarla alla loro festa di fidanzamento, che si ritrovava con una gomma a terra proprio nel momento più sbagliato.

    Adesso, tre ore dopo, aveva deciso che strisciare in casa e trovare un posto defilato per prepararsi fosse la scelta migliore, piuttosto che allertare tutti del suo arrivo tanto in ritardo.

    Rabbrividì al pensiero di tutti quegli ospiti assemblati davanti all'ingresso pronti a scoprirla in tutto il suo aspetto scompigliato.

    Con il suo solito tatto, Alejandro l'aveva avvertita che sarebbe stato un bagno di sangue e che ci sarebbero state parecchie persone, tutte quante ad aspettare il suo arrivo.

    Come al solito, lui era da tutt'altra parte fuorché vicino al cellulare. Caitlin lo aveva chiamato una dozzina di volte, ma le aveva sempre risposto la segreteria.

    Avrebbero dovuto essere innamorati! Nella realtà lui sarebbe stato attaccato a quel telefono, preoccupato a morte di che fine lei avesse fatto.

    Pensò a lui e non poté non sorridere, perché Alejandro era fatto così. Doveva aver lasciato il telefono su qualche tavolo e qualcun altro avrebbe dovuto ricordargli che lei non era ancora arrivata, cosa scandalosa, visto che era la loro festa di fidanzamento.

    Per l'ennesima volta fu presa da un forte senso di disagio. A Londra era sembrata la soluzione migliore visto che poteva risolvere diversi problemi, ma ora...

    Si fermò a riprendere fiato e guardò il palazzo di fronte a lei. Il cortile era immenso ed era pieno di auto di lusso.

    Tremò. Questa era la realtà adesso. Non erano più a Londra. Non si stavano più raccontando le loro storie tristi davanti a una bottiglia di vino.

    Fingere di essere la fidanzata di Alejandro era stata la risposta ai problemi di entrambi, nella capitale inglese, ed era sembrata loro una soluzione molto logica.

    Ma qui...

    Il cuore prese a batterle all'impazzata nel petto quando la colse un improvviso desiderio di scappare.

    Si accorse dell'uomo che stava uscendo dall'ombra solo quando lui le fu praticamente addosso così non si fermò a pensare prima di agire. Quell'istinto le era stato inculcato dai suoi genitori quando lei aveva lasciato l'Irlanda e loro le avevano detto quanto Londra potesse essere pericolosa. Per questo aveva imparato le basi dell'autodifesa e le dieci lezioni che aveva preso la indussero a quel punto a colpire con il suo borsone lo sconosciuto.

    Aveva puntato alla sua testa ma si dovette accontentare della spalla, poiché l'altro era alto. Mise le mani davanti a sé e lo scrutò per alcuni secondi, cercando di decidere la prossima mossa.

    Se solo fosse stata più alta e forte! Invece era bassa, tonda e qualsiasi colpo non sarebbe stato efficace perché quell'uomo era grande come una montagna.

    Considerò l'altra opzione più sensata: scappare.

    Non andò lontano. In un minuto lui l'afferrò.

    «Che diavolo...?» chiese Dante, tenendola a debita distanza, mentre Caitlin cercava di prenderlo a pugni.

    «Lasciami andare!»

    «Smettila una buona volta di cercare di colpirmi!»

    «E tu smettila di attaccarmi. Non hai idea di chi sia io! Io... sono un'esperta di arti marziali!»

    Dante la lasciò andare, temporaneamente sbigottito. Non riusciva a vederla bene perché erano in ombra, ma riusciva a scorgere abbastanza per capire che doveva essere tanto esperta di arti marziali quanto lo era lui di danza classica.

    «Non so chi sei tu» sbottò lei, «ma se non ti fai vedere bene chiamerò la polizia non appena sarò entrata in casa.»

    «Stai andando lì? Perché?»

    «Non sono affari tuoi.» Caitlin si voltò e iniziò a camminare il più in fretta possibile verso la sua destinazione.

    Aumentò la presa sul suo borsone ma non voleva voltarsi, anche se aveva i brividi perché ora l'uomo stava camminando accanto a lei.

    «Potrebbero esserlo.» Dante aveva il talento di far fermare sempre le persone e, ovviamente, anche lei si bloccò.

