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La sconosciuta e il milionario: Harmony Collezione
La sconosciuta e il milionario: Harmony Collezione
La sconosciuta e il milionario: Harmony Collezione
E-book156 pagine3 ore

La sconosciuta e il milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile. Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti.



Jake Radley-Smith è piacevolmente sorpreso dall'inaspettato incontro nel suo appartamento londinese. Non capita spesso di imbattersi in una bella sconosciuta, vestita solo di una telo da bagno, che gira per la propria casa... Ma non ha tempo, né voglia, di ascoltare la sua storia. È in ritardo per un ricevimento, e Marin Wade sembra essere perfetta nei panni della sua nuova fiamma.

Ma se Marin si illudeva che sarebbe stato facile recitare quella parte, non aveva considerato quanto esplosiva sarebbe stata la chimica fra loro.
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2017
ISBN9788858974865
La sconosciuta e il milionario: Harmony Collezione
Autore

Sara Craven

E' nata nel Devon ed è cresciuta in mezzo ai libri, in una casa nei pressi del mare. Ora vive nel Somerset.

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    Anteprima del libro

    La sconosciuta e il milionario - Sara Craven

    1

    Soltanto due cose sono certe nella vita: la morte e le tasse, pensò Marin Wade, strizzando la spugna e facendo ricadere l’acqua deliziosamente calda e profumata sulle spalle e sul seno. Ma ce n’era una terza: basta immergersi in un agognato bagno caldo, perché il telefono squilli.

    Proprio come in quel momento.

    Una volta tanto, però, Marin non si sarebbe precipitata fuori dalla vasca, imprecando e afferrando un asciugamano per correre a rispondere perché... oh, che gioia... non era il suo telefono.

    Chiunque fosse all’altro capo del filo, poteva usare la segreteria telefonica.

    Certo, forse era Lynne che chiamava per assicurarsi che si fosse sistemata e stesse bene, ma anche lei avrebbe lasciato un messaggio. E più tardi, dopo aver fatto il bagno e aver mangiato, Marin avrebbe richiamato, ringraziando di nuovo la sorellastra per averle offerto quel rifugio temporaneo senza fare troppe domande. Fino a quel momento, almeno, pensò ironicamente.

    Lynne aveva tre anni più di lei e, da quando i genitori si erano ritirati in una villa vicina a un campo da golf in Portogallo, aveva preso molto seriamente il ruolo di sorella maggiore. Così domenica, al suo ritorno, avrebbe voluto sapere perché il lavoro da sogno di Marin era svanito prima del tempo.

    A quel punto, forse, avrebbe cominciato ad accettare la cosa, e sarebbe stato bello avere qualcuno a cui confidare tutto quel brutto pasticcio. Una volta superate la stanchezza e la confusione delle ultime ventiquattr’ore, sarebbe riuscita a ragionare. Aveva l’intero fine settimana per cominciare a fare progetti e vedere la vita sotto una nuova luce, invece di avere solo voglia di urlare.

    Certo, avrebbe dovuto aspettare lunedì per scoprire se aveva ancora un lavoro in agenzia, o se la minaccia di licenziamento fatta dalla sua precedente datrice di lavoro si era concretizzata, pensò malinconica. Ma almeno poteva cominciare a cercare un posto dove vivere, in attesa che il suo appartamento fosse di nuovo disponibile.

    Non che lì non stesse bene. Lynne le aveva detto che poteva restare quanto voleva, ma doveva cavarsela con le proprie forze il più in fretta possibile.

    Marin si guardò intorno quasi con soggezione. Quella stanza da bagno era un sogno, con le piastrelle acquamarina che davano a chiunque entrasse l’impressione di galleggiare in un caldo mare tropicale. Per non parlare del vasto soggiorno con la zona pranzo rialzata, della cucina ultramoderna e delle due eleganti camere da letto.

    Quello che non riusciva a capire era come Lynne potesse permettersi un ambiente così sfarzoso.

    D’accordo, la sorellastra era l’assistente personale di Jake Radley-Smith, capo di una delle più importanti società di pubbliche relazioni finanziarie del Regno Unito, ma per pagare l’affitto di un posto simile ci voleva ben più di uno stipendio da segretaria.

    Marin provò un vago senso di disagio, ricordando quanto banale fosse stato il precedente appartamento di Lynne.

