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Quando arriva l'estate
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Quando arriva l'estate
E-book150 pagine2 ore

Quando arriva l'estate

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Info su questo ebook

Basta una breve vacanza insieme per chiarire un equivoco tanto grande? Non lo sopporto più! Davanti allo sguardo arrogante e ai modi di fare autoritari e taglienti di James Delandou, Harriet non può non reagire con un'irritazione tanto intensa da sorprendere lei per prima. La verità è che non vuole ammettere a se stessa quanto sia attratta da lui; e quanto abbia sbagliato a fidanzarsi con Tim, il fratello di James. In realtà, anche James si è sempre imposto di non farle capire quanto tenga a lei, e con quali sforzi debba evitare di baciarla ogni volta che la vede. La resa dei conti arriva d'estate, durante una vacanza in un incantevole casolare toscano: appena Harriet e James si ritrovano da soli, esplode qualcosa di molto diverso dai soliti battibecchi.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2021
ISBN9788830528857
Quando arriva l'estate
Autore

Catherine George

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Quando arriva l'estate - Catherine George

    Copertina. «Quando arriva l'estate» di George Catherine

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Unexpected Pregnancy

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Catherine George

    Traduzione di Matilde Lorenzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-885-7

    Frontespizio. «Quando arriva l'estate» di George Catherine

    1

    Harriet entrò nella casa, vuota e silenziosa, ma invece di farne il solito giro nostalgico si diresse subito in cucina per prepararsi una tazza dell’ottimo caffè appena comprato. Aveva proprio bisogno di una carica, prima di affrontare il problema per cui si era presa quella settimana di vacanza. Rientrando a Londra doveva prendere una decisione riguardo all’eredità. Sua nonna l’aveva messo bene in chiaro nel testamento: End House, e tutto quanto in essa contenuto, era proprietà di Harriet affinché ne disponesse come meglio desiderava. In tutta sincerità, pensò Harriet con una stretta al cuore, ciò che lei desiderava di più era che la nonna fosse ancora viva ed entrasse in quel momento dalla porta sul retro, con un mazzetto di prezzemolo per la cena.

    Terminato il caffè portò di sopra i bagagli e, visto che quello poteva essere il suo ultimo soggiorno nella vecchia casa, decise di sistemarsi nella camera da letto della nonna invece che nella propria. Accarezzò lievemente la testata del letto in ottone, poi appese qualche abito nell’armadio e mise il resto delle sue cose nel bel cassettone antico. Olivia Verney aveva sempre disapprovato il disordine e gli abiti buttati sulle sedie. Harriet sorrise al pensiero che fortunatamente la nonna non aveva mai visto la camera della sua compagna d’appartamento a Londra. Dido Parker era una buona amica e una splendida persona, ma l’ordine non era il suo forte!

    Dopo cena Harriet bagnò le piante della serra e fece un paio di telefonate per avvisare che era arrivata e che stava bene. Si era appena seduta a leggere nella luce del tramonto quando udì un’auto fermarsi davanti a casa.

    Sbirciò dalla finestra e si ritrasse subito con una smorfia, alla vista dell’uomo che ne scese per dirigersi verso la sua porta. Ma starsene nascosta dietro le tende sarebbe stato inutile. Probabilmente Tim aveva avvertito suo fratello che lei era lì.

    Dopo il trillo del campanello attese qualche istante, inspirò a fondo e poi aprì la porta all’alta figura di James Edward Delandou.

    L’accolse con un sorriso tiepido. «Ciao. Mi spiace, ma Tim non è qui. Sono venuta da sola.»

    «Lo so. Posso entrare?»

    Come se lei avesse potuto rifiutare, pensò Harriet irritata, e lo fece accomodare nell’ampio salotto elegantemente arredato.

    L’uomo si guardò intorno. «Sono già mesi che tua nonna è mancata, ma mi sembra giusto farti di nuovo le mie condoglianze, Harriet.»

    «Grazie. Ti prego, siediti.»

    «Volevo bene a tua nonna» aggiunse lui prendendo posto nella poltrona preferita di Olivia Verney. «E mi è spiaciuto molto non poter venire al funerale. Ero a letto con l’influenza in quel periodo.»

