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Le ombre di Green Oak
Le ombre di Green Oak
Le ombre di Green Oak
E-book107 pagine1 ora

Le ombre di Green Oak

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A Green Oak, la famiglia Flaming incontra il passato dei Lancaster, la famiglia più potente della zona. In un intreccio tra possibile e imposibile la realtà assume il volto dell’incubo. Circuit fatum: il fato ci gira attorno.
di Fausto Mancini
Ci sono luoghi in cui ci sentiamo a nostro agio e non sappiamo il perché, altri che ci respingono, che parlano con voce distinta e urlano il loro passato.
Nella periferia di Cleveland, nell’antica dimora di Green Oak, la famiglia Flaming incontra il passato dei Lancaster. All’ombra della secolare quercia riemergono frammenti di memoria che nascondono segreti inquietanti. Verità taciute, menzogne ben architettate, rivelate solo dopo che è stato abbattuto il confine tra il possibile e l’impossibile, che lasciano intravedere il volto dell’incubo.
Terry, John e i fratellini Tom ed Emily entreranno in contatto con le entità di Green Oak: alcune pericolose, che incutono terrore, disposte a tutto pur di mantenere i segreti, altre che hanno bisogno di giustizia.
La corruzione sembra voler vincere sugli ideali, i Lancaster non vogliono rinunciare ai propri segreti, ma la famiglia Flaming non è dello stesso avviso.
Circuit fatum: il fato ci gira attorno.
LinguaItaliano
Data di uscita5 ago 2020
ISBN9788833284552
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    Anteprima del libro

    Le ombre di Green Oak - Fausto Mancini

    cameretta.

    Capitolo I

    Green Oak, una bella proprietà alla periferia di Cleveland, da un mese era divenuta la nuova residenza della famiglia Flaming. Il trasloco da Meadville, in Pennsylvania, era durato ben due settimane, quattordici giorni impegnativi per John e sua moglie Terry.

    La scelta della periferia di Cleveland era stata obbligatoria: il lavoro dell’uomo – veterinario freelance e rappresentante di prodotti agricoli – in Ohio sarebbe stato più redditizio rispetto a dove abitavano prima.

    La nuova sistemazione aveva richiesto un grande sforzo economico oltre che fisico, ma la proprietà offriva molti vantaggi. Lo spazio esterno, costituito da diversi lotti di terreno e da un giardino tutt’intorno la dimora, dava un grande valore alla tenuta, che comunque era già di molto pregio, dato che Green Oak, con i suoi centocinquant’anni, era una tra le più vecchie residenze della città. Restaurata dopo decenni di degrado, era suddivisa su tre piani; poche stanze conservavano ancora l’assetto originale; i bagni, invece, avevano ancora in uso la rubinetteria in piombo e ottone.

    Lo spazio al suo interno non era paragonabile a quello che i Flaming avevano lasciato: quattro camere da letto, tre bagni, una grande cucina, una sala da pranzo, un salotto, un salone, uno studiolo e un seminterrato. Ciò aveva consentito alla piccola Emily di avere finalmente una cameretta tutta per sé. Aveva cinque anni e suo fratello Tim era più grande di lei di due.

    Emily, di corporatura minuta rispetto a quella delle sue coetanee, aveva un’intelligenza vivace e un’estrema curiosità. I capelli ricci e gli occhi grandi la facevano somigliare più a sua madre che a suo padre. L’incarnato roseo metteva in evidenza due guance paffute e rosse, che erano motivo di scherno da parte di suo fratello.

    Al contrario di Emily, tranquilla e dolce, Tim era un bambino iperattivo e per questo molto impegnativo per i genitori. Il deficit dell’attenzione lo portava a una impulsività al limite dello sfinimento per coloro che se ne dovevano occupare. Un disturbo, il suo, che aveva costretto John e Terry a cambiare più volte specialista, visto che le terapie adottate non portavano a grandi risultati. Preoccupati, erano ricorsi a diversi educatori perché Tim potesse essere seguito anche a casa; molti di loro, però, si erano rivelati inadeguati e senza esperienza, mentre quelli che si erano dimostrati più competenti avevano rifiutato il caso.

    A Cleveland, dopo diversi colloqui, Terry aveva scelto Susan, una ragazza gioviale e sempre sorridente, specializzata nell’assistenza a bambini con disturbo evolutivo dell’attenzione, alla sua seconda esperienza in questo campo.