    Se non avesse saputo che era innamorata di Mike e in quel momento era diretta nel Kent con lui per conoscere i suoi genitori, forse si sarebbe chiesta che genere di assistenza personale fornisse in realtà al suo eccentrico capo e se quell’appartamento non fosse un pagamento per i servizi resi.

    Marin si abbandonò contro il poggiatesta imbottito, pensando alla piega disastrosa che aveva preso la sua vita. Il peggio era che non si era accorta di niente. Doveva essere la più grande ingenua sulla faccia della terra.

    Era stata stupida a dare temporaneamente in affitto l’appartamento durante la sua assenza, ma chi poteva prevedere il futuro? Il posto che le era stato offerto per lavorare al fianco di Adela Mason, scrittrice di best seller rosa, era garantito per un minimo di sei mesi, così al momento era sembrata una cosa abbastanza sicura.

    «La sua segretaria abituale si prenderà un periodo di congedo: l’anziana madre deve subire una delicata operazione e dopo l’intervento avrà bisogno di assistenza» le aveva spiegato Wendy Ingram, la sua datrice di lavoro. «La signora Mason svolge le sue ricerche a Londra, poi si trasferisce nella casa nel sudovest della Francia per scrivere, e avrà bisogno di qualcuno che la segua nei suoi spostamenti.» Aveva storto le labbra. «A quanto pare, le è stata raccomandata la nostra agenzia, ma non è una donna facile da soddisfare.»

    «Adela Mason» aveva ripetuto Marin, gli occhi nocciola scintillanti. «Non ci posso credere! È una scrittrice straordinaria. Io sono una sua ammiratrice.»

    «Proprio per questo ho proposto te, anche se sei un po’ troppo giovane, temo. Ma ha già rifiutato Naomi e Lorna, e sostiene di volere qualcuno di simpatico.» Wendy aveva sbuffato. «Attenta a non lasciarti trascinare dall’entusiasmo per le sue qualità di scrittrice» aveva aggiunto severa. «Potresti avere la nausea del nuovo libro ancora prima che sia finito. Ho cercato un po’ di informazioni su di lei e in un’intervista ho letto che scrive a mano su carta speciale con una penna speciale. Tu dovrai copiare le bozze sul computer perché lei le corregga... e potrebbero essercene a bizzeffe.» Esitò. «Dovrai anche sottostare a ogni suo capriccio, poiché il lavoro di segretaria è solo una parte. Quello che lei cerca è un tuttofare, e tu ti guadagnerai ogni centesimo del tuo stipendio. Ma visto che si è appena risposata, forse almeno ti sarà risparmiato il compito di portarle la tazza di cioccolata calda che ama prima di andare a letto.»

    «Pur di lavorare con Adela Mason, andrei perfino a raccogliere le fave di cacao per preparare quella cioccolata» l’aveva rassicurata Marin. «Non è un problema.»

    «Ma forse lo sarà superare il colloquio» l’aveva avvertita Wendy.

    Quella sera Adela Mason aveva preso parte a un talk show in TV, i capelli scuri dal taglio maschile e un abito cremisi che esaltava una figura invidiabile. Vivace e brillante, si era imposta facilmente, accettando con apparente modestia gli elogi degli altri partecipanti.

    Tuttavia, qualcosa nel sorriso e nell’inclinazione del capo tendeva a ricordare a tutti che era lei quella che guadagnava di più.

    Perché dovrebbe preoccuparmi?, si era chiesta Marin. Non sarò una sua rivale, solo una dipendente... sempre che superi il colloquio.

    In qualche modo, c’era riuscita.

    «Sembri avere qualcosa in più delle altre candidate» aveva commentato la signora Mason, giocherellando con il grosso brillante all’anulare. «Una di loro mi ha dato l’impressione di non aver mai letto un libro in vita sua e l’altra era... inadeguata.» Poi aveva osservato Marin, notando la corporatura esile, i capelli castani legati con un nastro sulla nuca, la carnagione chiara, l’aspetto poco notevole, e aveva annuito. «Sì, se la tua capacità di scrivere al computer è all’altezza, credo che andrai benissimo.» Aveva esitato. «Conto di trasferirmi a Evrier sur Tarn la settimana prossima. Dovrai essere disponibile a viaggiare con me. Betsy ha organizzato tutte le tappe prima di andare a fare la crocerossina, ma se dovessero insorgere delle difficoltà, ovviamente mi aspetto che tu le risolva.»

    Seppure colpita da quell’insensibilità nei confronti della sua assistente, Marin aveva sorriso, convenendo che risolvere problemi rientrava fra le sue competenze. Soltanto un mese più tardi, purtroppo, si era resa conto che il vero problema da risolvere era il suo immediato futuro.