    «Di cosa stai parlando?»

    «Festa di fidanzamento? Alejandro? Ti suona questo nome?» L'uomo incrociò le braccia sul petto e si fermò a sua volta.

    Caitlin si voltò verso di lui. Erano finalmente usciti dalla zona buia e il punto in cui si trovavano era illuminato così poté vederlo meglio, tanto che le si seccò la gola e il suo sistema nervoso andò in tilt.

    L'uomo aveva fatto un passo indietro e lei vide come era vestito. Sì, proprio come se fosse stato invitato a una festa di fidanzamento. Pantaloni neri, camicia bianca sbottonata all'altezza del collo, niente cravatta.

    Il respiro di lei si fece più lento, poi di nuovo veloce. Sbatté le palpebre, confusa di fronte alla propria reazione.

    Quando incrociò lo sguardo di lui dovette ignorare l'effetto che le fece quel viso perfetto. Quell'uomo trasudava sensualità. Il suo aspetto le sembrò anche familiare, ma era certa che si sarebbe ricordata di lui se lo avesse incontrato.

    «Sei qui anche tu per la festa.» Trovò finalmente la voce e le parole. «Ma perché allora ti nascondevi nel buio, pronto a saltare addosso a una perfetta estranea?»

    Caitlin riprese a camminare, ma questa volta la consapevolezza della presenza di lui era acuta.

    Solo quando raggiunse l'edificio si fermò e provò a chiamare di nuovo Alejandro. Era scossa. Aveva sempre saputo che lui proveniva da un ambiente facoltoso, ma ritrovarvisi in mezzo le fece contorcere lo stomaco.

    Le auto che riempivano il cortile trasudavano lusso. Così da vicino la casa, invece, sembrava ancora più impressionante e il lontano chiacchierio le ricordò che la parte che avrebbe dovuto recitare non sarebbe stata semplice.

    Prevedibilmente, Alejandro non rispose.

    «Problemi?»

    «Perché sei ancora qui?» La voce di lei era piena di agitazione.

    «Pensavo di scortarti» rispose lui,

    «Non pensi che sia un'imbucata allora?»

    A quelle parole Dante prese a scrutarla da capo a piedi.

    Era stata sulla difensiva sin dal momento in cui l'aveva scoperta. Se fosse stata un'ospite, doveva essere di quelle molto improbabili.

    «Lo sei? Perché non sembri vestita per la festa.»

    Caitlin arrossì. I suoi le avevano ripetuto in continuazione che era bella dentro e fuori, ma spesso i genitori erano molto indulgenti su certe cose. Era sempre stata molto sensibile sul proprio aspetto. Aveva ormai smesso di desiderare di essere un po' più alta e un po' più snella, ma ora...

    Di fronte a quell'uomo tanto bello e perfetto che la guardava in modo così condiscendente...

    «Ho il cambio qui dentro» gli rispose fredda, indicando il borsone. «E in caso avessi qualche dubbio sul fatto che sia stata invitata, devi sapere che sono... ehm... la fidanzata di Alejandro.» Non fu una dichiarazione facile.

    Dante non disse nulla. Era troppo sconvolto per rispondere.

    «Sono un po' in ritardo... in ogni caso.»

    «La fidanzata di Alejandro?» Lui ritrovò la voce.

    «Non c'è bisogno di dimostrarti così incredulo.» Anche se la verità era proprio il contrario. Nemmeno lei riusciva a pensare di poter davvero sembrare la fidanzata di Alejandro. Venivano da mondi così diversi, nonostante la loro amicizia. Lui discendeva da una nobile famiglia spagnola, e per quanto si dimostrasse insensibile al denaro poteva fare ciò che voleva, pur non ostentando la propria ricchezza, motivo per cui lei gli era tanto affezionata.

    Erano diversi anche nell'aspetto. Lei era pallida, con lentiggini, occhi verdi e capelli rossi. Lui era olivastro di carnagione e con i capelli scuri. Erano entrambi bassi, tuttavia, e rotondetti, così Caitlin si sentiva a proprio agio con lui.

    «Signorina Walsh?»

    «Caitlin. Guarda, non posso restare a parlare con te. Devo...» Lanciò un'occhiata verso l'imponente edificio e cercò di scovare una possibile entrata di

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