    «L’ho saputo.» Seduta sull’orlo del divano di fronte a lui Harriet si sentì piuttosto a disagio. Conosceva il fratello di Tim da quando aveva tredici anni e ultimamente lo aveva anche incontrato per caso a Londra, ma non si erano mai visti a tu per tu. Che voleva ora da lei?

    Come se le avesse letto nel pensiero, James Delandou assunse un’aria professionale.

    «Bene, Harriet. Vengo subito al punto. Tua nonna ti aveva detto che le avevo chiesto di vendermi la casa?»

    Harriet lo fissò sbalordita. «Questa casa?»

    «Sì. Le altre di questa via appartengono già a Edenhurst...»

    «Cioè a te.»

    «Sì, Harriet, a me» annuì lui con pazienza. «Ho bisogno di altro posto per il personale. End House sarebbe l’ideale.»

    «La casa non è in vendita» sbottò lei.

    Gli occhi di James si strinsero in due fessure. «Tim mi ha detto che avresti passato qui una settimana per decidere il da farsi.»

    «Esatto.»

    «E quando sei arrivata?»

    «Un paio d’ore fa.»

    «Un po’ poco per aver già deciso, non trovi?» le chiese ironico mentre si alzava. «Dimmi una cosa. Se qualcun altro ti avesse fatto un’offerta, avresti accettato?»

    «Non è nulla di personale» mentì Harriet. «Solo che non voglio vendere così in fretta.»

    «Però Tim mi ha detto che avevi fatto valutare la casa.»

    «Certo, dietro sua insistenza» ammise lei, ripromettendosi di dire due paroline a Tim Delandou a proposito di rispetto della privacy altrui e di altre piccolezze del genere.

    «E se io ti offrissi qualcosa in più della valutazione che ti hanno fatto?» insinuò James, dopo averla scrutata con attenzione.

    «Non cambierebbe assolutamente nulla!» s’inalberò lei. «E Tim non aveva alcun diritto di parlarti del prezzo.»

    «Infatti, non l’ha fatto. Ho chiesto una stima all’agente immobiliare che mi ha venduto le altre tre case della via.»

    «Non dovevi disturbarti così. Tanto End House non è in vendita.»

    «Spiegami una cosa, Harriet. Perché sei sempre così maledettamente ostile nei miei confronti?»

    Il sorriso che lei gli rivolse era palesemente sarcastico. «Non è un mistero. Tu non hai mai nascosto di disapprovare la mia relazione con Tim.»

    «Avrai anche capito perché, vero?»

    «Per la verità non ci ho pensato molto» dichiarò lei, mentendo per la seconda volta.

    «Bene, allora pensaci adesso. Ho dovuto fare a Tim da padre, madre e fratello da quando lui aveva dieci anni e non voglio vederlo soffrire.»

    «Ah, perché secondo te io potrei fargli del male?»

    «Sì» rispose James, per nulla intimorito dal lampeggiare furioso degli occhi di Harriet. «Tim è il tipo che si affeziona, ma so che tu frequenti altri uomini. Direi che le probabilità che Tim si bruci sono piuttosto alte.»

    In quell’istante Harriet provò l’impulso quasi irrefrenabile di mollare un pugno sul bel naso aristocratico di James Edward Delandou, e ricordò che le capitava più o meno così ogni volta che lo incontrava. Invece si controllò e si alzò per aprirgli la porta d’ingresso. «Tim è completamente d’accordo che io abbia amicizie, anche maschili.»

    «Al suo posto io non ne sarei affatto contento.»

    «Tu e Tim siete molto diversi» dichiarò lei fredda.

    «È vero. Tutti vanno pazzi per Tim. Buonanotte, Harriet.» Fatti pochi passi fuori da casa si girò e aggiunse: «La mia offerta resta valida per un po’. Fammi sapere se cambi idea».

    Harriet sprangò la porta di casa con eccessiva foga e si precipitò in cucina per un’altra tazza di caffè nero. Le ci voleva proprio, come antidoto all’effetto che ogni volta James riusciva ad avere su di lei.