    Ed ecco di nuovo quel dannato telefono, pensò con un po’ di fastidio.

    «Tutti sanno che sono via» l’aveva rassicurata Lynne prima di partire. «E ho lasciato un promemoria anche a Rad, così non dovrebbe disturbarti nessuno.»

    Solo che non sembrava andare così.

    «Lasciate un messaggio dopo il bip» suggerì Marin in tono cantilenante allo sconosciuto interlocutore, prima di aggiungere altra acqua calda e olio profumato, e lasciarsi scivolare più giù nella vasca.

    Deve essere bello, pensò rattristata, avere tanti amici che ti chiamano di continuo per invitarti al cinema, a cena, o anche solo a bere qualcosa.

    E avere qualcuno come Mike...

    Soprattutto quello, riconobbe. Perché, a vent’anni, lei non aveva ancora avuto niente che assomigliasse a una relazione seria con un uomo.

    E sembrava destinata a restare sola. Ovviamente, da quando era a Londra aveva accettato diversi appuntamenti, di solito a quattro con le colleghe dell’agenzia. Qualche volte il compagno della serata le aveva pure chiesto di rivederla. Qualche volta.

    In tutta onestà, però, non le era mai importato granché se non si faceva più sentire.

    Era la prima a riconoscere di essere timida e poco di compagnia, di non sapere flirtare, né partecipare alle conversazioni ironiche giocate sui doppi sensi. Non riusciva a immaginare di lasciarsi trascinare in quel genere di disinvolta intimità che ormai sembrava essere la norma.

    Non che disapprovasse quel comportamento. Dopotutto, non erano affari suoi. Solo che non faceva per lei. Sapeva che non si sarebbe potuta liberare tanto facilmente delle proprie inibizioni e, probabilmente, lo capivano anche gli uomini che incontrava, così decidevano di correre dietro a ragazze con meno fissazioni.

    «Pensi che io sia un po’ strana?» aveva chiesto preoccupata a Lynne una volta, ma la sorellastra si era limitata a ridere.

    «No, tesoro. Credo solo che tu abbia dei principi e che dovrai aspettare di innamorarti davvero prima di essere tentata di abbandonarli. Non c’è niente di strano, quindi smettila di affliggerti.»

    Marin sorrise a quel ricordo. Lynne era così buona con lei. Calorosa ed espansiva come il padre, Derek Fanshawe, che aveva conosciuto sua madre sei anni prima e se ne era innamorato.

    Molto diverso dal proprio padre, pensò Marin, che era stato un uomo tranquillo e tenero. La sua infanzia era stata sicura e confortevole al riparo del matrimonio felice dei genitori.

    Clive Wade era stato un avvocato divorzista di successo, a cui piaceva raccontare che ogni caso sulla sua scrivania era un promemoria di quanto fosse fortunato. E gli anni erano trascorsi felici, fino al giorno in cui era crollato di fronte al tribunale, stroncato da un improvviso attacco di cuore. Il lutto aveva reso la madre di Marin, una signora sempre sorridente e con lo sguardo radioso, più simile a un fantasma dal volto terreo, incapace di accettare una perdita così devastante.

    Tutti le dicevano che almeno non aveva preoccupazioni finanziarie, che Clive aveva guadagnato parecchio e aveva investito in modo avveduto. E che avrebbe dovuto vendere la casa con tutti i suoi ricordi per andare avanti.

    C’erano voluti tre anni, ma alla fine un’amica di Barbara Wade, che con lei lavorava per l’associazione benefica nella quale trascorreva gran parte del tempo, l’aveva convinta ad accompagnarla in una crociera di lusso nei fiordi norvegesi. Derek Fanshawe, un uomo grande e grosso dal sorriso pronto, era stato assegnato al loro tavolo la prima sera e, alla fine della crociera, Barbara aveva scoperto con grande sorpresa di non sentirsi più in colpa se gradiva il suo fascino e la sua esuberante gentilezza. In realtà, si era resa conto che lui le sarebbe mancato.

    Derek, dal canto suo, non si era lasciato mettere da parte con un sorriso. Vedovo e con un’unica figlia, aveva insistito per rivedere Barbara e, alla fine, le aveva proposto di rifarsi una vita insieme.

    Dapprima Marin si era rifiutata di provare simpatia per Derek, perché la nuova relazione della

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