    I giorni trascorsi a sistemare una casa così grande, con molti spazi e ripostigli – proprio com’era nei gusti di Terry – avevano impegnato John al massimo, soprattutto per riuscire a non litigare con sua moglie, che ogni santo giorno cambiava idea sulla disposizione dei mobili. Lui amava l’essenziale, la praticità, lei la ricercatezza del particolare, l’oggetto di design posto sul mobile appropriato.

    Sposati da otto anni, erano uno l’opposto dell’altra, lo zenit e il nadir, ma la coppia funzionava alla perfezione. Le discussioni non mancavano, ma John era arrendevole con sua moglie: primo perché l’amava, poi perché lei era tremendamente irresistibile, anche quando si arrabbiava.

    John collaborava con diverse aziende nel settore dei mangimi e al tempo stesso si occupava della cura degli animali delle fattorie, per questo capitava spesso che dovesse restare lontano da casa anche per un’intera settimana e allora la nostalgia di sua moglie gli procurava un grande dolore.

    Terry, invece, aveva preferito non lavorare fuori casa. L’inizio della loro relazione aveva fatto sì che non riuscisse a finire il college: studiare con il pancione, tra le nausee e il mal di schiena, le era stato impossibile. Dopo aver dato alla luce Tim, non era riuscita a riprendere gli studi e con il passare degli anni e la scoperta del deficit del bambino, le sue priorità erano cambiate. In seguito alla seconda gravidanza e alla nascita di Emily, fare la mamma era diventato il suo lavoro.

    Capitolo II

    L’estate era al suo culmine, la calura era intensa e le giornate trascorrevano nella ricerca di refrigerio. I Flaming attendevano il tramonto per godersi il fresco sotto il portico, quando i bambini si lasciavano cullare dal movimento del dondolo sotto l’occhio vigile di Byron, mentre John e Terry discutevano della giornata appena trascorsa.

    Tra i tanti argomenti c’era il pozzo, quello che Terry voleva far chiudere. Mal conservato, per i coniugi Flaming era stato un pensiero costante fin dal momento dell’acquisto della proprietà. Necessitava di una manutenzione radicale, con una spesa non indifferente. Di forma circolare, la sua struttura esterna, non più alta di un metro e mezzo, era realizzata con grosse pietre ricoperte da licheni gialli. I precedenti proprietari, gli Smith, spinti da nostalgica passione per il passato, avevano preferito mantenerlo nel suo stato originale. Per evitare incidenti, si erano limitati a chiuderne la sommità con una grata di ferro a maglie larghe e un grosso lucchetto.

    Altro argomento delle loro conversazioni serali era il mistero dell’anello scomparso: dal giorno della partenza per Cleveland, Terry non era più riuscita a trovare l’anello appartenuto a una sua prozia, un gioiello in oro con uno smeraldo minuto, semplice ma molto prezioso proprio per il suo valore affettivo.

    Parlavano anche di Byron, il labrador di sette anni, che in modo inspiegabile stava mutando il pelo. Lo avevano scelto per lo splendido manto color whisky, ma ora stava diventando nero. Per John, veterinario di professione, una vera anomalia da studiare.

    In casa, poi, si era presentato un problema: una perdita nel seminterrato, nella zona lavanderia, aveva generato una macchia di umidità che si estendeva su tutta una parete. Quella parte della casa aveva i muri a grezzo; su degli scaffali zincati erano stati stipati contenitori di plastica contenenti le cose poco utilizzate: abiti e calzature dismesse, documenti vari e una riserva di scatolame a lunga scadenza.

    Una sera, dopo aver accompagnato i bambini a letto e aver lasciato il cane a guardia del giardino, John e Terry decisero di andare a fondo alla questione per prendere una decisione in merito.

    Da quando Terry l’aveva notata, la macchia sul muro si era allargata. L’entità del danno poteva essere enorme, ma questo non era il solo problema: una crepa si stava facendo strada lungo la parete.

    I coniugi si guardarono: era evidente che con il passare del tempo il danno si sarebbe accresciuto; dovevano trovare un bravo idraulico il prima possibile.

    La curiosità di John lo spinse a toccare la chiazza d’umidità. Dapprima una leggera pressione, poi una più forte. La crepa

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