    Aveva incontrato suo fratello Tim nell’ufficio postale esattamente il giorno in cui era arrivata a Upcote, per vivere con la nonna. I due orfani tredicenni si erano adottati a vicenda a prima vista, e Tim l’aveva trascinata di corsa a End House per chiedere a Olivia Verney il permesso di portarla a pescare nel torrente che scorreva lungo i confini di Edenhurst. Dopo di che le aveva fatto conoscere il fratello, maggiore di dodici anni. James Edward Delandou era talmente bello da apparire agli occhi della ragazzina come un dio greco appena sceso dall’Olimpo.

    L’adorazione di Tim per il fratello era così evidente che per qualche tempo Harriet lo aveva istintivamente imitato. Mentre le sue coetanee si prendevano cotte travolgenti per l’attore del momento o per i calciatori, lei coltivava la sua venerazione segreta per James. Era alto, spalle larghe, folti capelli neri, i grandi occhi color nocciola dorata dei Delandou e sicuro di sé. Insomma, incarnava perfettamente l’archetipo del pirata per una ragazzina ai primi approcci con la poesia di Byron.

    Proprio quell’estate Harriet aveva avuto il suo primo impatto con il dolore. La perdita di entrambi i genitori, travolti da una tempesta in barca a vela, aveva distrutto il suo piccolo mondo, e c’erano volute tutte le cure e l’amore della nonna per rimetterne insieme i cocci. L’incontro con Tim aveva accelerato la sua guarigione, e durante l’estate i ragazzi avevano passato la maggior parte del loro tempo insieme, mangiando con Olivia nella grande cucina di End House o correndo a perdifiato per i campi di Edenhurst, la bella proprietà dei fratelli Delandou, che purtroppo stava andando rapidamente in rovina.

    A quell’epoca i genitori di Tim e James erano morti da tempo, e le cose diventavano sempre più difficili per l’erede della proprietà. Gestire le tasse sull’eredità, la retta scolastica di Tim e gli stipendi del personale, pur ridotto al minimo necessario per mantenere una proprietà come Edenhurst, era stato un grosso peso sulle spalle di un giovane architetto appena laureato come James. Con grande coraggio si era buttato in una avventura e fondato una società con un amico per convertire i vecchi magazzini abbandonati sulle rive del fiume in eleganti appartamenti per il weekend.

    Aveva vinto la scommessa e gli appartamenti si erano venduti come il pane, consentendo a James di reinvestire gli utili nella trasformazione di Edenhurst nel primo di una serie di alberghi situati in vecchi palazzi o castelli ristrutturati, con annesse beauty farm all’avanguardia. Lui aveva sposato una famosa indossatrice, e l’unico neo in tutto il quadretto era stato il netto rifiuto di Tim di entrare nella società.

    Tim Delandou aveva insistito nel prendere un diploma in belle arti, dopo il quale se l’era filata a Londra, trovando lavoro in una galleria d’arte di Jeremy Blyth, un gallerista molto quotato nel campo. Nessuna delle scelte di Tim era stata influenzata da Harriet, ma James non aveva nascosto di considerarla la prima responsabile di tutto, nonostante Tim fosse stato deciso: nulla lo avrebbe mai convinto a occuparsi di proprietà immobiliari. Il nuovo lavoro era fatto per lui. Jeremy Blyth era spiritoso, intelligente, dichiaratamente gay e conosceva tutto quel che c’era da sapere del mondo dell’arte. Il lavoro avrebbe anche lasciato a Tim del tempo libero per dipingere. Divideva un appartamento con due ex compagni della scuola di belle arti e aveva Harriet. Cosa poteva desiderare di più?

    «Sua signoria non riuscirà a farsene una ragione» aveva commentato un giorno Harriet riferendosi a James, e Tim era riuscito a fatica a farle confessare perché fosse sempre così dura nei suoi confronti.

    Era successo che un sabato pomeriggio, sul finire di quella famosa estate, lei si era fermata ad accarezzare il cane di Tim fuori dalla porta della cucina e così aveva involontariamente sentito la fine di una predica che James stava facendo al fratellino.

    «Ti disse che, pur provando molta pena per la mia situazione, pensava che tu avresti dovuto passare più tempo con i ragazzi del paese invece che stare tutto il giorno con una ragazzetta, anche se questa sembrava assolutamente un maschio, con la zazzera rasata e una buffa voce roca.» Harriet

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